L'Unità - anno III - n.38 - 11 dicembre 1914
588 L ' UNITÀ comme rciale, che si è orama i dimostr :na un a neccss itii della struttur a sociale con– temporanea e che più o meno tutte le alt re nazioni hanno dovuto pre ndere a modell o da lei. Ma - ed ecco la differenza sosta nziale nel regime commerciale delle due nazi oni - la Germania ha r:tggiunt o lo scopo anch e circondandosi di barri ere doga nali insupe– rabi li, e inaugur :md o sistemi co mmer ciali non inspirati all:1 più perfetta lenlt:l. t noto, per es., che la pratica del dumping (consistente nel valersi dei dazi doganali per vendere molto caro i n pa tria in regim e di consor tio, e ven dere fuori sotto il prezzo di costo per schiacciare i concorre nti esteri) è stat a inaugurnw dalla Germ an ia : la pra– tica del du111pi11g è strtta spinta a tal punto che, come è noto, (· acca dut o tal volta che i prodott i laminati della metallurg ia tedesca sono stat i espo rt at i a così basso prezzo da render e conveniente ai negozianti mede– simi di reimpor tarli in Germ ania, pagan– dovi sop ra i dazi doganali di entr ata . In Inghilt erra , inve ce, il protezionismo, nono strmte la lunga e tenace propaganda dei conservatori, sia per la opposizione delle classi opera ie, sia per altre ragi oni più com– plesse, non ha avuto nessuna fort una. Infin e si pensn che I' Inghi lterra, se non ha merav igliato il mondo coi suoi rapidi e clamorosi passaggi da un tipo di struttura sociale ad altro superiore, è stata però d:i alcune cen tin aia d'anni il pa ese classico, dove le libert à fondamenta li sono state più lungamente prati cate, e assoggettate ad un a revisione continua e costante di prog ressiva elevazi one, sulla base di principi fondamen– tali mai più discu ssi, ma sempre ten acemen– te difesi contro qual siasi pretes3 dina stica; mentre la monarchia in Germania, sia essa stata :mstriaca o pru ssiana, degli Asburgo o degli Hohenz ollern,h a conserva to sempre, cor– rendo dietro al fanta sma del Sacro Romano Im pero, il carattere di una monarc hia as– soluta o per lo men o scarsissimamente co– stituzion ale. Quando perciò nella guerra attua le l' U– nione austro--tede sca si è pos ta contro la Triplice Intesa, è passata in seconda line a per noi la Russia, come nazione colla qual e i legami di int eressi e di cultura sono mi– nori. E di fronte alla viva cità politica della Fran cia e al liberali smo ingl ese, la potente organizza;, .ione tede sc:1 1 macchiat asi della violazione dell:t neutr :1lid del Belgio, ci è par sa come una macchina pott:nte e per– fetta, ma mostniosa, creata allo scopo di schiacciare tutti gH :1ltri. L'antip atia contro la Germania . Corri sponde questa impre ssione al vero ? A sen tire i tede schi, essi sono stati aggre– dit i. Erano circon dati dalla Francia deside– rosa di riprendere il suo posto come po– tenza cont inenta le; dall a Ru ssia che la enormità della popo lazione traeva insisten– temente verso l' Egeo e l'Adriatico e il l\lare del Nord; da lla Inghilterra la qua le vdeva ingigantire davanti a sè un concorrente che da prin cipio :wcvn credut o minu scolo. L, Germania militare, commerciante , dotta e forte di volontà fer rea, dopo aver conqui– stato un posto così impor tan te nel mondo, doveva fare - dicono 1 tedeschi - 1a sua « \Veltpc litik • ; e per qu esto le occor reva oltre che un a flotta mercantile, una flotta di gue rra. Questo l'In ghilterra non ha vo-– luto ammettere. Ed è vero che l' Inghi lterra diceva aper– t:1mente di non volerlo am metter e. i\'la è anche vero che non aveva creato alcun ostaco lo allo svilu ppo della marin a tedesc.i, fino a che que sta era rimasta mercantil e. E dunque lo svilup po dell a ffotta di guerra, che I' Inghi lterra ad ogni costo voleva evi– tare e che ha ce rcato di imp edire con tutte le sue fori:e, sia aume nt ando la sua flott a ogni volta che la Germania impos ta va nuove na vi sui suoi canti eri, sia cercando nell' al– lea nza colla Fran cia desiderosa di rivinci ta e più tardi ncll' alleanzn colla Ru ssia, il mezzo per isolare e circond are la Germ an ia. Contr o que sta, che i tede schi chiamano nggres sione , essi credono di essers i dovuti difcn<lcrc. l\Ja la difesa purtroppo l'hann o cominciata colla distruzione di un paese laborioso, civile e di cui essi in un solenne tratt.ito avevano garant ito la neutralità. E per quanto si.t ancora difficile, perchè man– cano alcuni dati e manca sopratutto la se– rcnit:l di giudizio nccessari:1, riconoscere at– traverso tutti i libri diploma tici d.igli innu– merev oli colori, a chi spe tti realmente la responsa bilità imm edi:ua de lla ap ertur a delle ostilit:\, pure alcun i fatti risult ano evident i. In un pri mo tempo , 1' Impera tore di Ger– m:rnia h:1 sosp into l'Au stria nelle sue ec– cessive domande ve rso la Serbi:i, quando gi:\ l'A ustr ia era vicina a transige re sulle più seve re delle medesime. In un secondo tempo la responsabi lit:i sembra tocca re allo zar N'icc.b , che colle sue stesse parol e ma– nifestava a Gugli emo la irnpossibilit :l, sia pure con tro sua vogli:1, di resistere alle in– sistenze del suo entou,.age militare. Ma se si cons ideri che la mobilit a1.ione della Russia do mandava un tempo mo1to maggiore di quello della Germania, e che qu indi una precedenza di qu alche giorno non avrebbe potu to nuocere a qu est' ultim a, risulta che la rapid it;\ con cui Gugli elmo dichiarò la guerra rispondeva se non ad un desiderio sfrenato della mede sima, per lo meno al convi ncimento che non potendo essere più evitat.t convcn ivn subi to farla. E sta in que st:t genera le convinzione che la guerra sia stata volut a dal Governo tedesco, sia pure come guer ra prevent iva-difen siva, uno dei motivi più inten si della ostilit à gene– rale anti-ger manica . A qu esta antipa tia è forse indi scu tibjle che contribuisca fond ame ntalmente anche l'enorme progresso fatto d.:i.i tedeschi in pochi anni in qua si tutti i camp i del lavo ro e del pensiero uma no. Chi arri va presto desta sempre l'in vidia di ch i non arriva o ar0 va tardi. Alla supremazia dcli' lnghilt erra l'~ Eu – rop:i.da cento ann i alme no era ab ituata e vi si era abitua rn a poco a poco : l' impro vviso ap– pa rire di un'altra potenza dominatri ce, .in– vece, ha suscitat o u,1. senso di ribellione pri ma sorda poi violenta. Ma anche sotto que sto aspetto si deve riconoscere che b. supr emaz ia dell' Jnghilterra ha ca ratte re w più ape rt o. più franco, più libero nei riguardi dei ter.~i. 1./ Inghilterra ha vedu to non soltan to la Germania, ma I' Ungher ia, I' It alia, la Spa– gna, la Grecia affacciars i gr:idualmente e in– cess:mtemcntc alle porte dei paesi alimen– tati fino a cinquant' ;,nni fa unicamente dalle sue indu strie; le ha vedute pre s~n– ta rsi perfino nelle sue colon ie; e non ha opposto a questa invasio ne di nuova gente indu striale altro che la ricerca di nuovi sbocchi o la inten sificai ione degli scambi negli sbocc hi esistenti, L' 11.ghilterra non ha preteso di im porre il suo modo di pensare e di sentire nei luoghi ove sbarcava i suoi marin ai : è noto anzi che essa, ccme i Ro– mani a1uichi, lascia ::i popoli che governa libertà completa di costumi, di lingua e di pensiero. La Germania invece ha seguito anche nel c.,mpo economico quel concetto grettame nte e ferocemente na:1.ion:tle che si è a poco a poco, per disgrazia, spar so per t uua Eur opa. Ha pred icato ostent:tt :imente In superiorità nella missione della razza e della cultura tedesca, fino a crea re un a dottrina tendente a dimostrare che questa · cultur,1 tedesca è parte esscnzb le cd em– briona le di tutte le :tltre cultur e, fino ,ad affe rmare col \Volt mann che il nostro rina – scimento C dovuto .ill:i inocul:i.zionc di cul– tu ra e di s:rnguc tede schi in Italia, che di s.ing ue ted esco erano i nostri uomin i mag– giori : Dant e, Michelangelo, Leonardo da Vinc i. Questa, che si può dire ordinata tra – cotanza, si accent ua nelle manife stazioni milit :ui, e diviene speci:i lmente antip at ica nelle parole dei tipici r:ippresentanti dell'or– ganismo militare tedesco. Dice f ederigo Guglielmo 111 alla Di eta genera le I' 11 apri le del 1847: • Er ede di una coron:1 che ho ricev uto senza macchie, non perm ett erò mai che un foglio scritt o si interponga fra Dio e il Paese per gover– nar ci coi suoi paragrafi . La corona non può nè deve piega rsi :ti voleri di una mag- e C:i1no Branco gior,mz,1, senza che la Pru ssia venga an– nichiliu in Europa. E vi dù la parola di Re, che gi:11nm,1i \'i avrei convocato, se avess i dubita to che ,·oi pensaste di r;tppre – sentarc verso mc la parte dei deputati del popolo». E pro,eguc ~loltke : • I.a pace eterna è un sogno e non è neppure un bel sogno . La guerra invece è un elemento del div ino ordine mond iale n. I•: si arr iva cosi [ Ile paro le di Guglielmo li ciel . 18 magg io 895 :tllc reclute: 11 Dio ci h.i ch i.1mato a igibrc il mondo i voi siete i mis.sion.ir i del , ,)rogrcsso umano "· Ed ancora : u Voi por– tate l'abito dcli' imperatore, e perciò siete superiori agli ;1ltri uomm1 JI. Si arriva alle invocazioni grosso lane al • buon vecchio Dio• tedesco. Din anzi .ille quali non si può non pen- i sa re ~on _risp~uo ~lla prece inn~lzata nella abbazia d1 \\ estm mster dcli' arcivescovo di I • Londra : e Signore, :.e la caus:1 per cui com– battiamo non è giust:t, tu spezza nelle tu e mani la sp.ida dcli' Ingh ilterra ed abb i mi– sericordia del po polo e del re ». E leggendo il proda.ma che Lord Kirtch.ner indirizzò ai l soldati inglesi, esponendo co mc in un de– l. ca logo i princ ipi a cui devono ispir arsi i [ soldati pur dur :111.tela furi:t terr ibile delle ar mi: rispettare le donn e, non ubr iacars i, non rubare; - non si può non ricordare il discorso, che nel 1900 Gugli emo teneva ; alle truppe pa rt enti per la China: • Semi– .t nate il terrore, fate che in que lle lont ane regioni il vostro nome rimanga celeb re come qu ello di Attila "· Ora, uomini, a cu i si dà in mano una spada ed un fucile colla li– bertà di servir sene, non occorre spingerli sull a via della strage. Essi - tedesch i e fran cesi e italiani e russi - h:inno pur – troppo sufficienti atti tudini per questo genere di manife st:lzioni best iali ! Quando i tedeschi si deste ran no da que – sto sogno di grandezza assoluta e schia c– ci:inte per gli altri popoli, d:1. que sta folle fiduci:1. nel diritt o divino cl' ogni loro su– prcm.iz ia e perciò del loro trionfo, la trn– geclia intima psicologica di qu esto popo lo, profondo e ingenu o insieme, colto e ignaro della umanità altrui, sad tanto grave e terr ibile quanto quel la di sangue che si comba tte sui ca mpi dell a Fr ancia e della 1 Polonia. La Ru ssia. E p:lssiamo alla Russia. - F. sopravvenuta una modificaz ione sensibile nel considerare i nostri rappor ti con qu esta n:1zionc . Suno mastodontico, .ippena ora con qualche larva di cost itu 1.ione libera, noi eravamo abi – tuati fino da picco li :1 considerare questo paese come il simbo lo della più feroce auto – cr:1zia politica e rcligios:1. /\ noi risorti a libcrd , sia per virtù di popo lari rivoluzioni, sia per merito di un Re dri tto e di un mi– nistro di larghe vedute, a noi di frdc reli– giosa. poco sentita, par eva che sul trono degl i Zar si amm assassero tutt.i gli orror i ed i misfatt i di un governo politi camente e religiosa men te dispo tico. ?ila nello stesso tempo, :1bbi.imo lung:t mente nutrito una viva simpatia per questo popolo sen'lplice e dolcemente fant :istico, per le sue mani– festaz ioni ar tisti,.he e lett erar ie, per i suoi tentativ i di riscossa . E qu ando nei giorni rossi del febbraio 1905 a Pietrobu rgo, la folla dei contadin i davanti al palazzo de– gli Zar guid:t ta da l Pope Gapo n fu :accolta a mitraglia, un fremit o di orrore e un do-– lorc profondo salì dal petto degli it.iliani ; e Pascoli consac rò al Pope una delle sue ul- 1 tim e odi. Abbiamo dunqu e finito per con– siderare la R ussia come un popo lo schi:wo e incolto ma in via di liberazione , quando la German ia ci :ippar iva sempre più come un popolo colto ma tro ppo ligio, per )' e;c- cesso della sua stess:1 disciplina, a quegli ist ituLi politici e milit ari, che ne ostaco la– vano lo sviluppo umanisticamente libero. ]I -.E_ericolocosì detto russo per I' h alia pa°";~debba risiede re solo nella possibilità di un a supr em:tzia russa su tuno il mondo slavo fino all'A driatico. ?\la noi :1bbi:1mo l' impre ssione che esso t:mt o più pot rà di– venrnre re:1le, q_uanto 111_cno saranno fibcre le nazioni b.ilcanichc , cioè se noi non le J :_1iuteremo, entro giust i limiti, a rea lizzare le loro :1!-.pirazioni, anche adriatiche. Tutto qu e. to !.erve al citt.1dino italiano per orientare il suo sentimento ver:,o l' una o l'altra delle potenze befligeranti. Vediamo adesso quali sono gli elementi di fatto, che egli deve sottomettere ad esa– me in corn;ideraz ionc degli intcre11si dcl– i' "ltali:1. GI' interessi del!' Italia . I J.' It alia è un pae se ricco di uomini in– t~ (,brii, i quali hanno ormai per ~rad~zi~n~ vi:,to mli e tanti avvcnimcnt.i :scgu1rs1 sulla loro terra, che sono diven– tat i un po' scettici e indifferenti : nu lla. dice Orazio, si vedr.:ì mai più grande di Roma. 1\b I' It alia, come nazione, deve mett ere :incera in valore una parte non indifferen te ciel suo_ territori o e molte fra le attitudi ni dei suoi ab itant i. Ab biamo fatto grandi pas:,i senza dubbi o ; ma uno sguardo anche il più supe rficiale ;;illn no– stra produzione, ai nostri costumi, alla no– str a viab ilità, :1lle nostre condizioni igie– niche, al nostro ordinamento ammini st ra– tivo, alla scarsissima nos tra discip lina, ci fo accor ti della gra nd e differ enza che passa ancora fra noi ccl altri popol i civili. Pu ò dunque l'It alia, senza condannarsi alla perpe tuazione di cen i gravissimi suoi mali in– terni, pen sare ad un vasto ampliamento del suo territori o ? APbia mo noi sviluppa to tal– mente le nostre risorse da essere spinti a cercare sodd isfazione molto lontano da noi, alla nostra sete di att ivit:\ e di lavoro ? Saremmo noi in grado, una volta che aves– simo conqui st:1to vast i e nuo vi territori, di assicu rare ad essi una più alta civiltà e non indifferenza e abbandono, come pur– troppo è accaduto per una parte non in– diffe rente del territorio italian o ? Ecco perchè le nostre aspira1.ioni devono essere moderate e limitar si a que lle che non soddi sfatt e possono effetti va mente rap– presentare una mina ccia per l' avven ire de l nost ro paese. Ed è naturale che il citt adino it.,li:mo nel pensare alle terre non facenti p:1rtc inte– grante dcli' It.,lia, deb ba rivolge~ i a quelle in cui lo spirito di italiani tà ~ pilÌ vivo, forse anche per chè vi è stato più comb:ututo . Abbi amo sent ito parlare anche di riYen– dicaz ion i su Nizza e su la Cor::,ica . E geo– graficamen te pa rlando certo non vi s:1rebbc alcuna rag ione per allon tana.re i nostri de– sideri eve ntuali d:1 quel le prov incie. ;\fa nè in Corsica nè a Kizza si è m:li affaccia ta una ques tione di naziona lità . Xon ,;ono manc ate è vero qu alche volta in Fra ncia man ifest:1zioni con tr o gli itali :1ni; ma ques te non sono av venut e specialmente in qu elle regioni, m:t un po' da per tlllt O, cd hanno avuto spesso il carattere di confli tti fra opera i ed opera i. Nell e provincie itali ane dell'Au stria, in– vece, il sentim ento italiano, se non nella forma precisa di asp irazione ad una riu– nione rii Regno d' It alia, ma in quella di tenace resist enza alle pression i tedesche o slave, è• stato ed è semp re vivissimo. t noto che il problema di ~ . del- ~ e specia lmente dell:t Dalmazia da un lat o, ~ quclk> di Tr ento da ll'a ltro, sono assai di versi. Nelle provincie .idri:1tiche gli slavi sono andat i man m:mo aum entando il loro sforzo di preminenza sugli italiani per la spinta che b. monarchia austr iaca ha dato loro allo scopo di fiaccare il vivace senso di itali:mit:\ delle popolazioni. Non èl sta.rn un a lema discesa degli slavi e un :ne ròCIO l~firb- c- rccotct'O di due ~;Zl.e : è -- .:I, • sta ta un a metodi ca e~ , invas ione co- mand:ita dal Gove rno austriaco. È :1n~h~ noto inoltre che Tri este p~ ?c arattere indus tri ale e comm erciale che è :lnd:uo sempre più assu– mend o, non può più pen sarsi scpara t.t dal numeroso elemento oper aio e artig iano s1,wo che contribuisce alla sua prosper ità. t do– loroso pens:1re che in tant o temp o un con– tegno meno genu flesso, eppur sempre fe– dele alla allean za con tratt a, avre bbe po– tuto molto meglio giovare ai rapporti dcl– i' Austria coli' lt ali:1 e al destino delle pro– vincie irredente adria tiche e sopratutto della
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