L'Unità - anno III - n.2 - 9 gennaio 1914
nell a pre<'cdcm:a ob bligatoria c..lt•I mat rimonio ci,·ile e nella facoltà del d ivorzi o altr o che un mcu.o d i far dispett o al Vaticano e piact>rc al Palazw Giust iniani : io ci veggo un mezzo per itnJ)C'dirc I' inga nno in cui son tra tt e molte donne', l'abba ndo no in cui esse ccl i figli so no .spcsc;o lasciate, forzo5a conviven za di coniugi che-si tormenta no la vita l' un l' alt ro e dànno spett acolo ai figli di adulteri e d1 violenze. E perçhé q uest i son mal i abba stnm a frequ ent i e non l<'ggcri, io ~aiuterei rn n pia cere una lc.çrgcche concedesse il divorzio e imponesse la precedenza del matrim onio civi le. / S' intende che se domani tra i socialisti cp1a!cuno proponesse un' intesa. coi rad icali per ott enere il d ivor,:io o la precedenza obbli– ga toria , io sare i risoluta mente contrari o a compr omettere per qu esta conquista i van– taggi politici e mora li della prese nt e int ransi– g<'nza ; se qu alche altro • proponesse di ini– ziare, anche da soli, una vigorosa campagna sn questo terreno, io dirci che é estr emamen te pericoioso far convergere in questo momento le forze e I' att en7ione ciel p:trtit o verso que– sto problema, mentr e tanti altri ne urgono, piil grav i e di interes.c;e, piii generale. l\la ciò é evidentemente assa i diverso da quanto scrive l' ott imo nostro Silva, a cui le leggi sulla proprie tà clclle corporazioni e sul- 1' obb ligo di far prec<'dere il matrimonio ci– vile p.1iono poco desiderabil i, anche .;e pos– sano essere ott enut e senza neces.'iCtà di al– lem11.e e senza la menoma distra zione del l.J<'lCSC dagli altr i problemi pii'1 ~ravosi, ai quali (fra parentesi) esso par cosi poco disposto a rivolgere la sua att enzione. I Vorrei dire, a guisa di ~e:J.! ':.!2,~ l~, che su questi vari problemi che concernono i ra pporti dello Stato e della Chiesa appare sempre più necessario uno ~tudio at ten to e \ orga nico : e son problemi che noi dobb iamo , considerare secondo i nostri particola i i cr i– teri, con serenità , senza preoccuparci cli quel J.:he essi significhino e possano valere per i , m.assoni e per altri antic lericali da strapazzo. Anzi lo sforzo nostro deve ci;ser que llo di \ metterne in luce gli altri a~petti , perché co– l minc-ino a dive nta re oggett o di più serie trat - ( tazioni e non argoment o S('I0 di cont esa fra il clero Vatfran o e quello di Palazzo Giusti– niani. E &pet o cli tro,·armi in ciò cl' accordo con te e rn n I' nmiro Sih·a. Aff.mo t uo Uco Gu1Do l\ln~ oou :o . POSTILLA Dat o l' accordo foiv-lamc nta 1 c fra J' amico 1'\lonclolfo e tutti E?li altri collabora tori dcli' Unifti sulla necessità a~soluta di evitar e che I' ant i– clericalismo serva cli cemento a un nuovo blocco pscudoclemocra tico per distrar re il paese da altr i problc-mi pii.1 ur~enli, - ne\ i! Silrn n~ io possiamo prctcnclcrc che.: le opi.nioni nostre personali sulla legislnzionc congrega– zionista e ~ull::t precedeuz:t del malrirrlonio civile o sul divor zio sicno <:onsidcrate Come opii1ioni di 1,1tti gli arnie.i cieli' l.i uità. • In noccss.-1riis unita s, in clubiis libertas., e in nc::su11,punt o meg lio \,he in questo è natu rale d 1e ognuno di noi rh·endichi la prop ria libertà e discut a con gli altri collabora tori del gior– nale. .Questa discussione av rà, fra gli altri van– taggt, quello cli contrib uire a <1uellq stu dio • att ento eri organ ic('I, sui ra pport i fr a Stat o e Ch!esa, che il i\lonclolfo rit iene ,;, sémpre phì nrccssario • e giustamcnt<': perchè su questo come su h1tti gli altr i punti della nostra col– tu ra polilica nazionale, ~ avvenuto tlurantc gli ultimi" venti an ni una inleu uz.ionc.,J'~~csta ~ nsirro ~ ntif;.~o. c.~po~ r– ginwnt o e ~ ~ o._m cg!i_o il.. non pcn- siero nostro. La qmllC hfrèrru zione, ment re non arreca nc!-Suna noia e nes~un dan!lO ai clericali e ai clerica loidi, che hanno bisogno apµ unt o d i avere cli fronte a sè una dcmocra7ia, che non pensi, per poterla più facilmente raggirare e tenere a ùacla, rappr~ nta im·ece un peri – colo permanente per i par titi democrati ci, non buoni oramai ad alt ro che a 1·ipcterc rcmini- L'UNIT À scenze frammentarie d<'I nostro pnssato nazio– nale C\ [;:OOi impara t icci francesi del tutto di– sadatt i alle nost re condizioni S))',..-Ciali. Or sulla questione della precedenza clC'l ma– trimonio civile - questione, a mio parere, di mediocrissima impor~anza sociale e di nes– sunissima importanza politica, ta nt 'è vC'ro che • la precede nza fu pro posta anche dal Ministro Pelloux nel 1~99 - io non potr C'i aggiungere argomenti nuovi a quelli esposti nel passato numero dcli' Uuifrl a quelli, d 1e opposi ali' ar– ticolo .ciel Bonfigli. Se r.li amici cl<'ll' Unità credono di contin uare la discu~sione su quel pun to, il nostTo giornal e ~arà lieto di lasciare acl essi la massima libertà . ~~ gomento delle cong~~ ni r~ 1!=n più grave e difficile, la discus– sione sarcl:be pili necess.. -uia che mai . E rin- g;! zio l' amico l\Jon~ fo di averne____ ,pr,_~ .. I miziativa. nuova manomorta sn1::a prricolo ti, incm1u.:- 11icnli collaterali l,!ra, is.<:tmi, io non avrò nes• suna dinìcoltà <la opporre alla sua prepos ta , salvo qnC'lla che i11 quetlO momr nlo in Italia abbiamo qua lco'-a di pi1'1 urgen~e da fare. già che sono a presentare IJUesiti e a su– scitar e discusc;ioni, vorrei domanclan.! anche se il pt ohlC'ma - anche queslo problema ! - non ~i risolverebhe for~e meglio c<!_.f r~ .!,'.;..;., climem i indirett i : per e'i., incamerando defi– = a~,!~!ili/ tu! ~e• le r<'liqmc ctCHa a1~ ica gro– prietà ecclc'-iastica, di cui continua a fruire /ejjr,'f,r;-!:':;è il d C'ro s~c-; !; ;~, i,~"'1;toc!ocl ;r I~ Ol g~ ia fion<' e~ a. sia cnstrC'tta .a vi– vere da om in poi sulle so 1 c libere offert i;:dei fedeli, e per conscgu<;: 17.il -J~ cli dovendo pron·ede re a foro spese al culto non abb iano più ii;- zi p; r ~ ta.nt ~1er~ e arr!cchi'°;; anc~ il clero r<'golare e costitu ire la nuova mano- ( mort'n. Ma, sposta ta l'azionc su <1uc:.to nuovo campo,' siamo noi, oggi, iu Italia, preparat i a questo genere di lotta? Non sar<'bbc oppor– tuno limita rci per ora ad incam erare le sole 4!1 rendite e posst>Ssioni dei ,·escovadi e dei ca– pitoli, lasciando indio;turbati i parr oci ? E a,1 ogni rnorlo - su questo punt o picchiei remo sempre - finch~ i gran icultori e gli zuc– cherieri e i siderurgici truff ano al J]O))OIO ita– liano .,oo milioni all' anno, non è una ignobile buffonata quella di tr astullare il popolo no– stro intorno a una decina di milioni <li rend ite ecclesiast iche, lascianclo perpet·uarsi q uel!' al- I tra ben più color;sale ladr eria cli 400 milioni , annui di rendite feudali ? Posf;ibile, per es., che I' on. Comand ini e gli altri democratic-oni suoi pari debban o prote stare solamente con- tro la ingiustizia del di vorzio conccs~o in l ta- lia a i soli ricchi capaci <li and are a divouia rc in Ungheria, e negato ai poveri che non })OS· sono anda re in Ungheria {ma non han no bi– sogno di anelarci, perché divorzian o quando ne han voglia, senza chiederne il permesso a nessuno}, e non abbiano mai il tempo per avvedersi che ci sono intorno a loro ~ ti-. ~ infami e ben piii grav i eia combat tere e <la eliminare ?... .. ,t:• - E p; r avviarla a un rapido e utile resultato, io amerei che i propugnat ori di una nuova legislazione anticongregazionista s1,icgassero in for ma precisa e concreta quali provvedim enti f egali csc;i mvocano cont ro la nuova manom orta. lo, per cont o mio, sono pienam ente con– vinto che la man omorta sia un dann o att uale <' un maggior pericolo per l' avvenire. E con– sidero come benefica l' abolizione che della ma nomorta fecero gli uomini della Rivoluzione france se e del Risorgiment o .ita liano. Ma qu ando la man omorta fu abo lita, essa e~istcva legalment e, cioè era conosciuta dallo Stat o : c.: lo Stato, abolenclola, sapeva quel, chç 4-bo– li\'a, nè vi era possibilità cli conte!'-taziéme al riguardo. IL FENOMENO GIOLITTI Se non che, la manomorta dopo essere stata abolita , ri,;org<'. E risorge pc,·ché sono sempre vive, sebbene a!;sai meno che nel passato, le sorgent i di e.,;~a. ci~ la fede religiosa da un lato, C' l' abilità incettatr ice degli ordin i reli– gi~ i dal!' alt ra. Ma ri!-Orge sotto n~ ntite spo– glie, senza vera e propr ~a . csistcn~ l<::g'!!.?, sott o for ma di J?.TOpriet~ ap~ ten~ttesA i.gili,;... ~ ~l~ e.,..f4.i;a..ci. •Il sistema non è senza pericolo per le i::on– grcgazioni. 11 propr ietario fitt izio può un bel giorno c!ichiarar ~i proprietnrio reale dei beni affidati alla sua buona fe<IC', e la c-.ongregazione resta con un palmo di naso . E questa sorpresa sembra tocchi alle congregaz ioni tu tt' altr o che di rad o. l\fa questo a noi non interessa. A noi interessa il fatt o innegabile, che nonosta nt e qu est<' sorprese sgradite, la manomorta con E str ano, anzi, pensando ci meglio, non è st rano affa tt o il silenzio glaci ale, con cui è stato accolto dalla stampa qu otidiana il libro di P alamenghi Crispi su Giolitt i (r) non dico che come sagg io storico sia' un lib ro di grand valore : si sente ch e ali' au– tore ha nociut o non solo 1' .int ent o pole– mico ma anche la pr eocc upazione di dif en– dere ed esa ltare nel confronto ]a figura di Crispi; si sent e che ali' aut ore manca so– pratu tt o la visione chiara e sint etica della sto ria itali ana, in qu el periodo terribile di crisi, fra lo sp~gnersi degli ultim i echi dcl– i' epopea pa triott ica e la non nata cosc ienz a di nuovi bisogni e di nuov e mete. Pe r al– t ro, ·se ogni sent iment o di moralità poli– tica non si è irremed iab ilment e ottu so, ne1 nost ro paese, se non sb mo giun ti alla con– cez ione di un giolit tismo che non si deve più nem meno di scute re, non può essere del tl~tto pri vo d' intere sse un libr o, che ha pu re il merito di lum eggia re, con ric– chezza di not izie edite ed inedit e, la figur a de ll' uomo, che rappr esenta ed imp ersona più che un dece nnio della vit a polit ica ita – liana. grcgazionista si allarga. Qu ando si combattevano le ult ime guerre Or come evita re ciò ! Come impedire, per dell' indi pendenza , il fut uro ditt atore era es., che una vecchia milionaria lasci in testa- un giovine savio e benp ensa nte, si addo tt o- mento tutt e le sue ter re a un signore qua lun- ra va in giurisprude nza e poi entrava ad qu c, il quale alla ~ua volt a ~ moru!mente ob• emargin:.1re pra tiche nel m inistero delle fi- bligato a non fM uso J)C'r s~ cli quell e te rre. nanze. Il P alameng hi-Crispi mette in luce ma deve con-1iderarl e come proprietà di un questa circosta nza collo sco po evid ente di dato ordin e religioso, e perciò ha l' obbligo deprimere la figura di Giolitti , in confr onto mon,lr cli lasciarle in t-f'slamenl'o a un altro del focoso agit:11ore sicili:mo, qu.1si per rirn- signorc qualun quc-, e intanto deve rilasciare proverarg li di non :we r se nt ito an ch' egli il a un altro si •nore qunhinoue ur~a dic-fliara- fascino della poesia g:irib:1ldina. Sono rim- 7Jonc~ Ìi c1dJ i: --per tnnte ·li~Z in- b;s ; all a ( roveri e confront i ingenu i. Ma la circo- - ualc costt1i JJrenclc i :>0te<:a §,pile Ìerre_ e le sta nza 10n m nnca di significazione storica : q _____ i,__ - l . . d. G. r . . ' i' I r as.c;icura da ogni sorp rec;a ? Come cvita,e ciò? a genera zione 1 10 ltll e stata per ta ia È mai possi~ sott ome~ ~ 6?"- la g: ncrnzione della pros:1 dopo quella de lla prietà a una leeislaLionc di sosr><'l-lo, C'he da- poesia. Resta da vedert! se fu buona prosa, rcbbc luogo a chi ..._, quali enormità ncll' ap- specialmente pr os:1 corrett a. plicazione di ogni giorno . solo pcrC'hè saiebbe Ment re il nuovo St ato cos tituiva la sua necessario mett ere un Jreno al diffondersi dC'lla organ izzazione am ministrat iva, il giovine manomorta congregazionio;ta ? Non pot rebbe una ~ cli..._a~ cont ro questa mano• morta clericale essere appl icata domani alle ~ 4gl IJOt~ r he vann o sç>rg:~ da ogni parte, e maga, i alla stessa ì\lassoucria ? JL .sarebbc pos::,ih1le imporre gli stessi diviet i ::inchc A. IC ~gpgrçe:~ ~ j,, fatt e accort e del pericolo di pos-;cdere beni staliili, li uiclassero in capitale mobile tutt i i loro possessi e lo im- ______ ._...._. . - "' ... .... piegas~cro in rdTari bancan ? E sarebbe utile ,. ~ ,,.. ... ---- spingere le Congregazioni per questa via, in cui tTOVC'rebbcro un maggiore ar ricchimento, in"cce cli lasciar le a sostenere tu tti i pesi e tutt i gl' inconvenient i della prop rietà edilizia e fondiaria ? (Si veda :_. qu est~ e._ro~ ito il merav igl!?so ! IP.ll! _Colo d i Car lo Ca.tl a.nco ~ u Le interdit io:!.J. sracliticlie\. Propongo le domande su questo giorna le, perch~ le ho propo<,te già molte volte a mc stesso, senza ricscirc a risolverle coi miei soli ) lumi. E se )l itri mi spieghcn\ it1 {ormt1 precisa gli espedi enti lej:!'. a .li necessa ri ad abol ire la funzi onario assiduo ed inte lligent e ascendeva ra pido i supremi gradi della carriera bur o– cra tiw1 e di qui s' affaccia va alla vita par – lam entare . Egli non si prepa rò du nque alla politica nè sui cam pi di batt aglia, nè sui libr i, nè sui comizi, dove si agitavano an– cor a le idee e le fedi della rivolu zione. Si formò invece negli uffici e ncJla tr attaz ione delle pra tiche. D:1 questo sarebb e :1ssurdo dedurr e una negazione di ogni va lore alle at titu dini politiche di Giolitti: ogni indi – ri zzo ment ale ha il suo val ore cd il suo disv alore, e ci può essere anche una genia– lit à bur ocratica, qual e è app unt o la geni a– lità di Giolitti, che Palame nghi-Crispi non ha cap ito e non pot eva capire. D alla edu cazione bur ocrn.tica Giolitt i tra sse (t) T OMMASO PALAM1-:: .cau -CR1Si>t, Giolitti. Saggio stor ico biografico (con documen ti del– l'Archivio Crispi), Roma. L'univers elle. llnpri – meri e polrnlotte , 1 voi. cli pp 2 70 . i suoi preg i cd i suoi difett i : trasse quel senso di pra ticità positiva, quella dutt ilità di pensiero e di caratt ere, qu ella percezione pr ont a dell' oppor tunit à, che gli e onferi– sco no incont esta bili qua lità diplomatiche in politica ; e d'a ltra part e tr asse qu ell' olim– pico disdegno della cult ura e dei valori dello spirit o, qu ella m ancan za di ogni con– cezione in tegra le della vita politica, quelle qu alità negati ve in somm a, che gli impedi– scono di essere un vero grande stat ista . Ma tanto i pr egi qua nto i dif etti contri bu irono alla sua ascen sione, e a fare di lui I' uomo rapprese nt ativo della nuova vit a ita liana . Quando ent rò, homo nov,u, in P arlam ento, domi navan o i supe rstiti del periodo eroico, gente avvezza a concepire la politi ca come opera di minoranz e, fidu ciosi sopratutt o nel valore dcli' idea e nella po tenza della vo– lont à, incur ant i del reale, sde gno si delle opposizioni ; dominava no gli nomin i di una tr adiz ione polit ica, guerriera cd :irtistica, che ormai non npparte nevano più al loro temp o, e non riu scivano più, com e non riu– scì Crispi, ad int erp retare i nuovi bisogni del paese. Cond ussero in fatt i l' It alia ai fasci, ad Ad ua, ai moti del 1898 : t utte cose su cui .natu ralm ente Pnlam enghi-Cr ispi sorvola. Giolitt i sent ì subito verso Crispi un ' ost i– lità ist intiva. Il neo parl amentare bur ocra– tico, entrando in Par lamen to, rapp resen– tava la negaz ione di que lla cosc ienza po– litica, orm ai destina ta al t ra mont o. Noi giunse allo ra, com e non giunse mai, ad una nuova fede, ad una nuov a afferm:izione in– tegral e da opporre al crispismo ; ma com – prese che la nuova azione politic.t dove va sorg ere dalle condizioni rea li del paese e non discendere dal dispotismo nemmen o degli idealisti illum ina ti. Ed in ciò consiste il va lore indisc ut ibile dell'o pposiz ion e d i Giolitti contr o Crispi. L a qu ale op posizione però non gl' im ped ì di far e att o di om :1ggio al vecchio sta t ista , di accostarsi ab ilmente a lu i, e ali' occor – renza aggrap par glisi per sa lire. Un uomo di altra tempr a e di :1ltra edu caz ione avrebbe att accat o Crispi risolut ament e, opponend o progra mm a a pr ogramm a : Giolitti prese l'i niziati va di un ban chet to polit ico in suo onore a Torino. Estran eo ad ogni dibat tito d' idee gcn er:1li, incolore per n:1tur:1, Gio– litti si limi tò a m ett ere in vista pre sso Cri– spi le prop rie qua lità te cniche di fun zionar io del ministero delle finanze : fu minist eriale verso Crispi, e :1nt imi nistcri:1le contro il :Magliani, m inist ro del le finanze, a cui suc– cesse, qua ndo il Maglian i cad de d:11le gra– zie di Crispi. E qu ale tecnico sistem atore della finanza italiana salì pe r la prima volta nel 1892 alla Pr esidenz a del Consiglio. lmbr iani si merav igliò di veder Giolit ti sedut o sul seg– gio di Cav our , e ricordò una frase scultoria di Cesare Balbo : 1t in temp i minori, a prin– cipi mi nori, mini str i minori ». Era una frase che espr imeva tutta la ver it à di una situa– zione nuov :i. E nel I 893, qu ando dopo u n 1 ~ .. ~ ,q Gino Bia k:h/t
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