L'Unità - anno II - n.39 - 26 settembre 1913
Evident emente meglio clell' on. Bcrtolini era infor mat o delle necessità della Libia que l Ben l\'lusafer, notabile tripolino, che nel marz o passato dichiarava al Giornale ti' //(1/ia (z-1 ma rzo) : • de l comm ercio coll' intern o I' Ita– lia si deve maggiormen te preoccupare : biso– gna attivare il commer cio carovani ero, e questo non si. potrà otle11ere che co11 la soppressione dei dnEi •. Allo stesso rcsultat o si a rrh ·a anche per altra via : quand o, cioè, si osservano gli ac– -centi èli d esolazione, di cui i giornali tr ipolini e pr otezi onisti fann o sfoggio di fron te al 'ca– rov iveri , che flagella la nuova colonia nazio– nale e nazionalista. • Jl ca ro -•<lcllc pigioni e il carovivcre - scr ive, per es., il Giorn.ale d' Ital ia - cost itu iscono la pia ga pii 1 dolorosa di Tripo li, ladd ove una colonia dovrebbe, per lo meno, offrire app unto questi due princi• pali vantagg i economici:altrim enti non varrebbe il sacrificio di affrontare e soppo rtarne i natu . rali inevitabi li disagi ,. E parla così come un libro sta mpato.""Sola• mente, come fa il Giornale d' /Jalia a non vedere -che il tenere alt i a Tripoli artific iosamente i prezzi del ferro, dello zucchero, del grano, dei cement i, dei coton i, per favorire I' • indust ria nazionale •. non aiuterebbe certo a risolvere il problema della vita a buon mercato ? LA SPAGNA Richiamiamo l'attenz ione dei lettori dell'U – nità sul volume di A. Marvaud, L' l:.Spagne .au X X site/e (Paris, Co lin r 9 r 3 ; 5 fr.) molto inter essante specialmente per le molteplici ana logie fra la vita econ om ica della Spag na e dell'Italia. In entrambi i paesi al di sotto della leg– genda dorata sta una ben diversa realtà 1 ap– pena atten uata da una fase di ascesa delin ea– tasi sul finire del secolo XIX e rallentat a in questi ultimi anni: in Spagna come in Italia la ripresa è stata provocata o favorita da una rigorosa politica di restaurazione della pub– blica finanza dopo -..suerre disastrose, e in en – trambi i paesi la situazione finanziaria è ora ~omer ,omessa 1da •avYenture coloniali 'è: ~da' -enor mi dispendi militari; nell'una come nel– •l'altra peniso la l'attivi tà indu strial e è in gran part e di data recente e creazion e artificiale di un regime doganale eccessivame nte pro– tetti vo ; nell 'un come ndl 'altro paese l'ag ri– co ltura è fiorente in alcune plaghe soltanto, mentre in ampi e zone soggette a un clima .africano l.1 manc anza di acqua rende assai deficiente la produz ione. La Spagna è avvan laggiata da una ricchezza minerari a verament e cospicua , ma una poli– tica miope ha per lungo tempo ostacola to in mill e maniere ogn i tentativo di sfrutla[!lento: la pigra indo le deg li abitan ti fa sl che un num ero enorme di concessioni min erarie ri· manga no inattive, poichè il litolare attende sempliceme nte che un sindaca to venga a pre~ sentargli offerte per la vendila o lo sfrutta– me!lto. . Il regime cred itizio spagn uolo è rimasto as• sai arretrato: mentr e in Italia la restaurazione delle banche di emissione è stato ele mento pri mari o de lla recente ascesa dell'economia nazional e, in Spagn a la banca di emii-sione ha mantenuto legami col Tesoro dello Stato cosi strelli e con tinui che sono senza esempio presso gli istituti privati di emissione: essa è rima st:t più che altro un organo sussidiario per il collocamento dei titoli di debito pub • blico, e cosi malgrndo i molteplici tentativi e progetti non si potè addivenire alla re• staurnz ione de l regime monetario e alla ele– min azione dell'agg io; man ca alla Spagna la rete d i istitut i d i credito popolare che tanta importanza hanno nella economia italiana, ed è assai ristre tto il numero e l'entità degli istituti di credito ordinario : manc:rno, può dir si, le banche merc :rntili e industria li e molto del modmento bancario è nelle mani de l capital e stra niero, il quale non ha costi– tuito - come in Italia - particolari ent i, ma oper:1 specialmente nella Cat alogna me• diant e succurs..1li di banche estere . Que sta situuione del mo vimento bancario è il riflesso dell'andamen to del mercato dei capita-li : i c:zpitali sp.1gnuoli non sono scarsi L' UN I T A' A vantaggio della nostra tesi milita , del re– sto , la stessa impossibilità mater iale di circon– da re la Libia con una barri era doganale pro– tezionista. Si tratta di un paese con duemila. chilomet ri cli spiaggia, e seimila pii, chilomet ri di frontie ra terr estre. Come sorvegliare cffica.– cemente un così vasto spazio contro il con– trabband o, che non manche rebbe di attivars i da ogni parte, se vi fossero dazi doganali un po' alti ? Bisognerebbe spa rpagliare lungo le front iere di mare e di terra un esercito di doganieri. i qua li non ricave rebbero dai dazi nemmeno la spesa. dci loro st ipendi I Ne l gennaio scorso là nostra ammin istra • zìonc dogana le volle istituir e a Sliten un uf– ficiOdi riscossione; e vi mand ò un funzionari o civile, un brigadiere e qua t tro guardie cli fi. nanza , che in tre mesi d i residenza costaro no pili 4i seimila lire. Alla fine dei t re mesi, le entrate ; lell' ufficio aum entavano a 1101,·e soldi, diciamo nove soldi, cioè L. 0.45. L' ufficio fu abolit o. Lo stesso avv errà, o prima o poi, con qualunqu e altr o ufficio dogan.:dc, che non si trovi nei grossi centri abitati e che debb a prelevare sulle merci dir itti troppo' alti : I' in• troito dei dazi non copr irà le spese di eser– cizio. AGRICOLA. ECONOMICA ma sono pigri e preferis cono g li investimeoti in tito li del debito pubb lico, in mutui ipo ~ tecari ecc. : la febbre di intraprese, che si è svolta tra la fine del secolo XIX e i primi ann i del XX, è dovuta specialmente ai capi• tali importati 1 dopo la guerra con gli Stati Uniti, dagli Spagnuoli del Messico, dell'Argen– tina e specialmente di Cuba e Portorico . la formazione di società presenta scarsa ril evanza : andò aumentando sino al r 90 r 1 in cui raggiunse il massimo con un capita le di 879 milioni ; poi and ò declinando per toccare un nuo,•o massimo nel 1907 1 (5 12 milioni). Una rilevante frazion e di questo ca• pitale è straniera ed è sop ratutto rilevante il capitale ! delle impre se costituite all'es lèro per lo sfruttamento di affari industriali in Spa– gna: in comp lesso il capit ale estero controlla intierame nte I' industria dei trasporti , e ha parte considerevo le nell' indust ria elettrica ed esercita i giacimen ti miner ari piì.1 ricchi e produttivi. r,.tolto significativa è la storia della poli– tica doganale. Le idee ristrette burocratiche, che hanno relto attraverso i secoli, e reso tristame nte famoso e disastroso nei risultati politici ed economic i, il regime coloniale spag nuolo, trovano pieno riscontro 1 lungo i temp i nel regime dogana le sempre rivolto a elev.ire barriere e a foggiare divi eli, tasse e sop ratasse, pe r form are de l paese un mercato ch iuso, isol.Ho. An che dopo la perdita delle co lonie, ben innanzi nel secolo XIX ancora dom inavano le pure teorie mercantiliste . Fra il 1830 e Il 1860 sollo l'influenza delle dottri· ne economi che britann ic!ie e francesi si s,•olse un certo mo,•imento liberi sta che trionfò con b legge dogana le de l I Sy2 1 la qua le ridusse il numero dell e merc i d'impor tazione vietata, attenu ò alquan to le gravez ze doganali, e adouò i dazi spec ilici : posterio rment e furono ri• doni alcuni dazi differenziali: nel 1869 si soppressero quasi tutt i i divieti fra cui que llo per i cert:ali 1 si ridusser o a pochi ssimi i dazi differenzia li e si determin ò una graduale ridu• zione di dir itti straord inari a part ire dal 1875 . Ma ben presto si ch iuse questa fase libe– rista che ave\'a riatti vato alquanto il traffico : nel 187 5 fu sospesa b riduiione dei dazi e nel 1877 si iniz iò decis.1men1e la politica protezi onista; la tariffa del 1 7i adot1ò per la prima il metodo della doppia colonn a con dazi più mit i pei paesi concedenti il tratt a· mento della nazione più fa,·ori1a e con daz.i massimi per gli :.Itri paesi, dazi considere – ,·olme nte rialzati rispetto alla tariffa prece– dente. Il labori oso tratlato colla Francia ( 188 2) e poi i trattati stipu lati con vari Stati con la clausola della nazione più favorita attenu arono alquanto la crudezza del regime con inAuenza benefica sul traffico tant o che dal 1 78 al 1890 le importazio ni crebbero del 74 °/o e le .!sporlazioni del 95 %: il Ausso d'oro stran iero migliorò (transitoriamen te) la situa• zione del merca to finanziario e si delinearn un certo risveglio industr iale. Ma malgrado l 'énorm e esportaz ione vinico l:t l'ag ricoltura reclam ava barriere che le assicurassero il mer– cato interno e gli industriali catala ni lamen– tavano la forte importa zione di tesSuti. Co l ritorno al potere dei conservato ri ri· prese la corrent e proiezioni sta : una commis• sione cl°' inch iesta (1889) invocò riforme ge– nerali doga nali, la denunc ia dei trattati di comme rcio e l'esclusività del commercio e della navigazio ne con le colonie; e infatti nel 1890 furono elevati i dazi per alcuni articoli e specialmente per il bestiame e i cerea li ; poi si denunc iavano i trattati ; e poi il 1: gen naio 189 2 si pubbl ica,,a una nuova tari ffa, nella quale per tre quarti degli arti• col; il diritto min imo era superiore a quello massimo del 1882 e anche talora del 1877. In base a questa « tariffa di guerra » si sti– pularono alcuni accord i minori ma non si potè add ivenire a trattat i con la Francia e la Ge rm ania. La situazione crea ta dal nuovo regime risultò ben presto rovinosa per l'agri– coltura , specia lmente per la viticoltur a cui si chiuse il mercato francese : la protezione per i cereali risultò eccessiva tanto che talora dovette essere attenu ata : anche per qualche altra produzt?ne la protezione risultò troppo alta; varie indust rie si fecero più atti ve, ma anche per effetto della fase prospera che tra la fine del secolo X IX e il prin cipio del XX un compl esso ·di svariate circostanze apporta • rono nella ecob~mia spagnuola ; però l'atti• vità artificiale 1ii alcune industrie apportò la prot ezione, tornò a detrimento della princi– pale produzione - la mineraria - special– mente coi diritti im posti all'ent rata di mac• ch ine e di vari arti coli e all'u scita dei mi– nerali. Dopo ' la perdita dell'ultima colonia e del relati vo mercato, l'industria, special mente la tessile, reclamò e ottenne nuovi rigori prote – zionisti i quali im portarono un nuovo sacri• ficio per l'agricoltura (per es. col dazio gra– voso sulle macchine agrarie ). Si giuns e alfine alla tariffa del 1906 ultra protezionista e estre• mam enle specializzata: i diritti minimi sono eccessivamente elevati anche in confronto con quelli del 1892 e poco si allontanano dai diritti massim i : ne derivò una. ulteriore riduzione nel traffico con l'estero, particolar– mente con la Francia, e un genera le rincaro tanto che la tariffa dd 1900 è detta « de lla fame > (arancel de hamb re) ed è stata non ultima fra le cause dcli' increment o negli sciope ri e nell'emigraz ione. ~ Lo sviluppo industriale è essenz ialmente dovuto alla poli1ica doga nale e al concorso del capitale eslero : I' industria occupa mol • 10 personale straniero ~pecialm ente tecni– co e importa dall'estero molte materie prime e semi•lavorate. La protezione doganale ha, in parte, mancato al suo scopo : le indu strie, che negli uhimi ssimi anni sono meglio pro – gredi te, sono quel le che meno abbisogn ano di protezione, qua li le elettri che le qua li anzi hanno sofferto per la protezione che eleva il costo Jel le macchine e mater iali. Alla pro– tezione deve in modo specia le im putarsi la crisi che ha colpito parecchie fra le industrie spagn uole : le barriere doganali hanno garan– tito loro il monopolio del mercato interno e questa posizione di privil egio ha promosso una improvvida estensione degli impianti e della produz.ione senza che si siano formali stabilimen ti specializzati, gra ndi impre se sai· de : la produii one è ben presto risultata ec– cessiva per il ristretto povero mercato nazio• nale, ridotto dalla perdita dell e colonie, senza che l'i ndustria abb ia saputo miglio rare la pro– pria organizzazione tecnica e commerciale cosi da conquistare mer cati esteri. Cara tteri~tica è la sorte toccata ali' indu– stria cotoniera, sorte non priva di insegna – menti anche per la do lorante industria ita– liana . L' indu stria catalana fra il 188 7 e il 1 897 aveva fatto molt o progre sso nell' espor– tazione a Cuba, a Por torico e nelle Filip – pine : dopo la perdita delle colonie l'e spor • tazione subl una gravissima rid uzione e an• darono via via formandos i dei pericolosi teca Gino Bianco 381 stocks; la crisi di sovraproduzione si mani~ festò grave nel 1906 ; ad accentuarla aveva concorso anche l' inosservanza della legge sul lavoro delle donne. G li indu stria li per rimediarvi ritennero di potere ricorrer e al dumping e cosl nel 1907 costituirono un · sindacato (Associaz ione mutua tra i fabbri– canti di tessuti) - affine in parte al nuovo Istituto cotoniero italiano - rappresentante 1'83 ¼ dell ' indu stria cotoniera spagn uola: mediant e un contrib uto annuo di 50 pese– tas per ogni telaio aderente la Mutua si pro– pon eva di incora ggiare l'esporta zione, accor• dando ai fabbri canti un' indennità per le perdit e sopportate sulle merci vendute all'e– stero : la diver genza di posizione e di inie · resse causò presto discordie fra gli associati ; taluno fra gli esportat ori sembra abb ia co m– messo abusi, ma l'esistenza del sindacato fu minata dalla piì:1 naturale conseguenza della formazion e del sindacato stesso, cioè una ulteriore sovrap roduz ione ; dopo diver genze anche giudiziarie la situazione risullan do in– sostenibile, la Mutua invo cò nel 1 909 inu • tilment e l'elargizi one di un mi lione dal Go– verno affermandola giustificata perchè pari ai diritti doganali pagati nel tr iennio prece• dente dagli associati per l'imp ortazione della materi a prima : il sindacat o dovette poi li– quidarsi e cosi cessò questa organizzazione di espo rtazione tanto vantag giosa per i clienti esteri! Analoga alla cotoni era è la situazione del- 1' indu stria saccarifera: questa pure è stata soffocata dalla protezione : la creazione di nuovi stabilimenti in num ero esagerato ha avuto per risultato la diminu zione del pro• fitto senza che il prezzo del prodotto sia scemat o, e le fabbriche hann o via via do– vuto ridurr e la produzione sino al di sotto della metà della potenzialità dei loro impianti. L'indu stria dell:t lana soffre essa pure per le sopraproduzione ; quella serica è ancora tecnicame nte arretrnta al pari di molte altre produzioni protette; un buon sviluppo ha avuto in questi ultimi anni l' indu stria me· tallur gica malgrado i gravi scioperi. Una partico lare conseguenza dell'e levata protezione è la istituzione in terri torio spa• gnuolo di succursali di fabbriche estere, le quali non sostituiscono pro dotlo nazion ale a quello estero, ma solo facilitano lo spaccio di questo. Gra n parte del!' industria iberica soffre per l'esagerazi one del regime protettivo e per la mancan za di spirito industrial e e commer • ciale nel paese . Completi amo quest i sommari accenni alla economia spagnuol a richiamando la cond i– zione miserab ile del pro letariato agrico lo che alimenta una crescen le enorme emigrazione permanente: l' emigraz ione temporane:1, tanto benefica per l'economia italian a, è presso che ignota in Spagna : ben poco risullato hanno dato i p~ovvedim enti escog itati per miglio– rare la posizione della classe :igricola spe• cialmente nel Mezzogiorno: le leggi sulle coopera ti\•e agricole di acqu isti e vend ite, sulle casse di credit" agrario. Cos l pure è rima sta senza efficacia la legge per la colo– nizzazione interna dire tta a riso lvere il pro• blema dei la1ifondi mer idiona li. E riman gono pure lettera moria le innumer evoli leggi sul lavoro, che si vengono di conlin uo promul• gando ad imita zione delle legislaz ion i estere, e che fanno tanta bella mostr a di sè nel <e Boletin del lnstit~llo de reformas sociales :t 1 da quella sulle giunte locali di riform e so– ciali via via a quelle sull'ar bitrato 1 sui tri• buna li industrial i, sul contratto di tirocinio, sulle case a buon mer cato, sugli sciope ri ecc. ecc. sino a quella recen tissima, che si preoc• cupa di rendere obb ligatoria la fornitura di sedie per.:hè i comme ssi di negozio possano rip osare quando il loro servizio lo consen te. · Sagr èdo. POSTILLA Dedi chiamo le ullime 110/i::ie sulla pe,ftlla le• ,gis/a,:,iouc sociale spagnuola a rerli ri.fo ,·111isli 110- Str'afti di destra e ,J; s11iislra.Clii sa che da esse "o" p,e1tdano I' irpira ::ioue a C1J11se 1lire alla diila Rolaudi-N, cd . Crespi, Pir e/li e C i 1111 t1111e11/o di p,·ole::ionis1110i11d11sfriale 11e/la prossima ri– f orma doganale, a pali o di o/le11ere in co111pe11so 1111a lt,gge sod ale d, e n11da obblig atoria ht fo r- 11ilura di sedie ai ro1111essi di nego,:,io perchè si possano riposare quando ll 'JII lut1110alt ro dn fa n . L' UNITÀ.
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