L'Unità - anno II - n.32 - 8 agosto 1913
L' UNITÀ zat o per lungo e per largo eia tutti i giorna li, sar à concess'> a quulche coopera tiva meri dio– nal e, probabi lmente alle coopera tive ag ricole :Siciliane. 0 01>0 di che · il meglio del boccone se lo inghiott ira nno i riformi sti di sinistra d i Rave nna, Reggio Emilia e luoghi circonvicini. Ma noi non potremo più criticare nè l'opera della Banca del lavoro nè l'asse rvim ento ban– cario delle coopera tive riformiste, senza che insorga contr o di noi dal t•olezzog iorn o una pro– tes ta.... disinteressata e senza che a diresa del MezzC'giorn o s i muov ano i vari rifo rmisti lom– bardo-vcncto•cmil1ani. Or a sarà bene anticipar e fino da ora ai futuri protettori del Mezzogiorno la nostra risposta . La quale è che un gruppo di coopera tori del S ud, che attrav erso la Banca dC'I lavoro vend.t la propria cos..:ienza al capitalismo protezionista , non ci intenerisc e più eh! le porcherie che si fanno al Nord. E se i cooperatori nordici s' im– maginano di riabili tarsi, andando a susc itarsi nel Surl qualche complice c qualche manute n– golo, si sbag liano ass ai. Come essi non sono tutt o il Nord , ma se m– plicemente la deg enerazione del movimento de– mocra tico settentrionale a vantaggio di piccoli gruppi p~eudo-proletari contro tutta la rlasse lavoratrice del Sud e del Nord; cosi le poche centin11.ia di cooperat ori, che- riuscirnnno nel · Sud a cointeressare alle apologie della Banca del lavoro e del protezionismo cooperativo, non saranno niente affatt o tutto il Sud : saranno un piccolo framm ento del Sud, comprato dai gru ppi pseudo-proletari del Nord, per chè faccia nnche esso da giannizzero contro la intera classe lav ora trice. E chiaro? g. s. L' agricoltura toscana ed il protezionismo granario. (CONSIDERAZIONI PRATICHE ) La Tos cana prese nt a un a gran de pre– vale nza di terr eni in co llin a e mon tagna, <li front e a qu elIl situ ati in pia nur a ; .e per quant o un a vart e non tr asc ur abil e del colle e del mont e non sia soggetta .a sementa, la parte sem inabile situ at a in te rr eno inclin ato, supera sem pr e · quella in pianu ra. La co llina, ora è forma ta di terr eni tr oppo comp att i, ora troppo arg illo si, ora tro ppo sup erficia li; in ogn i modo da ter – reni che risentono molto l'a ridi tà. A nche la pia nur.i, in molte pa rt i, ha terr eni o .:o mp atti o scio lti, e qu indi sogge tti per loro na tura a risentire i da nn i de ll' ari• <lità ; a ciò contribui sce la lim itata ca • duta di acque dur ant e il pe riodo caldo. Co llegata con la g iac itur a dei terr eni e favorita da lla mezzeri a, si è diffusa e quasi dir ei generalizzata in T osca na, la coltura pr omiscua, che in molt e zone rag• giun ge un alto grad o di int ensità (non rar amen te , oltr e 10 00 pia nte leg nose ad ettar o,' fra vit i-,-olivi , ge1s1, alb ei'f i" frutta , ere.). In ques te condizi oni, l' agrico ltore to– scano , per mantenere i pr opri te rr eni fer– tili ed in tale st at o di pr odutt ività da co mpensa re le fatiche di chi lavora ed ii da naro di chi poss iede , ha biso gn o di immette re molt a materia orga nica nel terr eno, o med ian te letamaz ioni, od in– tercalan do alle grami nacee la co ltura di piant e leg umin ose . Le con ci mazioni chimic he, pe r quan to in astratt o perm ett ano di resti tuir e al terreno tutt e le sost anze minerali, che le piant e posso no asportar e, sono utilissim e come completa ment o , ma nel ca so par – tic olare non possono affatto sos tituire i con cimi organici. P ens are di pr ov vede re ovu nqu e qu esti u ltimi dal di fuori dei poderi sa rebbe foll ia, prima perchè ii merca to non può averne la quan tità oc– co rr en te, in second o luogo , perch è le s pese d i acquisto e di tr asp orto sor pas– ser ebbero l'util ità. È qu indi 11eccssario, nei nost ri pod eri tos ca ni a coltur a mista e a mezzeria, di far e una ag ricolt ur a co lleg ata r.on alle • vam ento di bestiame, da ndo alle leg u– min ose da forag gi o, al l'allevam ento del bes ti ame, e qu indi alla produzio ne dei letame,. la mass im a estension e possibile, in modo da provvedere alle es igenze dei terr eni ed a que lle delle numerose pian– tag ioni legn os e. Inv ece non è così che vien fatt o. Com e d ifetto cos tant e (le ecce: ioni non infir– mano la rego la), nell'a gricoltura tosca na si dà una grand e prevalenza a l g ran o ed in genere ai cerea li da g ran elle . In alcun e loca lit à (e pot rei citare bu o• na par te dell'ag ro fioren tino e pr atese di pi anura ) si giun ge fino all 'eccesso di far segui re : g rant ~1rco o sag gina, gr an o, di nuovo grano , lasciando appena un deci – mo ed an che meno d·ogni podere a le – g um inosa da prato. Anc he dove non si rag giun go no tali ecc ess i, il succede rsi di g ran i in uno st esso terren o è pratica co– mu niss im a e diffusissima. Con tribuisce a ques ta prati ca lo stess o sist ema d i mez– zeria, perchè il contadin o è nattJralmen te spint o a ricava r dal pode re Ja magg ior pa rte dei grano che può occorrerg li ; a ciò cont ribuisce pure l'i g noranza di ag ri– col t ura razi onale che an cora barbica fr a di noi; ma la causa prima sta nell ' atta protezione granaria e 11etl'elevato costodel frn111cnto . A questa ca usa si deve ripo rt are la scarsa produttività di molte delle nostr e terr e ed il con tinuo isterilime nto al qual e vann o necessa riamente incontr o. È no• t ori o che il fr umento è piant a assa i esi– ge nte ; rip etendo la co ltura dei frumento per due anni in un medesimo ap pezza– ment o di terr a,. qu esta si ap<>Ma. Ma f ecc esso di co lt ura gra oa~la porta ne, cessaria ment,?liml!az ion e di altre-~mente e spec ia lmente - come costan tement e ho ri scontr ato - limitazio ne del prato di le– guminose, scarso alleva mento di best iame e deficiente produ zione di letame . In con– clu sione si sfr utta assai, si letama poco, e la terra per forza isterilisce. Il livello produttivo di tutte le col ture si abbassa : incominciando Jal g rano, esso non rende in rag ione di estensione, quello che do – vrebbe , ed insi eme col g rano prod ucono po co la vit e, l'o liv o, etc. etc. Nelle pr oprietà dove si vuole far e del- 1' ag ri coltur a razio nale, si li mit a a non o ltr e la metà ciel podere la coltura gra – naria, es tendend o il prato: i rcsultati so no fav orevolissimi, e le condizi oni dei contadin i si avv:1ntag gh\no. 1'[a bisogna lottare per vi ncere l'avv ersi tà di qu est i ul– timi, im pressio nati dag li alti prezzi del grano. Fa cili terebbe la tr asfo r mazione una ri – duz ione de l dazio sul frumento. Giudi – cando da i risultati positivi otte nuti nelle fatt orie dove la coltu ra gran aria si è ri- , str ett a, con tale limitazi one non di minui– scono i re dditi com pl ess ivi del fru mento, per chè qua nto si perde in est ensione si \ acq uista in intensità di colt ura. Si gua– dag na in vece mollo nei recidit i delle altr e colt ure. Con la diminu izione de l pr ezzo del fr u, mento, sentir ebb e il cont racco lpo anche il prezzo dei cercali seconda r i e d i que lli che vengo no usa ti per il best iame : la p rod uzione ciella car ne e dei latt icin i di– verrebb e più econ omica . Così per du plice rag ione, l' ag r icoltu ra toscana av rebbe st imolo ad incammina rsi sull a str ada che, per condizioni <li terreno e di colt ura , si è g ià vedu to esse re la più raz ionale e con- venient e. Din o Taruffi . e Gino Bianco L' Italia economica. Molto e da molti si parla dcli' Italia pr ese nte e magari di quella futur a, ma poco e da pochi si conoscono le reali condizioni del nostro paese. Non sar à quin di mai troppo opporre sistema ti– camente alle fanfal uche delle cicale politin nt i, la verità ... vera, qua le risulta da quella utilis– sima amica ch'è la statistica, Per questa ragione sa lutiamo con giòia anche quest'anno la pubbli• cazione dell' annuario del pror. Riccardo Ba– chi : (1) un annu ario dive nuto ormai una cara consuetu dine degli studiosi che dovrebbe dive– nire un amico fidato per quanti, giornalisti, le– gislator i, funzionari, commercianti pre tendono veder chiaro tra gli avveniment i politici, econo• miei, finanziari d'og ni giomo. Ma sopr a tutto vorre mmo che ques to annuario diveni sse un amico dei giova ni i quali hanno asso luto biso– gno (dopo il baccanal e teorico cui li costringe lo studio dell' economia, co~ne si usa fare nelle università) di ripren der contatto con la realtà, di comprender la viva el0<1uenza di un annuario statistico la qua le r itrae la realtà economica, molto più che non tutta la conger ie di vas te e sed ucenti teorie astr atte che molto spesso non insegna no nulla. L' annuario del Bachi, accom– pagnando i dati con sobr ie cd accurate esposi– zioni dei fenomeni verificatisi nei vari campi dell'economia sociale, rappresenta per i giovani un magnifico strumento di educazione intellet – tuale. Esso comprend e la descrizione numerica dei più diversi ord ini di fenomeni: d.tl com – mercio l:OO l' estero al mercat o del lavoro, dal moviment o dei traspor ti al mercato finanziarfo, alla produzio ne agricola e industri ale, alla fi– nanza dello Stato. Esso riassu me inoltre ciò che di notevole s' è verificato nelle varie bran che della politica economica italiana. L'a ltuale situazione economica dcli' Italia non è lieta.Gli avven imenti internaz ionali che hanno fatto sentire il proprio contraccolpo su tutta l'economia mondiale , sono stati in modo partico– lare sfavorevo li al nostro paese, dopo un qua– dri ennio di ristagno economico ver ificatosi ,fa noi mentr e nelle alt re nazioni si aveva un pc. riodo -:di ; alta co:ngiunt ura • : benesse re stra– niero recante con sè l'alto prezzo delle materie pri me e dei noli, forte rich iesta di capitali ; mentre l'It alia era dan neggiata dai cattivi rac• colli, dalla diminuiz:ione nell' emigra zione, da l colera e infine dalla guerra. Pe r ques te varie ragjoni l' anno 191~ fu in complesso un anno piuÌt osto sfavorevole per l'economia intern azio– nale, nonostant e le riperrussion i dei grand i av– venimenti politici. È notevole che lo stato cli malessere sir. stato tollera to più facilmente da quelle forme di prc– dulkin e che lo· Stato non ha cr eduto degne di protezione. L'indu stria cotoniera , nonostante la protezione, è appars a da nneggiatissima (special– mente per la chiusura del mercato ottomano i ma lo stato di crisi esisteva già in pre cedenza), mentr ; l' industria..serica ha potuto risollevarsi in parte dalla crisi che la travagliava, sen za at– tendere i pr oblematici vantaggi dcli' istituto se• rico, e più si solleverà dopo le ridui:ioni doga– nali progettate dal \.Vilson. Cosi l'i ndustria side• rurgica segna scars i pro fitti, mentre l' industria automobilistica presenta un cres cente sviluppo. È cresciuto notevolmente lo sbilancio tra im– pgrtnzione ed esportazione (L. 1.d. 058.019 - esclusi i metalli preziosi - nei 1912 mentre nel '"lgn fu d1 L. 1.185.024.054) i 1>iù notevolmente li quant2 indichino le cifre , se si consider a che una part e dell'esportazione (oltre 10 milioni) ri– guar'l_ala Libia e grava ln gra n pa rte euH'em• rio deÙo Stato (&n onere unitario prol•abilmenle su penq,re ai pr ezzi che sc n •ono cli base per la rilcvado n~ dogannlc) e una notevole part e dcl– i' importni lone ra ppr~s~nta a' su■ volta introdu– zione "di merci per us9 militare. In pr (1;:r~so risultano s~prallutto le espor ta• zioni dt olio. d'olivu, di materie ser iche, di be– stiame, di ogg:~tti di gomma elastica, d1mr1rmo, di formaggio, di p:,ste di frumento. JI che significa che le prod uzioni più vigo • rosa1neute tenden ti alla conquis la dei mercati strani eri non ~ono pro tette o - come I' indu– stria della gomma - non hanno più bisogno di proteiione. D3 queste bisogna att endersi lo s\·i• luppo dell'ec~nomia nazionale. (1) lllCCAROO B.1CN1: l."li. 1{4 ,co,-cmit.1, L.◄, prn.o l' autore (Via delle bolc, Rqm!)., 351 Se osse rviamo i dividendi mcdi dei vari grup– pi d' imp rese ci colpisce l'el evatez za del div i– dendo 1ncdio delle imprese seri che, (15 •f 0 ), la sempr e cresce nte elevatezza del di vidend o delle imprese saccari fere (12,28 nel 1910 i 13,09 nel 191 r, 13 1 46 nel 1912; e gli zuccherieri sentono ancora bisogno della prflle zionel). Nelle altre industrie trovia mo dividendi ~ssa i inrerior i, che pr esentano il loro minimo nell' industria coto– niera (:1,64). In generale il dividendo è tenue in tutto il tr iennio 1910-912 ; segno di vita indu– stria le non molto inte nsa. Scarsa nel 1912 - come già nel 19 11 e come è probabile sia nel 1913 - l'accumu lazione capitalistica, di cui ~ indice il richiamo di capi tali da parte delle so – cietà anonime : la differenza in più tra gli au– menti e le diminuzioni di capita le azionar io è di milioni 165.8. Gran demente ridotto si è il movimento com– plt>ssivo degli sconti di cambiali presso gli isti• tuti di emiss ione (circa 79 milioni in meno ri– spetto al 1911). L'entità delle sofferenze seg na un aument o complessivo di L. 530,o68, nono– stant e la diminuzione nel movimento degli sconti. Pr esso gli istituti ordinari di credi to è stato intenso il movimento di portafoglio; ma è pre· sumibile eh' esso indichi soltanto un larg o e non se mpre regolare fido, in perp et ua rinnova• zione, concesso ad alcune impres e industriali, e non già un giro di nuove trnsazioni commer – ciali. Le parziali statistiche disponibili segna no un maggior numero di fallimenti d' imprese in• dust riali. Le quo tazioni dei valori appaiono ge• nera lmente inferiori a quelle dcli' anno pre ce– dente. Diminuito è il flusso dei de positi alle casse di rispar mio. t cres ciuta l' emigrazione, cresciuta la disoccupazione operaia, mentre": i tal ari tend ono a diminuire. Pegg iore del 1912 si presenta l'inizio del 1913. È cresciuto lo sbilancio tra importaz ioni ed espor– tazioni. È aggravata la situazione sfavorevole del mer cato del lavoro: la quale contrast a col pro– lungarsi di grandi scioper i, alcuni de i quali fatti per sole ragioni di pr incipio, il che indica un mutamento nell' indizino del movimen to ope– ra io italiano. È cresciuta ancora l' emigraz ione. Si ·sono aggravate le diflìcoltà del merra to fi. nanziario, il moviment o generale degli affari ~ l' ascesa dei prezz i presentan o un accentuato rallentamento. Si va dunque vers o la crisi ? N ICOLÒ F ANCELLO. Si domanda un po' più di decenza. Con l'appoggio dei senatori Carm ine e Tom– maso Senise , che :•hanno imposto al Governo , t successo all'on. Lacavn nel collegio di Corleto (Potenza) quel prof. Prosper o dottor Guidone, del cui programma politi-:o • umanitario • I' U– nità si occupò a suo tem110 (17 g~nnaio J913). Il neo-deputato, nel breve per iodo di es1>eri– mento, non ha mirato naturalm ente ad altr o che a catt ivarsi l'appoggio ciel govern o. E il governo non è rimas to insensib ile a bmto affeuo e gli ha accordato l'appoggio incondizionato. I lett ori dcli' U11ilà sanno che cosa significhi e come si esplichi l'~p!'<>gio incondi zionato dell'on. Gio– litti .... Tutt avia l'on. Guidone non s'è contentalo delle pr omesse: ha pre teso una garanzia solida, si– cura, di quest'a ppoggio. Ed ha chiesto f'li otte– nuto che il fratello, consiglier e di Prefettura a Caser ta, dove le manovre e le sopraflazi oni elet– torali hanno raggiunto la per fezione, sia desti– nato alla P,e fettur.i di Potenza. • l';: cosi alle sort i cleU('ftli dcll'or1. Gu1doi1c pr esiede oggi un sl!..o proprio medes irno} rdtellv, consigliere di l1refettur a. E gli elettori del Collegio di Corle 10 sono avvertiti : inter med iario ele ttora le del deputato Guidone in tutti i piccoli e grossi favori elcllo• ra li presso la Prefe ttura, presso \' Jntcndenza, presso il Commissar iato Civile, è un 1mpieg..1to pagato dallo Stato che ha funzioni e rcs1>011sa – bilità 1>0li1iche, fratello del depu talo Guidone ! L'on. Nin i, che ha infastidito l' Italia con le sue concioni per chiedere l'elevazione· del Mez– zogiorno, fa parte del Governo che giunge nella sua provincia a questi eccessi. E in 13 ..s,hcnta non rima ne più un deputalo cd uomo politico che pensi di chie-dere al Go\'crno della mm one italiana un pocO più di decenza nella prossima battagl ia elettorale. L UCANu.; • •
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