L'Unità - anno II - n.29 - 118 luglio 1913

... "l - • I problemi della vita italiana. Si pubblica il Venerdl in Firenze - Direttore GAETANO SALVEMINI - Dire zione e Ammini struione I Lungarno Vespucci 12' -Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il Regno e per i paesi italiani dell'Austria e della Svizz;era; per l'estero Lire 7,50 - Abbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un numero Ceniesimi JO- Conto corrente con la posta. Anno Il - N. 29 - 18 Luglio 1913. SOMMARIO: Il diritto al lavoro, S r 1RITUS AsPER. - Il protezioni smo positivo, I\'icoi.Ò FANCELLO. - I e p<;veri.Ofer~i » di Nov:i_L.igure, A GR.1':0 1.A - Fac:c :elos.te . - 1;-e ideologie d,moc:r_a_tkhe l'Unità, _L. ì\l_ - I partiti democ:ratlc:i e il problema doganale, L' UNIT,\. - Il sangue dei poveri. - Posta delt'Vnita.: L 'w,p osta ed1/tz1a e la rev~s1011e del 1890, UN ,\DU0NATO. - Framm enti • Il senso mo,ale di 1111a Sottoecceltenza radicale. - 1llovimento a11lipro/ezio11isla. - Per gli opusc:o(i : ell'Un{tà. · Il diritto al lavoro. Il Gior11ale [dei deficienh1 tJ>ftalia è oramai il più tenace assertore che abbia il nostro paese della rivoluzi onaria teoria del "d iritto al la• voro " degli operai degli .... arsenali e dei can– tieri navali. Annunzia trionfalmen te gli scioperi di protesta degli operai dell'ars enale di Spezia; accom– pagna con le sue simpatie i·deputati napole– tani, che invocano affusti, cannoni, proiettili e gener i simili per i " poveri operai " della fa. miger~ata zona industrial e; ratrocina il u diritto al lavor o " degli operai dell'arsenal~ di Taranto e del cantiere Ansaldo. Vuole, insomma, creare un vero movimento comunista-sid erurgico-mi• litarist a, il quale farà senza dubbio un bel ve• dere nella presente baraonda politica italica. Nel numero del 14 luglio ce n'e anche per il canti ere Orland o di Livorno e per l'Ar senale di Venezia. 111 Questa sera - annunzia il giornale della • piccola borgh~sia analfabeta del Mezzogiorno 111 ~• Italia in una corrispondenza da Livorno • - partono per Roma il sindaco, il vie~ pre– " sid erite della Camera di Commercio, i rappr e– • sentanti della provincia, i deputati Cassu to e 111 Orlando, ed una Commissione di operai del " cantiere. Scopo del viaggi o è di esporre al 111 Ministro della Marina le gravissime condizioni 11 in cui viene a trovarsi la massa opera ia del- .. l'arsen~le e di riflesso grandissima parte della · 11 cittadinanza, poichè il varo odierno è l'ultimo " che può avv enire, esse ndo terminati tutti i 111 lavori in corso ed esse ndo quindi la direzione " del cantiere nella dolorosa necessità di dar " luogo a quel licenziamen to in massa degli .. operai che essa finora con gra vi sacrifki ha " cerca to di evitare . " O direz ione di canti ere veramen te patriottica ed eroica! E nella corrispond enza da Venezia: u l giornali cittadini, nel resoconto del varo " del sommerg ibile N ereide vara to felicemen te " ieri al nostro arsenale , segnalano il grave fatto " che con questo varo abbia a sfumar e anche la " parve nz:;,di una costruzione nel nostro ars e– .: nale. Deserti rimarrann o perciò i due grandi "sca li, deserto lo scalo più piccolo nel quale si u costruiscono i sommerg ibili. A quando una " nuova costruzione? Il ministro della marina "troppo ha ritardato con i piani delle II super• " dreadn:rnghts "· Sono sempre le benem erenze "di chi ammin istrand o la marina dovrebbe cu– " rar e la più efficace utilizzazione degli arsenali " e delle maestranze n. Abbasso il Ministro, dunque, e facciamo ma– t:ari uno sciopero generale ! Chi vuol capire i motivi veri della aspra cam– pagna, che certi giornali patriottici muovono contr o l'on. Leonardi Cattolica, deve cercarli non negli errori del ~'linistro, che sono sempli• cemente i pr etesti visibili degli assalt i. Le cause prime bisogna cercar le negl' interessi dei can– tieri e delle fabbriche d'armi, che sembrano noo trovare nell'C'n. Leonar di Catt olica un mi– nistr o patri ottico abbasta nza. SPIRIT US ASPER. IL PROTEZIONISMO POSITIVO 11tributo all'estero e I' inon– dazione · all' interno. « Sa rà certo difetto di una nostra insuffi– cienza mentale : ma noi non siamo mai riu– sciti a comprendere i teorici dei sistemi do– ganali e meno i teorici del libero scambio >. Cosi scrive I' ing. Tarlarini nella sua relazione al Congresso dell e Società anonime : rela– zione, ch'è insieme con que lla della Mecca– nica .l ombarda la prima squilla di guerra dei protezionisti contro la popolazione italiana. Che si tratti di insufficienza ment ale e for– se anche moral e, è assai probabile. Quel ch e è strano è che I' ing. Tarlarini non sia mai riuscilo a capire che noi antiprotezioni sti si faccia non della teo ria, ma ·della pratic a, giust'appunto come lui. Leggendo le due sullodate relazioni si resta veram ente sorpresi del modo di ragionare degli industriali protetti o che tali vogliono dive• nire . In genere . il ragionamento di questi egregi signori è • tanto semplice quanto .... sragionato . La tal macchina - dicono per. es. i meccanici nella relazione densa di statistiche -è protetta con UQ dazio di tante lire; tu/1:via l'importazione in Itali a di tali macchine ·è di tanti mili~ni di lire; d1111q 1e bis~gna elevare il dazio perchè I' Italia non pagh i questo e tribut o > agli stranieri. Lasciamo andare l'att o di nazionalità, che in materia di qual• trini ha pochissima importanza: per gl' ita– liani, i quali pagano una quarantina di mi– lioni all'anno agli zuccherie ri, non può es– sere causa di molta con solazione l' appren– dere che l'on. Emilio Maraini ha preferito - bon tà sua - la cittadinanza italiana a quella Svinera ..•. Ma, q11anto a? tribut o, re– sta sempre da spiegare percp è i nostri mec– canici, mentre gemo no cosi patriotticamente sul tributo in denaro che i consumatori it.1- liani mandano all'estero allorchè comp rano delle macchine es'tere, dimo strano un così fervido de~iderio di mandare all'estero turbine, automobili ecc. Non è forse un tributo mandare fuori d' Italia il frutto del capita le e del la– voro italiano? La risposta dei protez ioni sti è semplice: le automobili e le tur bine saranno pagate. E non si avvedono di dire una fa. cezia: poich è il danaro con cui l'Este ro ci paga le automob ili è alla sua volta un mezzo per pagare altre merci che ci vengono dal- 1' Estero , cml come le merci estere che« inon• dano > I' halia sono una forma di pagamento dell e merci itali ane che« inondano > l'Estero. Questo argomento dell' « inondazione > è la più allegra storie lla che i protezioni sti sia– no riusciti a creare per atterrir e i gonzi. L'In ghilterra - per esempio - è il paese inond ato per eccellenza, poich è il suo splen– dido isolamento in fatto di politica doganale pone il mercato inglese alla mer cè di chiun– que non sappia dove recare le proprie merci. Ed è appunto questa inondazio ne che ha fatto e fa la fortuna dcli' Inghilt er ra. Essa si è fatto de l libero scamb io un vero e proprio mon opo lio ; e invece di essere - come sem• brerebbe - la pecora in mezzo ad un branco di · lupi, è la perenne beneficata dalle feroci lotte protezioni ste degli altri Stati. l' Italia possiede un esercito di dogani eri con tro le inondaz ioni economi che ; ma possiede anche una classe operaia, la quale ha salari inferi ori a quelli ingle si di oltre il 30 ¾, e spende per le necessità della prop ria vita oltre il 50 °/ 0 in più di quello che spendono gli ope• rai ingles i.' èom: Si ,ve4,e, l'In ghilterra "'me– rita profondo compianto I li circolo vizioso del protezionismo. Inondazi oni a parte, i meccanici come tutti gli altri indu striali hanno perfett ame nte ra– gione di desiderare la palma della vittoria nfi.lla lotta di concorrenza contro I' industria e .. siraniera » ; soltan to non è gius to e con– ven iente che tale vittoria la conseguano me– diante un'aggressione a mano armata con • tro i poveri consum atori « nazionali >. In quei rami dell'indu stria meccanica, dove gl' italiani hanno saputo cre~re prodotti su• peri tJil ai prodotti stranieri, il successo - anche coll'odierno regim e doganale - non è mancato. L'industria automobilistica infor– mi. Per chè dunque sperare nella protezion e? L'industria meccanica ha diritto ad esser protetta non con l'istituzione _di nuovi dazi, sibbcae con la distruzione di quelli esistenti. Occorre mandare! in malora il protezionismo siderurgico, perchè l' industria meccanica pos– sa tro vare la materia prima a buon mercato! Si ~n si : un trasfo rmatore elettrico di kg. 240 è prOtetÌo con un dazio dogana le di L. 2 5 a . ~ ..... ~ 7:~ , :na nt;c. le materi e prime necessarie per )._aproduzione dello stesso mot ore pagano un dazio medio di L. JO a quintale! Ciò significa press'a poco vietare la costruzione di tale macchina . Altro esempio: un lami natoi o a cilindri (per molino ) paga di dazio L. 127,65, mentre per costrui re il medesimo laminatoio in Italia occorre pagare in dazi sulle materie prime L. 142 1 67. Anche qui la dogana vieta I.i produz ione nazionale. Bella protezione! E gli esempi potrebbero continuare. Rimedio? L'abolizi one dei dazi sulle ma– terie prime, in modo che il basso prezzo delle materie prime permetta un più vigoroso sviluppo de ll'indu stria. Sec"ondo i meccanici invece il rimedio sta nell'aument o della pro• tezione esistente a favore delle macchine. Ciò significa ch'essi intendono arricchirsi non con la fabbr icazione di buone macchine, ma con lo sfru ttamen to dei da1.i doganali. È questo il circo lo vizioso del protezioni– smo : un dazio chia ma l'altro. I prodo tti di un'industria sono materie pr ime di un'altra indu stria; onde la protezione dogana le della prima è un'a ggr essione contro la seconda ; la quale è costretta, a sua volta, a ch iedere un com'Penso doganale che dann egge rn una terza indu stria, e cosl via. E il cer chio finisce per stti ngersi attorno alla gola delle classi più umili e misere , le quali non hanno la pos– sibili tà di compensi. Nell'inter esse di queste classi appunto noi auguriamo ali' indu stria meccanica italiana grandi trionfi ; ma per prepararli noi ch ie– diamo puramen te semp licem ente l'ab olizione dell'in verecondo latrocinio protezionista. Prot ezion ismo e e industria nazionale ». Ciò che si di ce per l'industria meccanic.a si può dire per tutte le alt re forme di produzione. La diplomatica avance dell' ing. Tarlarini in favore di tutte le possib ili forme d'indu stria protetta è la mig lior e documentazione a fa– vore del lib erismo. No i apprendia mo infatt i dall'in g. Tarlarini che il protezionismo enologico voluto dai viticulto ri nostri contro i vin i spagnuoli ha chiuso alle nostre manifatt ure il mercato spa– gnuolo, nel quale solo ~n centes imo della ioteca Gino Bianco im portaz ione totale è costituito da importa– zione italiana. Naturalmente l' ing. Ta rlarini si dim ostra favorevo l e. àll'abo lizioM ' del ·da,... zio sul vino ; ma per )~ ,stessa 1Jgiorie. ·<ftoi · abbiamo il diritto ·di chiedèrgli l'abolizione dei dazi in favore della siderurgia, del co– tone , dell a canapa, del lino ecc. Apprendiamo che il dazio d'entrata sul cotone gregg io danneggia l'industria cotonie– ra , e deve essere perciò abolito; ma abbiamo ·~ il dirilto di pensare che anche i dazi sui fi– lati e sui tes$uti debbano essere aboliti, poi• chè dann eggiano a loro volta altre industrie, come quella del vestiario. Vediamo che il dazio d'uscita sugli stracci fa– vorisce le cartiere italiane ; ma nuoce a tutte le industrie librarie, giornalistiche ecc. che della carta sono costr ette a servirsi. Nello stesso modo fe cartiere, favori te dal loro specifico protezioni– smo, sono danneggiate dal dazio sul grano, il quale ostacola la cul tura degli alberi ne– cessari ali' indust ria della carta. Cosi pure la forte prot ezione delle carte sensibili, patina – te ecc. è un'altrettanto forte aggressione con– tro l' "lndustr ia fotografica. La dupli ce prot ezion e doganale dei casca– mieri di seta favorisce i cardatori e filatori di cascami, ma nuoce a tutti gli alt ri raffii dell' industri11 serica . Gli enormi favori concessi agli zuccher ieri significano un danno altrettanto grosso arrecato ai pasticcieri, liquoristi, frutticult ori e simili. 1 dazi stabiliti a favore delle industrie chi– miche danneggiano le cartiere , le fabbriche di tessuti ecc. 11 regime protezionista è dunqu e un com– plesso intreccio di aggressioni reciproche fra le varie forme di produzione. Dove sta il fa. vore per l' « industria nazionale » ? ln realtà si ha solo il favore per gli indu striali · di al– cuni rami di produzione , e nel mede simo ramo non per tutti. 1 cotonieri per es., sono degli industriali scandal osamente protetti ; epp ure non tutti i cotonieri hanno tratto beneficio dalle tariffe dell' 87. li dazio ha in realtà una funzione di mera speculazione. Qua ndo nel– l' 87 furono concessi gli enorm i dai.i protet· tori, le fabbriche di cotonerie allora esistent i si organizzarono sotto forma di soc ietà per azioni: natur alment e, col so"lito procedime nto dell' « inna ffiamento > (walerù1g) le fabbri– che furono sopravalutate, e il beneficio del dazio fu tutto sco ntato in precedenza a solo vantag gio degli antichi fabbri canti . Se i prote zionisti riu sciranno nel loro in• tento anche questa vc,lta, succederà un ana – logo festino specu lativo: lutto a spese dell'e– cono mia nazion ale, naturalm ente. Dice I' ing. Tarlar ini che la politi ca doga– nale dev'essere il frutt o d'un calcolo rigoroso d' intere ssi: noi ci vantiamo di non essere dei per er.ni pita gorici, ma ciò non toglie che il nostro anti protezionis mo sia preci sa mente l'e spressione d' interess i enormi, degli inte– ressi di oltre nove decimi della popo lazione itali ana. Il che non impedisce ali' ing. Tal'larini di esclamare stupito : «. Noi abbi~mo assistito testè ad una rifioritura di economia politi ca con tendenza e programma di apostolato del libero scamb io e con fessiam o che, con tutto il rispetto per i promotori, non ci sono parse cose dell a nostra epoca positiva , . Già , in un'epoc a positiva bisogna che la geote si lasci scuoiare senza neanche dar segno di vita.... Molto comodo il positi vismo dell' in– gegner e Tarlar ini I Niçolò Fancello.

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