L'Unità - anno I - n.37 - 24 agosto 1912

problemi- ,.della vita •. it~liana. li pul,l,lica il Sal,at~ in Firenie - Direttore GAETANO SALVEMINI - Diretio ~e ~ Ammini .f i,;~ione: Borgo Ognissanti, 40 - Abbonamento annuo ordinario Lire 5 per il Reeiio e per i paesi italiani ddl' Austria e della Sviuera; per l'estero Lire 7,50 - Al,1,onamento sosfenitore Lire 20 annue - Un numero Centesimi IO - Conto corrente con la posta. Anno I - N. 37 - 2~ Agosto 1912. SOMMAR IO : L• menzogna del auff'ragio univeraal~, i\tuG. - Fosfati, zolfi ed entu1iaamo, G. MARANEL1 .1. •- La vera queatlone coloniale d'Italia, G. FoRTl.i:-:ATO. - La que■Uone balcanica, F. E\!0~1. - .Alla ricerca di un11 forfflula, x, y . ::. - Una colonia da conqu :stare, G. SANNA, - Percbà l'agricoltura à lenta a progredire, i\ GR 1co 1.A, - Una confna ion-, anticipata. - La po■ta del· re Unità•• La c,·isi dei ummtai. - Frammenti dl vita Italiana: l a e dc,Hoo ·azia ~ rn prouU41Jia di Cuu ,1:0, d. (. - Libri ricevuti . - Una ■cuoia nell'Agro Romano . La menzogna del.• suffragio univer.sale. Stbb,n, pancclti gior11ali, fra i maggiori, ·ab– biano j,r11d1nltmtt1lt laciulo, s0110/111ft1via ormai Ho!, a /111/i lt co11ltsla11io11isorlt p,r la prima appliea•ion, della nuova legge tlrlloralt. Dtslinala ad tsl111dert il dirillo di volv a '"' ira,, numero di ci/ladini c/11 si11 qui 111 erano privi, essa i ora volta dalla b"rocraaia, sopra i,uliccuion, dtl sollosrgrtlario di Sinio per gli /11- ltrni, a 1111,r fuori dal novero <Ui cittadini moW o &Ili già la v,ccl,ia ,ltgg, avta dato fa cc,sso nllt ,.,.,,,. Fra gli iscritti ntllt v,ccl,;1 lislt saranno in– fatti tsclusi Jalfiscri•1"ontd'11j/icio 1111/tliste nuo – w : 1°) lu/U coloro d11 abbia110 ath,almtuft la loro r1sidt11•a ;,. ,m com,mt diverso da qu,llo ;,, cui trano già istrilli com, tltllori ,- a 0 ) '""; quelli, fra i ar , i JO anni, c/,e paghi110 la im}osla citi d,11, loro il dirillo d' isc,·i•ion, , in un ,o– '"""' diverso da quello in c11i n'si,dono : J 0 ) 111/li (/Utili, fra i 21 , i JO a11ni, r.l,e abbia110oll111ulo · il ctrlif,calo di prosciog/im,11/0 dalla J.a ,l,mm – lar, in un comu111divtr s:, da qu,llo ;,, cui 10110 o dovrtl>b,ro '""' ,"scrilli 1/d :ori; 4°) ·,,,m qui/li, s,mpr, fra i 21 , i .J0 a11ni~c/11 abbia110 0ll1nt1lo r i1cn6ion1 ltr avtr s,.p,ralo t,sp,,,-. #UlflO di1UJ,e•i al P,tlort. ~ in11/i/1 j,rmnr si qui a disc,1/1r, gli araigo- 11/U '114..m la fro•n dtll'o,t . Falcioni , di q11al• tlu ga••lllo ul/itiNa /mia giustificar, qursla 1j>«,·1 di 01tru•io,1i1mo co1tlro il si1tctro a//ar – l""'"''o dtl din'llo di suffragio. La cosa 11011 dtv , /11r m,ravig/ia. Quando lon. Giolitti, in quella Jamo,a std11la c/11 pro– voct> il n"firo dii mi11islero lu••alli, sors, a pro-– da#Ulrt la ntttssilà di un al/argam,nlo no" avaro d,J dirilio ,l,lloral,, qualunqu, sin sin/a in ciò la sua ,-,,i1n•1'on1, vitu ~i,'"' suffragio af – larfalo, q11asi u11iv,rsal1, 11011 nvtv a Ionio valore i,r si sl, sso, quanto co,n, 1/r,m11nlo di "" largo , profrntdo rin1tot1amtnlo della vii" na•io11nlt; co11,prts1 ciol che ,-,, tanto ISSO avrthl>eavuto ,r– jicncia , sarthbt Jl'1IO slrm11mlo di pa,iji<a Ira• 1forma•io111 ,(do;, 1111 co11cello suo, di prudmte cons,rvo•ion,), ;,, quanlo lo S inio si trovasse ;,, condi1iont di sCH.ldi$ftWt ai bisogni e ai diril/i d,i nuo vi etti tltllorali . Dietr o al s11,Jfragio al• larga/o sar,bbn-o p,rciù dwult w11ir, la riforma tributaria, I, p~11sio11i ptr la vrcc/1it1itr td a/Jr, nfonn, M>tiali, "" a/1,ggtrimmto, per lo #ltHO, di par« clt; do$i doganali , td altri $imi/i f>rov– v,dimmli . Oggi lo Staio ,,.,, p11ò. dopo lt ,p,st dilla guerra, nffronlnrt In so/ucion t seria ,li ness11110 fra i pii, urgmli prfW/tmi: og 11i riforma çl,e costi dro, 1ss, r, rimandala a /u11g11 scad111:sa. Ogg i perciò "~" ~ possibile 111p/mre u11n f,ar Jt llca di democ ra1ia, ck, dovrtbh, - app1111to p,rcl, è pa rum#a - nvtrt t,111to più ( asp,110 esteriore di d,mocra:,i ,,, quanto l>_iù le 1111mcl,i il co11/m11/o i11frinst,o: dovrebbe cioè rsser proni,, ad acco– gliere miKliain di rid ,iestt, a s11•ù1rc mille , mil/ç ,,J>ptliti, saui , mll lsa11i: t1 rompi,re /nvori pubblici pn soddisfare al bis(lg110 di qurslo o quel )at st, o anche solta11/o per ,emulag 11arsi il fm· ort di appai/a/ ori t di cooprrt1livt, n largirt prusioui t1 nitre simili p ro11vùlcu:sr, ,,u,g ari n rislrtl/i gruppi di lm ·oralori, a i3lituirc baud u dtl la– voro , ad rvil nrr, con In coucrssionr di pr, slili, il J a/fimml o di imf)rrs, sf orlmwt e r lo sfau lo di piccoli proprittllri , e ,·osi via . E poid ,t /111/0 qu esto 11011 ì p,ssih ilt, ( 1111 al– larg ament o sinu ro d,,/ sutfr,u ; io s;g 11ifid 1trebbt, ogf i . nru ndt rt "" :msto i11u 11dio cht 110 11 si avrt b6e poi In possibililn di dom are, ,reo pcrch i vi111 f allo così aprrlo slra; iv t rosi sf au h,ta viola•io,,, tltlla r,n mk lrgge per il suffra gio ... quasi ,mivtr Slll, . )I cc. t . zolfi ed :i Rktsiasmo ..·· ' ~ Uno dei cap itoli, che pre~ ntano il mag• gior interes se nel recentissimo volume del prof. Vinassa de Rigny, L,hya itali ca - sul quale avremo occa sione di tornare presto - è qudlo intitolato: Maleria/i utili. Il prof. Vi– nassa de Rigny è geologo, professore univer• sitario e per giunta direttore d'un GiOrna/ e tfj g,olog ùz prafi <a. Fece nel I 9 02 uria escursione in Tripolitania insieme all'ottimo capitano Fer randi , per conto d'una società capitalist ica della quale era magna pars il prof. Maffeo Pant alconi. Sull1aut0rità del prof. Vinas~a e su quella del Giannò tutti i bevio11i e i cor– radmi d'Ita lia hanno finOra maAnifìcato le ricchezze minerarie della Tripolitania. Molto legittima era dunque la curiosità con la quale attendevamo la pubblicazione di que– sto volume, nel qu ale l'egregio profos sore do • veva raccogliere la sua molteplice produzione lelt eraria in m~teri~, disseminata finora in riviste poco acce S$ibil. Anche noi che siamo stati avversari riso • luti dell'impresa tripolina, non per ragioni aprioristiche, ma per la convinzione profonda che, date le condizioni della madre patria, una nuova colonia di di.reuo do,ninio, e ac.. quistita al ben caro prezzo d'una guerra, non può arrecare alcun vantaggio all' Italia i an– che 11oi, anzi noi più degli altri, ci auguria• mo ormai, a fatti compiuti, che l'esistenza. di ricchezze miner arie venga almeno a com– pen~re, sia pure in minima parte, i sacrifici che ci tocca sopportare. Purtroppo, però, le nostre speranze non crescono d'un gr ado neanche dopo la lettura vinas siana I Incominciamo dai fosfati, riportandu te . stualmente le parole del nostro autore (pa– gine 186-18 8): • Voglio dire dei fosfati. Sono stato il prim o a lrov~1re tra ccie non indiffereuti di questo pre – zios_o '!'ìne rale nei giacimenti allu, •1onali pro– venienti dal Ghari an, e nessuno più di me sa– rebbe lieto se i giacimenti, cht ctrlo dtv o110 tsi– slrre in q11tllt colliur , si riv eleranno indu st'rial– m~ntt: u~iliz~abili. Piò che l'oro e l'arg ento vo– g)Mno dire I fosfati per l' Italia. • Ognuno sa qu ale en orme consumo si faccia di quest o prezioso prodotto . , milioni s1estrae dalla Tunisia , e la ricchezza di Gafsa e di Sfax è . dovuta a questo prezioso prodotto. Imrnai:i· mam o che le nazioni le quali possiedono mi– nier e di fosfati ne proib iscano l'csport azion". La cosa è possibile assai più che non si ere-da. Una proibi~ione t.1I~,che toglierebbe ai nostri campi esausti dalla nullcnar in cultura questo fertil iz– zante ~ndispensabile, ci porter ebbe alla fame, alla carestia. E una gucrr:i, una lotta per l'esis tenza, sarebbe conseguenz a di qu esto fatto J>Gssi bile . Sartbb c una guerra di fame cosi necessar ia che ~oche ~·orse i più, arr.ibùiati pacifisti, anche i più m~enm sognatori della fratellanu dolciss ima 1.1mve~·sale, tro\'crebbe ro più che giust ificata. I fosfa ti adunqu c rappresentan o tale un utile per noi, che non si puo misurare a denaro. Ed a11• g uriam oci du vi sia110 e che anch e alla nostra patri~ s~-• dat o un magazzino di riser\'a tale da non lare, terner e per l'a\'\' cn1re dei nost ri campi, dell a nostra agn cohura, dell a nostra stcssJ esi– stenza. [Se per caso non ci fossero, saremmo du nque belli e spacciati '! N. d. R.] "' Per .analogia di terre ni lt sj>trn Hct dovr,/J. 6tro m,er~ '""' for te bas t. I fosfati in T unisia si tro\'ano nell' Eocene, imm ediatam ente so,•ra– stanlc al Cre taceo. Ora è noto, e le ult imf" ri• ct:rchc non h:111no fatt o altr o che confernwrl o 5e111pre più, d1e tutt o il Ghar ian è cre taceo ; 111;1 e qua e là ricopert o da terreni eoccnici in lembi isolati. Nulla è di 1>iù facile e di più lo• gico che tali lembi di Eocene abbiano a tro, ·arsi più frequentemente sul cretaceo del Gebel, ed m ess i :;iano i i;ia<imen ti di fosforiti simili a <p1clli dcli:, Tuni sia. Inoltre abb1:uno iz:ià vedut o che in corrispon– denza dd );, Sirti termi nano i terreni cret,,cci J)<.'r Cl)minciarc quelli eocen ici della Cirenaica. No:, è impossibile ch e ricerche fatte in <1uesto µunto poss,rno approdare a ri!:ultati favorevoli. Qua nto alla Cirenaica stessa i /mssibilt du in es.sa purt si ahbùm o a trova re fo sf ati: ma le ... . ~ rice rr.he a que sto proposito del Gregory sc,no state negative. Dal canto mio, anchr- per la so– miglianza col Gebel tunisino, ritengo più favo • revoli le condiz ioni nella Tripol itania che nella Cirenaica. Come si vede Junque per adtsso /11/10si ri – duce ad tma s, mp!ict sp,ran za. Siamo ben lungi dal poter parl are di • bacini foslatiferi tripoli• ni ", come ne hanno 1mrlato taluni dilettanti che non li hanno mai visti (1), e che del resto tra• discono, nella assoluta mancanza di ogni con• cetlo ecologico e miner alogico anch e il più ele– thentir c-;soltanto il vivo mlusias1t,o, che manca però pur troppo tuttora di base "· Il prof. Vinassa chiama vivo mlusia smo la sfacciata menzogna di chi ci ha descritto ad• dirittura per lungo e per largo bacini fosfa• tici che non esislono. Si vede che il Vin assa, nella sua qualità di professore di geologia, non è obbligato a conoscere il significato della parola entusiasmo, cbè non corri sponde a nes,uno strato geologico, nè ad alcun fos• sile, Ma lasciamo andare . Quel che impor ta ri• levare è che anche il prof. Vinassa non in-, dica assolutamente nessun fatto positivo, che autorizzi a parlare di giacimenti fosfatici. Il prof. Vinassa non ci offre che strati di « sem• plici speranze • intercalate con filoni di e vivo entu siasmo :-• E, quel che è peggio, le speranze, al con• trario di quanto l'egregio professore afferma, hanno una base tutt'altro che forte. I.e basi infatti delle speranze vinassiane sono l'analogia dei terreni tripolini con quelli della Tunisia, per l'esisten za anche in Libia di e lembi isolati • Ji Eocene im.mediatamente sovra stanti al Cretaceo. Ora è bene che il lettore profano tenga presente, che l'esisl tn{a del/' Eocene non porla con sì com, 11, cessar,~, com,g11e11{a I' tsi sl&n{a di fosfati, o per lo mmo di gia cimenti fo sfa • lici economicamenlt; s/rul/ abili. Se Eocene e fosfati fossero gemelli , i fosfati non sareb· bero una materia cosi prezio sa da meritare quella patetica im•ocaziooe a nuove guerre, ben più micidiali della presente, nel caso che la Francia o gli Stati Unili ne impedis· sero l'e sporta zione. Se Eocene e fosfati andas• sero sempre insieme come i somarelli di una pariglia, la Cirenaica, dove ormai l'esistenza dell 'Eocene sui fianchi dell'altop iano sembra indi scutibile, non dovrebbe essere, come il Vinassa stess o afferma, meno fertile di spe– ranze fosfatich e della Tripolitania . Ma il guaio più gràve per la ba~ vinas– ~iana è che la stessa esistenza dell' Eocene in– feriore sul Gharian non è cosi indi scutibil – mente accertata, com e il Vin assa tro\'a co– motl o lasciar intender!!. Tutte le conos cenze geolo giche intorno alla fagiia ed alla zona d'ero sione, cor rispond ente ai colli paralleli alla costa della Tripolilania propriamente detta , sono concordi nel far ritene re tale zona come appartenente al Cre· tacco. Soltanto a 685 m., al monte Tescè, il Malhuisieulx trovò della labradorite a piro– xene, che non ha null a a che vedere con la que stione attu ale, e dal Gharian, a 630 m., riport ò dei camp ioni di roccia che il i\leu• nicr attribui sce al Luteziano, cioè ad uno de· gli strati meno bassi de ll'Eocene . Tal e co n• vinzion e il Meuni er ha dedo tto dai caratteri petr ogr.1fìci dei ..:ampioni ; ma po ichè il cri· terio di maggior sicurezza per stabi1ire l'età degli strati geologici è quello p, leontologico, (1) Allu sione all'nltro grnndc es;:,loratorc e•.. inve ntore tripolin•J, an ·. Giannò ( .V. tli R.). il Meunicr non avrebbe ardito fare un'affer• mazione simile, se non avesse trovato nei campioni una Ìraèd al di I01sile. • Benchè questa trac cia•.- dice il Meunier, geologo coscienzioso quant o \';1loroso - sia ben lungi dall' essere perfetta, io vi ho riconosciuto una con(higlia c.:>si somigliante alla Mrdfolaria sulcat n di Lamark, che non vedo l)e&tmn a ra– gione pt r ritenerla distinta da questa •· Il lettore avrà già capilo che questa Alt· dio/aria s11/cata di Lamark è un fossile ca• ratteristico del Luteziano ; ma ciò che forse non immagina, se è digiuno affatto di geo– logia, è da che cosa . dipenda l'attribuzione di quel fossile ad una piuttosto che ad una altra specie, e conseguentemente della roccia ad uno piuttosto che ad un altro stroto geo· logico. E glie lo spiego subito. Dipende dal modo come si presentano su quella traccia di fossile certe strie trasvers:tli alle linee di accrescime ·nto concentriche , e parallele al bordo, della conchiglia . Da questo dipende e da null'altro . Ora quando si tenga presente che si trntla della sola traccia di un fossile, e per giunta d'una traccia btn lungi dall'esse11 pcrj ell•; qu•ndo si tenga presente eome di frequente mulino le ipotesi geologiche anche per ler· reni dei quali si posseggono documenti e co– noscenze molto più ampie che non siano quelle sul Garian, ognuno può giudicare da sé, che l'csi,tenu dell'Eocene nel Gharian è fino ad oggi una ipotesi, e non un fatto certo, indiscutibilC",-da costituire una forte base per quelle tali speranze fosfatiche del prof. Vi– nassa. Al quale il e vivo entusiasmo > fa anche dimenticare alcuni particolari, 'Che certo non hanno un valore assolutamente r.egativo, ma che pure potrebbero deprimere un poco il barometro delle sperante . A proposito di ne,1- suno dei campioni presunti eocenici riportati dal Mathuisieulx si fa parola di fosfati. Que– gli unici campioni presunti eocenici proven · gono da un'altitudine di 630 m., e nel Gha• rian i terreni a tiimili altitudini sono pochini pochini. In Tunisia la zona fosfatica si trova specialmente ad ovest. Essa diminuisce e au fur et à mesure qu'on s'avànce vers l'est > ( 1 j, e la Trip olitaoia, se non sbagJiamo, à proprio ad est. Questi argomenti non hanno un va• lore assolutamente negativo ; ma poichè qual• che cosa pure signiticano, il vh ·o entusiasmo li fa addirittura sopprimer,. In base a tutto quanto sono venuto dicendo mi sembra naturale di rivolgere la domanda all'egregio prof. Vinassa: e Conosce ella al– tri documenti, oltre quello citato, sui quali fondare la speranza, non dico dei fosfati , ma .. mplicemenle della presenza dell'Eocene sul Garian? Se li conosce, avrebbe fallo bene ad accennarli nel suo libro . In ogni modo le saremmo ugualment e grati, se ce l'accenna sse magari ora con ritardo • . Per conto nostro, fino a quando i I prof es• sor Vina ssa non si degni di meglio illumi– narci, riterremo che le sole con clusioni se– rie che a propo sito di questa co mmedia fo.. sfatosa si possano formu lare , sono le se guenti : 1. 0 Dove l' eocene ci fosse di sicur o, noi potremmo sperar e ne i giacimenti fosfatici, come si può sperare che uno zio d'Am erica possa divent are ricco e lasciarci un' ere d ità - una speranza un po' debolin~, pcr chè fond ata (1) ,. f~tudc sur !'indust rie des phosphat ea c l s upcrphsophat cs • in • Ann alcs des min es • 1895, pag. 29.

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