L'Unità - anno I - n.6 - 20 gennaio 1912

problemi della vita i t aliana. Si pubblica il Saba to in Firenze - Diret to re GAETANO SALVEMINI - Di rezione e Ammini strazione I Borgo Ogni ssant i, 40 - Abbon amento annuo ordinario Lire 5 per il Reg no e per i paesi ita lian i dell' A ustria e della Svizzera ; per l'estero Lire 7,50 - A bbonamento sostenitore Lire 20 annue - Un nume ro Centes imi IO - Conto corrente con la posta . Anno I - N , 6 - 20 Gennaio 1912. SO~DIAH:10 : Lo sfo rzo di definirs i, (Jr.o Gno o :'-J.>soou-·o. - Lo sforzo di non definirsi, G. S .-U.\' .. ,11:-.1. - La • bancocrazia internazionale•• l.1.:1c 1 E1sM ·rn. - Un asp etto del pr .">b1ema Meridionale . F1tASo .sco E\'01.1. - Lo scandalo dei buoi. El;r:i-::-:10 A 1.l\10s n. - La po sta dell' ·•Unità", Op,:, a, e o p1 t1/erl,11~.;. I'. :\1.t:s:,;. C111,osos1. I.' t.::-.JT.\ . - Speriamo che non a ia vero. - Prl\ntmenti di vita italia na, La pr ,:d,,a dt O,m I. 111:u11i Lo sforzo L '. l\iOne socialista reca l'articolo di un ano• nimo co llaborator e, il quale, dopo aver riferito lunghi passi dell 'articolo da me pubblicato nel n. 2 de ll' Uuilà, tenta da un lato di co nfutare al– cune mie parti co lari affermazioni, e si sforza dall'al:ro di dimostrare l'accordo foiidame~tale frn le idee da me espresse e il programma dei riformi sti di destra, per arri\' are alla conse – guenza che è inutile ogni sforto di definirsi, poichè e il riformismo ~ uno ed è sempre quello ». A rendere pili facile il compito di tale dimostr.n.ione, lo scr ittore dcli' lii ione tro, ·a modo di saltar di piè pari tutta la parte del· l'articolo, in cui io esponevo le ragioni del dissenso e ricordavo la strana teoria dei ri– formisti di destra esposta al congresso di Modena dall'on. Bonomi, e additavo gli er– rori di metodo da cui ritengo debba esser corretta l'azione del partito e del gruppo parlamentare , se vuol ritrovare quelle che io considero le sole e vere t•ie ,lei sociJ/i smo. Egli si conteni• di dire: « qui il ~londolfo, « a ' so1tegno delle sue rampogne, ritesse la e storia politico-socialista dal 1904 in po i, ..,.lilica clie fa la quel pe, ,c..iu concorde• 41 mente giudicata da tutti coloro che si chia– c mavano riformisti, compresi Modigliani, e S.tl\ 'emini, Mondoifo , che solo nel 1910 41 manifestarono i loro dissensi >. Metodo troppo sbrigativo , che rie sct: per· ciò altreltanto concludente quanto l'accorgi– mento famoso dello struuo . Ha forse can• cellato cos1 il mio contradditore dalla storia dell'azione recente tutta una serie di atti dei riformisti di destra e di sini~tra, nei quali la considerazione degli interessi imme• diati di gruppi ristrelli di lavora tori ha fatto dimenticare ogni esigenza di pnncipi e la cons iderazione degli stessi interessi ge:1era li de l prole tariato? Ha fone distru tto questa \'erità tlolorosa, che piii di una metà dei de– putati socia listi ha concesso pt:r oltre tre anni l'appogg io al Governo , non per conco rdia con esso sulla base di un programma che favo· risse l'elevamento generale della classe la~ora• tric.e, ma per piccole concessioni a gruppi organizuti in leghe e in cooperati\'e, per l'attesa di una banca del lavoro di 3Ssai dub• hio valo re socialista, per l"annunz io di una legge elettoral e che ribadiva l'e scl usione dei pH1 miseri ed oppressi da ogni intervento nella vita politka? Anch e il mio, anzi nr.stro, silenzio tino al 19 1 o, potrebbe - - ammes so che fosse \'er o - non signirica r nulla : che ci sarebbe: di strano ~e, accortici ad un certo momento del ba– ratro verso cui eravamo avviati, ci fossimo ritiutatì di continuare il c:1mmino e avess imo le\'ato il grido dall' al'lne ? Però anche quel silenzio è un'in\'en– zione . - Av\'erto che io non intendo di parlar qui in nome anche di altri , neppur e de l Sah·emini col qual-,pure sono lega to da una lunga comunan za di pensieri e di la\'o· ro. Ricordo solo quello che tutti sanno : che cioè sin dal I QO .. ( I egli a\'e\'a afferma to al 1 Il 111io d1,,c11,u li:,,i riformi:,ti risale all.1 rinc ,Id 190.:. Co111 1ci;1i .1llora ~ull~ Criliia s": , urlr : 1 co 111bat1erc l.1 pltunbe:,, 111d1ffcrcnza de, riformisti per t11Hiquei i;:-~anc~i proble mi n~zio– nali (,ullr. 1J:,io. doJ,:ane, tnbut1 . ccc. ). l_e ~111 '-o• Ju,knu tl~mocra tichè potrebbero co::-t1tmre un pio~r;unnrn immedia to tli .;crio r,j fi,-mùmo poli • di definirsi". congresso di Firen le la necessit:t di por termin e 3tl un' azione frammentar ia, spez· zata, incoerente , e di affront:ue un pro – blema la cui soluzion e potesse veramente rin – nov:ire la vita poli tica i e iniziava subi to - in me zzo alla generale inditforenza, anzi alla ,ostili1:l lan ·:tta e palese di molti riformisti -– la sua campagna per il suffragio unh 1 ersale. lo non sono un pionie re nè ho mai preteso di rapprtsenJ,,,., alcun indirizzo di pensiero; ma son più di tre anni che io pure, in as• semblee di partito, in gio rnaletti settimanali, ' sul Tempo, sull' tl t'anli . 1 (nell'aprile del 1909) 1 ho manifestato il mio disaccordo dalla mag– gioranza ri formista, che camminava appun to in que l tempo verso un indirizzo d"azione , che io ritengo a,Hitetico ad ogni schiett o pri ncipio socialista. Anche l'altra obie1.ione od homùum non ha proprio alcun valo re. - L"anonimo contrad – dittore vorrebbe contestarmi il diritto di cen– surare l'azi one frammentaria degli spccia– lii(ali, per il fatto che ho dato per piì.1 ann i l'opera mia al l'organizzazione degli in– St.'g11■nn secondari, 4 i:atego·r,.1 s11npat1ca e « rispettabi lissima - egli dice -, ma certo e assai meno numerosa di quella dei lavora 4 e tori del commercio >, per cui Angio lo Ca• brini ha dato con tanto fervore l'opera sua di propagandista e di legislatore. Lo scrittore dell'A{ione \che pure pretende di conoscermi bene, giacchè parla di una mia u.1/ur,,h len• .f,n{a al/a mali11to11ia) ha bellamcnle dimen • ticato, che io e tanti altri che demmo l'opera nostra ali. Federaii one degli insegnanci medi , considerammo e trattammo sempre la que– stione della nostra classe come intimamente conne ssa col problema della vita scolastica, che cercamm o di imporre all'attenzione del Go· ,·erno, delle classi dirigenti e del paese: e questo problema ha tale impol'ta nza ne lla vit.t di una 11:11ione 1 che potrebbe in un certo momento servir di bussola all'azione di un partito pol itico , con ben altro diritto che non abbiano gli int eressi di una categoria, anche numero sissima , di lavoratori . E tulta\'ia (anche questo lo scriuo re dcl– i' A\1011e dimen tica o ting e di dimenticare ) noi siamo anche andati oltre a questa vi– sione particolare . La nostra ,·ittor iosa batta– glia per l'orienramento democratico dcli.i Federa zione non fu mossa da un'ispirazione seuaria , con la quale ci propones simo di accres cere le rile del nost ro p.-utito, ma mirò a dare pH1alta espres sione alla coscienza po litic:1 del la no stra cl:1sse : voll e cioè si– gniticare (e io per!-onalmcnte l'ho ripetuto parecchie decine di volt c1 la necessità e il ciO\' Cl'C civile di coordinar e la co nsiderazione del probl ema nostro e de lla scuo la con la d· tù·": e mi ,(ouai lino d"allorn, ill\·ano, di trat– tenere i riformisti dall 'error e di dare tutte le loro forze alla conquista di ,,,form,: sociali. mal concepi te, :tcimmiottatc dall' cskro, disadatte all'a mbiente cconomilo italiano. 11di:tsenso è and :llo accentuandosi. ,·ia , ia che lo "-tc-:so ri– fu , nu,uw •t>, ,,lt- llct,:enerava 1:d cabri~1ismo-lu_z. L:ttlismo ,ldlc hanche dd l.woro e dt altre si– mili riformette omeop.1tich<: e talvolta anche :111- ti:-ociali,tc. falle :ul u,o e con.:,umo delle sole or>;aniaa1.io111pii1 ricche di eletto ri e pili in• 1luen1i. Il di-.tacro fu definitho, ina non ,orse a un trath•. nel 1910, allorché i 1>iia fra i riformi– sti - e Ji llc,1ra. e lii , ini,tr;i - nello zelo 11 ini.:1eri,1le del lunaui,1110. ,i clenero a com• ba11ere ,uu:hc .ipert run enh : e JlO!l,it ,am ente il ,uffr.11,:io1111i\'er,.alc. ~- s .) • I I siorit'- di tutti i fondan,ent:ali prob lemi della \'ila nazionale, la necessicS quindi e il do,·ere anche di subord inare gli inte ressi noscri a in– tN essi pii1 generali e a ragioni ideal i di prin– cipi o. Perciò noi non 3bbia mo mai chie sto, che per .affrettar e il ra:ggiu~imento dei no· stri lini (e intendo pari.ire tanto deg li au- · menti di stipendio, 411anto delle stesse rifor· me scolastiche ) la democra zia e il partito s0 - cialist.1 si mett esse ro al servizio di tutti i go· verni. e rinunzia ssero a quelle resistenze e a quelle battaglie, che fossero richieste da •in• ter essi supe riori o che fossero m3gari de– termina te da pure e astratte esigenze ideali. Abbiamo anzi comba ttuto in seno all'or– ganizzazione stessa con tro ogn i stimolo di egoi smi e contro ogni partico larismo di clas• se e di categoria. Ques ta condotta nostra , che ebbe già gran lode dall'on. Bissolati, e che fu \'ice, ·crsa combattuta da altri che l'Aiio11e oggi novera fra i suoi collaboratori e che aderi va allora contro di noi ad un pro– gramma d'azione gi udicato dallo stesso on. Bissolati, nel genna io del 1907 , sul 1empo,· .con parole di biasimo severo ed aspro, - que sta condotta nostra, dicevo , toglie al qua– lificativo di sp1oali((al 1 ogni valore di obie– i ione che si pretende di rivo lgere contro di noi. -· Ben altro fu il criterio 1 cui ispirarono negli anni passati la loro condotta molti dep utati e organizzat ori riformis ti, anche (diciamolo subito ) di l1uelli che oggi si dicono di sini– stra. La loro azione si è mossa solo dietro l'im – pulso di moti vi occasionali e per la protezio ne di intere ssi partico lari, forse rispettabilissimi in ~, ma certamente ingombranti, nocivi, condannab ili, quando pretendono di essere da soli il criterio direttivo dell'azione di tutto un partito. Soddisfatti Ji pote r tìnalmente ottenere l'approvazi one di una legge sul riposo festivo esaltata come una grande conquista sociale. attratti dalla speranza di leggi favorevoli a quc.;:stao quella categoria di lavoratori, illusi dal significato e dal valore dell' ingresso di qualche operaio in Con sigli superiori e in Comniìs sioni governative, essi hanno troppo spesso rinunziato ad ogni u'1icio di critica di fron te al Governo e dimenticato gli interessi genC"rali della classe la\'ora tri ce: sono perciò arrivati a dare l'appoggio sistemati co a .\1i• nisteri , che sistematicament e vio lavano la li– hcrt :': e i diritti opera i nell e regioni, il cui proletariato ~ piii avvilito e pin misero, e perciò ha pil1 bisogno e più diri tto di essere aiutato . In conclu sione , le obiezioni ste-.se con cui l'ignoto contrad ditore ha cercato di orovarc Pi· nesis1e11.a di un dissidio fra il mio e il suo pen siero, \':tlgono in\'cce a porre in luce l'esi· stenza del dissenso. A nascond ere il quale egli ha dovuto dimenlicare le vicende di una stor ia assai rece nlc, suppone circos1anze che non esisto no, attribu irmi 111? indirizzo di azio• ne che io ho combattu to. .\l :t l'a\'venìre prossimo in che condizioni ci tro,·er:1 o ci por rà ? Questo è ce rto il pro blema p111 urgen te, e può anche essere il cri1erio di Jiffe1enziazione fra noi. I rifor mi sti di dcsll a dic hiarano di rima· nere min isieriali non ostanle la guerra. per– chè ba nno preso atto dei proposi ti dich iarati dall'on . G1olitt1 nel dis cor-.o di Torino e in– telìdono di garan1ir e rapprovazione del suf– fragio quasi u11i\'ersale. Curioso ch e siano ora così pron ti a sacriricare a ques to ogni altra esi~e nu , mentre in 1-;3:;s.110 l'han no consid e– rato una llsim3 o addirittur a un Janno, in ogni caso una conquista per la quale non mericas se certo il co nto di rinunzia re alla banca del lavo ro o alle leggi luzulliane sulla cooperazi one. 1 riformi sti di sinistrn d ichi:trano in\'ece di esser dh· enuti :rntimini steriali per ra– gion e della guerra. Ma, com e ho già chie – sto nel mio primo articolo, quando la ces– sazione della guerra avrà tolto la causa del distacco dal .\ lini slero, credernnno essi di poler tornare nelle tile del gran de esercito giolittiano? E in og ni caso a quale criterio e \'erso quali fini concre ti intendono essi di indirizL1re la loro azione? in eh~ cosa con – sisterà il loro riformismo e quale S2rà la sua diflèr enza dal riformismo di destra? (1). Quanto a mc (poichè , ripeto, io non in– tendo di parlare per altri ) io ritengo che se la promessa del surfragio alla rgato è seria, non ha pÌÌI bisogno oramai - per passare - del~ l'appoggio dei depuiati socialisti: Giolitti potrà farla venir in discussione subito, e ben poch i oseranno in quest'o ra contestare il diritto di voto agli analfabeti che combattono e 3f. frontano con tanto eroismo la morte in Tri – politanìa e in Cirenaica, Vi sono bisogni mora li che si impongono anche- all' egoismo delle classi e dei partiti reazionari, i quali hanno per giunta oggi la necessità di evitare le occasioni per cui cresca o si palesi l'im– popolarità della guerra. Se poi la promessa del surfragio allargato non è seria, allora il ministerialismo dei deputati socialisti non servirà a renderla tale : assai megli o varrà un loro atteggiamento indipendente e com – battivo. Preme sso que sto, io aggiungo tutt avia che se ritenessi necessario il min isteriali smo so– cialista per ottenere la riforma elettorale, io sarei disposto ad am metterlo pur dopo lt1spe– ditione di Tnpoli, qualora non avessi mo oggi da sanar e tulle le conseguenze morali e poli– tiche di quel minist er ialismo precedente, che ci ha ridotti al punto in cui siamo ora e in cui saremmo (sogg iungo) anche se la guerra non ci fosse stata . Quando si è do vuto tacere sulle violen ze a danno di leghe ope raie, sugli eccidi pro – letari <lei Mezzogiorno, sui brog li scanda• losi delle elezioni del J 909 1 per paura di rendere ostile il ~linis tero alle org anizza– zionj e alle amminist razioni comu nali del coll egio di ques 10 o--quel deputato socialista \allora non c'era neppure la scusante della riforma elcttcrale o di qu alche altr a grande riforma da assicurare) i quando si è arrivati a deridere e a combattere il suffragio uni 4 versale per potei' giustificare l'a ppoggio al ~linistero Lu1.zatti i quando per la banc a de l lavoro o per il monopolio ctelle assicurazion i si è do vuto rinu nziare ad ogni seria resistenza contr o un verligino:,,o aumento delle spese milit ar i : allo ra non si è in tiue llo stato di rispettab ilita e di forza politi ca, la quale perm eua pien a liber tà e d ignità di connubi pa rlamen tari. 11 .\ •1ue,tc. <lumandc, I'. l:·1111/i. che pur ha tro\'alo il tempo di fare il bulfoncello e di can– i.ire il ,al mo dei morti al 1w-.1ro ~iornal~.: per un miscrc\'olissimo incide nte di rc.d;uionc. a cui uoi non ahbiam voluto cledic.1rc neanche una parola 1>t r non IK.:rdcr tempo 111, ano, - a '-lue 4 :-te do111a11dc I'. l;•fmli ,i i,toar<la -,t·mpre hcnc rl:11 ri-,1>011dl'rC. T111ta 1.1 1at1io 1 dei riformi!-IÌ cli .;ini, trn, o;:Ki, ('f)n,i,tc nt:·I 11011 dclinir,i . lt;. Cl

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