L'Unità - anno I - n.1 - 16 dicembre 1911

I , problemi della vita italiana. Si pubblica il Sabato in Firenze - Direttore GAETANO SALVE M INI - Direzione • Amm inistrazione: Borgo Ognissanti, 40 - Abb onam ento annuo ordinari o Lire 5 per il Regno e per i paesi italiani dcli' Austria e della Svizzera; per l'e stero Lire 7,50 - Abbonament o sostenitore Lire 20 annue - Un num ero Centesimi J0 - Conto corrente con la posta. Anno I - N . I - 16 Dicembre 1911. sO,L\l:\l·.:10: Tripoli e i socialist ,, L ' L::-.n.\. - I cardi ni d~lla Quntione Meridionale, C. 1l:s T1::,,;o FoRTCSATO - La decadenza di nn a organizzazion e , G1so l.t zz..T·ro . - F alsificazioni tripoline : Il , nppo, lcJ No klfs , G. SA LVE)11s1. - Frammenti della vita itRliana: /ncu111p 11ldnhlà, g. r. · Il tleputnfo d1 Je , me com ·m: 10111, ,1, n,. TRIPOLI E. I SOCIALISTI Qua le programm a d 'azione conc re1a hanno i deputati, i giornalisti, gli organizzatori so– cialisti di fronte ali' impr esa tripolina ? - Che cosa ,·og liono ? Che cosa, seco ndo essi, gl' italiani devono volere? - Esigono l'aper– tura immed iata dell a Came ra. - Supponi amo che sia conces sa. - Qua li proposte positive intendon o allora f:.i1·e ? - La Camera deve aprirsi solo per dare modo ai deputa ti socia– listi di prote slare, rimanere in minoranza, e credere cosl di avere esau rito tutto il l010 dovere verso il • proletariato » ? ~lentre fino dalla primavera passata il Cor– ri.:,, d'Italia, !a Tribuna, l'i dea 11a;Jo11ale, e, a co min ciare dal luglio, il Giornale ,l' Italia e la Slampa, facevano una campagna siste– mat ica~per eccita re l'opinione pubb lica ita– liana alla conquista di Tripoli, dando a cre– dere che di là da! mare vi fosse una terra favolosamente ricca, e facili ssima a conquis tare col fa,•ore degl'i nd igen i, che )'_impresa non pre – sen tava ness un perico lo di comp licazion i in– ternaziona li, e la conquista non sarebbe co– s1ata1 secondo dove va poi dire l'on . De Felice, e nè un uomo, nè un soldo v, i - gli uomini rappresen tativi e i condo ttieri piì.1autorevo li oe11e organizuti oni eco non,iche e p0l iticlu : sociali ste e la stampa del partito ·si dis inte• re~va no quas i assolutamente della question e. Occor reva subito contrappo rre alla campa– ~na della stamp a tinaniiaria e nazionalista una seria propag:md a antitripolina , non a base di astratte pregiudiziali pacifiste, anticoloni a• liste, internazionaliste, ma a base di dati co ncreti sullo scarso valore econo mico del paese che si pretende va conqu istare e sui dann i e pericoli pro ssimi e remoti , sicuri e probabili dell'imp resa. Un partito, il qua le si pre tende marxista, che cioè afferma fra le altre cose che contro gl' interes si reali o presunti non v'ha ideolo– gia capac e di lottare, dove\'a meno di qua – lunque altr o illuders i di poter \'incere con quattro chiacc hiere sentim entali e dottrinari e le illusi vni sollevate nelle folle dalla stampa quo tidi ana col miraggio di ricchezze stermi – nate acquis ite senza colpo ferire. Bastava che un paio di uomini si fossero messi a studiare un po' seriamente la que– stione, per~hè si potesse, in bre, ·e tempo, fare sull'Avanti una campagna assai effi– cace. E bastava I' Avanti solo a fare questa camp agna. 1 giornaletti settimana li a\'rebbero ten uto bordone. E la propaganda tri polina non avrebbe potuto, senza contras to, or.cupare l'op inione pubblica con notizie false, con – trad ittori e, assurde , im•entate di sana pian ta. Si sarebbe cosi lanciato nelle organizza– zioni un gruppo di idee concre te, che venuto il giorno della vera e propr ia resistenza at– ti\'a all' imp resa, avrebbero consent ito al Par – tito sociali sta, o per lo meno alla frazione riformis ta del Partito sociali sta, di pre sentar si nei comit i di prote sta co n un numero suffi– ciente di aderenti psicologicamente preparati a prender posizione di fronte non solo al n11ionali smo scervellato, ma anch e al rivo– luzionari smo hcrvei sta, da cui occorr eva non lasciarsi a nessun patto sopraffare. li par tito socia lista, invece, fino a mezzo ~ ttem bre si di:;intere ssò comple tamente della questione. A che scopo metter si a studiare sul se– rio la questione tripolina, se al momento oppor tuno basteranno qua ttr o frasi falle, un piz.tico di internazionali smo, un pizzico di anticolon ialismo , uu piuico di senllmen ta• lismo, per risol\'ere ogni problem a? L'.•h-auli era tutt o occupa to a stampar lun– gh i articoli intorno ai lavori pubblici del– l'halia merid iona le il cui monopo lio va ri– servato al le coope rati \'e settent rionali. .. Anco ra in data 16 settembre 19 1 ,, dodici giorni prima dell 1 11/Jimal11111 guerresco, Filippo Turati non riesciva a e prendere sul serio > la 4: monta tura tripo lina», e pensavll" che e la farsa non si sarebbe ele\'ata nè al dram – ma, nè alla tragedia». • L ·attual e president e del Consiglio 11011 \'Orrà, verso il limite estremo di sua carriera, invidiare gli :::allori sangui nosi, che aurh,tar ono e disono• rarono la canizie cli Crispi • { C,-ifi ca social e, pagJ{. 2; 3•4). Gi:I da due settimane il Corriere Jdla sera - per cui Tripoli fino agli ultimi giorni d'agos to non era mai esisti ta - s'e ra but– tato a un tratto a corpo perduto nella cam– pagna, per riguadagnare in zelo il vantaggi o che gli altri giornali co ncoHent i avevano in priorilà: - e così dimost rava oramai chia– rame nte che a Tr ipoli ci si andava. c·er a qua lcosa di pit't. li Corriere della sera, che non riprodu ce mai le notizie o le osser\'a– zioni che ;-,on gli piaccio no, e che per li– berarsi da lla respo nsabilità di di re qualc he cosa un pò... forte, suole rip rod urre e met – tere in circolaz ione la stessa cosa non appena sia dett a da un altro gio rnale, ripeteva nel numero de l 10 settembre queste gravissim e parole de l I la R.igioue : • J.. 1 politica estera della mo1rnrchia è fallita • E ne l numero dd q settemb re riprodu ceva queste parole assai più precise e più ca1atte– ristiche de l Corriere d' lt alifl: « Se 11011 rhe da ljualche parte si \':t g:i:L ac– cennando ad esitazioni e a titub:mze che ver• rcbbero ad i11tra 0 lciare qnell' azione positiVh del I ;overno che sarebbe stata con:-h:liata dalle in– dagi ni compiut e presso le Cancellerie euro pee e che :m1.i le riluttanze del presidente del Con– si),lio deriv erebbero da l fatto di 11011 \'Cdersi in• corai;giato in più '11/e sfere. Abbiamo \'Oluto rile\'Me, a titolo cli cronaca, quant o si \'a ripe– tendo a que sto proposito in c1ualche ambiente politico : ma data la gravità della cosa, esitiamo a g:trantirne la fondatezza, in quant o C difficile :111cora il ritener e che alla \'Olont:\ ~enerale di mu nazione che reclama le ga rnnzie ciel suo av,·enirc 1>0litico ed economico possa Ol>Porsi il ,·eto di una. per so11a cui si ri\'olgono nella SJ>e·. ran.za di una energica tutela gli anim i fiduciosi del paese.• E il J 7 sett embre, Enrico Corrad ini, licen – ziando le bozze alla prefaz ione del volume L'ora di Tripoli, pag. xix, scriveva: te Q11a11do questo \'Olere cl'llalia si \'Classe di 11110\'0 nelle profondit:l dell'avvenire.. io sono d'aV\'i.;o che il nazionalismo dovrebbe iniziare un' nzione u /,-c111amc11/c ri z•o/11:iomrrfo , anche ro 11/rc1 rose t pcr so11c rlrc on, 11011 si 11omi11a110. » I giornali del clericali smo , dunque, e quel· li del grosso capitali smo e i cori fei de l nazionalismo imperialista arrivavano fino a mina cciare il Re, se non smette va le sue ultim e riluttan ze cont ro l' impr esa. E Tura ti si illudeva ancora che il governo di Sacchi, cioè nientemeno della « democrazia pos ith·a e moderna » - proprio così ! Crili u, s« iale 1 pag. ~89 - potesse resistere da sè solo ...;,1 fiumana che oramai tra\1olge\'a l'Jtali;,. [r :1 il metodo solito: dormire tranqu illi sulle ginocchia di Gio litt i ; sperare ogni co~a dall e combinazi oni parlamen tari con Gio lit– ti. Giolitti darà le pensioni alla vecchiaia. Giolitti darà il sutfragio uni versale. Gio litti sbaraglierà i nazionalisti . Gio lilti resiste rà alla campagna tripolin a. Lasciamo fare Gio– litt i in 9110 vù 1 i11ms, 111ove11111r cl sunms, e no i stiamocene in pancio lle a \lede r mano– ' rare e ad• applaud ire Gio litti. i:1" ,iolitti andò a Tripol i. An1.·l1e SI 11011avesse t·olulo a11dari 1 avrebbe oramai ,lovulp antlarc, per f o,,a, da l momen– to che la campagna 1ripolina dei giorna li, non arginata da nessuna resistenza della s1ampi e delle organizzazion i socialiste, aveva conqui– stato tutt o il paese .-ompresa h11011,1 parte della m:,ssa pr ole/aria. Se la impresa di Tripoli si è fatta - sarà bene ripetere questa verità spesso a chi tro, ,a comodo di non capi rla - questo è dipeso per una me1à dall'attivi tà della stampa tripol:– na, e per una metà dalla ir.erz ia incosciente dei deputati, dei $,iornalisti, degli organ inatori socialisti. Ed ora che siamo in piena gl;erra guer– !:!,. da 1a.:.no ... i siamo sempre a ~o mand ar~ i che CG:ia precisamen te voglio no di fronte a Tr i– poli i socia listi italiani. Vogliono riprender e il grido : e Via da lPA(– frica ?• - Sarebbe una stoltezza criminosa e pazza. - A par te la consid erazione che, non essendo stati buoni a impedii e l'ini zio dcli' imp resa, essi darebb ero prova di ecces– siva scempiag gine credendo di poter la da ora in poi a loro capricc io term inare, è inne – gabile che, al punto a cui so110gi1111/e le cose, una tine non vittoriosa di questa gue rra sa· rebbe per l'Italia - e quando diciamo llalia diciamo gl'ltalian i tutti , i lavo rator i in prima linea - sarebbe, diciamo, uno spaventev ale disastro. Qua le che sia la nostra opin ione sulla uti– lità materiale che il no:;tro paese ricaverà da questa impr esa, una cosa appare oramai sicura a chiunqu e giudi chi sere name nte i fatti che si s,•ilup pano intorno a noi : da questa gue rra l' Italia, gid rhe c't denlro, deve studiarsi di rica, •are tulli i v:tnl3ggi possib ili : e uno di questi vanta~i dev' essere costituito, ed è stato costituito finora per nostra fortuna, dalle pro\'e di bravura fisica, di discre ra orga niz– uzione militare, di buona di sciplina nazionale, che d:I il nostro popo lo. E ques to vantaggio dobbiamo sfrutt arlo con tanta m aggio re per– tinaci.a ed abilità , quant o meno vantaggi pos– si.emo aspellarci in altri cam pi. .Sissignori , noi siamo stati con trari riso lu– tamente, prima che fosse tirato il dado, al– i' impresa di Tripol i ; noi avremmo voluto che essa avesse trovato ne l nostro paese una resistenza pre ·1.'tnliva insuperabile i noi siamo sempre assolutamen te convi nt i che da essa I' Italia non rica\'erà economicamente che danni immed iati assai gra "i e sicuri, e van– tagg i assai lonta ni e assai problematici. .\l a siamo felici che i nostri soldati laggi ù, già die dtvono b.,ll ersi, si battano mer aviglio– samente bene. Siamo lieti di poterci tenere suflìcientem en1e soJdi sfatti della org anizza– zione dell' impresa, e spe riamo che quesla guerra , gi,ì che si fa: met:endo a pro va le capa– cità della nostra gerarchia milit are, serva a dare gli elementi per riformarla dov'è nect ssario. Siamo incan tati sop ratutto che il nost ro paese, gi!. cJ,,. ,.; , .. ,,t·., ,:e/1.1 g,,crrJ, si dimos tri a,~; meno impressionabi le, assai meno legge ro, assai più serio e più disciplinato di quanto non sia stato nel passato. E vogliamo che il Go\'erno faccia tulio quanto è necessario, senza esclusione di nessun sacrifiz io, aHinchè il paese esca da ll,impresa con onor e. Perchè ai danni mat eria li del! ' impr esa ripareremo col nostro lavoro ; ma il dann o morale di un insuccesso sarebbe terribilm ente irr epara– bile . E chi contrib uisse anc he in minima parte a rende r possib ile un insuccesso , o me– no sicuro un successo, commettereb be il pili atroce de lin o verso la patria . Diremo qualcosa di pili : se compl ica{1Dm· i11/er11a{'011ali non inlen:mgono a farci ptr• Jere da 1111 11/0pù, du; non avremo guada – gnalo dall'altro - e speriamo co n lutt o il cuo re che ciò non sia! - ; se il succe sso, che aug uriamo co mpleto, di quest'impresa non ci ubbriacherà , spingendoci a pan ie ir• reparabili - ; se finita la guerra co n la Turchia il paese saprà resistere alle sugge– stio ni di chi per interessi privati o per falsa visione della realtà \'Orrebbe fare dimenti care per i bisogni della nuova co lonia i bisogn i della madre patria i - la co nquis ta di Tri – poli per quanto ingiusla dal punto di vista della moralità ::issoluta , per quan to dannosa dal l :,,c.,• yi1,.ey1..11no dt '1::sra ,.-etnosutrnrer,u 1 mate– riali, do vremo tutti alla fine consider arla co– me un grande benefizi o pel nostro paese. Perch è a,•rà servito a darci il sentimento di possedere capaci tà di organizzazione, d' azione, di disci plina, meno scarse di quelle che ci attribuivamo : e questo guadagno va le bene la spesa di que l mezzo mi liard o che la guer – ra ci costerà. Siffatti sen timen ti si muovono certo, per quanto indistinti, oggi, nel cuore di tutti gli italiani . Tant 'è vero che nemmeno i socia– listi pill her veisti e pili rivoluzionar i si so– gnano di proporre la fine sic ti simplici lt r della guerra e il ritiro dall' Affrica. Che cosa \'Ogliono allora? I socia listi rivolur.iona ri, scarsi di colt ura e di capaci tà tecniche e privi del senso de lla realtà, vog liono al solito .... protestare, far bac– cano, prenderse la con la infame borg hesia. Sono buon i rigliuoli, punto perico losi, desti· nati a tigu rare accanto ai repubblicani nel museo de i fossili politici italiani. I riformisti , cosl detti di sinistra, sem– brano non ,·olersi differenz iare gran che dai rivo luzion3r i. Mentre i rivoluziona ri urlano sulla So.fii/la e sull'A vo11g1ar,lia, i riformi sti di sinistra fanno dell a maldicenu piil o me– no discrela sull' At·a11/i. - Co nfessiamo di preferire i rivo luzionari. E i riformi sti di dest ra? - Che cosa vo– gliono? Che cosa fanno ? Per alcun i di essi, per l'on . 13issolati per esempio, tutto ci fa ritenere che si trov ino di fronte ali' impre sa attuale nel mede simo stato d'ani mo, che in quest'articolo ci siam o sforzati di esprime re noi. ~la i pili non sembr ano preoccupati di altro che di conserva rsi ami co l'on. G io– litti, vada o non vada a Tripoli, vinca o no n vinca la guerra, dia o non dia il suffragio univ ersale, Urli disordinat i nei prim i,dunque i diso• rien tamt nto negativo nei seco ndi ; opportu– nismo e voglia di esser sempre contenti, negli ultimi: assol uta mancanza di idee chiare e con– cre te nei pii1.

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