Una città - anno VI - n. 49 - aprile 1996

DANTE E LI EUTANASIA Di come l'occupazione prenatalizia sia ormai, spesso, uno stanco rituale, del problema difficile di conciliare programmi, spesso trattati astrusamente e discussioni sull'attualità, della mancanza di posti in cui trovarsi al pomeriggio, dell'elitarismo politico che contraddistingue certi licei. Interviste a studenti di un liceo di Bologna e uno di Napoli. Valeria frequenta la Il classe e Vanni limi la Ili del Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna. Voi avete formato un collettivo che si chiama Pablo e avete partecipato all'occupazione del vostro liceo che si è tenuta indicembre. Volete parlarne? Valeria. Tutti gli anni ormai c'è questa occupazione, c'è chi la fa con convinzione, ma sono pochissimi e c'è chi la fa per stare a casa per due settimane. Anche quest'anno, come l'anno scorso, ci sono caduta come una pera cotta, anche l'anno prossimo sicuramente ci torno a cadere, perché quelli più grandi riescono a trascinarti, perché ti lasci prendere dall'entusiasmo e tutti i propositi vanno persi. Sicuramente quest'ultima occupazione è finita a sfavore, in un modo abbastanza pietoso, perché l'abbiamo fatta finire l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze, tanto per sottolineare il fatto che l'abbiamo fatta per stare a casa. Per co~a avete occupato? VanniJ imi. Per la finanziaria, che è quasi un pretesto, perché si presenta tutti gli anni e poi alla fine non se ne ricava assolutamente niente. In realtà c'erano molti studenti a scuola, ma non per raggiungere un obiettivo preciso e prefissato, ma per curiosità, per voglia di stare insieme. Il che sarebbe anche giusto, però se accompagnato da una lotta, perché se è solo un pretesto per divertirsi o per stare a casa, con il solito piccolo gruppetto che lavora e che cerca di far qualcosa, diventa una pagliacciata, e in questi termini sono decisamente contrario. Addirittura in questa occupazione gli ultimi giorni la maggior parte degli studenti faceva lezione, siamo arrivati ad essere una cinquantina ad occupare, mentre gli altri facevano lezione, il che è un controsenso, perché l'occupazione è fatta per impedire le lezioni. Valeria. Non è vero che è un controsenso perché quando tu vedi che l'occupazione ti va a rotoli ... Io sono dell'idea che quando non c'è il cosiddetto quorum dell'occupazione, l'occupazione deve finire. Invece loro hanno voluto fare la votazione, da quel momento lì h·o detto che sarei venuta a scuola, ma per schierarmi dalla parte opposta, andando a fare lezione. Avevamo detto che bisognava non solo che la maggioranza che votava per l'occupazione fosse la metà degli studenti più uno come minimo ma anche che quella metà degli studenti più uno doveva esserci sempre in tutto il giorno. Se quella maggioranza non c'era l'occupazione doveva finire automaticamente perché quella maggioranza diventava una minoranza. Invece hanno voluto fare delle votazioni ... Vannilimi. Questo che dici è anche un controsenso col principio del1 'occupazione. L'occupazione è una cosa illegale e gli occupanti in teoria.dovevano impedire agli altri di far lezione; l'occupazione è concepita per questo, altrimenti si tratta di un'autogestione con un regolamento. Se noi ci diamo delle regole, per cui dobbiamo essere sempre la maggioranza, è già un' occupazione che vacilla. Può una minoranza impedire alla maggioranza di agire? Vanni limi. Sì. Perché, in base a quale autorità? Vanni.limi. Ma non c'è un'autorità, pe~ché non c'è un regolamento: se io vengo da te che stai facendo lezione; dentro una classe, e mi metto ad urlare: "sgombrate!", non è che ci siano delle regole. L'occupazione è una scelta, è una forma di protesta estremista, ci sono anche altre forme di protesta, ma ormai sono tutte dimenticate perché si occupa sempre. Ma se si sceglie questa via, io sono per andare fino in fondo. lo l'occupazione la vedo come una lotta che si propone a tutti i costi di arrivare ad un obiettivo. Perché dici: "a tutti i costi"? Vanni limi. Non ho detto che appoggio per forza questa forma di violenza morale, però I' occupazione dovrebbe essere questo, se io la rifiuto posso scegliere altre vie, ma l'occupazione come concetto è quello. E infatti una volta la polizia era chiamata, era la lotta. L'occupazione è per definizione un infrangere le regole, non posso dire che sono contento se viene la polizia, ma io ho cercato di prevaricare. Naturalmente, poi, come viene fatta oggigiorno l'occupazione, l'intervento della poi izia non sarebbe davvero il caso ... mi sarei stupito che avessero chiamato la polizia in un'occupazione, dove la notte si stava lì a gelare in quindici persone. Sarebbe stata una cosa assurda, perché quel l'occupazione era quasi legalizzata. Cos'è che non va secondo voi nella scuola? Valeria. Secondo me prima di tutto non c'è assolutamente dialogo con i professori, ci può essere, ma non durante le lezioni. Tu sei il professore, io sono uno studente, tu insegni, io imparo. Vanni limi. Per quanto riguarda la nostra scuola mi sembra che non sia nemmeno così nozionistica. Io, in particolare, ho insegnanti molto svegli e so che ce ne sono diversi nella scuola, nel senso che sono insegnanti che hanno una visione della scuola più completa, che non sia solo un insieme di regole da Governo dei giudici La magistratura 81 tra diritto e politica a cura di Edmondo Bruti Liberati, Adolfo Ceretti, Alberto Giasanti L'Italia di oggi è davvero governata dai Giudici? Studiosi, magistrati e avvocati -tra i quali Rodotà, Caselli, Colombo, Pecorella- propongono sguardi e punti di vista diversi sui rapporti di incontro/scontro tra magistrati, società civile, politica. 6 UNA CIYTA' o mettere insieme, ma che sia una specie di trampolino per quello che ci verrà dopo. Valeria. Abbastanza d'accordo anche se non bisogna esagerare dati' altra parte. Io posso portare I' esperienza del mio insegnante d'italiano che è un po' quello che Vanni vorrebbe che facesse un insegnante: è molto aperto al dialogo, a volte anche fin troppo, per riuscire anche a smuovere noi ragazzi di prima e seconda che ci troviamo a passare da una scuola media abbastanza chiusa proprio basata su li 'insegnamento senza mai parlare di politica, di problemi di qualsiasi tipo, odierni e del passato. E' molto drastico come persona e quindi ti obbliga anche a pensare e a farti un'idea. Secondo me il rischio molto grande è di trovarci tutti quanti a pensare come dice lui, perché secondo me, alla mia età siamo molto influenzabili. E' di sinistra? Valeria. Sì, un po' anarchico, non gli va mai bene niente. Vanni limi. E' stato visto alle manifestazioni degli studenti. Valeria. Per certe cose a volte non lo sopporto perché è I' esagerazione in persona. A me piace anche una via di mezzo, per lui o è tutto bianco o è tutto nero. Sarebbe forse un ottimo professore, ma da triennio, per ragazzi più grandi. A volte non riesci sul momento a trovare un dibattito, quindi arrivi ad assorbire tutte le cose che dice lui e a rielaborarle a casa e allora un vero confronto, un dialogo, un dibattito vero e proprio rischia di non esserci mai. Quando parliamo sono sempre divagazioni sul tema, si parte dalla storia, si inizia a parlare di politica, poi si continua a parlare di politica, o anche di Freud e di argomenti come la donna, l'aborto, I' eutanasia, qualsiasi cosa. No'n spiega storia e non interroga neanche e per noi è una gran pacchia perché siamo felicissimi. Fatto è però che siamo a metà del libro di prima e siamo a metà della seconda media, un abisso, siamo ancora alla nasciLuca frequenta il Liceo Classico a Napoli. Il tuo liceo passa per essere il più politicizzato di Napoli, è così? Rispetto agli altri licei, la politica dalle nostre parti è pane quotidiano ... siamo noi che facciamo partire le occupazioni, decidiamo se si fanno oppure no ... Ci sono rapporti con i partiti? Questo non lo so: chi fa le manifestazioni con Officina 99 -gli alternativi- automaticamente non prende contatti con i partiti. Officina 99 sta più a sinistra di Rifondazione e partiti più a sinistra di Rifondazione mi pare che non ce ne siano; invece chi fa le manifestazioni nel resto del corteo non si aggrega a nessun partito particolare ... Comunque, come vedo io la situazione, il fatto di riferirsi a un part.ito non è neanche visto bene, apartitico è una parola che va bene. Nella scuola la politica che forma prende, perché Ii chiamate "alternativi"? Non so la parola dove è nata, li chiamano così perché vestono alternativo, con i pantaloni strappati, i capelli lunghi, con i treccioloni rasta; in un altro liceo magari trovi il ragazzo tutto leccato, con il gel. Ci sono due classi dirigenti nella scuola: una sarebbero i rappresentanti, sulla carta; ma quelli che orta di Roma. All'inizio dell'anno eravamo alla nascita di Roma, adesso siamo, ovviamente, alla nascita di Roma, sempre lì. Vanni limi. Il mio insegnante di filosofia ha capito che per interessare gli studenti è necessario avere un rapporto più vivo con loro. Infatti vedo il suo rapporto con gli studenti anche più grandi, è veramente un rapporto quasi di amicizia, è efficacissimo perché gli studenti di quinta della mia sezione sono tutti bravissimi, anche scolasticamente, sono persone molto intelligenti, non hanno una mente scolastica, hanno una mente già aperta a quello che dovranno fare dopo, nel senso che sono proprio pronti, preparati ad uscire dalla scuola; questo grazie al rapporto con un insegnante che crea un dialogo vero, con un adulto che è un loro confidente, e nel contempo porta avanti il programma scolastico, quindi mi sembra un insegnante veramente riuscito. Ma si vede subito la differenza con il mio insegnante d'italiano che pur essendo sicuramente un insegnante dotato, ha una mente molto più scolastica, ha un rapporto con gli studenti molto più formale, pur riuscendo a fargli ottenere ottimi progressi, secondo me i progressi stanno solo nell'ambito scolastico; quando si parla di Dante si parla solo di Dante, non c'è nessun riferimento all'attualità. Pur essendo un insegnante dotato non crea attenzione sul1'argomento. Pensi che per creare attenzione all'argomento bisogna creare un clima di amicizia e di dialogo anche sull'attualità, l'aggancio con la propria realtà? Vanni limi. Coinvolgere ... poi non è necessario come l'insegnante di filosofia darsi pacche sulla spalla con gli studenti, darsi del tu, ma, in ogni caso, è necessario creare un clima in cui si concepisce la scuola come un veicolo per affrontare la vita dopo, perché la concezione della scuola dovrebbe essere questa secondo me; invece si pensa che \ ganizzano le assemblee, che girano per le classi a chiedere le firme per qualcosa, sono solo tre, sempre gli stessi tre, gli altri ci sono ma non si vedono. I capi degli alternativi si fanno anche eleggere come rappresentanti, quelli meglio visti non sono neanche i più potenti, il più potente non è ben visto perché ha scocciato un sacco di gente, è dalla IV ginnasio che è sempre lui al potere. Come funzionano le assemblee? Adesso non ci vado più perché mi sono scocciato, sono una farsa che non serve a niente, nessuno ci va, quando ci sono le occupazioni quei tre o quattro dirigent.i si uniscono agli studenti universitari, quindi alla fine uno si trova a prendere ordini dall'università. Se la massa è contraria ai desideri del capo, loro accettano? Sì, per esempio l'altro anno dopo un mese di occupazione i capi volevano smettere, invece molte classi volevano continuare perché i professori minacciavano interrogazioni a tappeto: loro ci dovettero stare, facemmo arrivare Natale in modo che i professori non potevano fare più niente. Come hanno stabilito la loro egemonia nella scuola? Non so, in ogni scuola c'è una classe dirigente, qui da noi è la politica che fa la differenza. Su 900 i ragazzi non siano menti autonome finché non strappano un diploma o una laurea, ma dopo si crea uno stacco. Molti studenti escono dal liceo disorientati, sono stati immersi in questo mondo per cinque anni e non sanno che cosa scegliere. Considerano la scuola come un mattone da superare, quando è superato è una fatica in meno e non ha lasciato niente; la scuola è fatta così, lascia pochissimo. Addirittura crea dei danni secondo me, perché una cosa come la letteratura affrontata in una maniera troppo accademica e troppo scolastica fa perdere quasi il piacere della lettura; finisce che ogni cosa che si legge per la scuola pesa. In inglese studiamo Shakespeare, che è indubbiamente interessantissimo, io lo conosco fin da bambino, se non altro attraverso i film, però il modo in cui lo affrontiamo adesso sto già perdendo interesse ed è un peccato. Me ne accorgo man mano che leggo i libri di Shakespeare per la scuola, sottolinea le metafore, sottolinea le similitudini, eccetera eccetera, perdo ... Vanni ha parlato della Jet.tura. Com'è la situazione? Valeria. Io calo un velo pietoso. Io non apro libro, non ho neanche il minimo d'interesse, non ho la passione da sempre, da quand'ero piccola, non l'ho mai avuta e non guardo neanche molta televisione perché io la televisione l'accendo sì e no la sera, quindi non è che sostituisco la televisione al libro. Sono un tipo che si diverte anche con poco, sono pigra, sto bene anche senza fare ... Ha sempre avuto l'effetto inverso, quando mi obbligavano a leggere un libro finivo sempre che leggevo, poi mi arrabbiavo perché sapevo che dovevo farlo per obbligo, chiudevo il libro e non lo riaprivo più, è sempre successo così; è anche una questione così, io ho il mio di carattere, che quando mi obbligano a fare una cosa mi fa schifo farla, io faccio tutto il contrario di quello che mi viene detto. E anche così, provando di mio, arrivo alla fine che mi appassiono al libro, lo leggo per un certo periodo, poi mi metto a fare altre cose e me lo dimentico. La discoteca? Valeria. In questo periodo è in grande calo. Nella mia classe su ventotto ragazzi ce ne saranno tre che amano la discoteca. Solo poco tempo fa ce n'erano molti di più. Vanni limi. La discoteca è più un fenomeno da fine anni '80, oggi è sicuramente meno apprezzato. Allora cosa fate per divertirvi, per stare insieme? Valeria. Ma ànche solamente andare a casa di un'amica e chiacchierare, io sono una persona che mi accontento di poco. Durante la settimana è difficile combinare gli impegni, anche per la lontananza, nella mia classe siamo poche rastudenti la maggior parte non sono politicizzati, ma loro, che non sono tantissimi, è come se fossero tutta la scuola, tutti gli altri rimangono nell'ombra, come se non ci fossero. Loro hanno anche il possesso della struttura: nei bagni a fumare ci sono loro, nei corridoi, nella piazza loro ci stanno anche magari un'ora dopo che è finita la scuola, mentre gli altri se ne vanno ... Sui rapporti di forza interni alla scuola hanno mai detto niente? No, no, su questo no ... Qui in generale i rapporti sono abbastanza aperti al dialogo, se chiediamo qualcosa, per esempio un viaggio, ce la danno, gli alternativi tutelano abbastanza gli interessi degli studenti nella misura in cui gli interessi degli studenti sono le attività parascolastiche e zompare più giorni di scuola possibile. Ci sono professori che fanno ingiustizie, preferenze, prevaricazioni? Sì, ma di questo nelle assemblee non si parla, ci sono professori pazzi, ma ce li teniamo; il rapporto coi professori è alla giornata: riuscire a non farsi interrogare, ottenere una spiegazione, non avere un voto troppo basso. Si lotta metro per metro. A livello di scuola invece, come si suol dire. abbiamo un forte potere contrattuale: se chiediamo un'assemblea di tre giorni a vacante(inugazze e abitiamo tutte lontano, quindi ... Vanni limi. Fuori della scuola effettivamenteè difficile; di solito gli amici che si hanno fuori della scuola sono vecchi compagni o amici di amici, perché veramente mancano le iniziative, mancano dei luoghi dove ritrovarsi ... vorrei un luogo anche molto semplice, non c'è affatto bisogno di luoghi che oggi si vedono così affollati nella città ... lo poi non ho il mito dei luoghi affollati, vado più volentieri al cinema, al limite a bere qualcosa. Tutte le discoteche, i pub che adesso stanno diventando praticamente delle nuove discoteche, ecco perché sono affollatissimi, c'è la musica in sottofondo, terribile. Valeria. Manca una specie di ludoteca o un centro giovanile, qualcosa che fosse un posto dedicato solo a noi, anche abbastanza sicuro dove i genitori ti mandano volentieri, perché dicono: "lì siete tutti compagni, tutti amici, non c'è da preoccuparsi". Io che vengo dalla campagna sento i soliti discorsi della mamma: "sta' auentoquandoesci". Sono ancora rimasti a: "non prendere le caramelle dagli estranei", hanno bisogno anche loro di sapere che sono in un posto sicuro. Vanni limi. Il collettivo è un piccolo tentativo di una cosa di questo genere, chiaramente molto ridotto, perché non c'è un luogo, siamo dipendenti dalla scuola, è poco frequente, perché ci vediamo una volta alla settimana; spesso siamo oscurati dagli impegni scolastici, abbiamo mille altri problemi e poi comunque è già una cosa molto specifica, nel senso che abbiamo degli scopi, non rivolti verso l'esterno, ma abbiamo degli ordini del giorno. Invece un luogo del genere sarebbe bello anche perché è fatto di niente, ci si potrebbe trovare anche per non fare niente e quindi non c'è nessun bisogno d'avere delle finalità, basta la voglia di comunicare e di stare insieme in un certo modo più sentito. Queste cose ci sono in realtà, però appartengono al mondo underground della città, sono centri occupati, gente spesso politicamente impegnata, spesso estremista, ci sono dei circoli di questo tipo, bisogna appartenere ad una certa tipologia di persona: c'è il circolo Malcom X che però è molto estremista, sono andato a un paio di feste del circolo ... Però sono già un certo tipo di persone incanalate in un tipo troppo specifico, persone di una sinistra molto anarchica, molto violenta, non necessariamente persone cattive. Io in certe cose divergo, è una cosa troppo specifica che poi ha altre finalità, perché è un circolo con intenti politici estremistici e anche se magari politicamente io sono abbastanza d'accordo, non trovo giusto chiudersi così verso l'esterno. - tile) ce la danno, ci devono stare ... Da questo punto di vista siamo messi bene, ci sono scuole che stanno molto più sotto i piedi di noi. Queste proposte le fanno sempre gli alternativi? Sì, fanno dei collettivi per decidere, però anche questi sono fuori dell'orario scolastico, quindi ci vanno sempre loro, tanto se propongono di saltare qualche giorno di scuola non c'è nessuno tanto stupido da non votare a favore. Si può dire che utilizzano il desiderio degli studenti di non andare a scuola? ...bé, la politica non è una cosa facile, non è che loro strumentalizzino noi per la politica. Diciamo che esiste un tacito accordo, per cui c'è da una parte un desiderio di massa e qualunque legittimazione gli venga data, viene accettata volentieri? Questo si può dire tranquillamente... E' come se il mio liceo fosse fatto a sfere di potere; per esempio, io ho dei canali di rapporto con le alte sfere, ma ci sono sezioni intere, soprattutto al ginnasio, che non sanno niente di quello che succede; la massa è politicizzata perché è di moda, magari si veste alternativo perché così si fa notare, rischia di entrare negli alti ranghi. E' come in qualsiasi scuola in cui ci stia un certo tipo di individui che si rico-

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