Una città - anno V - n. 46 - dicembre 1995

Bi Lo spazio mediterraneo, in cui nascono fra conflitti le tre grandi religioni e il pensiero greco e romano, deve essere ripensato storicamente, abbandonando ogni pretesa egemonica di un pensiero sull'altro. La stessa modernità, nata per combattere le esclusioni, nel momento in cui si assolutizza esclude. Perché è assurdo e sommamente ingiusto escludere il Nordafrica e il Vicino Oriente dall'Europa. La necessità di sostenere una rinascita islamica che ritrovi tutte le sue tradizioni di scambio culturale. Intervista a Muhamad Arkoun. MuhamadArkoun è professorea/Ila Terza Universitàdi Parigi, dove insegna Storia del pensiero islamico. Lei si è molto occupato del Mediterraneo quale luogo in cui le culture si sono scontrate e incontrate. Può parlarcene? Intanto userei la nozione di "spazio mediterraneo", perché la parola "spazio" è libera da ogni definizione di frontiera nazionale, di frontiera religiosa o di frontiera culturale. Molti attori storici si sono affrontati nel Mediterraneo e oggi la responsabilità dello storico è quella di provare a restituire la verità storica di questi scontri senza occupare una posizione privilegiata dalla quale giudicarli. Ciò è essenziale per non commettere quegli errori che continuiamo a fare come professori di storia davanti ai nostri studenti nei licei o nelle università, allorché spieghiamo i rapporti fra l'islam e ciò che oggi si chiama "Occidente". In realtà tutto ciò che si insegna nei licei, sia da parte mussulmana che da parte europea; non parte dalla riconquista di uno sguardo libero da ogni adesione a priori a una religione, a una nazione, a una delle parti coinvolte in quei conflitti che hanno determinato, a partire dal periodo coloniale, un discorso di vittimizzazione dei mussulmani, degli arabi, dei turchi, degli iraniani, in breve di tutti i popoli colonizzati, e, al contrario, un discorso di presunzione degli europei, certi di aver portato una civiltà che quei paesi, ancora nel XIX secolo, non avevano. Quindi, conflilli sulla legittimità delle religioni che pretendono di avere l'esclusiva verità, sulla leginimità delle forme politiche dello Stato, che pretendono avere una validità unica, per esempio al giorno d'oggi fra Stato democratico e Stato totalitario; conflilli anche per il controllo delle ricchezze che passavano attraverso il Mediterraneo: le repubbliche marinare italiane cli Genova e Venezia, Amalfi e Pisa hanno avuto un ruolo importante in questa lotta economica. superare le pretese egemoniche di tutte le teologie Dunque, la nostra percezione dello spazio mediterraneo non può che essere quella di uno spazio cli scontro fra culture, fra diverse fonne di religione, di filosofia, di istituzioni politiche e giuridiche. Ma come realizzare questa "indipendenza dello sguardo"? Come oltrepassare tutte queste forme di conflitto, avendo riconosciuto che esistono? A parer mio lo possiamo fare se cambiamo la nostra maniera di scrivere la storia dello spazio mediterraneo. includendovi tutte le forze in esso presenti. E le grandi fo,.re presenti sul piano culturale, intellettuale e spirituale sono, ancora oggi. le tre grandi religioni: ebraismo, cristianesimo e islam, nonché tutte le forrne del pensiero filosofico. del pensiero giuridico che hanno avuto origine dalla Grecia e da Roma. Ma, attenzione, perché già dicendo "Grecia e Roma", creiamo cli nuovo un privilegio, perché il pensiero greco non può essere staccato dalla ricchezza del pensiero dell'antica Mesopotamia, dalla ricchezza dell'Egitto dei faraoni prima dell'emergere ciel pensiero greco e della sua diffusione attraverso il Mediterraneo. in particolare per mezzo delle armate di Alessandro. Dobbiamo prestare attenzione alle culture africane, berbere, cieli'Africa settentrionale,che esistevano prima dell'intervento dei Romani e bisogna considerare con attenzione anche l'ideologia dei Romani. che hanno parlato cli mare nostrum e di pax romana nel Mediterraneo. Vedete che quando si risale indietro in una storia che costituisce la sorgente del pensiero europeo, come del pensiero islamico, constatiamo che già laGrecia, l'antica Persia,Roma, sono attori che in ambito mediterraneo si combattono l'un l'altro. Si ritorna sempre a questa opposizione. Quindi, includere e mai escludere è la sua proposta? Bisogna sforzarsi cli chiarire la questione centrale della legittimità. Come possian10apprezzare la legittimità del pensiero greco nell'imporsi quale riferimento necessario a tutti gli attori presenti nel Mediterraneo? Come legittimare la pretesa delle tre religioni monoteistiche, durata nei secoli, clidetenere l'unica verità escludendo tutte le altre? Le teologie cristiana, ebraica e mussulmana hanno tutte sviluppato l'idea che la verità sia stata rivelata a un popolo in modo esclusivo, abolendo le precedenti rivelazioni.Questa pretesa, di cui noi vediamo oggi gli effetti nella questione isrnelo-palestinese o nella pretesa clell'islan1di tornare ad essere un modello che si fonda su questa verità rivelata. va rivista radicalmente. Ma attenzione: anche lamoclen1itàesclude così come escludono le verità teologiche costruite dalle tre religioni. La sua pretesa, infatti, è quella cli imporsi a sua volta come una specie cli "nuova teologia'', con la differenza che si tratta cli una teologia che antepone un'antropologia: è l'uomo, e non più Dio, al centro della definizione di verità esclusiva. Sempre è presente CASSARURALEDARTIGIAN-AFORLI' NEL CUORE questa idea di esclusione. In realtà c'è una profonda contraddizione nel discorso della modernità: se è vero, infatti. che da un lato essa opera un'aperturn democratica dello spazio politico. è altreltanto vero che all'interno stesso di questa modemità, cresce l'esclusione, agiscono delle forze cli esclusione che la democrazia modema non è capace cli governare. Noi stiamo sperimentando i limiti di questa forma liberale della democrazia: un modello politico destinato a produrre uno spazio di libertàciviche eguali per tutti produce esclusione. Bisognerà allora cominciare a guardare anche al funzionamentodi questa modemità liberale nei suoi limiti, senza affermare un·esclusivismo, simile a quello delle religioni,da cui la modemità illuminista ci ha liberato. Ma la modernità ha almeno il merito di aprire questo dibattito, di metterlo al centro... Tuili i popoli che vivono intorno al Mediterraneo, al Nord come al Sud, all'Est come all'Ovest, hanno partecipato a questo dibattito nel corso di una lunga storia. E' un errore considerare questo dibattito solamente a partire dal XVIII secolo, cioè a partire dal trionfo egemonico cli un modello cli moclemità liberale quale è nato in Europa ed imporlo all'insieme delle altre società senza permettere a queste ultime cli guardare più profondamente e più lontano nella propria storia e nèlle proprie risorse, onde produrre altre forn1e della modernità. voi mussulmani siete inassimilabili Tutti questi problemisono totalmente elusi, non sono nemmeno presi in considerazione. Non so come un professoredi liceo in Italiao in Francia possa sensibilizzare i propri studenti alla necessità intellettuale di guardare a tutti i sistemi clipensiero. emersi nello spazio mediterraneo, lasciandoli parlare da soli, senza imporre loro il vocabolario con cui la modernità europea defìnisce la propria legittimità filosofica, antropologica, storica e politica. Tutte queste legittimità non sono affatto assicurate e tuttavia gli europei si compo11anocome se lo fossero. Si tratti di politici o cli intelle11ualin, on vedo in Europauna discussioneaperta. un·analisi critica radicale della legiltimità dei discorsi connittuali che i vari attori hanno finora tenuto nel Mediterraneo. In realtà tulli gli attuali rappresentanti si rifmmo alle rispettive tradizioni per continuare ad affennare una posizione egemonica nel Mediterrnneo. L'Iran vuole avere una posizione egemonica in seno all'islam e. attraverso l'islan1. nel Mediterraneo, e forse anche nel mondo. E questa volontà di egemonia è una risposta alla volontà cli egemonia indiscutibile, aperta e conosciuta, che l'Europa, o meglio le nazioni europee. ognuna per sé, hanno esercitato nel corso degli ultimi due secoli. Allora, io penso a una rivoluzione intellettuale e culturale che avvenga a partire dallo spazio mediterraneo. L'Europa ha ricevuto tutti gli strumenti del proprio pensiero, gli strumenti spirituali. etici. politici e giuridici ciel proprio pensare dal Meditemmeo, dalla Grecia, eiaRoma. dal Vicino Oriente attraverso il Cristianesimo. La civiltà celtica, la civiltà gallica. la civiltà etrusca sono state eliminate dall'egemonia di una civiltà costruita con quegli strumenti intellettuali. L'Europa non può. allora, pretendere di fare come se questi strumenti se li fosse inventati eia se stessa. Noi dobbiamo guardare alla storia dello stesso cristianesimo con occhi diversi eia quelli con cui nel passato attribuivan10ad esso un privilegio, acquisito dall'ascesa economica e politica. e dunque intellettuale, dell'Europa. Il cristianesimo è stato obbligato dapprima a fondersi nel nuovo pensiero emerso in ELrropa con la modernità. Ha cercato di resistere alla modernità in ciò che aveva di irreligioso,ma alla fine si è piegato ad essa per beneficiame. diventando una religione egemonica. come l'Europa è stata egemonica, particolannente nei confronti dell'islam. Questo produce lo squilibrio attuale e i conflitti attuali. Ecco perché, m1corauna volta, simno obbligati a tornare al I Meclitemmeo. Ma tutto questo, secondo lei, ha una valen1,a immediatamente politica oggi? Tutto ciò lo ritrovim110a, mio pmere, anche nell'attualità: gli italiani che occupano una posizione debole nella nuova costruzione europea cercano cli compensare questa debolezza economica e monetaria con la loro forza culturale e la forza culturale dell'Italia è nella sua cultura mediterranea. Per la Spagna è la stessa cosa. La Grecia. invece. è il paese dell'Unione Europea che ideologicamente non si è m1coraliberato ciel periodo. molto duro. della dominazione ottomana. durata fino al 1830. Questo ha lasciatodelle tracce molto forti nella coscienza storica dei greci di oggi. per cui noi vediamo la Grecia prendere posizioni ideologiche passionali ogni volta che si parla di turchi: è il segno di una ferita subìta. Ugualmente. qum1doun paese islamico come il Marocco cerca di fare • Disinfestazioni • Derattizzazioni . Disinfezioni • Allontanamento colombi da edifici e monumenti • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturallstlche ./7 /00 Porli• viaMe11cci. 24 (Zona lm/11strit1/e) Ttl. (05./3)722062 Telefa.r(05./3)722083 un passo verso l'Unione Europea, per partecipare almeno agli scambi economici con essa, gli europei dicono: ··No, non possiamo ammettervi, perché voi siete mussulmani. la vostrn civiltà è islamica". Fu Claes. che si è dimesso poco tempo fa da segretario della Nato e che all'epoca ern ministro degli esteri, oltre che del Belgio, anche dellaComunità. a dare, alla richiesta ufficiale ciel Marocco di entrare nell'Unione Europea. questa risposta: ''Il Marocco non può entrare nell'Unione Europea. perché si richimna a una civiltà mussulmana, totalmente inassimilabile dalla nostra". la Chiesanon firmò la Dichiarazione dei diritti dell'uomo Questo dalla bocca di un ministro degli esteri! Ma non bisogna accusarlo. lo non lo accuso affatto. perché Claes non faceva altro che esprimere in maniera chiara e alta, ed è un merito eia parte sua, ciò che tulli gli europei pensano, ma non vogliono esprimere, non osando provocare incidenti diplomatici. Ma lo pensano profondan1ente.E non fanno niente perché questa situazione cambi. Al contrnrio: le politiche condotte dall'insieme dell'Europa sono politiche cli marginalizzazione ed esclusione di questi popoli che vivono all'interno dello spazio mediterraneo. Questo è un problema estremamente importante oggi per tutto quel che riguarda la questione meditem1nea, perché l'Unione Europea si sta allarg,mcloverso l'Europa dell'Est, si estende verso Nord fino alla Scandinavia. ma non guarda affatto a questa parte del Mediterraneo che geo-politicamente, geo-storicamente fa pm1edell'Europa e che oggi è un Mediterraneo arabo, turco e musulmano. E in questo moclol'Europa rischiadi perdere quelle possibilità cli evoluzione e apertura della culturn islm11ica che esistono a palio che si ritrovino quei precedenti storici, in cui fu il pensiero islamico a veicolare il pensiero greco, e quindi europeo. attrnverso il Meditemu1eo,facendogli ritrovare le sue origini, la sua eredità spirituale e intellettuale.che è inseparabiledall'eredità mediterraneadel cristianesimo. Ma questa pane della storia è censurata dagli europei e. a dire il vero. dimenticata dagli stessi mussulmani di oggi. Que.~toè un movimento di risorgimento intellelluale.di ritorno a sorgenti storiche. con una visione politica nuova. non più conflittuale e separata. Purtroppo fino ad oggi gli orientamenti dell'Unione Europea non ci permettono di dire che supereremo questo conflitto grazie a una nuova politica. Per questo io milito perché l'Unione Europea cambi completamente attitudine politica nei confronti del Mediterraneo. Tuni gli europei oggi condividono questa paura, questo timore, questo rifiuto di quel che può venire dal sud e dall'est del Mediterraneo. Cercano cli fare un discorso mite, un discorso che ritarda le cose per attenuare gli effetti della protesta che monta al sud e all'est, ma non mettono in can1pogli strumenti necessari, particolarmente nel sistema educativo, per modifìcare rndicalmente la loro visione storica, e quindi intellettuale, cliquei conflitti lontani, che sono all'origine dei conflitti attuali. Bisogna puntare tutto sulla costruzione europea. Bisogna esprimersi all'interno delle nazioni europee già cost ituite, ma anche all'interno del quadro della costruzione europea, affinché l'Unione Europea non sia il prolungamento degli Stati-nazione europei e della visione storica che questi hanno sviluppato per servire il loro sacro egoismo nazionale o un'idea egemonica della nazione e, ora, un'idea egemonica dell'Unione Europea cli fronte a popoli che sono molto prossimi, anzi sono dentro lo spazio europeo. Non si può escludere il Nordafrica dallo spazio europeo. non è possibile! Tutta la storia griderebbe per questa ingiustizia! E' a causa della crescita egemonica dell'Europa dal XVI secolo, e ancor prima dalle repubblichemarinare italiane, che l'islam è stato messo all'angolo. non a causa di un insegnamento fanatico dell'islan1 in quanto reiigione. L·islan1 in quanto religione è stato utilizzato dai mussulmani come luogo di resistenza alla crescita egemonica dell'Europa, e al suo dominio. E· su questo terreno che occorre battersi. Ma, lo ripeto, gli europei mediterranei. l'Italia, la Spagna e la Francia. non conducono la lotta neccssm-iaper dare allo spazio mediterrm1eo,che non può non includere la parte mussulmana, il suo posto nell'avvenire geo-culturale dell 'Europa in senso largo. L'islam, ora. sta evolvendosi, sta facendo la propria rivoluzione esattamente come il cristianesimo. sta affronumclole sfìde della modernità. E' in questa prospettiva che occorre guardare all'islam e non fennarsi alle sue mm1ifestazioniattuali, che sono manifestazioni di autoprotezione. di autodifesa di fronte a un·egemonia che non ha cessato di eserciléU'sdi al XVI secolo sull'insieme del Mediterraneo. Che tipo cli travaglio sta attraversando l'islam? Sappiamo che lei Dovepuoi trovare: GAIA Erboristeria, Alimentinaturali, Verduredemeter e biologiche, Prodottifreschi, Fitocosmesi In un nuovo ampio locale in via Giorgio Regnali, 67 - Forlì tel. 0543-34777

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==