Una città - anno V - n. 41 - maggio 1995

di resistenza e altro , La resistenza civile non armata, grazie al primato dell'immagine dell'uomo in armi, non fu neanche studiata e lasciata in appalto ai cattolici, ma attraversò tutti gli schieramenti e coinvolse tanti cittadini. In particolare quella delle donne, a partire dal reticolo familiare e di vicinato, fu disconosciuta nello stereotipo della madre tutta sentimento. Un'etica della responsabilità che parte da un pensiero che sa scegliere, analizzare i costi-benefici della violenza, vedere l'individuo e non solo lo schieramento. Intervista a Anna Bravo. Anna Bravo, storica di professione, vive e lavora a Torino. Il librocuisifa riferimento nell'intervista è In guerra senza armi. Storie di donne. 1940-1945, di Anna Bravo e Anna Maria Bruzzone, uscito recentemente da Laterza. La donna nella Resistenza come è stata considerata, qual è il ruolo che durante e dopo le si è attribuito? In primo luogo, le donne sono definite come contributrici, abitualmente si P.arla del "contributo delle donne alla Resi~tenza". Ora, contributo vuol dire che qualcuno in secondo piano dà un apporto, un supporto, a qualcosa che già preesiste. Questo dipende proprio dalla concettualizzazione che si fa del termine Resistenza: nella storiografia e anche nella celebrazione la Resistenza è nominata al singolare, il resistente è chi prende le armi e se ne va in montagna, in collina o a fare il Gap in città. Non che manchino del tutto immagini femminili fortemente simboliche, basta pensare al famoso manifesto dove ci sono tre donne con il mitra, con quella del mezzo molto bella, giovane. Ma la figura di riferimento resta quella del partigiano giovane, maschio, del centro-nord. Io credo, invece, che il termine resistenza andrebbe sempre pensato al plurale proprio perché ci 1:11 una pluralità di atteggiamenti antagonisti al fascismo e al nazismo che non possono essere considerati solo un orizzonte, un contesto favorevole o un supporto alla lotta armata. Sembra anche banale dirlo, ma non mi sembra del tutto scontato nella storiografia della Resistenza: il concetto di Resistenza andrebbe molto più "complicato" perché non soltanto la politica non si esaurisce nell'azione delle avanguardie organizzate, ma soprattutto il comportamento attivo non è solo quello che si fa con le armi. Invece per indicare le forme di lotta non armata si usa ancora il termine resistenza passiva che per la nostra cultura è svalutante e ingeneroso se si pensa a còsa voleva dire disobbedire nell'Europa occupata: fare uno sciopero, sabotare la produzione oppure nascondere un prigioniero alleato comportavano la pena di morte. Come si fa a chiamare passivo un atteggiamento simile? Questo accento esclusivo sulle armi, secondo me, offusca la complessità della stessa resistenza armata e tra l'altro dà adito all'idea che la resistenza civile o non armata, siccome è stata rivendicata quasi solo dai cattolici, sia anche stata fatta solo da loro, in uno schema in cui, appunto, da una parte c'è la durezza e la ferocia, anche, delle sinistre e dei comunisti in armi, dal1'altra la pietas della gente comune, delle donne, dei cattolici. La resistenza civile, invece, fu un fenomeno che attraversò tutti gli schieramenti: la stessa persona che poteva fare uno scontro durissimo, magari si sforzava di contenere la violenza, aiutava un perseguitato, cercava di prendersi cura del corpo del nemico. Anche recentemente Buttiglione ha riproposto un quadro in cui ai partigiani violenti contrappone le madri e il vescovo, difensore della pace, che sarebbe l'autentico esempio di resistente. In realtà le donne di cui parliamo nel nostro libro a volte sono in disaccordo coi partigiani, a volte interloquiscono con la Resistenza quando, per esempio, cercano di evitare che la violenza si estenda a persone che secondo loro sono meno colpevoli. Ma stanno dalla parte della Resistenza. Sono donne che magari avevano il figlio partigiano ma che non volevano che fosse ammazzato quel certo soldato della Wehrmacht o quel certo fascista che ritenevano innocuo. Non erano necessariamente tutte mamme cattoliche, "madri dolorose", erano persone che tendevano a distinguere l'individuo dallo schieramento cui apparteneva, a graduare - Il famoso vescovo defensor pacis, lui sì, invece, che è al di sopra delle parti ed esserlo sarà anche il suo mestiere ma non può essere lui a rappresentare resistenza e antifascismo. La fissazione sull'aspetto belligerante impoverisce anche la figura maschile nella resistenza del partigiano stesso, come poi, in fondo, impoverisce la figura del soldato in generale. Come non regge l'assimilazione stereotipata tra donne e pace, non regge neanche quella fra uomini e guerra, non solo nella Resistenza ma anche per esempio nella prima guerra mondiale. A me ha colpito tantissimo leggere come i soldati, in tutti i fronti, si organizzassero le tregue autonomamente: decidevano che non si sparava in un certo settore di trincea per ricavarsi un po' di pace, per vivere un po' di più, oppure che non si sparava in certi giorni, in certe ore, o magari per poter prendere il sole. C'erano una serie di accomodamenti tra le truppe di prima linea, che certo duravano quel che duravano perché poi arrivavano gli ordini di sparare per forza, però c'era un' intelligenza nell'usare tutti gli accorgimenti possibili per morire di meno e per ammazzare di meno. conoscitivo e sofisticato, che discerne, che gradua anche, che media, che sceglie non l 'aut aut ma I' et et, che tenta di agire la politica in senso non specialistico, di proporre un modo di giudicare che vada al di là delle scelte dicotomiche. Ma quel codice era debole, era solo e perde e si perde perché non viene neanche avvertito come un modo di fare diversamente la politica, ma viene etichettato appunto come maternità nel senso più tradizionale: la mamma che tutto perdona, indulgente, la donna tutta sentimento, irrazionale, impolitica. Per cui, passata l'emergenza, è come se si dicesse "adesso basta": la madre che andava ad intromettersi nella sfera pubblica torna ad aver voce in capitolo solo nella domesticità. Tra l'altro, proprio negli anni del dopoguerra, sull'onda di teorie anglosassoni secondo le quali se i bambini non hanno la madre a tempo pieno diventano disturbati irrimediabilmente, si diffondono correnti ideologiche che spingono verso il ritorno a casa. Ci sono anche i fattori di politica interna, molto presto scoppia la contrapposizione contro le sinistre, la guerra fredda ... E poi credo che abbia contato una mancanza di memoria storica: come noi nel '68 abbiamo dimenticato le donne tutti gli accorgimenti dell'Udi, della Resistenza, le donne nella Resistenza hanno dimenticato il femminiper ammazzare smo di fine 800 e primo 900 e questo ha e morire di meno cont~ibuit~ a far sì che quell'embrione di · pensiero differente non fosse abbastanza A me sembra un fenomeno enorme, crea- valorizzato. tivo, che tra l'altro dimostra che non è vero Cosa rappresentò la Costituzione in che gli uomini sono necessariamente così questa prospettiva? legati alla violenza, alle armi. Quando pos- Io mi ricordo che Anna Rossi Doria, serisono spesso non lo sono. vendo del dibattito alla Costituente, parla Ora tornando alla Resistenza, va detto che di un documento dell'Udi molto avanzato la storiografia non è che abbia negato I' ope- sul tema della parità nella famiglia e dei ra dei civili però le ha sempre rifiutato la diritti individuali della donna nella sfera definizione, il titolo di resistenza; ha prefe- privata. Un tema che la Costituzione non rito usare la formula dell'appoggio, del- tocca e, anzi, lascia affidato al vecchio l'aiuto e per lo più ha sempre parlato dei codice: le donne votano ma in casa il capo comportamenti dei civili per dimostrare è il marito. Così quel privato che è la sede che la lotta in armi era più o meno radicata primaria dove comincia la disparità, non e popolare. Col risultato poi che la resi- viene toccato. Poi di quel documento spastenza civile non è mai stata studiata in riscono le tracce. Le donne della Co~timodo approfondito. Gorrieri è uno dei tuente certamente si rendono conto del pochi che ne ha scritto qualcosa, a propo- problema ma pesa ancora la teoria che la sitodelleformediprotezionedeipersegui- questione femminile si risolve dopo e da tati nella zona di Montefiorino, però se vai sola e prevale, credo, la grande fedeltà in biblioteca non trovi neanche la voce delle donne della sinistra ai loro partiti di Resistenza civile o non armata. Dobbiamo appartenenza, ai loro compagni di lotta. essere molto grati agli storici e militanti di Credo però che per quelle donne, tante area non-violenta se oggi ne parliamo con delle quali assolutamente straordinarie, un po' più di documentazione e consape- fossemoltodifficilevedereneipropricomvolezza. pagni anche degli avversari come invece è Rispetto al discorso della cura, quanto avvenuto negli anni settanta per le donne c'è di vero e quanto c'è di stereotipato della sinistra extraparlamentare perché le nel vederla come prerogativa della don- esperienze furono enormemente più dramna? Per esempio tu parli del maternage matiche. di massa che le donne riservarono agli E' indicativo, per esempio, che non si sbandati dell'8 settembre. faccia parola del diritto di aborto, mentre Loro dicono che furono mosse in primo nella Resistenza c'erano stati episodi, non luogo dalla pietà e dalla solidarietà verso molto conosciuti ma in cui il problema era quei "poveri ragazzi". Tra l'altro l'uomo stato affrontato: in varie zone del nord giovane, vulnerabile, certamente fa un ap- c'erano stati degli stupri da parte di truppe pello notevole ai sentimenti delle donne, mongole, e queste donne erano andate dai anche di quelle altrettanto giovani. Secon- partigiani a dire: "adesso ci fate abortire" e do noi i soldati questo lo sapevano e lo chiedevano giustamente la copertura legasfruttavano, ma per ricevere aiuto era an- le, volevano abortire senza il rischio di che necessario che loro si fossero dissocia- essere perseguitate. Lì poi e' era I' aggrati o si dissociassero in quello stesso mo- vante dei caratteri fisici differenti, con un mentodallalegalitàvigente,dovevanoaver impulso della comunità ad autotutelarsi e ritirato il consenso alla legge fascista e su questo è difficile dare giudizi. Comunnazista. Quindi quella pietà, quel materna- que i partigiani organizzarono la cosa. In ge, non era privo di politicità, anzi, toglie- un caso presero addirittura un primario va consenso, dopo tutti quegli anni, a una che, fra l'altro, era un fascista e l'obbligalegalità che si imponeva con la violenza. rono a fare le interruzioni di gravidanza. Credo che simili comportamenti alludano Questo lo raccontano due giovani storici, a una idea di legittimità sotterranea e diver- Roberto Botta e Pierangelo Lombardi. Dosa. Quindi c'è un elemento politico e un podiché nel '45 l'abortoè tornato ad essere intento politico, naturalmente usando il un reato. B e resfonsabilità, la violenza, t3 QUnizione. termine politico in modo non specialistico: Quindi c'erano sicuramente delle esitazione! senso, cioè, di un agire insieme per dei ni e certamente influì molto anche la nefini sovraindividuali. cessità di fare una costituzione unitaria in Penso che in quei momenti fosse ali' opera accordo con le forze cattoliche. Ma probaun codice materno che si potrebbe definire bilmente le sinistre hanno mediato ancor co~a tendenza a uonsiero, a uno stile prima di esprimere un obbiettivo e se uno 8 UNA CITTA' media prima con se stesso, cosa che pur- di resistenza civile: ambulatori per bambitroppo noi donne facciamo spesso, rego- ni, mense, attività culturali, attività di tealarmentesi perde. L'unicoche peresempio tro, attività di documentazione. Era un parlava di libertà delle donne sul piano grosso sforzo per mantenersi non solo in sessuale e parità nella famiglia era Umber- vita, ma in vita come esseri pensanti, che si to Colosso che veniva considerato uno prendevano cura l'uno dell'altro, che tutestravagante. lavano le proprie tradizioni, raccogliendo La resistenza civile non aiuta a imposta- testimonianze e documenti, che guardavare meglio il problema della colpa e della no persino ali' aspetto del vivere meglio, al responsabilità? teatro per esempio. Tra infinite contraddiLa resistenza civile può aiutare a porre in zioni, perché significava anche amminitermini diversi questo problema della re- strare la propria oppressione, resta il fatto sponsabilità e della colpa che per noi in che queste piccole comunità fanno una Italia è molto delicato perché c'è una forte quantità di cose, soltanto che non fanno la tendenza alla rimozione, in particolare delle resistenza sul piano armato e ancora una responsabilità nella persecuzione e nella volta, per questo, si accredita l'immagine deportazione degli ebrei; una tendenza al- di un popolo passivo. Quale resistenza l'autoassoluzione. Allora, se l'unica figu- migliore che fare le scuole per preservare ra modello è quella del partigiano in armi, la possibilità che i ragazzini imparino? è chiaro che non tutti, per motivi pratici o Invece si parla quasi solo della rivolta per motivi ideologici, possono prendere le armata del ghetto di Varsavia. Gli stessi armi. Se tu allarghi il concetto di Resisten- polacchi fecero funzionare, come poteroza allora l'opposizione è praticabile in no,certo,anchealcuneuniversitàequando tanti luoghi, in tante forme: chi fa resisten- il progetto è quello di sterminare la classe za civile può dire "fai come me" anche a dirigente di un paese, come attività di resichi è madre o padre di IO figli, a chi è stenza questa mi sembra decisiva. vecchio e non sa sparare, a chi ha motivi Nel libro citate la distinzione che fa Toideologici contro la violenza. Le opportu- dorov fra etica della decisione, coi grannità di fare qualcosa diventano tantissime, di principi, gli ideali, legata al sacrificio, ci sono persone uguali a te che agiscono e e etica della responsabiJità legata al riallora anche il problema del!' autocoscien- schio, alla sua riduzione, per dire che le za e del senso di colpa diventa più difficile donne sono portate spontaneamente più da eludere. per la seconda ... Adesso è uscito questo ultimo libro di Non so se spontaneamente o no. Può darsi Rusconi che è bello e dice cose importanti, che la maternità reale o virtuale ti inclina a fra cui quella di smettere di considerare questo modo di pensare diverso, più atteni' attendismo solo come egoismo e oppor- to. Ma non ne sono tanto sicura, pensando tunismo, ma di vederlo invece come un a quanto la maternità sia stata usata politifenomenocomplessoche non esclude azio- camente ma anche agita dalle donne in nidi protesta e solidarietà. Invece secondo modo feroce, nazionalista, spietato. Certo me la resistenza civile è proprio una cosa che molte si comportano così, cioè pensanche non c'entra niente con l'attendismo do molto a quello che succederà se si per il motivo che dicevo prima: in partico- prende una certa iniziativa, anche perché lare in alcuni casi come 1'8 settembre le tendono a vedere la persona concreta, un donne che aiutano, che nascondono milita- corpo, il rapporto col corpo, e può darsi che ri, prigionieri, non aspettano affatto, non questo dipenda dalla pratica dell'allevaaspettano neanche che ci sia la resistenza mento che ti aiuta ad avere questa mentaarmata, la precedono addirittura, c'è una lità capace di prevedere e distinguere. Non circostanza in cui si può e si deve interve- lo so, queste generalizzazioni mi lasciano nire e lo fanno. Chi aiuta un ebreo o qual- · sempre perplessa, magari sono io che non cun altro che si trova in condizione di amo pensare tanto in termini generali. A rischio, non aspetta affatto che la salvezza volte penso che le donne -a parte quelle di quella persona o di quel gruppo venga legate alla politica, perché in questo caso automaticamente dalla vittoria nella guer- rischiano di diventare anche troppo ortora contro il nazismo. Questo è di nuovo il dosse- usano meno l'etica della convinziocontrario dell'attendismo: se tu prendi come ne perché sono le meno convinte dei grandi criterio quello di salvare le vite, si potrebbe obiettivi sovraindividuali e quindi sono dire paradossalmente che è più attendista più portate a vedere le conseguenze di una chi dice "salveremo quelli che sono nei certa azione o mancata azione, a valutare lager vincendo". Quelli sono attendisti, gli quel che poteva succedere. Se sei poco altri no, gli altri fanno subito, salvano, ci convinto dei grandi orizzonti, pensi subito sono emergenze che vanno risolte subito alle conseguenze di ciò che fai. E' cruciale perché se no la gente muore. Perlasca non per il tema della violenza. Non voglio dire ha aspettato niente, ha fatto, e così tutti gli che gli uomini o i partigiani non ci pensasaltri. Perlasca ormai è un simbolo in Italia, sero, c'era un dibattito forte sul terrorismo ma se non c'era Deaglio nessuno avrebbe e sul rischio di rappresaglie, ma certamensaputo chi era e già questo è significativo. te le donne sentono di più questo problechi aiutò un ebreo, un perseguitato, non attese affatto Le azioni di resistenza civile non possono assolutamente essere assimilate alla categoria dell'attendismo, vanno al contrario distinte molto bene dalla cosiddetta "zona grigia" proprio per impedire che vengano tutte quante fagocitate o da una versione per cui tutto il popolo sarebbe stato contro il nazismo, o dalla versione opposta che considera tutti attendisti. D'altra parte non solo in Italia il concetto di resistenza civile è stato poco utilizzato. Per esempio sulla shoah ha prevalso a lungo un discorso indecente, nato fra l'altro fra i giovani sionisti, secondo cui gli ebrei sarebbero andati alle camere a gas come pecore. Anche lì c'è una distorsione perché dal '40 al '42 nei ghetti dell'Europa dell'est si svilupparono tantissime attività ma. In Difronte all'estremo Todorov parlava della cura quotidiana come un fare tipicamente femminile, delle donne che si devono prendere sempre cura più di qualcun altro che di se stesse, e in questo ultimo libro, Una tragedia vissuta, fa capire come nessuna iniziativa, quali che siano le motivazioni, possa essere esente dalla valutazione del rapporto costi-benefici. Invece tendiamo spesso a prendere tutto in blocco per cui quella violenza è tutta giusta e la sensatezza di una scelta generale per l'uso della violenza viene estesa a tutte le sue manifestazioni particolari -anche se poi, evidentemente, tra le persone, nei corridoi della mente, uno riesce benissimo ad analizzare un determinato fatto guardando a cosa rispondeva quel tipo di violenza. C'è stato un convegno ad Arezzo l'anno scorso in cui si è raccontato di una strage avvenuta a Ci vitella, nel!' Aretino, rispetto alla quale si contrapponevano e si contrappongono proprio due memorie: una è la memoria partigiana per la quale l'eccidio

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