Una città - anno V - n. 38 - gen.-feb. 1995

a, pro1:>Iern1a, conr,ne I Embrioni tenuti in laboratorio in azoto liquido per essere dati alla sperimentazione. Il problema dell'identità familiare del bambino nel caso della fecondazione eterologa. La riduzione fetale operata nel caso di gravidanze plurigemellari, l'escamotage del preembrione. La fecondazione artificiale in vitro, ancor più che il problema dell'aborto, ci sta ponendo domande ultime e drammatiche sulla vita dell'uomo. Intervista· a Carlo Casini. Germania e la Spagna. Al Parlamento Europeo e al Consiglio d' Europa si sta discutendo da tempo. II I3 marzo '89 il Parlamento ha approvato due risoluzioni -di una sono stato relatore io, dell'altra un socialista tedesco- che esprimono un atteggiamento estremamente prudente verso la procreazione artificiale. Si dice: "mai sperimentazione sugli embrioni, in nessun caso", "mai interventi sperimentali se non quelli che sono il rimedio estremo per salvare la vita stessa dell'embrione", "no alla selezione degli embrioni". Nel testo finale, poi, si diceche il Parlamento Europeo non auspica il ricorso alla fecondazione artificiale eterologa, ma, nell'ipotesi che a questa si ricorra, chiede almeno che si applichino, per analogia, le norme previste per I' adozione. Il che vuol dire che, ad esempio, in Italia sarebbe possibile solo in favore di coppie sposate, perché l'adozione oggi è consentita solo a coppie sposate. Carlo Casini, esponente del Movimento per la Vita, è deputato al Parlamento europeo, dove si sta occupando dei temi della bioetica. biologico, l'appartenenza biologica alla specie umana in forma individuale, è già sufficiente a indicare il mistero e tutta la ricchezza del1'uomo? Sono grandi domande che Quali problemi etici pone lo svi- vengono poste in modo ultimo su luppo della fecondazione artifi- questa frontiera dell'inizio della vita ciale e qual è la sua posizione in umana e che la procreazione artifimerito? ciale ripropone in termini ancora Mentre la procreazione artificiale più drammatici che nella materia, in vivo, con introduzione diretta così controversa, dell'aborto. nell'utero femminile dello sperma Recentemente a Bologna, durante maschile, era conosciuta da tempo un congresso di ginecologia presso e praticata anche sull'uomo, non · l'Istituto S. Orsola della Facoltà di solo sugli animali, lo sviluppo re~ Medicina, è stata fatta una relaziocente di quella in vitro, con prelie- · · ne nel corso della quale è stata vo, cioè, dell'uovo femminile e sua documentata con filmati, attraverfecondazione con seme maschile so meccanismi ecografici, lacosidin ambiente esterno al corpo della detta riduzione fetale in 36 casi. Di donna, creando una quantità enor- che si tratta? Si trattava di casi di me di possibilità, tante delle quali concepimenti avvenuti mediante ancora da sondare, ha posto tutta procreazione artificiale, con preleuna serie di problemi estremamen- vamento di uova femminili, loro te inquietanti. lo ho fatto il parago- fecondazione con sperma maschile ne con la scoperta dell'intimità del- e impiantazione degli embrioni la materia inanimata: la bomba ato- nell'utero femminile, che avevano mica nasce come sviluppo negati- dato luogo a gravidanze plurigevo di una conoscenza, in sé positi- mellari. va, dell'intimità della materia inanimata. Qui si tratta della conoscenza dei meccanismi della mate- .,,ria animata e i rischi potrebbero essere anche più gravi di quelli della bomba atomica, perché l'uomo potrebbe, al limite, attraverso la manipolazione del genoma, diventare proprietà totale di un altro uomo e quindi perdere il suo carattere di soggettività: la stessa dignità umana verrebbe distrutta. Il fatto che ci sia un embrione umano in un laboratorio di biologia ci pone delle domande. Di chi è? Chi può decidere per lui? E' proprietà del medico o di chi ha dato il seme o di chi l'ha commissionato? Cosa si può fare su questo embrione? Si può fare l'analisi del genoma? Si possono buttar via gli embrioni che non sembrano tanto adatti? E, vista la velocità con cui procede la ricerca, sono tutti problemi oltre che inquietanti anche estremamente urgenti da affrontare. Problemi che, secondo me, riguardano due questioni fondamentali. · La prima grande questione concerne il significato stesso del vivere umano. Questi embrioni costruiti in provetta che, in attesa di essere impiantati nell'utero della donna che desidera una gravidanza, vengono conservati a decine di migliaia nei laboratori di biologia sotto azoto liquido, cosa sono? Sono pezzetti di carne senza significato? Sono masserelle genetiche? Sono individualità umane? E questa domanda rinvia a un'altra, ancora più grave e profonda: in fondo cosa rende umano l'umano? Il volto, il nome, l'intelligenza, la salute, il colore della pelle, l'autoconsapevolezza? Oppure il dato . . ' se c1sono p1u bambini e di uno è l'ordinativo? Sono casi relativamente frequenti perché, siccome la possibilità di impianto dell'embrione nell'utero è più difficile che non nella fecondazione naturale e siccome tale impianto dipende anche dai richiami che l'embrione manda, si immettono tre, quattro embrioni in modo che più forte sia il richiamo e maggiore l'adattamento della mucosa uterina. Il rischio qual è? Che gli embrioni si impiantino tutti. Allora che si fa quando l'ordinativo è di un bambino e invece ci sono più bambini? Riduzione fetale. E' stato documentato che ali' ottava settimana di gravidanza si fa un'iniezione nel cuore di alcuni di questi gemelli in modo da poterli sopprimere, perché ne restino uno, due, quelli che interessano ai genitori o al medico. Sono fatti avvenuti a Bologna, non in Canada o chissà dove. Ora, questa come la chiamiamo? Decimazione? Selezione? lo sono antiabortista per principio, ma posso rendermi conto delle difficoltà, delle angosce, dei timori e delle solitudini che possono portare una donna a dire: "beh, io questa gravidanza proprio non la voglio, abortisco", ma non riesco neanche a immaginare una mamma che, avendo due gemelli a seguito di una fecondazione dovuta a un rapporto sessuale normale, dica: "ne voglio uno solo, perciò ne ammazzo uno", "proseguo la gravidanza solo per uno". Mi sembra quasi inconcepibile. Se una mamma è ff CoffadeiRipf ormdi iForlì s.p.A. IIIH#I- CONTO, f!i!ì, dA O a 10 anni da 11 a 19 anni Perloro il migliorfuturopossibile Aut. Mln. n. 6/1758 del 2/10/93 4 UNA ClffA 11 ,O disposta ad accoglierne uno, li accoglie tutti. Ma se io ricorro alla procreazione artificiale per avere un figlio, io ne voglio uno, per questo ho speso, per questo mi sono impegnata, per questo mi sono sottoposta a procedure invasive per avere una iper-ovulazione, per cui il medico mi deve garantire. Allora: riduzione fetale. Ma questo problema c'è già in laboratorio, col problema degli embrioni di troppo congelati. Infatti. Ho fatto l'esempio della riduzione fetale perché è terribile, perché l'iniezione al cuore colpisce. In realtà nella procreazione artificiale la selezione è un fatto normale, avviene sempre, come nel caso del congelamento degli embrioni. Siccome oggi non si riesce a congelare l'uovo mentre si può congelare e conservare l'embrione, siccome le procedure mediche per prelevare dal corpo della donna uova giunte a maturazione sono tutt'altro che semplici e richiedono anche sofferenza, siccome, infine, l'impianto dell'embrione è evento abbastanza raro e può succedere di dover procedere a diversi tentativi, si produce allora un' iper-ovulazione, si preleva il maggior numero possibile di ovuli, si fecondano tutti, per averne alcuni da impiantare nel primo tentativo e tenerne altri, conservati sotto azoto liquido, di riserva, per successivi tentativi. Nelle procedure più normali se ne impiantano tre, sperando che uno solo viva, e quindi c'è già all'inizio l'accettazione della morte di qualcuno. Si dice che' anche in natura avviene così e non voglio discutere di questo. Ma se l'impianto avviene al primotentativo?Oseladonna cambia idea o sesi sposa con un'altra persona o se muore? Che se ne fa di questi embrioni umani? E' un problema cruciale, tanto più grave quando poi si pretende di far diventare questi embrioni materiale per sperimentazioni di carattere farmacologico o, qualcuno dice, persino militare, per provare prodotti chimici militari. lo di questo non sono un esperto, ma credo che ci sia una grande richiesta perché vedo che c'è una pressione molto forte perché si accetti la sperimentazione sugli embrioni. Al Consiglio d'Europa, nell'ultima seduta, si sarebbe dovuta approvare una convenzione europea in materia di bioetica in cui si diceva, tra l'altro, che non si possono produrre embrioni a scopo di sperimentazione e non si possono fare sperimentazioni su embrioni che abbiano una vita sviluppata di più di 14giorni dal concepimento. Per ora è stata bloccata e rimandata a gennaio e devo dire che nell'opporci a questa risoluzione c'è stato MUSTIOLA NEGOZIO AFFILIATO un rapporto molto stretto fra me e Langer, quindi fra cattolici e verdi. Ma perché non andava bene? Uno che non è esperto potrebbe dire: "ma che bravi! Mettono dei limiti." In realtà, una simile disposizione non mette ancora nessun limite, perché per produrre embrioni è necessario prendere l'uovo della donna, che deve essere quindi disponibile a farsi sottoporre a certi interventi. Ma la donna lo fa se vuole un figlio, altrimenti per quale ragione dovrebbe farlo? In realtà il gran numero di embrioni che vengono prodotti in surplus vengono tutti dalla procreazione artificiale. Quindi dire "non si possono produrre embrioni al solo fine della sperimentazione" non significa niente. Occorre, invece, dire che non si possono produrre embrioni che non siano immediatamente impiantati nel corpo della donna. Come anche non significa molto affermare che "non si possono fare sperimentazioni sugli embrioni quando si sono sviluppati per più di 14 giorni". Tutti sanno che un embrione umano, fuori del corpo femminile, non riesce a vivere senza degradarsi oltre il 14° giorno. E allora non puoi farci più neanche gli esperimenti, per cui anche mettere il limite dei 14giorni significa non mettere alcun limite. C'è anche un'altra questione, diceva... Sì, quella, gravissima, della famiglia. Mediante la procreazione artificiale si possono, infatti, avere più padri e più madri. C'è un'alterazione della natura. Allora, mi domando quale dev'essere il punto di vista più importante: quello dei piccoli o quello dei grandi? E se noi diciamo quello dei piccoli, non va certo bene che un bambino che nasce abbia la madre e non abbia il padre o non sappia chi sia il padre. su 1 O embrioni come non fare una selezione? Non va certo bene che un bambino nasca da una donna di ormai 60 anni, perché questa donna avrà 80 anni quando il ragazzo ne avrà 20 e saranno alterate tutte le logiche normali del rapporto psicologico fra figlio e madre. C'è un desiderio di potenza, una volontà di dominare la natura che crea dei rischi gravi fra i quali, gravissimo, il rischio di selezione. Le analisi si fanno sull'embrione concepito in provetta e se noi accettiamo questo, saremo portati, su 10 embrioni, a cercar di far vivere quello che sembra perfetto, meno malato, eccetera. Lo ripeto: mi pare che siano cose su cui ci sia da ragionare come se ci ALIMENTI NATURALI di PATRIZIA FERRARA viale Il GIUGNO, 62 tel 53063 Prodotti freschi (pane, biscotteria, torte, pizze, eccetera) e confezionati frutta e verdura biologica alimenti macrobiotici integratori alimentari trovassimo di fronte alla bomba atomica. Solo che sulla bomba atomica sarebbe stato molto meglio se le persone che si occupano di morale avessero cominciato a ragionare non dopo, ma prima di averla costruita. Nel campo della procreazione artificiale possiamo ancora farlo. Qual è la normativa attuale in Italia e in Europa? In Italia non abbiamo alcuna legge. Abbiamo avuto varie proposte di legge e un tentativo governativo di orientare la materia con il ministro Degan. Degan nominò una commissione, il cui presidente era Santosuosso, un magistrato del laCorte di Cassazione oggi alla Corte Costituzionale, che concluse con due ipotesi: la prima di ammissibilità della sola procreazione artificiale omologa, cioè ali' interno della coppia, e la seconda di legislazione nel caso che fosse accettata anche la fecondazione artificiale eterologa, cioè con patrimonio genetico esterno alla coppia. Erano ipotesi restrittive, perché dal diritto costituzionale si ricavavano alcuni principi i per cui doveva essere prodotto e impiantato un solo embrione, non ci doveva essere il congelamento di più embrioni e comunque, anche se il seme fosse stato esterno alla coppia, la fecondazione doveva essere fatta in favore della coppia. Ma le cose sono rimaste lì. A livello europeo, c'è una legislazione diversificata da paese a paese. Una delle leggi più permissive è quella spagnola del '9 I, la più restrittiva è quella tedesca del '90, mentre nei paesi scandinavi, in Norvegia e in Svezia ad esempio, contrariamente a quello che si pensa, le leggi sono piuttosto restrittive e dipendono da norme sia indirette, che vietano la sperimentazione sugli embrioni, che dirette perché si riconosce al figlio concepito artificialmente, quando raggiunge l'età adulta, il diritto a conoscere le proprie origini. E quest'ultima è una questione molto controversa sia dal punto di vista teorico che pratico. Teoricamente si afferma che ognuno ha il diritto a conoscere se stesso, che non si deve fondare un'origine sulla menzogna. Si replica che, da un punto di vista pratico, consentendo al ragazzo di andarsi a cercare il genitore biologico, non ci sarà più nessuno che darà l'uovo o il seme perché non vorrà mai trovarsi di fronte a un ragazzo che dica: "tu sei mio padre" o "tu sei mia madre·•. Si controreplica: è praticamente quello che vogliamo, scoraggiare il ricorso alla procreazione artificiale limitandolo di fatto. Di recente la Francia ha approvato un testo complessivo di leggi sulla bioetica che sta a mezzo fra la Da un punto di vista più generale, sulla procreazione artificiale quali questioni culturali ed etiche lei vede come decisive, su cui non si deve cedere? Il punto che a me sembra importantissimo e che riguarda la coscienza civile come tale, laica, riguarda la pretesa distinzione fra pre-embrione ed embrione, dove il pre-embrione sarebbe l'embrione nei primi 14 giorni di vita, prima ancora che ci sia l'annidamento nell'utero femminile. Oggi tutti quelli che operano nel campo tendono a dire: "beh, bisogna rispettare l'embrione ma non il pre-embrione". cosa è bene per il bambino è la domanda Ebbene, il limite dei 14 giorni non ha nessun senso scientifico. Ora, nei processi naturali l'embrione si forma nelle tube, poi scende nel1'utero e comincia un processo di annidamento, di cattura, cioè, da parte della mucosa uterina che lo nutre: questo processo comincia attorno al 5° giorno e termina attorno al 10° giorno, per cui il 14° giorno non c'entra nulla. E' solo vero che fino al 14° giorno l'embrione è in grado di svilupparsi fuori dell'utero femminile e che oltre, non è più in grado di svilupparsi e non siamo più in grado di alimentarlo. In realtà, quindi, il 14 ° giorno è un termine del tutto arbitrario che serve soltanto a consentire le sperimentazioni. Su questo bisogna essere molto chiari: qualunque norma in materia di procreazione artificiale è inaccettabile se ammette la distinzione fra pre-embrione ed embrione, perché questa è l'anticamera inevitabile per accettare poi l'uso del congelamento e la sperimentazione. La seconda cosa che vorrei dire, invece, in quanto cattolico o, meglio, in quanto uomo che ha un certo senso del mistero intorno alla vita, che vede la vita come qualcosa di straordinario, di grande, è che in questo forzare la natura a qualsiasi costo c'è qualcosa di strano e di pericoloso. In fondo, il gesto umano sessuale generante è carico di mistero. Le condizioni ottimali in cui avviene è quando due persone si vogliono bene al punto tale da desiderare di unirsi e avere una vita in comune qualunque cosa accada e il figlio è il risultato, il dono, il suggello di questa scommessa sul futuro. Se togli questo, il figlio viene tradotto in prodotto della tecnica, diviene qualcosa di commerciabile e valutabile economicamente, per cui finiscono per prevalere elettrauto marzio malpezzi piazza della vittoria forlì tel. 67077

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==