un mese di un anno "Bene, benissimo. Alle prossime elezioni vi massacre- •· remo e questa volta non faremo prigionieri, ci prenderemo le televisioni, la Banca d'Italia, la presidenza della Repubblica, perché ègiusto così. Gente come voi si merita solo Fini, così dopo sarete contenti". E' un signore di 45 anni, benestante, di Forza Italia, che si rivolge a un 'anziana signora, sua madre, colpevole di essere socialista fin da ragazza, di votare Pds da quando c'è, di detestare da sempre Berlusconi per la volgarità delle sue televisioni. La scena ci è stata raccontata da un redattore che era presente. Non sarà un campione rappresentativo, ma temiamo lo sia fin troppo. Il nuovo avanza. La sensazione che si stia tergiversando perché loro, gli antidemocratici, hanno già vinto non è piacevole. Ma rassicura la certezza che loro vogliono barare e quella, soprattutto, che il rispetto delle regole, della carta scritta, delle forme stia tutto da una parte. Quello è un buon punto fermo. Poi, lo si sa, la democrazia mette nelle m,!!nidei suoi nemici un'arma mortale. Ma così deve essere. Ai democratici non può che spettare solo e sempre il seçondo colpo. Al momento in cui scriviamo non si sa ancora se avremo un governo. Comunque vada, lo stile con cui il presidente incaricato ha reagito alla canea sarà stata una folata di aria pura. Con un tono dimesso, ma anche fermo ha detto: non ho tradito e non mi sento tradito. Nello stesso momento da un canale Fininvest un fascista stava già parlando di sua moglie. Questo per l'etichetta, che è cosa importante. Per quell'etica che sognavano gli eretici del socialismo, rimandiamo all'ultima: lavorare con fatica e tanto affetto perché due ragazzi che passano ore di frqnte alla televisione e che si atteggiano a naziskin, alla fine, leggano volentieri16 ottobre 1943 di Debenedetti. Partire di lì. PUBB Il sondaggio, a volte anche manipolato, è ormai usato come slogan e come strumento di pressione. La piazza telematica non sarebbe democrazia diretta ma tirannide. In un paese spaccato in due dove il risultato elettorale lo decideranno gli incerti, il controllo dei mezzi di comunicazione televisivi può essere decisivo. La necessità di una grande coalizione per la difesa di una democrazia in pericolo. Il rischio serio di quei cinque milioni di italiani che sono contro il parlamento. Intervista a Giorgio Calò. B1 Giorgio Calò è amministratore delegato dell'istituto di ricerca Directa. I sondaggi d'opinione influenzano ormai le scelte politiche e lo stesso modo di fare politica. Cosa comporta questo per la vita democratica? Il dibattito sui sondaggi è aperto in tutto il mondo, ma in Italia, da quando è sceso in campo il Cavaliere, anche questo settore si è purtroppo imbarbarito. Rispetto ad altri paesi, di sondaggi fino a un anno fa se ne facevano relativamente pochi. C'era e c'è, come in tutti i settori, chi lavora meglio: professionisti più preparati e altri m~no preparati o meno seri, ma non era mai successo nulla di veramente molto grave. I sondaggi erano usati cum grano salis, senza esaltazioni e senza demonizzazioni; erano, come in tutti i paesi del mondo, uno strumento di conoscenza. Oggi invece hanno preso una piega che a me non piace: sono diventati uno strumento di lotta politica. E se l'uso dei sondaggi non può bastare per vincere, è anche vero che può contribuire a vincere. Detto questo, che configura già una situazione del tutto particolare rispetto agli altri paesi del mondo occidentale, il discorso sul rapporto sondaggidemocrazia diventa anche un discorso etico e in questo senso riguarda anche altri paesi: è una questione più generale. Il sondaggio, anche quando è fatto ad opera d'arte, cioè applicando seriamente le norme della statistica, pur essendo un utilissimo strumento di ricerca sociale, di per sé non ci consente di andare alla profondità delle cose, al cuore dei problemi, e sovente resta in superficie. Questo va tenuto ben presente quando leggiamo un sondaggio: Il sondaggio fotografa innanzitutto il momento, perché dopo 48 ore quello stesso sondaggio non è più valido perché il quadro generale può essere cambiato, perché può essere avvenuto un evento che ha cambiato certi atteggiamenti sui temi sociali o politici. Il sondaggio è perciò un ottimo strumento di conoscenza, di ricerca sociale, ma se resta nei suoi limiti. Quindi, per certi temi è adatto, mentre per altri lo è meno. In certi casi lo stesso tipo di sondaggio, la stessa domanda, può essere più o meno valida a seconda degli umori della popolazione ed in ogni caso, per problemi complessi, che implicano degli atteggiamenti profondi della gente, se il sondaggio non è integrato da quelle che noi chiamiamo "ricerche qualitative", non è esaustivo. li sondaggio scatta una fotografia, che in certi casi, anche se il fotografo è bravo e la macchina è a posto, può essere sfocata. L'importanza di integrare il sondaggio con lo strumento qualitativo dei colloqui individuali e di gruppo condotti in profondità da sociologi o da psicologi, sta nel fatto che essi consentono di interpretare meglio il dato numerico. Ad esempio, il 55% preferisce il rosso, il 40% il bianco, il 5% non lo sa o non vuole pronunciarsi: lo strumento qualitativo ti consente di andare al di là della fotografia, di capire se quel determinato sondaggio, quegli argomenti, quelle domande poste in quel determinato modo, di per sé siano un'informazione interpretabile correttamente o siano, in realtà, voci stonate che portano fuori pista. Insomma, la deontologia del sondaggio è molto rigorosa. E senza entrare nel merito delle tecniche usate, un criterio di valutazione del I'affidabi Iitàdel sondaggio e dell'istituto che lo effettua, soprattutto per i non addetti ai lavori, è vedere se tale istituto è accettato dal l'associazione di categoria, I' Assirm. influenzare la gente diventerà . un gioco Nell'Assirm sono rappresentati i principali istituti italiani indipendentemente dalr orientamento sociale e politico e vige un codice deontologico molto rigoroso. r-;ion a caso istituti che vanno per la maggiore in termini di notorietà e che hanno presentato domanda ali' Assirm, non sono stati ammessi. Più in generale: il sondaggio che cos'è? Basterebbe prendere il vocabolario per vedere che il sondaggio è, per definizione, una raccolta di informazioni soggettive per campione. Quindi se non c'è il campione non c'è sondaggio. Il sondaggio per campione implica, poi, una metodologia ben precisa: innanzitutto l'estrazione casuale, per cui è l'intervistatore che sceglie a caso la persona da intervistare e non è la persona che con le sue passioni si autoelegge all'intervista; in secondo luogo l'intervistato può essere interpellato una sola volta. Quando vengono a mancare questi due requisiti fondamentali si deforma tutto. Lo stesso uso improprio del termine"sondaggio" può portare a grandi sviste. L'ultimo caso di questo genere è stato quello, clamoroso, di Men tana, che ha chiesto di telefonare al Tg5 per esprimere un'opinione su Berlusconi. Quel "sondaggio" è stato un grande falso: non era per campione e ci sono persone che hanno telefonato anche molte volte, quindi hanno duplicato la loro opinione. E' vero che Men tana ha detto, ali' inizio della trasmissione, che non era fatto con rigore scientifico, e da questo punto di vista si è messo la coscienza a posto, ma quello che lui ha detto molto rapidamente ali' inizio della trasmissione non è stato poi riprodotto sullo schermo in modo sistematico. Tutto ciò è stato molto ipocrita, perché quelli che hanno acceso il televisore o sono passati su Canale 5 solo dopo la frase iniziale di Men tana mancavano di questa informazione e potevano pensare che quello fosse il pensiero degli italiani rilevato seriamente. Qui siamo già in un caso molto grave di manipolazione: non un modo di rilevare l'opinione degli italiani, ma un modo di lanciare messaggi. Di per sé, tuttavia, i sondaggi sono stati per molti anni uno strumento di democrazia perché consentivano di conoscere le opinioni e i bisogni della gente e perché potevano aiutare i governanti nelle loro decisioni, ma non per fare quello che la gente dice, al fine di moltiplicare i propri consensi, ma per tenerne conto. Adesso, e senza parlare ancora delle manipolazioni, la cosa sta degenerando: io danneggio il paese se ascolto sistematicamente l'opinione pubblica e se prendo decisioni tenendo conto principalmente di essa, al fine di aumentare il consenso al mio partito. In questo modo non verranno mai prese decisioni che possono far perdere popolarità a chi le prende, mentre il governante, come il medico. deve anche poter prendere decisioni coraggiose che possono, all'inizio, far male o suscitare delle reazioni negative. In futuro, con il dilagare della telematica, si può arrivare addirittura ad un superamento, dal mio punto di vista negativo, del sondaggio: si può arrivare alla democrazia direita telematica. Negli Usa c'è un dibattito aperto in proposito, in Francia ci sono delle sperimentazioni e si arriverà al punto che tutti i cittadini saranno collegati mediante un terminale: questa sarà la fine del sondaggio per campione perché ci sarà la consultazione diretta di tutti. I governanti potrebbero interpellare in tempo reale l'intera popolazione e tutti potrebbero esprimersi. Si dice che questo, che è la forma estrema del sondaggio, sia l'ottimo per la democrazia, che così diventa un censimento telematico delle opinioni, ma io sono molto critico perché così si uccide la politica. due partiti: chi legge e chi guarda la tv In questo modo si crea certamente una grande piazza, ma si va sempre di più verso delle deviazioni di tipo plebiscitario. La piazza greca poteva anche essere l'ottimo della democrazia, ma oggi, quando si può influenzare la piazza con gli slogan trasmessi dalle televisioni, questa democrazia diretta ucciderebbe la democrazia e aprirebbe le porte alla tirannide. Tutti possiamo immaginarci come il sondaggio usato ripetitivamente, il sondaggio usato come slogan, sarebbe stato uno strumento straordinario in mano a Goebbels. UNA CITTA' Abbonamento annuale a 1Onumeri: 40000 lire. e.e. postale n.12405478 intestato a Coop. Una Città a r.l. - Forlì Redazione: ·p.za Dante 21, 47100 Forlì. Tel: 0543/21422. Fax: 0543/30421 Si possono richiedere copie saggio. UNA CITTA' è alle librerie Feltrinelli. Una copia: 5000 lire • 2 UNA ClffA' o
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