Una città - anno IV - n. 37 - dicembre 1994

di fiumi, pioggia e altro Bi Perché regolarmente ad eventi di pioggia molto intensi corrispondono piene disastrose? Aree urbane impermeabili, terreni agricoli nudi a novembre per coltivazioni antieconomiche, boschi tagliati ogni 18 anni. L'acqua scorre via ovunque. Il grande saccheggio degli alvei, canalizzati per privatizzare le terre demaniali, sfogo delle piene, e per vendere ghiaia e sabbia. La forza formidabile della lobby delle costruzioni. Intervista a Giuliano Cannata. Giuliano Cannata, ingegnere, insegna Pianificazione di bacini all'Università La Sapienza di Roma. E' tra i fondatori della Lega Ambiente. Da molto tempo tu ti occupi dei regimi delle acque e sei andato in Piemonte dopo l'alluvione, vorremmo sapere la tua opinione su quanto è successo. Purtroppo non c'è niente di tanto strano da capire o da arzigogolare, sono cose che ormai tutti dovrebbero sapere. A tutti quelli che si occupano di questi problemi ha fatto impressione il fatto che non abbia funzionato la cosiddetta "allerta rapida", che è uno dei nodi canonici dei sistemi di protezione civile. Nei casi di alluvione l'allerta rapida si fonda sul fatto che tra una pioggia, anche straordinaria, eccezionale, e l'alluvione passano un certo numero di ore. Nel caso del Piemonte sono passate almeno 1618 ore. Un'altracosachestupiscee aggiunge rabbia al dolore, alla costernazione, è il fatto che quasi tutte le morti sarebbero state evitabili con estrema facilità. Una cosa che sorprende molto la gente, ma non sorprende coloro che si occupano di fiumi, è che la maggioranza dei morti aff9ghi in pochi centimetri d'acqua, il che è inaccettabile. In Piemonte, su quasi 70 morti, più di 50 erano in macchina. Una persona sta in macchina, a un certo punto si spaventa, la macchina è ferma, esce, l'acqua che scorre nella strada la fa inciampare, cade e finisce per affogare in 50 centimetri di acqua. A posteriori è facile dire che è una cosa assurda, ma è un problema conosciuto anche a priori. Sarebbe bastato avvisare la gente di non uscire di casa i morti, invece di essere 70, sarebbero stati 20. Quello che risulta estremamente chiaro da questa alluvione, ma anche dalle altre precedenti, è il fatto che ad un evento di pioggia tutto sommato non eccezionale, risponda un evento di piena eccezionale, addirittura fuori scala rispetto ai precedenti storici.D'altra parte, che negli ultimi anni ad uno stesso evento di pioggia corrispondano portate di fiume sempre più alte è un dato di fatto ormai risaputo e teoricamente spiegato da chi fa il pianificatore di bacini idrografici o l'ingegnere idraulico, l'idrologo. Il territorio risponde in forma sempre più rapida e quindi con sempre meno efficienza dal punto di vista idrologico alle piogge. In un libro dell'86 scrissi che, se si fosse ripetuto l'evento di pioggia che causò la grande alluvione del Polesine nel '51, quello stesso evento, con la stessa distribuzione, concentrazione e durata di pioggia, con la stessa marea alta nel!' Adriatico, lo stesso evento di scirocco, con lo stesso scioglimento precoce delle nevi, la piena, che nel '5 I era stata di 13.000 metri cubi secondo, nell'86 sarebbe stata di 16.000 metri cubi secondo. E questo per motivi dovuti solo al mutato uso del suolo nel bacino idrografico del Po, su quel territorio, cioè, di 70.000 kmq, un quarto dell'Italia, le cui acque alla fine confluiscono nel Po. Come è cambiato l'uso del suolo? Vediamolo nelle sue tre classi principali: suolo urbano, agricolo, boschivo e prativo. Negli ultimi 20-25 anni il suolo urbano è aumentato di due volte e mezzo: si calcola che, nel '51, in Piemonte fossero urbani, cioè asfaltati e costruiti, 2.000 kmq su 25.000, oggi saranno 5.000, quindi si è passa~i dall'8% al 20%. Inoltre questi chifometri quadrati costruiti e asfaltati" sono stati realizzati in modo da ridurre assolutamente a zero l'infiltrazione. Per esempio tutti i parcheggi sono impermeabili, tutte le fogne sono a rapido scorrimento, le acque bianche e le acque nere vanno nella stessa fogna, non esiste più reticolo naturale per le acque bianche, eccetera. Vediamo le aree non urbane, ma coltivate. In Piemonte i kmq coltivati sono I0.000 sui 25.000 di tutta la regione. Ebbene, il sistema di coltivazione moderno, la cosiddetta coltivazione contoterzi, o comunque la coltivazione intensiva su grandi estensioni, ha finito per radere al suolo, spianare completamente il territorio e quel che è peggio è che sono tipi di coltivazioni che rendono il suolo completamente nudo nel mese di novembre. Si vede dalle riprese in elicottero: la campagna è assolutamente nuda, non c'è un filo d'erba, in 10.000 chilometri quadrati! una campagna a novembre senza un filo d'erba E guardate che questo è un fatto assolutamente nuovo nella storia dell'uomo, non c'era mai stato un uso del suolo agricolo che lo lasciasse completamente nudo nel mese di novembre, che è quello in cui avvengono le alluvioni. Tanto per dare un dato statistico: dal '500 in poi tutte le alluvioni del!' Amo sono avvenute nel mese di novembre. A volte colleghi di altri paesi mi dicono: da voi la prevenzione dovrebbe essere facilissima: piove sempre nello stesso mese, più facile di così! Il terzo punto è l'uso del suolo boschivo e prativo. Secondo la legge regionale piemontese e la legge regionale ligure, i boschi vengono tagliati ogni 18 anni. Un bosco di 18 anni -di essenze dure, roverelle, cerro o gli altri tipi di quercia o anche di piante a crescita un tantino più rapida- ha un'efficacia idrologica limitatissima. Se poi è più giovane, se ha 9-1 O anni, come statisticamente finisce per avere metà del bosco, la sua efficacia idrologica è vicina a zero: ff. CarrdaeRi irparmdiFi orlì s.p.A. Jllffl Ria CONTO, Id!! dA O a 10 annt da 11 a 19 anni Perloro il migliorfuturopossibile Aut. Min. n. 6/1758 del 2/10/93 o tutto quello che piove scorre. Faccio un passo indietro: cos'è l'idrologia? L'idrologia è quella scienza che studia come le precipitazioni diventano deflussi. Un millimetro d'acqua precipitato può fare cinque cose: la prima, può traspirare con i vegetali; la seconda, può servire a bagnare le foglie, gli alberi, i fili d'erba: la terza, può servire a riempire le piccole cavità superficiali del terreno, soprattutto se il terreno è irregolare; la quarta, importantissima, può infiltrarsi nel sottosuolo; la quinta, infine, se non è riuscito a fare nessuna di queste quattro cose, defluisce. L'acqua piovuta che defluisce, come media annua, è nell'ordine del 40%; nei momenti di alta intensità di pioggia potrebbe essere del 55-60%, ma in situazioni in cui l'uso del suolo è quello che ho prima descritto finisce per avvicinarsi molto al I00%. Piovono 100 millimetri e ne defluiscono 100. C'è un problema anche di alvei? Infatti. Oltre ai tre tipi di uso del suolo visti prima, l'altra categoria di fenomeni che induce grande portata di fiumi anche con precipitazioni limitate, è la manomissione degli alvei. Anche i giornalisti più distratti e confusionari, come purtroppo sono lamaggioranza di loro, hanno captato, anche se magari non l'hanno capita completamente, questa parola: cementificazione degli alvei. Gli alvei torrentizi per loro natura hanno una dimensione molto più grande di quella della portata media del fiume proprio perché sono destinati ad essere riempiti dalle portate di piena. Il loro riempimento, in condizione di piena, fa sì che una grandissima quantità d'acqua, milioni e milioni di metri cubi, vada fisicamente a riempire questi spazi, venga, cioè, stoccata senza interessare il deflusso dei fiumi principali, almeno nelle prime ore. Dal punto di vista fisico una piena è un fenomeno di moto vario, non di regime, un fenomeno di rapida accumulazione e di altrettanto rapida decumulazione di portate. E il fatto, per esempio, che l'accumulazione duri un'ora in più, 12 ore anziché 11, già basta a limitare di molto la portata massima e quindi a far sì che un fiume come il Tanaro non debba esondare. I dati fisici sono incontrovertibili: nel bacino idrografico del Tanaro, che è di circa 9.000 kmq, la quantità di pioggia piovuta in 24 ore è stata nell'ordine medio dei 120 millimetri, nelle 48 ore si dice sia stata nell'ordine dei 200 millimetri, ma essendo un'ondata di piena molto corta mi interessa più quella delle 24 ore che non quella delle 48. 120 millimetri è una quantità alta, ma non certo fuori dalla prevedibilità statistica. Precipitazioni di questo genere si erano già verificate altre volte, per esempio nella grande piena del 1927. Invece la portata del Tanaro di quei giorni è stata stimata, a Monte Castello, a 3.500 metri cubi al secondo, che, questa sì, certamente, è una portata fuori scala rispetto ai dati storici. La piena massima registrata nel '27, sempre a Monte Castel lo, fu di 3.200 metri cubi al secondo. Un altro dato che dimostra quanto sia drasticamente diminuita l'efficacia idrologica del bacino è stato il tempo di esaurimento della piena. Gli idrologi chiamano tempo di esaurimento l'intervallo che passa tra il colmo della piena e la sua riduzione al 10% del colmo. Mi dicono che in questa ultima alluvione questo tempo sia stato attorno alle 16 ore, che è un tempo estremamente breve rispetto alle 25-35 ore che si potevano prevedere per un bacino così grande. Tu hai parlato di aumento del suolo urbano e di coltivazioni che mettono a nudo il terreno. Ma qui entriamo anche in un discorso economico e sociale. Perché si scelgono queste coltivazioni? Perché sono quelle che vengono sovvenzionate dalla Comunità Europea. La cosa che, di questo uso devastante del suolo, fa più arrabbiare è che non ne esistono spiegazioni economiche o socio-economiche. L'Italia, per il consumo del suolo, è un caso unico al mondo. Non esistono altri paesi che consumino il suolo tanto quanto l'Italia, che, fra l'altro, ha scarsità di suolo. in un solo anno nuovi capannoni per 16000 ettari Negli altri paesi con alta concentrazione di popolazione e poco suolo da spendere ci sono rigorosissime regole sul consumo di suolo. Fra questi l'esempio più clamoroso è quello del Giappone. Il Giappone è il paese più ricco, più industrializzato, più tecnologico del mondo e, pur avendo 300 abitanti per chilometro quadrato, è riuscito a mantenere il 66% del suo territorio a bosco. E il terreno consumato per lavorare, vivereemuoverequesti 300 abitanti per chilometro quadrato è del l'ordine del 12%,mentre in Italia siamo oltre il 20% con 190 abitanti per chilometro quadrato. Il caso dell'Inghilterra è altrettanto clamoroso. Prendiamo solo due dati. Nel 1992, quando già i costruttori edili si strappavano i capelli dicendo che non si costruiva più, quando già c'era tangentopoli -che dicono abbia ucciso l'edilizia- in Italia sono stati spesi 40.000 miliardi per costruire capannoni industriali. Significano 16.000 ettari capannonizzati, cioè 160 Kmq coperti di capannoni. In un anno! Sui capannoni c'è poi da dire un'altra cosa: in Italia la produzione industriale non cresce in volume o in peso. cioè in quantità fisica, da almeno 20 o 25 anni. Questo succede perché un paese DIFFUSIONE SPECIALISTARTICOLIDABAMBINO CENTROCOMMERCIAL«EILGIGANTE» BABYCROSS · GIGANTE ViaCampodeiFiori47100ForlìTel.0543/72102F3ax0543/724797 BABYCROSS · RIMINI ViaNuovaCirconvallazion2e1, 47037Rimin(iFO)Tel.0543/777552 molto sviluppato, molto moderno, con un'economia post-industriale va verso la cosiddetta smaterializzazione. A poco a poco questo volume di produzione industriale diminuirà a vantaggio di un maggior valore aggiunto, di un maggior contenuto tecnologico innovativo di ogni singola merce, e quindi la domanda di capannoni industriali nuovi dovrebbe tendere a zero. Invece non solo non è andata a zero, non solo non è diminuita, ma è sistematicamente cresciuta. Ogni anno si sono costruiti più capannoni dell'anno prima. L'altro esempio: nel '92-'93 è partita la mascalzonata incredibile degli interporti, autoporti, eccetera, eccetera, che non sono altro che laghi di asfalto che non servono assolutamente a niente. Servono solo alla speculazione edilizia. Pensate che 32 interporti costruiti in Italia sono qualcosa come 70 kmq, cioè 7 mila ettari, di territorio asfaltato. Pensate che tutta la città di Piacenza è meno di 1.000 ettari e che il suo interporto sarà di 500 ettari: un megalago di asfalto, fatto con l'unico scopo di fare speculazione edilizia. I terreni agrari vengono comprati da un consorzio, il consorzio fa finta di essere pubblico, ma è privato, per avere sovvenzioni e agevolazioni, il giorno che il consorzio si troverà in difficoltà interverrà il pubblico per finanziarlo e così via. La speculazione poi è diventata un fatto connaturato, una cultura: la gente crede che questo sia "sviluppo". Tutte le amministrazioni regionali fanno il programma annuale o triennale e scrivono "infrastrutture necessarie allo sviluppo". Va così. Veniamo alle coltivazioni. Il grosso dei terreni coltivati in estate è coltivato a granoturco e mais, che viene tagliato in ottobre, molte stoppie vengono bruciate sul campo e quindi in novembre il suolo è assolutamente nudo. In questo modo il suolo ha efficacia idrologica zero: la crosta argillosa si è indurita, è diventata lateritica, e non solo, quindi, non c'è nessuna vegetazione da bagnare per intercettazione, ma il suolo non filtra più, è diventato impermeabile. Il mais in Italia non esisterebbe senza finanziamento pubblico, non servirebbe assolutamente a niente, una grossa parte si butta. Il prezzo di compenso dell'Eima o dell'Aima, o del mercato comune, è di circa 330-370 lire al chilo, ma se tu apri il Sole24ore di oggi vedrai che il prezzo internazionale del mais è di 170 lire al chilo FOB. Questa differenza fra 170 e 330 viene pagatadal contribuente europeo, quindi dal contribuente italiano. E i veri beneficiari di questa torta non sono certo i piccoli coltivatori, che sono veramente quelli che ancora coltivano e non beneficiano quasi per niente dei compensi del mercato comune, ma sono i grossi che in pratica non sono coltivatori, se ne stanno in città e danno la loro terra al contoterzismo. E il lavoro in contoterzismo significa cinque giornate lavorative all'anno: una giornata per l'aratura. due per il diserbo e la concimatura. tutta chimica, due per il raccolto e la sgranatura, basta. Questo è l'impatto occupazionale di questa coltivazione' E ognuno di questi cosiddetti lavoratori costa al contribuente italiano20.000.000di lire l'anno' Ci sono anche altri dati che dimostrano come ormai la diseconomicità introdotta nell'agricoltura da queste distorsioni della politica di intervento sfiora l'assurdo: le case esenti da Jciap perché definite case rurali sono5.200.000, mentre i coltivatori iscritti ali' Inps nel '94 sono 906.000. Il che vorrebbe dire che una famiglia di 4 coltivatori possiede e usa mediamente 20 case. C'è diseconomicità anche nella gestione dei boschi: l'economicità di produrre legna da ardere per venderlaogni 18annia4.0001ireal quintale è zero. Eppure per l'agricoltura non-devastante esisterebbero molti incentivi comunitari che, se fossero gestiti bene, consentirebbero di far crescere il bosco come servizio territoriale. Pensate poi a quanto costa una piena e quanto poco sarebbe costato remunerare, stipendiare, dare contributi, ai singoli proprietari di questi ettari boschivi perché li facessero crescere 50 anni anziché tagliarli ogni 18. li problema delle alluvioni come problema del territorio ... Esiste certo un problema specifico degli alvei dei fiumi, che, come dicevo prima, sono stati cementificati o canalizzati per cui non hanno più lacapacitàdi assorbire i milioni di metri cubi d'acqua che si hanno quando ci sono forti piogge. Ma da chi sono stati cementificati e canalizzati? Dal Genio Civile che, nella pianura Padana si chiama Magistrato del Po. La canalizzazione di fiumi e torrenti è stata fatta con due scopi evidenti: privatizzare le terre demaniali e vendere ghiaia e sabbia. Sapete che fino a gennaio di quest'anno esisteva un articolo del Codice Civile, abrogato dalla legge 37/'94, che consentiva di cedere gratuitamente ai privati i terreni demaniali, pezzi, cioè, di alveo di fiume, che fossero stati abbandonati dalle piene ordinarie. E per farli abbandonare dalle piene ordinarie il Genio Civile e il magistrato facevano quel le opere di protezione che apparentemente non servivano a niente, in realtà servivano a poter privatizzare le terre demaniali. C'è, per esempio, il caso di un povero comune, che si chiama Rivarone sul Tanaro, in cui i migliori terreni demaniali, decine e decine di ettari. sono stati ceduti gratis a una signora che con questa elementare operazione si è messa in tasca centinaia di milioni. Se si pensa che per far questo basta un geometra del Magistrato del Po. il quale decide. senza progetti. dicostruire una prismata e nel far questo impedisce l'erosione e la divagazione del Tanaro e quindi impedisce che questi terreni che prima erano sommergibili continuino ad esserlo, abbiamo un'idea di quanto costi alla comunità questo regalo fatto a un privato. Il secondo motivo è quello di vendere sabbia e ghiaia. Alla fine degli ì

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