Una città - anno IV - n. 37 - dicembre 1994

di carcere e altro Andare su e giù per il cortile, fare "socialità" nelle celle della sezione, guardare la televisione, parlare di donne, calcio, macchine e reati. Lestorie urlate fra detenuti e detenute. L'inferno dei giudiziari dove stanno i presunti innocenti. L'enorme discrezionalità di viceré e guardie e la legge premiale che stravolge i comportamenti. Scegliere il giudice buono è la bravura dell'avvocato. La brutta arroganza dei giudici. L'esperienza piccola ma straordinaria della cooperativa di ex-detenuti. Intervista a Salvatore Buzzi. Salvatore Buu.i è direttore della cooperativa sociale 29 giugno, composta da detenuti e ex-detenuti di Rebibbia. Com'è la giornata dentro? Di solito si ozia, nel senso che non fai niente. L'ora d'aria, per la verità, sono quattro ore, non una: due alla mattina e due al pomeriggio. In mezzo a questi orari c'è la cosiddetta socialità, puoi andare nella cella di altre persone, negli stanzoni che sarebbero le sale comuni dove ci sta un biliardino. O se no potresti andare in biblioteca, se c'è, a prendere dei libri, a fare due chiacchiere, però ci si può andare uno alla volta, quindi fai due chiacchiere col bibliotecario. La mattina aspetti che ti aprano la cella alle 8.30 per l'ora d'aria, che la . passi a passeggiare su spiazzi di cemento col muro di cinta intorno. Un percorso di 50 metri, I00 al massimo, avanti e indietro, avanti e indietro. In carcere si chiamano le vasche. "Quante vasche fai oggi?". Questa è la passeggiata. La velocità in carcere è il passo d'uomo, e te ne accorgi quando esci dopo tanti anni, a me andare ai 40 mi fece una grande impressione, mi faceva paura. Poi rientri alle 10.30, stai in cella e dopo un'ora c'è la socialità e puoi andare nelle altre celle, passa il carrello con il vitto e puoi pranzare insieme agli altri, in cella però, perché in Italia non c'è il refettorio come nelle carceri americane. Poi non vedi l'ora che arrivi l'una per tornare un'altra volta all'aria, dopodiché arrivano le tre e sono finiti i giochi, dopo non si può fare più niente. Glj_afdi la televisione. E aspetti le 8.30 del giorno dopo. Non si parla altro che di donne, di pallone e dei reati che hai fatto: questi sono i tre discorsi chiave, non ce ne sono altri. Allora uno ingrandisce sempre, racconti di 500 donne e alla fine ci credi anche tu, alle stupidaggini che dici.C'è gente che dice di essere innocente e magari è colpevolissima, ma continua a dirsi innocente al I O , al 2°, al 3° grado e dopo IOanni ci crede pure, alla fine interiorizza che è innocente. I discorsi sono sempre quelli: sulle cose che ti mancano, donne, macchine, vacanze, o sui reati che hai fatto. E poi, certo, il calcio. Il livello culturale è molto basso in carcere. C'è analfabetismo di ritorno, uno ha la quinta elementare e ormai non sa più né leggere né scrivere. Dentro ci stanno corsi di formazione professionale, sono avviate anche scuole secondarie sia inferiori che superiori, ma il panorama resta desolante. E la sottocultura carceraria è propria anche delle guardie, il carcere è un universo. Tu che esperienza hai avuto? Io ho fatto 6 anni tutti uno dietro l'altro, poi sono uscito per decorrenza termini, poi ne ho fatti altri 2 in semilibertà e un anno e mezzo in libertà condizionata: in totale nove anni e mezzo. Sempre qui a Roma, ho fatto un Regina Coeli e poi un Rebibbia A e poi un Rebibbia penale. Tutte e tre le carceri. Ovviamente quando stai in un penale i ritmi di vita si allargano, le ore d'aria da 4 diventano 6, le celle, a differenza dei giudiziari, sono aperte tutto il giorno, tu puoi uscire dalla cella e andare in quella di un amico, però sempre della stessa sezione. Una sezione di solito è composta da 40-50 persone. A Rebibbia, che è all'avanguardia, si aprono tutt'e tre le sezioni e sei libero dalle 7 di mattina alle I0.30 di sera. Lì sei libero praticamente tulio il giorno. Hai tre conte al giorno, sei tenuto quindi in certe ore a ritornare in cella per farti contare, per un controllo-evasione. Poi Rebibbia è ali' avanguardia per le sperimentazioni ed è grazie a questo che abbiamo potuto realizzare la cooperativa, sarebbe stato impensabile in altre strutture carcerarie. In realtà è nei giudiziari che si-sta molto male, il detenuto in attesa di giudizio che teoricamente dovrebbe essere innocente sta peggio del detenuto colpevole. I grossi giudiziari stanno nelle grosse città, sono affollatissimi, si sta lì in attesa di condanna, la popolazione dei detenuti è molto variabile, ci stanno 20 ingressi al giorno e o_vviamente 20 uscite al giorno, c'è gente che· si fa 15 giorni, si fa un mese. Mentre riei ·penali c'è gente che si fa IO anni, 20 anni, ha poco tempo per pensare a far casino, che non vuol dire far rivolte, ma ubriacarsi, dar fastidio agli altri, rompere le scatole alle guardie. Dovendo fare tanti anni, la gente sta dentro con un altro spirito di vita. Rassegnazione, certo. l'olio, il cibo, il sale sulle fotografie, • • c1camminano sopra Nei penali dopo che stai un po' in lista d'attesa vai in cella singola. In cella singola sei al clou dell'universo carcerario perché ti vedi la televisione che pare a te, i programmi che vuoi te, dormi quando vuoi dormire. E' una grossa conquista la cella singola. Nei giudiziari quando ti va bene stai in 4, quando ti va male in IO, a Napoli addirittura in 20. Te lo immagini stare in 20 a vedere una tv con chi vuol vedere il I 0 , chi il 2°, chi il 3°? Ti mettono a vivere con persone che non hai mai visto, con cui non hai da dividere niente e a dir la verità mi stupisce la violenza che non c'è, non quella che c'è. Io sfido 20 persone normali, di fuori, a stare tutte insieme in un grosso salone, lì chiusi 18 ore al giorno e a veder cosa succede. Che succede solo per andare al bagno! La violenza ora è diminuita grazie alla legge Gozzini, ma anche prima non è che fosse tanta rispetto alle condizioni in cui tu eri costretto a vivere. Ci sono pure quegli esperimenti fatti sui topi in condizioni di cattività: più gli spazi son compressi, più aumenta l'aggressività. E anche con la guardia, è come se tu stessi a contatto con un vigile urbano per 24 ore al giorno, beh, alla fine un po' di aggressività ti verrebbe verso quel vigile. Ma se ti scappa di mandarlo a 'fanculo ti becchi oltraggio. E non devi farlo perché ora la prospettiva è scandita dalla legge Gozzini: tot periodo per chiedere il primo permesso, tot periodo per chiedere la semilibertà e più fai il bravo e più hai possibilità di uscire. Non hai nessun interesse a far casino. E' una vita ormai scandita dalla legge premiale. Ci sono rapporti coi reparti femminili? Purtroppo sono pochi i carceri in cui i reparti maschili e femminili sono avvicinati. In questi casi, urlando puoi parlarti, ma non si scopa in carcere. Nascono storie urlate, storie d'amore urlate. Insomma i rapporti sessuali li rimedi così, fantasticando, scrivendo "ti scoperei, ti farei ...". E magari lei ti risponde. Questo dove c'è la possibilità che ti puoi parlare, altrimenti sai come funziona? Uno ha già una fidanzata dentro, la fidanzata ha un'amica, sempre dentro, che non ha il fidanzato fuori e le dice "perché non scrivi all'amico mio che sta a ..:·. E così ci sono questi fidanzamenti letterari che vanno avanti e puoi chiedere anche il colloquio e si arriva alla famosa verifica: ti sei fatto l'immagine di una persona che non hai mai visto e finalmente la vedi e magari sei deluso. Poi ci sono le solite furberie: il detenuto brutlarello che casomai manda alla ragazza la fotografia di un amico e quindi, poi, al colloquio lei si troverà di fronte a un altro. No, non si scopa in carcere: è vietato. Noi avevamo fatto un movimento democratico per l'emancipazione del detenuto, ma la cosa più eclatante che siamo riusciti a fare è stata di autodenunciarci tutti per atti osceni in luogo pubblico. C'era stato un ricorso in Cassazione di un detenuto che, sorpreso con un altro detenuto dentro la cella in rapporti omosessuali, era stato denunciato per atti osceni in luogo pubblico. Il difensore sosteneva che la cella è un luogo chiuso e quindi ci si può fare quel che si vuole. La Cassazione respinse e sentenziò che la cella era un luogo aperto al pubblico. Noi cogliemmo la palla al balzo e ci autodenunciammo in massa per atli osceni in luogo pubblico, nel senso che dicevamo: "benissimo, non ci fate scopare, coi detenuti, a meno di tendenze particolari, non andiamo, però le pippe ce le facciamo e quindi masturbarsi in cella è atti osceni in luogo pubblico". Il pretore archiviò. Ma pensa che bel processo: 100 detenuti in pretura a Roma ad autodenunciarsi di farsi le pippe in pubblico. E se poi la Cassazione sentenziava il contrario, che le celle erano luogo chiuso al pubblico, le chiudevi da dentro e quando tentavano di perquisire non potevano più entrare. Sarebbe stata una rivoluzione. Le perquisizioni sono un problema? Le guardie perquisiscono regolarmente una volta al mese. Poi ci sono le perquisizioni straordinarie che avvengono tutte alle prime ore dell'alba, quando stai dormendo e allora dipende sempre dal viceré che c'è, se consente che la perquisizione si faccia in maniera civile o in maniera incivile. In maniera civile frugano, in maniera incivile buttano tutlo per terra, che so, ti buttano l'olio, il sale sulle fotografie, sulle cose che hai scritto. Se il viceré è un democratico possono fare pure una perquisizione al giorno, nessuna rottura di scatole, ma se il viceré è un reazionario, una perquisizione ti rovina la cella e la cella è casa tua, perché ti metti gli stipetti come vuoi tu, le fotografie, i libri, gli effetti personali. Questi arrivano e ti buttano tutto per terra, sul vestiario, sulle fotografie ci buttano roba da mangiare, ci camminano sopra, insomma ti rovinano tutto. Quando rientri ti metti le mani nei capelli. C'è molta discrezionalità? Ogni carcere è un regno a sé e il diretlore è un viceré. Cambia il direttore e cambiano abitudini consolidate, spazi che avevi si chiudono all'improvviso. Ci sono delle circolari del ministero che uniformano, in linea generale, però ogni direttore in pratica ha un'enorme discrezionalità. Al penale da una serie di direttori progresEZZA ~SINTESI CO ARREDAMENTO NEGOZI E SUPERMERCATI sisti siamo passati a un direttore che tentò di chiudere e non ci riuscì perché la cosa era molto consolidata. Però, per farti un esempio, prima di andarsene, riuscì a far mettere le doppie sbarre a tutte le celle, con una spesa enorme per l'amministrazione penitenziaria. Tu pensa che le celle sono aperte tutto il giorno dalle 7 della mattina alle I0.30 di sera, le doppie sbarre erano proprio una sua fissazione. Però lui era nell'ottica della chiusura e riuscì con enorme spesa a mettere 5-600 cancelli. La cosa poi ci ha favorito, perché le sere d'estate, alla chiusura, chiudevano solo il cancello, così ti entrava l'aria. Perché d'estate si schianta. Poi, ceno, sei anche soggetto alla discrezionalità della guardia. Un agente di custodia col detenuto si dovrebbe componare in maniera corretta, educata, la normalità è questa, il regolamento non prevede la maleducazione. Invece puoi trovare uno che vuol fare il duro, il rambo della situazione, e ti si complica la vita. Perché se ti picchiano è calunnia, se li mandi a quel paese è oltraggio. E guarda che su una denuncia ti giochi una semilibenà, i permessi premio. Da questo punto di vista il meccanismo premiale della Gozzini è tremendo. Metti che io sono dentro da IOanni e me ne posso andare in semilibertà fra un mese, ma oggi ho una discussione con l'agente di custodia e lo mando a quel paese, dopo IOanni che sono stato tranquillo becco "oltraggio" e mi sono giocato la semi-libertà. Se ne riparlerà fra 2 anni. una vita scandita dalla legge premiale E comunque, anche il componamento delle guardie dipende sempre da come il viceré inquadra l'aspeuo custodialistico attraverso il comandante delle guardie. Ora con l'avvento del sindacato fra gli agenti di custodia, la smilitarizzazione, le cose sono un po' migliorate a livello di dirigenti del corpo. Maè sempre importante l'input che dà il capo. Dove il comandante e il direttore consentono queste cose o addirittura le incentivano, ci sono squadrelte punitive di agenti che picchiano chi si comporta male o fa casino. Viene preso e mandato in cella di punizione e mentre va in cella di punizione lo menano. Questa, poi, era una prassi consolidata fino a pochi anni fa. Se tu li denunci, a meno che non ti ammazzino di bolle o tu abbia frallure, ti becchi calunnia. In primo grado ho preso 6 anni per calunnia per averli denunciati perché mi avevano picchiato. 6 anni! La seconda volta dici che sei cascato dalle scale, è ceno! Se li denunci e il direttore li tollera, hai la tua parola contro la loro, sei sicuramente condannato, a meno che tu non abbia danni evidenti, ma loro stanno molto allenti a non lasciarne. Come ti dicevo conta molto il viceré. Che, ceno, viene innuenzato anche dal direltore generale. Ai miei tempi c'era Nicolò Amato, una persona aperta e l'input che veniva dalla direzione generale calava seppur lentamente anche all'estrema periferia dell'impero. Ma con Di Maggio sono arrivati di nuovo input custodialistici e le cose sono peggiorate. Quindi tu non hai una buona opinione della Gozzini? Pessima per la tua interiorità. Con la legge premiale hai tulio l'interesse a fingerecomponamenti, a essere un po' delatore dentro il carcere. E comunque la tua personalità qual è? Sarebbe ollima perché ha introdolto il periodo di non detenzione, ma l'ha legato al componamento carcerario. Per beccare la semilibenà non basta aver trovato un onimo lavoro di fuori, aver chiuso i rapponi con la criminalità, no, tu esci se pure dentro ti comporti bene. Loro dicono che devono "valutare la tua tendenza al reinserimento, alla rieducazione". Ma rieducazione cos'è? Su cosa la basano questa cosa? Dato che gli educatori di solito sono 4 su 1.500 detenuti e il direltore al massimo è uno, il tuo rappono è con l'agente di custodia. E' quindi in base ai tuoi rapponi con gli agenti di custodia che si determina poi la semilibertà, la riduzione di pena anticipata. Non è che ci sia un'équipe, che so, di 25 operatori che studiano, vedono e coi quali puoi fingere fino a un certo punto perché sei sempre a contalto e dall'altra parte c'è un tecnico che capisce che persona sei. Dall'altra parte c'è uno che è come te, che ha la tua stessa cultura e alla fine l'unica maniera per salvarti è sempre stare buono, bravo, tranquillo. Chi ha un 01timo componamento in carcere? I mafiosi. Su di loro i rapponi sono sempre ollimi, perché non fanno casino, girano in giacca, in cravalta no perché è proibito. Ma il povero disgraziato, l'ultimo degli ultimi, il tossicodipendente, l'alcolista, il malato psichiatrico che non ha un buon rappono, anzi, sono pieni di rapponi calli vi, quando va a discutere la semilibertà sta pur ceno che non l'otterrà. Da questo punto di vista la Gozzini è pessima perché non ci sono gli strumenti operativi per applicarla. Si riduce alla mera registrazione del tuo componamento falla dagli agenti di custodia che sono a stretto contatto con te. Diventa un terno al 10110. E' un terno al lotto anche rivolgersi al tribunale di sorveglianza, perché, tranne quello di Firenze che è sempre lì, gli altri non ci sono mai o cambiano spesso. Siccome il magistrato di sorveglianza è considerato un magistrato di serie B, nessuno lo fa per 20 anni come si fa il pm o il giudice giudicante, uno lo fa perché a Roma si è libera.lo un posto e fa domanda per avvicinarsi alla famiglia. Quindi non abbiamo magistrati di sorveglianza motivati. Invece a Firenze, ed è la loro fortuna, hanno uno che l'ha scelto, che è motivato sulla riforma, un amico di Gozzini, che ha prodotto anche a livello teorico. Quindi è un tribunale efficiente, che funziona. Ma quando non c'è un presidente così che fai? Devi aspeuare un paio d'anni per un'udienza e poi devi sperare che in quegli anni che intercorrono da quando te la fissano non trovi un testa di cazzo di agente di custodia che ti fa perdere la pazienza. Tu chiedi di uscire dalla cella e quello non arriva o arriva in maniera strafottente o passa avanti e poi torna indietro e allora bisogna vedere come anche tu ti trovi quella mattina. La vita normale è questa, terni al lotto, cose banalissime che non appaiono fuori. Il delatore è sempre visto male ? In carcere chi ha fatto la spia è tenuto LA FORTEZZA SINTESI s.r.l. 47034 FORLIMPOPOLI (FO) - ITALV Via dell'Artigiano, 17/19 Tel. (0543) 744504 (5 linee r.a.) Telefax (0543) 744520 ~ GRUPPO ~ IFZU\

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