Una città - anno IV - n. 37 - dicembre 1994

to a sviluppare, sfruttando la disperazione della gente, una cultura e un programma politico -che io credo ancora non preoccupante- che aveva come primo oggelto proprio le donne. E così. legando l'uso del velo alla ..cultura della modestia", al rispetto dei martiri. si è data al velo una valenza e un significato inventato. In alcuni saggi alcune ricercatrici palestinesi, riprendendolo da uno studioso della realtà coloniale in Africa, hanno usato 1• espressione"invenzione del la tradizione·•. Al velo, cioè, si è data una valenza nuova che è stata falla passare,però, come tradizione. Poi hanno anche diffuso l'idea che gli israeliani arrestassero le donne attiviste eche il velo, quindi, fosseun possibile mezzo per difendersi. a Gaza si va tranquillamente senza velo Detto questo però. a Gaza io sono andata tranquillamente senzavelo. Magari te lo tieni in tasca. E già coi jeans non c'è assolutamente alcun problema. L'importante è non andare in giro coi pantaloncini corti, ma questo in quasi tutti i paesi arabi. Il velo anchequi in occidente non è stato compreso bene, lo si è voluto assumere come il segnale primario di un'involuzione fondamentalista, mentre, in realtà, in Palestina si è diffuso per quella particolare situazione. Oggi, però, che la fasedel!' i111ifada è finita, che sta rientrando quella "cultura della modestia" che prevedeva che fossero vietate tutte le celebrazioni, i matrimoni, le feste, che non esistesse più il concetto di divertimento, ho la sensazione che ci sia più tranquillità anche rispetto a questo. Il problema grave che resta è che le donne sono diventate sempre più l'oggetto di scontro fra il movimento islamico e il resto del movimento palestinese e temo fortemente che i diritti delle donne saranno oggetto di negoziazione. Questo è il rischio reale. E' luogo comune che nella cultura araba e islamica la donna sia molto soggetta al maschio e certe cose che tu stessa hai detto lo confermano. Ma poi la realtà è sempre più complessa. Come vedi più in generale la situazione della donna e cosa è cambiato con l'impegno di questi anni? Beh, intanto la donna palestinese con la lotta che ha dovuto fare, si è molto rafforzata e ha conquistato nuovi spazi di potere anche all'interno della casa. Poi le donne hanno costruito delle reti di relazione tra di loro, che le rafforzano fortemente. Quindi vedere la donna palestinesecome unadonna oppressa dal mondo maschile islamico, secondo me non risponde a verità. Il fatto curioso è che, in generale. nella società araba e quindi anche in quella palestinese, il maggior periodo di controllo sulla donna è quello delradolescenza, in cui c'è la paura dell'esplodere della sessualità femminile, dopodiché, mano a mano che va avanti con gli anni, la donna acquista sempre più libertà fino ad arrivare alI"anzianità che ha un rango veramente speciale. Le donne anziane sono figure importanti, hanno un potere decisionale enorme, sulreducazionc dei figli, sul matrimonio dei figli, sono figure autoritarie anche a vederle, che camminano fieramente. Non potrei mai dire che mia nonna era un'oppressa, anche se analfabcta, perché è stata una figura centrale nell'educazione dei suoi figli. Ed è tradizionale anche il fatto che la sfera del potere femminile sia sviluppata soprattutto a livello di reti di relazione fra donne, che non c'entra con la politica, certo, ma che poi nella situazione palestinese, con l'occupazione militare, s'è via via politicizzata. Anche le donne anziane, tutte le donne, ora, ti sannodire cosasuccede, parlano di politica, ti sanno dire i problemi che hanno o che cosa ha fatto lsraCoop. Cento Fiori LAB. ART. f ITOPREPARAZIONI Via Dragoni. 39 - Forlì Tel. 0543/40 I248 - Estratti idroalcolici in diluizione I: IO da pianta fresca spontanea o coltivata senza l'utilizzo di prodotti di sintesi. Macerati di gemme. - Opercoli di piante singole e formulazioni con materia prima biologica o selezionata. - Produzioni su ordinazione eca Gino 1anco ele ultimamente. C'è un livello altissimo di informazione. Con I' in1ifada, poi, in quella situazione tutta particolare, sono nate delle nuove figure di comitati femminili,che non hanno certo una veste giuridica riconosciuta, ma che sono diventati dei punti di riferimento per quanto riguarda le diatribe fra le famiglie e dentro le famiglie. Hanno una funzione mediatrice riconosciuta. Per esempio, quando una famiglia impediva a una ragazzadi partecipare alle riunioni si ponevano come mediatrici: andavano a parlare. cercavano di convincere, di spiegare, ed è stato un ruolo molto importante, perché le famiglie stesse, oltre a farsi un'altra idea del coinvolgimento delle proprie figlie in politica o nei comitati, iniziavano ad avere anche loro un collegamento, una conoscenza più diretta e, d'altra parte, questo serviva al comitato per conoscere il più possibile la realtà di ogni piccolo villaggio. Nei comitati femminili le donne attiviste ora sono anche donne velate, con tanti figli, senza una grande cultura, molte sanno solo leggere e scrivere, quindi il livello di coinvolgimento politico è abbastanzatrasversale, capillare. la donna araba non si aspetta l'amore eterno Ma tornando alla tua domanda. per quanto riguarda i rapporti fra i sessi, non voglio affatto sottovalutare i problemi, la realtà di oppressione è anche forte perchéchi ha il potere nella società è l'uomo, però. parallelamente a questo potere, anche istituzionale se vogliamo, si è sviluppata un'altra sfera, molto forte, di autonomia femminile. Un altro aspetto importante da capire è che tutto quel lo che è rapporto con gli uomini è vissuto dalle donne in modo molto diverso che in occidente. La donnanonsi aspetta l'amore eterno. non si aspetta ne- -~ ,/ . •'... -~=' ,:·'¼.~· anche che'l'uomo la protegga, c'è molto realismo e una forte autonomia psicologica delle donne dal1' uomo. E questa è proprio una cosa tradizionale, culturale, una caratteristica tipica delle donnearabe, con una grande capacità di sdrammatizzare. Forse ciò è dovuto al fatto che, una volta -adesso fra le nuove generazioni il costume sta cambiando- i matrimoni non avvenivano, come da voi. perché le persone si conoscono, s'innamorano e si sposano. non erano scelti, cioè, ma combinati, erano frutto di un accordo tra due famiglie. Tutta la fasedelrinnamoramento non esisteva o avveniva dopo, "in modo forzato''. e questo, forse, ha sedimentato molta disillusione e praticità. Ora i mariti sono tornati a casa. Cosa succederà? Durante I' i111ifada e anche prima, dal '67 in poi,con l"incarcerazione di molti uomini, praticamente le donne si sono dovute fare carico di tutto. dal mantenere la famiglia all'educazione dei figli. Sono tantissimi i casi di famiglie in cui, per lunghi periodi, tutti i ragazzi e gli uomini erano in galera, per cui le donne sono state la struttura portante della società, non solo, come dicevo prima, come costruzione delle infrastrutture sociali, ma anche per l'economia, perché hanno me. so in piedi moltissime attività economiche. svolte in casao fuori. si sonocostituite tante piccole cooperative che durante il boicottaggio dei prodotti israeliani garantivano la sussistenza. Tullo è stato fatto con grande fatica, sacrificio, difficoltà, ma questo ha rafforzato enormemente la posizione delle donne, le ha portate fuori cli casa. Ora gli uomini sono tornati e sarà interessante vedere cosa succede. E anche se i problemi non sono superati sicuramente perché i cambiamenti delle relazioni fra maschio e femmina sono lenti e occorrono generazioni, credo che r uomo dovrà prendere alto CASSARURALEDARTIGIAN-AFORLI' NEL CUORE DELLA CITTA' di una situazione che già è molto cambiata. Che clima c'era? Di ottimismo o di pessimismo sugli accordi? La sensazionechesi aveva arri vando era di una grossa esaltazione, perché per la prima volta si poteva veramente parlare del proprio futuro, parlare per se stessi di quello che succedeva dopo. Allo stesso tempo, però, era evidente nell'aria la sensazione che comunque secondo gli accordi di pace le leggi chevengono fatte debbono passare dal benestare di Israele. in tutti i taxi si parla di Gerusalemme E di fronte al realismo di alcune donne che, pur non essendosoddisfatte in gran parte dell'accordo, cercavano di essere concrete per fare comunque quello che si può, tante altre intervenivano dice!1_do: •'in realtà noi stiamo qua a parlare delle leggi che faremo, rendiamoci conto che non sappiamo neahche· se potremo metterle in pratica". Quindi c'è una grossa contraddizione, una grossatensione. Andando in giro mi sono resa conto che c'è moltissima delusione, perché le cosenon stannocambiando, lecondizioni di vita sono rimaste le stesse, la gente ha fame come prima, lavoro non cen'è. Anche quelli che andavano a lavorare in Israele, per esempio da Gaza, sono diminuiti tantissimo, stanno arrivando immigrati dai paesidell'est,credo non ebrei, che fanno i lavori che facevano prima i palestinesi ai quali restano da fare solo i lavori che neanche quelli vogliono fare. Poi gli aiuti dei paesi donatori non stanno arrivando perché prima ci devono essere le elezioni che non ci saranno finché non ci si riesce a mettere d'accordo con Israele su questioni molto imponanti, come chi vota, cosa si vota, dove si vota. La situazione è molto drammatica e alla grande esaltazione sull'accordo è subentrata molta delusione. Poi il problema della democrazia, di votare per la prima volta, è sentito come urgente dagli stessi palestinesi, per risolvere il problema del rappono fra il governo che è stato in esilio per tanti anni e il bisogno di governarsi della gente che ha fatto I' in1ifada, che ha partecipato, chehasofferto. Si parla moltissimo di creare un processo democratico ma i problemi sono molti. Poi resta il problema di Gerusalemme che è enorme non solo per la sua forza di simbolo ma perché da un anno gli israeliani hanno messo un checkpoinl fra Gerusalemme e il resto della Cisgiordania e questoèmolto duro da digerire. Prendevo sempre il taxi per andareda Gerusalemme a Nablus e a Ramallah e in tutti i taxi la gente non parlava che di questo. Molti palestinesi che abitano fuori da Gerusalemme non possono andareaGerusalemme senon con un permesso, chiunque sia stato in prigione non può avere questo permesso, che è come dire la stragrande maggioranza delle persone. Solo le donne possono andare. Quindi la situazione è molto tesa ancora. Sea livello di vita quotidiana iniziano ad aprire i ristoranti e si inizia un po' a respirare, perché proprio ormai la gente scoppiava, tutto è ancora molto precario. E se prestononcambia qualcosa,seIsraele non molla un po', temo che questo accordo non porterà a niente, perché la gente così non lo accetta, non è credibile. D'altra parte le donne si sono sempre poste a lungo termine, e non per strategia politica, ma perun bisogno politico primario, quasi adire che "se anche tutto il mondo non ci dà quello che dobbiamo avere, che è nostro diritto, noi facciamo finta che sia così lo stesso". Ma ora, dopo tanti anni passati ad aspettare, a prepararsi anche sela risoluzione del conflitto non sembrava mai vicina, c'è un bisogno, quasi fisico, che tutti questi anni sfocino in qualcosa. - • Dlslnfesta"1onl • Derattizzazioni - Disinfezioni • Allontanamento colombi da edifici e monumenti • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturalistiche 47100Forlì• viaMe11cci, 24 (Zonal11dustria/e/ Te/. (0543)722062 Telefax(0543)722083

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