~~f f.4W~f¼,' ~❖ plicato, però non basta, si può aver- ché un imprenditore che scende in le e non saperle usare bene. Berlu- un mercato valuta tutte le possibilisconi ha le televisioni, ma ha ag- tà, e ha visto che a destra c·era più giunto a questo non tanto lo slogan spazio. Sembrerà strano, ma Berlugiusto, non è quello il punto, quan- sconi avrebbe potuto avere benissito l'intuizione di studiare le carat- mo successo anche a sinistra, solo teristiche e gli atteggiamenti della che avrebbe dovuto comunicare in popolazione in un momento in cui modo diverso. A destra, però, era gliatteggiamentipoliticicambiano meglio perché c'era molto meno molto rapidamente, per trarre da concorrenza, meno partiti consoliquesti studi gli slogan più opportu- dati, c'erano solo la Lega, le cui ni per convincere. Prima della pro- capacità comunicative sono scarposta, dello slogan, c'è sempre lo se, e il Msi, che era fuori dal gioco. studio, l'analisi. Nel marketing dei Allora che cosa ha fatto Berluscobeni di consumo si fa sempre così e ni? E' entrato in questo settore, che lui aveva la cultura per farlo. Non era il più promettente in termini di bisogna avere pregiudiziali su que- ritorno, e ha rimesso in gioco la sto terreno: se noi dobbiamo ven- destra; alleandosi col Msi ha sapudere un accendino e andiamo alla to sfruttare tutto un deposito di voti cieca sbagliamo e falliamo, quindi che erano in ghiacciaia, un'operasiamo dei pessimi imprenditori; la zione politicamente molto intelliprima cosa che un bravo imprendi- gente, anche questa curata prima. tore fa è studiare il mercato. Berlu- Quando Berlusconi, a Bologna, ha sconi ha sicuramente le sue con- detto che avrebbe votato per Fini vinzioni, i suoi interessi e i suoi non è stato per un caso, tutt'altro: è motivi per fare politica, però, al stata un'operazione splendidamentempo stesso, è anche un imprendi- te curata dal punto di vista della tore, un conoscitore della logica comunicazione. Dal punto di vista del mercato. Se io voglio entrare tecnico, l'operazione di marketing nel mercato con un nuovo accendi- politico di Berlusconi è stata esemno, studierò bene il mercato degli plare. Altri partiti, compresi quelli accendini, guarderò quanti se ne di sinistra, si sono rifiutati di fare vendono, quali sono nel mercato le uno studio del mercato elettorale, nicchie libere, magari è libera la con i risultati che vediamo. nicchia degli accendini a poco prez- Quindi, attraverso questa ricerzo, allora, in primo luogo, sceglie- ca di mercato, in qualche modo rò quella perché più redditizia. Poi Berlusconi ha dato voce a qualpuò darsi che per motivi ideologici cosa che la gente chiedeva? io sia più legato agli accendini di Sì e no. Berlusconi ha dato voce a lusso, ll)a, se sono un imprenditore una richiesta che c'era, ma che lui serio, prima della mia scelta devo stesso aveva contribuito a creare tenere conto della situazione del con una certa cultura che passa mercato. Berlusconi ha fatto que- attreverso un certo tipo di tclevisto: ha fatto un'analisi fredda del sione. Subito dopo il voto abbiamo mercato e poi ha scelto, sicuramen- fatto un sondaggio in cui chiedevate anche in base alle sue predispo- mo tantissime cose a gente molto sizioni, alle sue convinzioni, alle diversa e alla fine chiedevamo agli sue convenienze. Quel che voglio intervistati per chi avevano votato: dire è che ha comunque fatto abbiamo scoperto che la cosa che un'analisi "scientifica" del merca- spiegava di più il voto era 1·apprezto, un'analisi che è la base di par- zamento per i canali della Finintenza per qualunque intervento, vest. Un mio amico ha fatto un· alspecie quando il mercato è mobile tra ricerca e ha trovato che anche il come adesso. L'analisi scientifica fatto di essere milanisti spiegava è la base per operare, anche in po- molto il voto. Berlusconi quindi ha litica. Queste ricerche le ha fatte dato vita a qualche cosa che rispeccon grande cura, con grande scien- chiava quel che lui stesso aveva tificità, già a partire dall" estate del contribuito a creare. Questo non '93, un anno prima delle elezioni, vuol dire che nell'elettorato ci sia facendo quello che si fa in molti solo questo, ci sia solo la cultura paesi del mondo e non fidando<;i che Berlusconi ha favorito: ci sono delle proprie antenne, come hanno anche dei valori, delle cose, che sempre fatto molti dei politici tra- 11011 si è riusciti a tirare fuori e che dizionali e qualcuno fa ancora ades- magari convivono, nella stessa perso. Berlusconi nelle sue ricerche ha sona, con l'apprezzamento dei catrovato che c'era un ampio spazio nali Fininvest. lo sono convinto per un partito nuovo e inizialmente che altre cose ci siano, !>oloche non si è posto il problema se farlo di sono '>tate abbastanza sollecitate centro, di destra o di sinistra, per- dalla comunicazione. Berlusconi ha Bi iotecaGino Bianco comunicato meglio dei valori -come la famiglia, il benessere, ecceterache possono essere interpretati in altri modi. Lo sciopero generale del 14 ottobre può essere servito per una tale sollecitazione? Lo sciopero generale è stata una cosa molto importante, anche se non va esagerata. E' stata importante perché da una politica tutta televisiva si è passati anche a una politica concreta: nelle piazze si è visto fisicamente un altro attore politico. Sbaglia però chi pensa che nelle piazze ci fosse la maggior parte della popolazione: anche riguardo allo sciopero generale una quota 11011 piccola di persone non lo sapeva, 11011 c'era, 11011 l'ha visto, non ha avuto il tempo di seguire, non l'ha fatto, eccetera. Certamente lo sciopero generale ha mobilitato, tant'è che ha spostato dei voti, ma non da Berlusconi verso la sinistra. Il cartello che diceva "Ho votato Berlusconi, adesso voto per la sinistra", è stata una rarità. Lo sciopero ha compattato verso il Pds persone oscillanti nel centro sin i-· stra, ex votanti di Segni, ma la quota di quelli a cui piace il governo è rimasta inalterata, semplicemente un po' dell'elettorato di Forza Italia si è spostato verso Fini. Tutto questo rende più giustificata la preoccupazione di una riedizione del fascismo? La preoccupazione del fascismo è giusta, non c'è dubbio che r ideologia del partito di Fini sia una ideologia legata a valori di destra, anche se non credo che si possa riproporre il fascismo nei termini tradizionali. A questo pericolo la sinistra deve però rispondere attrezzandosi per lottare su questo mercato -in una situazione di grave instabilità, in cui la gente cambia fortemente il voto, in cui a volte sta a sentire solo gli slogan- senza trattare la gente con disprezzo o dal- )' alto in basso, come a volte mi sembra di vedere. Il luogo del dibattito politico oggi è questo e non c'è altro da farecheacce11arlo. Siamo nel ·94, chi oggi h::i 18 anni è nato nel 1976, quindi non sa che cos'è stato il referendum sul divorzio, quando c'è st::ito il rapimento di Moro aveva 2 anni: non può sentire il senso dell'antifascismo come lo sente uno di 50 o 60 anni. I genitori dei diciottenni sono persone che. più o meno. avranno dai 38 ai 50 anni, anche loro quindi sono nati nel dopoguerra e ancora una volta l'a,senza dei partiti -che erano un momento di formazione • • staz1on1 REALTA , luogo e nome. La realtà non è tenace, ha bisogno della nostra protezione. Le case crollano, interi mondi scompaiono, noi siamo sempre sul punto di andare. Ogni stagione un congedo e insieme un tempo slittante, una corsa rovesciata con punte roventi. Se qualcosa può fare il linguaggio è sterrare di volta in volta uno spazio all'interno del quale nulla sia superfluo, uno spazio mite, come un recinto dove gli oggetti e gli esseri respirino gli uni accanto agli altri, abbiano durata e luce. Scrivere non è che questo: la realtà della parola contro l'irrealtà la gratuità del male. Vedere tutto, soffrire di tutto, non ritrarsi, avanzare nella vita sapendo che tutto ha un peso, che nulla può esserci risparmiato. E' il tema della responsabilità di Char, la sua concezione della poesia come insonnia perpetua, è Alioscia Karamazov che torna e resta nella famiglia dove verrà compiuto il parricidio, proprio lì dove il suo cristianesimo sembra più insensato. Il male assoluto, invendicabile, quello della tortura e dei campi di concentramento, lo stesso che Hannah Arendt ne Le origini del totalitarismo identifica con la volontà di rendere gli esseri superflui in quanto uomini, non può essere raccontato se non mostrando la superfluità degli aguzzini. Di fronte a questo male tutto ciò che non è politica è poesia, custodia della realtà proprio in quanto ferita. Quando in Todesfuge Celan c'inchioda a quel fischio ripetuto e indifferente che chiama uomini e cani, quando Huttenfenster ci stringe nel soffio gelido dei sospesi, dei raminghi lungo una costellazione di tombe non svela solo l'ossessiva ritmicità di un massacro, ma dà riparo al respiro delle ombre, al battito di qualcosa che altrimenti non avrebbe C'è un punto sul ciglio della perdita più atroce in cui ingiustamente rintocca un suono nitido e segreto, la solitudine di una mitezza impensabile. Penso a una donna, filmata in un documentario di Herzog sulla guerra del Golfo, che aveva perso l'uso della parola dopo aver visto morire sotto tortura i figli. Le restavano solo come delle grida soffocate, e tuttavia quel balbettio, quella voce che non era più voce ma un mormorio ferito, erano realtà, dolore puro che si opponeva alla superflua crudeltà dei carnefici. Forse Simone Weil che in pieno regime nazista dice che il paradiso è qui sulla terra intendeva parlare di questo: il paradosso di una gioia lì dove la gioia è impossibile, i demoni cacciati da una luce totalmente umana, il roveto nel deserto. Noi possiamo ribellarci e azzerare il nostro linguaggio e tuttavia dall'ultimo, povero frammento di questo ammutolire può affiorare il riconoscimento di quell'universo che sembrava distrutto. Questa è l'unica risposta e l'unica difesa della poesia: una luce che ruota dentro di noi e illuminando un dettaglio del mondo rivela la possibilità di abitare quel mondo. Dopo gli orrori compiuti dai tatari Andrej Rublev non vuole più dipingere, per anni non parla e non tocca un pennello, poi di colpo mentre infuria la peste mentre si replicano con monotonia stragi, guerre, intolleranza, "vede", riesce a vedere il suo capolavoro: la Trinità in due contadini e un ragazzo: tre esseri smarriti e stanchi ma per un attimo lieti nel conforto di una tettoia scrostata, che li ripara dalla pioggia, nel breve calore del vino, del sole improwiso. ideologica molto forte, con una forte trasmissione ideologica e culturale- pesa in un certo modo. Adesso non c'è più niente, c'è solo la televisione che 11011 trasmette antifascismo, non ci sono valori antifascisti nella televisione. Ultimamente ho provato a guardarla un po' più di quanto facessi prima e ho visto che, specialmente in certi canali, vengono trasmessi valori tutt'altro che antifascisti -il ricco è bello e cose del genere- e questo conta, specialmente nella formazione dei giovanissimi. Per una persona che oggi abbia 18anni è molto difficile capire il senso dell'antifascismo, anche tenendo conto che avrà cominciato a pensare in termini politici, ammesso che lo abbia fatto, quando aveva 14 anni, quindi 4 anni fa, nel '90. Ma il voto di questi giovanissimi conta come quello di tutti gli altri, ha lo stesso peso, tant'è che la gran parte di questi giovanissimi -che sono intelligenti, 11011 sono per niente stupidi- si astiene, al primo voto c'è un tasso di astensione enorme. Mettetevi nei panni di uno che ha cominciato a pensare politicamente 4 anni fa: non ha riferimenti, non ci sono più i vecchi partiti politici, in famiglia 11011 si sta più a sentire cosa votava il papà, quindi per cosa deve votare il poveretto? Teniamo sempre presente che ha cominciato a ragionare in termini politici quando già Craxi stava finendo. Reputa inarrestabile lo scivolamento verso destra? Sostanzialmente c· è una quota notevole del paese che, persi i riferimenti dei partiti tradizionali, non trova più che cosa votare. Tanti ex elettori democristiani, socialisti, liberali, si sono trovati senza punti di riferimento, senza i partiti che di solito votavano, e allora hanno provato Berlusconi. Berlusconi era diverso dai partiti tradizionali e contro di essi c · era un atteggiamento molto sentito: prima i voti sono andati alla Lega, dopodiché molti sono passati a Berlusconi, che per questi elettori si presentava meglio della Lega e al tempo stesso dava luce e speranza, perché Berlusconi aveva da vendergli, in senso figurato, una cosa che Bossi non aveva, cioè la reputazione personale. Berlusconi ha vinto le elezioni anche perché agli occhi di questi elettori si è presentato con un pedigree, quel lo di chi aveva avuto grande successo con le sue aziende. Ricapitolando, moltissime persone, provenienti soprattutto dal centro-destra, che non si occupavano tanto di politica, che avevano un atteggiamento contro i partiti tradizionali, accusati a torto o a ragione di essere causa dei mali del paese, hanno trovato in Berlusconi esattamente ciò che si aspettavano. Il fatto che 11011 sia un politico di professione ultimamente suscita degli elementi di perplessità, e tuttavia per adesso 11011 c'è dubbio, tra coloro che l'hanno votato, sul fatto di volere un governo di centrodestra, e parecchi cominciano a dire "Ma guarda com'è carino questo Fini, prima non l'avevamo notato; ma guarda come si comporta bene, sempre così tranquillo, simpatico e intelligente ...". Fini è riuscito, grazie all'operazione di Berlusconì, a entrare nel mercato, conquistando sempre più spazi e simpatie, adesso forse ne ha più di Berlusconi. Scherzando, dico ai miei amici di sinistra che Berlusconi non è, come dice di essere, la diga contro il comunismo, ma è la diga contro il fascismo. se Fini è il fascismo. Se 11011 c'era Berlusconi avevamo Fini presidente del Consiglio. E' vero che chi ha votato per il Polo della Libertà è sempre nella stessa quota, ma è sbagliato mettere insieme tutti quelli che hanno votato diversamente, perché gli altri non sono assolutamente uniti. Cè una componente di sinistra legata al Pds, poi una componente di centro, e ci sono degli elettori di centro che non vogliono votare il Pds perché abbonatevi a UNA CITTA' Antonella Anedda lo ritengono comunista. Guardate cosa sta succedendo a Brescia con Martinazzoli -quando uscirà questa intervista le elezioni ci saranno state e vedremo cosa è successo-: oggi i nostri sondaggi dicono che molti elettori del Ppi non vogliono votare Martinazzoli perché si è alleato coi comunisti; non dicono "col Pds", ma "coi comunisti". L'opposizione a Berlusconi non è unita e adesso vince chi conquista il centro; anche Berlusconi sta cercando di conquistare il leader del centro, Buttiglione. La situazione, comunque, è molto mobile: non è vero che ci sia il 45% di elettori,col governo e il 55% con l'opposizione. Dobbiamo sempre ricordarci che gli elettori si trovano a che fare con un sistema completamente nuovo, partiti nuovi, sistema elettorale nuovo, tutto è nuovo, e non tutti hanno il tempo di seguire bene le cose. Nei sondaggi ho provato a far chiedere quanta gente dice di avere seguito la questione delle pensioni, e le pensioni sono una cosa importante: grosso modo il 40% degli intervistati dice di non aver avuto tempo di seguire, il che significa che non ha capito niente dell'oggetto dello scontro. Perché succede questo? Perch~ è difficile: qual è la differenza tra assistenza e previ- . <lenza? Provate a spiegarlo alla vostra mamma e vedete se riuscite a spiegarlo bene ... Per non parlare del Pii e del debito pubblico, che non si capisce proprio cosa siano. E' difficile, non tutti seguono, ma sono molto disponibili, in questa situazione nuova in cui non ci si capisce niente, a cambiare voto, a votare quello che sul momento convince di più. Di qui l'importanza della comunicazione. Se dalla sinistra o dall'opposizione viene fuori un'offerta altrettanto convincente la gente potrebbe spostarsi molto rapidamente. Per ora non mi sembra che questa offerta ci sia equesto spiega il successo della destra. - Abbonamento annuale a 10 numeri: 30000 lire. Sostenitore: 50000 lire. e.e. postale n.12405478 intestato a Coop. Una Città a r.l. - Forlì Redazione: p.za Dante 21, 47100 Forlì. Tel: 0543/21422. Fax: 0543/30421 La redazione è aperta tutti i giorni, certamente dalle 17 alle 19. UNA CITTA' alle librerie Feltrinelli E nelle librerie: a Bologna: Tempi moderni, e Libreria Delle Moline; a Cesena: Dedalus, Bettini e Minerva; a Faenza: Moby Dick; a Pesaro: Pesaro Libri; a Milano: Utopia, alle librerie della Statale, CUEM di Via Festa del Perdono e CUESP di Via Conservatorio. UNA ClffA'
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