Una città - anno IV - n. 33 - giugno 1994

massa. La risposta dei grandi poteri fu una politica totalitaria attraverso la nazionalizzazione delle masse. Dopo la seconda guerra mondiale l'Europa conquistò un quadro politico democratico che era nella sua tradizione, anche se non era certo il solo. Poi la storia del!' Europa è stata una storia economica, quella di una progressiva apertura dei mercati, mentre la storia politica è stata dominata dalla ripetizione al proprio interno del conflitto internazionale tra le due grandi potenze mondiali. tutti sentimenti da orfani del la storia che per tutti noi è faticoso vedere l'eclissi del libro, della argomentazione razionale ecc. Tant'è che a me fanno un effetto un po' strano le filosofie della dialogicità e della critica ideologica inserita nel discorso. A me sembra piuttosto che stia cambiando il funzionamento delle regole della legittimazione democratica. E' un problema molto complicato che a mio modo di vedere non deve finire nel credere ciecamente in una telecrazia totale, nel destino del dominio di un'oscena banalità. Questa potenza esiste e come, ma le decisioni e i comportamenti sociali hanno una loro complessità, dove esistono sentimenti e "rinforzi" come dicono i comportamentisti. Personalmente mi semQuesto fatto ha contribuito non bra utile aprire un campo problepoco a mantenere la cultura politi- malico che, tanto per dargli un ca, soprattutto francese e italiana, a nome, chiamerei della "post-demoun livello molto astratto. Mentre crazia". dal punto di vista economico e so- Si tratta solo di un problema teoriciale lo sviluppo capitalistico ri- co e non vorrei che venisse preso produceva inevitabilmente uno sti- per un dato di fatto che copra prete di vita simile a quello americano, varicazioni e violenze. Lei sa bene con una serie di addomesticamenti che io ho preso l'acqua del 25 Apridegli effetti spontanei dello svilup- le. Tanto per capire: "post-demopo capitalistico che provenivano crazia" significa che sono in declidalla sua tradizione. Non è poco. no le strutture portanti della demoMaquesta tradizione èquanto oggi, crazia, mentre si ripete la forma un po' paradossalmente, è in di- istituzionale che, in questo modo, scussione... assume un significato diverso. Sta abbandonando l'Europa e il Che cosa pensa del discorso di tema della sua cultura per ana- Carlo Sini, il quale, proprio sulle lizzare la situazione italiana? pagine di questo giornale, insiNo. L'analisi della situazione ita- steva, tra l'altro, sulla strutturaliana è troppo evidente. Si vada a le crisi di senso dei modelli politivedere la diagnosi di Gobetti al- ci democratici occidentali? l'inizio degli anni Venti. Volevo Sin i mi perdonerà la semplificaziodire piuttosto che per lungo tempo ne. A me pare che faccia un gioco di fronte alla progressiva america- di opposizioni. Tutto ciò che è opnizzazione dei nostri paesi noi ab- posto alle forn1e della modernità biamo continuato a fare analisi con occidentale è la strada buona del categorie filosofiche romantiche futuro. Quindi non la ripetizione come "popolo" o "classe", invece dell'uguaglianza, del progetto, della di guardare in direzione degli Stati tolleranza, ma le differenze non Uniti, con le necessarie correzioni. aggressive, il sapersi infondati, diSarebbe stato importante rifare nei seguali, immaginativi, particolari, nostri anni il gesto teorico di Marx indecisi, contemplativi. Sono stato che studiò il capitalismo in lnghil- attento ai verbi che reggono il diterra, e così inventò concetti teorici scorso. per nuovi fenomeni. Noi non guardammo nella direzione corretta per "pensare", noi guardammo alla nostra biblioteca. Così che poi quando è esplosa la distonia tra mondo reale e sistema simsono in declino le struttureportanti della democrazia bolico a disposizione, è nata una Hannorilievol'auspicareeildovecultura della nostalgia, del manie- re. Probabilmente per far "vedere" rismoaccademicoedel risentimen- un futuro più accettabile occorre to che sono tutti sentimenti di orfa- "fondare" su queste aperture il pronezza dalla storia. prio discorso. Ma mi sembra che Uno dei risultati è certo la rinascita una rivolta filosofica o è uno spazio di un neo-liberismo economico in- della filosofia e del suo ambito di tellettualmente molto povero equa- discorso, oppure se guarda al monsi scolastico, privo di alcuna valida do, è, in un certo senso, illuminicontaminazionecon il pensiero con- smo. E' proprio vero che noi factemporaneo. Questa cultura è stata ciamo musica e pittura? E non è contrastata solo con la ripetizione vero, purtroppo, che le megalopoli di valori morali, condivisibili, ma del terzo mondo ripetono, nel pegnon sufficienti per sapere che cosa gio, le nostre città con in più il era accaduto del nostro mondo. degrado di un mondo che scompaIn questo quadro non crede che re? Non è vero che le culture orali la cultura "della sinistra" italia- ancora esistenti scompaiono in na (eccezione fatta per Pasolini) qualche settimana non appena arriabbia completamente sottovalu- va la televisione? O sono fenomeni tato il peso dei mezzi di comuni- rispetto ai quali percepisco tutta la cazione di massa? fragilità del pensare, e nel contemIn Pasolini era molto forte la di- po la necessità di farlo con rigore mensione della distruzione e della accettando, anzi amando un po' perdita. Sentimenti conservatori questo destino che sta capitando al che fanno vedere, e spesso molto nostro tramonto. Le dirò che con bene la realtà in trasformazione. La questo stile, nel concreto, sono semtelevisione provoca l'abitudine a pre andato molto d'accordo con tenere insieme immagine e discor- Sini. Ci sarà una ragione più semso, e provoca una radicale difficol- plice o più difficile che mi sfugge. là ad adoperare il discorso nella sua E sul suo "anche se" che abbiamo autonomia. Il discorso si impoverì- lasciato in sospeso? Nonostante sce sul quadro referenziale dell' im- ogni apparato impositivo vi è magine. Conseguenza di questo qualche speranza? fatto è l'impossibilità di educare La parola speranza ha un suono alla abitudine della memoria e al moltodolce,appartieneasentimenti suo riferimento come dimensione in qualche modo popolati dall'aura essenziale per capire. Come è stato di Dio. Io volevo solo dire che se detto la televisione non riflette il non vi è nessun soggetto, nessuna mondo, è il mondo. Ed è un mondo mente, nessun progetto che possa che accade con una temporalità si- olisticamente prendere in mano il mile a un presente permanente. Se mondo e i suoi drammatici problelei pensa alle origini del giornali- mi, vi sono "soggettività", come smo europeo (quello americano è diceva Foucault, che hanno propria un'altra vicenda) c'era una conti- possibilità di azione e di intervennua connessione tra fatto e sfondo to.Credomoltosemplicementeche "storico". Oggi il giornale diventa un comportamento equilibrato e commento, estensione scritturale capace di una sua moralità sia queldello spazio pre-costituito dallaco- lo di non chiudere gli occhi di fronmunicazione televisiva e dei suoi te a questi spazi per modesti che confini. Ripete la spettacolarizza- essi siano. Non possedere il mondo zione. Credere che non vi siano significa anche non sapere a priori conseguenze pubbliche (e private) come andrà a finire un nostro modo di questo stato di cose è ridicolo. di essere nel mondo. Credo che questo spazio vada inve- Abbiamo solo un orizzonte e, come stigato con occhio antropologico, ogni orizzonte, incerto. Bef6° 110tècapiG Ino BiancO --------------------------------intervento SAVONAROLA E LA LIBERTA' Ad Adriano Sofri piacecitare, gliel'ho sentito fare altre volte, a proposito della morte di Savonarola la frase "finalmente si potrà soddomitare", ma c'è qualche inesattezza storica nella sua citazione infatti non fu il commento più diffuso dopo l'uccisione del Savonarola, ma l'espressione del solo Benvenuto del Bianco, appartenente al partito degli arrabbiati nimicissimi del frate, uno dei Dieci di pratica (una magistratura fiorentina). L'affermazione cioè non fu, come pensa Sofri: un sospiro di libertà e sollievo, ma una specie di bestemmia e un estremo spregio dei valori che il Savonarola aveva affermato. Infatti il Filipepi riporta le parole esatte: "Lodato sia lddio, ché si potrà soddomitare!". Profeta armato solo dello spirito di verità che lo animava, Savonarola cercò di resistere alla dimensione politica delle sue predicazioni; riferisce il Ridolfi che non voleva pensare allo stato e alla cosa pubblica e per questo interrogò nella preghiera e nella coscienza lddio così: "lo sono contento quanto a predicare ordinariamente in reprensione de' vizi ed aumento delle virtù, qui a Firenze e dove ti piace. Ma che ho io a fare, io, dello Stato di Firenze, a predicarne ..." Allora il Signore gli mostrò come, pure attendendo principalmente allo spirito, egli avrebbe dovuto "fermare tutte quelle cose che conservino e mantenghino lo spirito e le cose con che lo spirito si governa"e come così bisognava fare a Firenze: "volendo che ella sia buona, farli uno stato che le conservi la bontà" (Firenze, A.Tubini ecc. Prediche sopra l'Esodo c/4). Per questo non mi sembra di condividere nella citazione di Sofri una concezione secondo la quale la libertàcoincide con ilvizio, mentre" uno stato che conservi labontà" possa solo essere un'esagerazione moralistica. Il brevissimo periodo Savonaroliano (circa dieci anni) è riportato in molte memorie come un'età dell'oro. Il Landucci lo definì ''piccolo tempo santo" e in qualche modo l'elevatezza morale di gran partedel popolo fiorentino all'epoca somiglia a quella dei seguaci di Gandhi durante le lotte nonviolente per l'indipendenza indiana. I fanatismi dei roghi della vanità, secondo il Ridolfi, awennero non più di tre volte (anche Gandhi peraltro promosse i roghi dei tessuti inglesi e la produzione dei tessuti a mano); l'enfasi con cui gli arrabbiati hanno continuato a ripetere questi episodi nei secoli non fa che confermare il bisogno di banalizzare il frate per evitare un serio esame della sostanza del suo messaggio che fu e resta centrale per il problema dello stato e della politica moderna. Le sue proposte contengono una comprensione di ampia portata sulla Firenze di oggi e di domani: sta a ciascuno far prevalere la scelta del bene, della vita retta e onesta, sia come religiosi che come politici. Anche Machiavelli condivide nella sostanza la concezione savonaroliana della moralità del potere e della legge quando, in un suo famoso discorso alla Signoria fiorentina, afferma "gli uomini non possono e non debbono essere fedeli servi di quello signore dal quale non possono essere né difesi né corretti". Compito del potere e della legge è quindi anche di correggere i cittadini, con saggezza e tolleranza certo, con rispetto per le libertà individuali, ma senza rinunciare alla morale pubblica e a una concezione alta della libertà comune, che deve ostacolare o penalizzare dei comportamenti in contrasto con tale libertà. Migliaia di uomini e donne, in varie epoche hanno sacrificato la propria vita per la libertà di questo paese, che adesso si trova sfigurato nel suo paesaggio, nel suo clima, nella sua morale più essenziale da un consumismo e una concezione del pudore, dell'intimità, della violenza, del sesso, del lavoro che ha devastato la nostra cultura più autentica, la nostra identità di popolo. La guerra dell'oppio non è stato né il primo né l'ultimo episodio che ha dimostrato come si possa schiavizzare un paese inquinandone la libertà. Il trionfo degli arrabbiati, di Alessandro VI e dei Medici rappresenta, a! contrario di quanto crede Sofri, non la liberazione ma la fine della libertà di Firenze, la fine del Rinascimento e l'awio verso il granducato e la tirannide successiva più o meno bonaria. Il tiranno produce province, il profeta invece accende la città, le dà un senso come centro del mondo. La parola "piagnoni" è bellissima, è il contrario della superbia, infatti si piange sulle proprie infermità e debolezze, ma chi piange viene anche consolato e incontra lagioia, che per essere vera, va protetta, non può essere sbandierata nel mondo delle apparenze. Al pudore dei fiorentini che li spinge a mostrare l'aspetto peggiore di sé, per non dare perle ai porci, confaceva il nome di "piagnoni" per nascondere le gioie spirituali e ostentare il dolore per i propri limiti. Certo la parola è stata usata dagli awersari nel senso di non sapersi godere la vita e nell'esserefemminucce senza attributi. Ma proviamo a trasferire in un campo specifico, ad esempio quello urbanistico, le idee dei piagnoni e degli arrabbiati. La tesi piagnona di un'organizzazione pubblica finalizzata alle virtù, probabilmente propone una • Disinfestazioni - Derattluazlonl - Disinfezioni • Allont.wnafflento colofflbl da edifici e fflonufflentl • Disinfestazioni di parchi e giardini • Indagini naturallstlche 47100Forll- viaMeucci,24 (Zonalndustrinlt) Ttl (0543)722061 Telefax(0543)722083 DIFFUSIONE SPECIALISTARTICOLIDABAMBINO CENTROCOMMERCIAL«EILGIGANTE» BABYCROSS · GIGANTE ViaCampodeiFiori47100ForlìTel.0543/72102F3ax0543/724797 BABYCROSS · RIMINI ViaNuovaCirconvallazion2e1, 47037Rimin(iFO)Tel.0543/777552 città il cui ordine deriva dall'estetica, dal bisogno di ricordare ai cittadini per una buona convivenza la centralità dei principi e della fede. Il problema del peccato restasempre intatto con il libero arbitrio di ciascuno, ma la città assume una forma che rispetta le leggi fondamentali della convivenza e favorisce labellezza più comunemente riconoscibile come espressione della coscienza morale. Invece l'urbanistica arrabbiata (contro il passato e contro ogni valore) è capace quasi soltanto di leggi astratte e capriccio individuale che producono disordine e bruttezza finalizzati esclusivamente alla comodità e a prevalenti interessi economici privati che comunque non riescono a compensare la mancanza di etica ed estetica comunitaria. Savonarola, 500 anni fa, ha posto il problema fondamentale del rapporto fra morale e politica e lo ha posto, come è giusto, sia ai singoli uomini che ai reggitori della città. La legge contiene comunque un messaggio, che può stare dalla parte della coscienza morale o ostacolarla. Regole urbanistiche che favoriscono la nascita di periferie anonime,ostacolano lacoscienzamorale perché privilegiano spazi più adatti alla delinquenza e alla paura che alla protezione delle virtù civiche. La bontà delle leggi non basta se i capi non hanno virtù le quali, molte volte, anche a Firenze, hanno compensato largamente leggi cattive, ma il problema del rapporto tra legge e coscienza morale, fra pubblici amministratori e onestà, come dimostrano gli ultimi anni di cronaca del nostro paese, è sempre uguale per ogni generazione. Le istituzioni degli ultimi due secoli tendono a garantire la libertà individuale, intesa come un contenitore che ciascuno può riempire come vuole a patto che non danneggi o invada quello altrui: "la mia libertà comincia dove finisce la tua". La società considera un'intrusione dare, da parte sua, una qualsiasi risposta al problema di quale sia il modo più alto di riempire le libertà individuali e quando lo fa tende o a cancellarle, come nel comunismo, o a riempirle di obblighi burocratici giustificati dall'esigenza vera o supposta di garantire gli altri, come nei sistemi occidentali. San Francesco nella sua lettera ai Reggitori dei Popoli, ricorda che "il giorno della morte si awicina" e li supplica di non dimenticare il Signore con le cure e le preoccupazioni del mondQ,di obbedire ai suoi comandamenti perché se si allontanano dalle· Sue leggi quanto più saranno sapienti e potenti in questo mondo, tanto più dovranno patire nel prossimo. E dovranno dare al Signore tanto onore fra il popolo a loro affidato che ogni sera un banditore proclami o altro segno annunci che siano rese lodi e grazie all'Onnipotente Signore lddio da tutto il popolo. Lo stato moderno è in grado di garantire a un sindaco la libertà di aderire alle esortazioni di San Francesco senza che i suoi concittadini sentano violata la loro libertà individuale da un suono di campana o dalla voce di un banditore? E per quale ragione il silenzio, cioè l'assenza di affermazioni di fede, sempre più riempito da suoni e immagini con alto coefficiente di violenza e pornografia, viene considerato maggior garanzia di libertà dell'invito a migliorare la propria vita? La democrazia richiede dal maggior numero di persone virtù che sono di pochi, perciò lo sforzo di diffondere tali virtù è il vero lavoro essenziale per garantire la libertà politica. Nella nostra democrazia tale sforzo è quasi assente mentre si moltiplicano le sollecitazioni al consumismo, al benessere materiale, all'efficienza fine a se stessa. In queste circostanze la democrazia non rischia di essere sempre più una finzione? Come possono sia la destra che la sinistra, rafforzare la democrazia finché non mettono in discussione "questo" tipo di vita e di economia? Il messaggio di Savonarola, credo, debba essere letto oggi proprio come una proposta di liberazione dalla plastica, dalla violenza, dalla pornografia, dal sodomitare e dall'inquinamento fisico e spirituale, per costruire qualcosa che dia luce e gioia al cittadino presente lasciando un segno di bellezza per il cittadino di domani. Quale enorme proposta profetica e che compito! "Firenze Umbellico del mondo": Savonarola proietta questa città al di sopra dei conflitti, nelle più alte aspirazioni dei popoli, che tutti qui vengono a riconoscersi. Perciò anche a livello politico Firenze ha il dovere di comunicare al mondo, con i suoi ordinamenti, lavisione di una giustizia, di un'umanità, di una misura che rifletta l'incontentabilità dell'uomo per un ordine soltanto umano e un'allergia per le organizzazioni terrestri complesse, onnicomprensive, definitive che non hanno aperture verso la semplicità e il mistero. La visione che Savonarola lascia a Firenze e che completa quella di Dante è quella di un ordinamento di pace e bellezza, senza schiavitù né nei confronti di altri n~ dei propri vizi, che corrisponde alle più alte aspirazioni umane di libertà. Giannozzo Pucci Alimentazione Naturale Yoga Shiatsu via G. Regnali, 63 Forlì tel. 0543 34777 CASSARURALEDARTIGIANA - FORLI' NEL CUORE DELLA CITTA' UNA CITTA I , ,

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