di politica .. La struttura organizzativa della Lega. Debolezze e forza della personalità del Bossi. La secessione come progetto portante di tutta la tematica leghista. Che cosa succederà entro un anno? Intervista a Franco Castellazzi, ex presidente della Lega Nord, ora fuoriuscito. ma intanto ha lanciato il messaggio. Per esempio, ufficialmente annuncia "faccio la Repubblica del Nord" e, poi, dice "scherzavo, è un modo di dire, vogliamo solo la macroregione". Poi, ai quadri leghisti di un certo tipo -non a tutti i quadridice "noi dobbiamo organizzarci per fare la Repubblica del Nord, a tutti i costi". E siccome ali' interno della Lega, sulla questione della Repubblica del Nord qualcuno ha vacillato, in questi ultimi tempi -è una cosa tanto bella, ma non si può fare, perché c'è l'esercito- allora Miglio ha detto «Guardate che ci sono dei generali che sono con noi ». Ma non l'ha detto Bossi, l'ha fatto dire a Miglio, perché il capo deve poter dire "non è vero". Questa intervista è stata realizzata da Walter Minella della rivista Ulisse, quadrimestrale stampato a Pavia, e apparirà, nella versione integrale, sul numero che sarà in libreria in questi giorni. Ringraziamo gli amici di Ulisse dell'autorizzazione alla pubblicazione. Franco Castellazzi è stato fino all'ottobre del '91 il presidente della Lega Nord: una sorta di numero 2 di Bossi, da cui si è staccato clamorosamente. Pensiamo che la sua testimonianza possa essere utile, in una prospettiva storica, per ricostruire alcune caratteristiche della nascita della Lega. Naturalmente non presentiamo quella di Castellazzi come la verità, ma certo come un contributo prezioso alla ricostruzione dell'ambiente psicologico-sociale in cui è maturato il successo della Lega e del suo leader carismatico Bossi. L'intervista ha avuto luogo il 20 ottobre '93. Quali sono, a suo parere, le ragioni del successo della Lega ... Le ragioni sono, come sempre, molte: non c'è mai una ragione sola per fenomeni di questa portata. La Lega parte sostanzialmente da zero nel 1987/88 e conquista un consenso di massa che la porta a percentuali di maggioranza relativa (che diventa, poi, ovviamente, assoluta nei ballottaggi) in quasi tutte le città e leyrovince lombarde e nella maggioranza delle città e del le province della Padania. Le ragioni sono, quindi, complesse. Mi sembra, però, che le ali su cui vola la Lega siano "la questione morale" da una parte e, dall'altra, quella "fiscale". Non ci sono dubbi: la Lega a un certo punto appare a milioni di cittadini, nelle regioni del Nord, l'unica forza politica sicuramente pulita in quanto inesistente negli anni della grande abbuffata. La Lega è insospettabile. La gente ha una così grande voglia di pulizia che non vuole correre rischi: vuole una verginità assoluta, che non abbia bisogno di prove. L'opinione pubblica sente, a torto o a ragione, che il marcio ha coinvolto tutto e tutti e rifiuta, perciò, l'intero sistema dei partiti, sia di governo, sia di opposizione. L'ira della gente si è riversata nella Lega. Da qui, la sua esplosione elettorale. C'é poi l'altra causa che già aveva fatto sentire il suo peso prima di Tangentopoli, alle elezioni regionali del '90: la rivolta fiscale. Di fronte ad un numero incredibile di imposte, tasse e balzelli di ogni genere (in Italia se ne contano poco meno di 200) i ceti del lavoro autonomo, ma non solo quelli, che si sono sentiti, per anni, presi in giro, se non addirittura criminalizzati (e in questo ci sono, a mio giudizio, errori gravi della sinistra), si ribellano e trovano per la prima volta il veicolo.per farsi sentire. Prima del '92, la I,,ega dà voce a ceti che non avevano mai avuto una voce vera: queste categorie sono rappresentate, con i loro vertici e le loro burocrazie, da associazioni che in larga misura hanno fatto capo alla DC, al PSI, ma anche, in alcuni casi, al PDS. Ma questi vertici associativi non corrispondono più ai voleri e ai problemi degli associati, ma sono solo referenti dei partiti che li hanno emanati. Da qui uno scollamento che si è manifestato, pesantemente, nel voto.D'altra parte, come poteva un sistema politico uscire indenne dopo aver prodotto un fisco ingiusto e distratto, sadico e persecutore, incapace e feudale, sempre esoso e spesso ladro, azzeccagarbugli quanto basta per imbrogliare i "deboli" e per offrire ai "forti" mille cavilli per tranquille elusioni ed evasioni? immediatezza, ingenuità, parolacce, insulti Così, è arrivata la Lega. Pane e tasse sono sempre stati in tutti i tempi i motori delle rivoluzioni. In questo quadro si colloca anche lo stile politico della Lega? Naturalmente. In questo quadro di disagio -che la recessione economica fa aumentare- si inserisce la Lega, cioè un movimento che parla l'esatto contrario del politichese, si fa capire sin troppo bene, è immediata, non lascia dubbi su quello che dice, vive largamente anche di parolacce e di insulti, e quindi assomiglia alla vita quotidiana, che è · fatta anche di queste cose. Questo, paradossalmente, le dà una forte spinta, perché la fa sentire sincera alla gente che l'appoggia con entuORl'I DI GUERRA Italia, fiaba d'estate, fanteria motorizzata, le tue famiglie furono rovinate dal ribasso dei titoli di etica che lo Stato non potè rimborsare. La bancarotta cominciò da lì, dai BOT stracciati davanti alle facoltà universitarie dove da anni ci si lamentava per la mancanza di lavagne luminose, i simboli che la democrazia matura sposta a suo piacimento per produrre una cultura sonnolenta, ipnotica, fatta di informazioni a getto continuo. Ci si rivoltava sui fianchi, malati che credono sia il cuscino ad avere la febbre. Poi dalle mense aziendali sparì il manzo, e la gente ne rimpianse le orlature di grasso verdastro come se si fosse veramente in guerra col mondo e la sua innata perfidia, il destino cinico e baro, il complotto contro la nostra moneta, la disumanità della politica, quell'arida distesa non irrigata da miracoli. Il primo soldato fu pianto, il secondo diventò un eroe non-violento, il terzo fece dimettere il governo, al quarto caduto le frontiere si dissolsero felicemente e ognuno ritornò a bottega a finire un lavoro di pazienza e delicata maestria, per ornare il salotto del padrone. Era la dimensione adatta. Ora et labora. Ricomparvero qua e là libri di poesia. Edoardo A/binati CO siasmo, perché ne ricava la sensazione di un movimento bambino, che si porta dietro tutte le sue ingenuità, ma che, appunto per questo, diventa, in un certo senso, affidabile, contro «quelli là» che sono fin troppo furbi, fin troppo preparati - ma che mettono tutte queste loro «doti» al servizio di loro stessi, del furto. Vorrei passare, da questa sua riflessione attuale, alla ricostruzione della sua esperienza personale. Anzitutto, quando e come ha incontrato la Lega? La Lega -la prima Lega, quella che si chiamava Lega autonomista lombarda- viene fondata da Bossi alla fine degli anni '70-inizio anni '80. E' un movimento a sfondo etnonazionalista, che chiede addirittura l'autonomia, se non l'annessione alla Svizzera, della provincia di Varese. Era ben poca cosa. Cercava di creare delle minime aggregazioni attorno al dialetto e a elementi di questo genere: non poteva destare alcun interesse di carattere politico. Io conosco Bossi nell "86, dopo che si era presentato alle elezioni regionali dell"85 con scarso risultato. Mi sembra che in tutta la Lombardia avesse conquistato globalmente intorno allo 0,2% dei voti. ... Bossi è un personaggio complesso. E' un personaggio dall'assoluta incultura politica, ma da ciò ha tratto il suo maggior elemento di forza, perché non condizionato da alcun vincolo culturale. Bossi aveva ed ha una capacità eccezionale nel cogliere gli umori "della gente", sa dire quello che vuole "la gente" in quel momento. Bossi sa mentire con estrema tranquillità Lo sa dire con forza, con brutalità. Inoltre, c'è un'altra sua caratteristica, ripugnante dal punto di vista umano, ma tuttavia utilissima politicamente: Bossi sa mentire con estrema tranquillità, perché la sua vita è stata costruita sulle bugie, e mente con serenità assoluta. ... In consiglio federale Bossi faceva degli interminabili monologhi, senza che nessuno osasse aprire bocca. Il consiglio federale, corrisponde alla direzione nazionale della Lega Nord (mentre la direzione lombarda è chiamata dai leghisti «consiglio nazionale»). Bossi parlava, dunque, per due, tre, quattro ore senza che nessuno lo contrastasse. Alla fine, ci poteva essere un brevissimo spazio per il dibattito, ma, che mi risulti, l'unico che sollevava qualche obiezione ero io: tutti gli altri avevano già approvato prima ancora che lui aprisse bocca. Erano tutti uomini che Bossi si era scelto, erano i suoi fidi, tutta gente che, in un modo e nell'altro, gli doveva tutto. Oggi, ancora più di ieri, Bossi è il padrone assoluto della Lega, in grado, per esempio, di sollevare la cornetta del telefono e dire al Sindaco di SOFTWARE - SYSTEM HOUSE CENTRO ELABORAZIONE DATI CONSULENZE INFORMATICHE CONSULENZE DI ORGANIZZAZIONE CORSI DI FORMAZIONE CEIMS: - Soc. Coop. a r.l. Via A. Meucci, 17- 47100 FORLI' Tel. (0543) 727011 Fax (0543) 727401 Partita IVA 00353560402 Il fine di tutto il progetto che si Milano «Guarda che tu devi fare chiama Lega, è la Repubblica del questo e non quest'altro». E se For- Nord. Quante volte Bossi mi ha mentini obietta la replica di Bossi è detto (sapeva che io ero contrario): perentoria: «Tu devi fare questo» - «Cosa saremo noi senza la Repubil tono è fortemente imperativo- blica del Nord? Solo un piccolo e «Non ti preoccupare, lasciati gui- insignificante partitino». In fondo, dare» (queste -mi sembra di sentir- dal suo punto di vista ha senz'altro lo- sono le sue parole abituali: «non ragione. Senza la Repubblica del ti preoccupare, lasciati guidare»). Nord, la Lega che cosa sarebbe di Così, è stato sicuramente Bossi a diverso da un nuovo doroteismo o, decidere di far diventare il Leonca- se si preferisce, da un nuovo craxivallo il problema principale di Mi- smo? Portatrice, com'è, di una cullano. Mi immagino la conversazio- tura moderata, di liberalismo totane con Formentini: «lo ti dico che le, del buon senso spicciolo delle me ne sbatto i coglioni del passante piccole cose di tutti i giorni, di venferroviario, della fiera e di quelle terebbe rapidamente un piccolo favole lì. Per queste balle ti mette- partito conservatore. A questo pro- U ~(.; Jr A C, ww,,,~~ rai d'accordo con quei pirla di assessori che ti ritrovi intorno. l'inevitabile strada della secessione del nord Tu mi fai diventare il Leoncavallo il problema principale di Milano, perché noi abbiamo bisogno che la gente d'ordine abbia ancora paura dei rossi, anche se non ci sono più. Poi ti spiegherò» .... Quindi, le dichiarazioni di Bossi, che talvolta sostiene che non vuole rompere l'unità nazionale, che il suo progetto è il federalismo, non la secessione, a suo parere sono coperture per mascherare il vero obiettivo ... Bisogna tenere presente la caratteristica doppiezza del linguaggio di Bossi: dichiara e finge di ritrattare, posito, è bene non dimenticare che in Italia non c'è mai stato, prima della Lega un movimento di massa nelle regioni settentrionali in grado di mettere assieme ceti e culture diverse e di conciliare le aspettative del ricco con quelle del povero. Ovviamente, questa peculiarità non le permette di diventare un grande partito nazionale. E proprio quest'ultima considerazione spingerà Bossi sempre di più a battere la strada della secessione. ... Che tipi sono i militanti della Lega? I militanti sono di diverse estrazioni: per lo più privi di precedente esperienza politica, molti provengono dai partiti di massa -dalla DC, dal PCI e dal MSI. Tuttavia i militanti che sono diventati dirigenti negli ultimi tempi provengono quasi tutti dalla estrema destra, soprattutto alla periferia. Penso a Boni, Coop. Cento Fiori LAB. 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