Una città - anno III - n. 24 - luglio 1993

• • un v1a9910 81 Nord e sud come poli di una geografia delle anime. La voglia di sole che esplose nel 68. Il grand tour e i 15000 giovani meridionali che improvvisamente arrivarono a Torino. Il nome misterioso risentimento, il carrierismo di una parte dei giovani di ieri e l'invisibilità dei giovani di oggi. lnte Oggi nei riguardi del sud sembrano prevalere sentimenti di distacco, di disprezzo, di risentimento ... Sul movimento del 68, in cui tu sei stato un protagonista, il sud esercitò un fascino fortissimo. Ce ne puoi parlare? C'è un doppio ordine di questioni. Uno, quello del razzismo, è facilmente risolubile a parole, ma poi resta il vero problema perché in Italia, e non solo in Italia, c'è un effeuivo riaffiorare di sentimenti, stereotipi, pregiudizi, idee. linguaggi, sguardi razzistici. L'altro problema, meno trattato e che non c'entra niente col razzismo, ha a che fare con le differenze fra nord e sud e, soprattutto, con la differenza nel modo di sentire e pensare il nord e il sud come luoghi di unà geografia delle anime. Fra le tante polarità che regolano e semplificano la vita delle persone -maschi e femmine, giorno e notte, tardi e presto, tutte quelle che si sannoquella nord e sud è una polarità assolutamente essenziale. Questo in generale dipende da come è fatta la terra. Ma in particolare, da noi, dipende dal fatto che la gente s'è sempre immàginata l'Italia come moralmente guidata da questo asse verticale nord-sud. è più a sud Bari o Napoli? E' più a est Venezia o Roma? Questo, fra l'altro, ci porta ad avere un'idea dell'Italia assolutamente folle dal punto di vista geografico. Quando tu fai delle domandine tranello sulla geografia italiana, la gente cade dalle nuvole: se chiedi se è pìù a est Venezia o Roma, tutti rispondono subito Venezia e non è vero, sono sullo stesso meridiano. Oppure se chiedi se è più a sud Napoli o Bari ... Sono tutte cose che sfuggono all'idea corrente che si ha dell'Italia perché da piccoli si impara che l'Italia è uno stivale allungato -"un paese lungo" come dicevano gli antichi- che va dal nord al sud e la cui storia è caratterizzata dallo scontro e dalla differenza e poi dall'unificazione fra nord e sud. Invece l'Italia è una deriva mostruosa da nordovest a sud-est che la fa del tutto obliqua e "sparpagliata" in questo Mediterraneo. Dunque persino la nozione geografica del- !' Italia è resa sballata da quest'idea costitutiva della polarità con cui le persone vengono tirate su fin da piccole. lo, per esempio, sono nato a Trieste da una madre triestina e da un padre puglie e, poi ho vissuto gran parte dell'infanzia aTaranto, quindi nei due antipodi marittimi della penisola. E a Taranto da bambino passavo per un polentone settentrionale, a Trieste per un terrone o un cifariello. Fa parte, cioè, della mia stessa esperienza infantile questo asse portante della divisione fra nord e sud. E in Italia essere molto mescolati non è un caso molto stravagante. E' come condurre la propria esistenza in una navigazione che si orienta sulla stella del nord e sulla croce dél sud. Nel corso della tua vita personale, a prescindere dalle fasi politiche e storiche che poi sono molto importanti, tu oscilli, nelle tue predilezioni, nei tuoi modi di comportarti, fra una tentazione meridionale e una tentazione settentrionale. Questo in Italia. Tieni conto che esistono paesi in cui la questione si presenta assolutamente rovesciata. Per farti un esempio: per motivi familiari frequento molto la Norvegia e in Norvegia esiste una questione settentrionale. La Norvegia è lunga il doppio del1'Italia e siccome il nord è molto freddo, quindi molto povero, con un clima molto inclemente nei confronti degli insediamenti umani, c'è una questione settentrionale. I settentrionali della Norvegia, i lapponi per esempio, hanno un temperamento che noi definiremmo meridionale: sono i napoletani della Norvegia, cioè sono cordiali, estroversi, espansivi e vengono considerati con molto sussiego e sdegno dagli abitanti di Oslo, dai norvegesi meridionali che, viceversa, sono quelli ricchi, sono i cittadini, evoluti, eccetera eccetera. Insomma la geografia, a volte, fa scherzi da porta girevole. Le opposizioni possono rovesciarsi rapidamente. Dunque dall'origine l'Italia si porta dietro questa questione dell'opposizione fra nord e sud come questione fondante e, di volta in volta, irrisolta della crescita di un'anima nazionale. Si pensi alle questioni, tuttora discusse, di un'unità avvenuta come conquista del sud da parte del nord sabaudo appoggiato da potenze internazionali, di un risorgimento avvenuto come lotta di popolo o, viceversa, come trama diplomatica realizzata sempre a prezzo dcll"autonomia delle culture differenti, eccetera eccetera. per Stendhal Milano era la città meridionale per eccellenza Poi nella nostra geografia, appunto morale, nord e sud hanno anche un connotalo fortemente tipico. Noi, cioè, consideriamo alcune caratteristiche come tipiche del nord e altre come tipiche del sud. Il sud è il peperoncino (il che non è poco se pensate che Mao Tze Tung, sulla presenza o meno del peperoncino nelle cucine regionali cinesi, costruì metà delle sue teorie politiche), il sud è la socievolezza estrema, è la dolcezza del vivere, è la spontaneità, fino ad arrivare agli stereotipi più bacati come il sole mio, il mandolino, la pizza. E che valgono comunque anche al nord per tutti quelli che stanno un po' più a nord: per Stendhal Milano era la città meridionale per eccellenza. Allora: quando non è in ballo il razzismo, cioè il disprezzo, l'intolleranza, ma, al contrario, una predilezione libera, spontanea e oscillante fra il colore locale e le sue configurazioni, in questa geografia le persone possono, a seconda dei periodi della loro vita, essere attratte dalla possibilità di mangiare la cassata a Palermo oppure di starsene in un locale riservato in Valvenosta. E come mai nel 68 questa vocazione verso il sud divenne così forte? In realtà questa vocazione dell'anima del nord del mondo verso il sud del mondo, come vocazione romantico-scolastica verso il sole, era già del movimento giovanile subito prima del 68. In realtà nel 68 è culminato qualcosa che esisteva già da tempo, cioè l'opposizione alla guerra del Vietnam, la diserzione, i concerti rock, il nomadismo giovanile, Easy Rider, il nuovo abbigliamento, i capelloni ... Tutto un movimento, cioè, di persone nebbiose che nel prossimo numero: Paolo Flores D'Arcais ci parla della sinistra oggi Libero Casamurata ci racconta la sua avventura a Gibuti - . o 8 UNA CITTA' Wlodek Goldkorn ci parla di città multietniche e di nazionalismi avevano voglia di andare verso un sud visto come il luogo della libertà dei corpi, della scioltezza dei movimenti, della facilità dei rapporti umani, della comunicazione spontanea. Si andava da Berlino a Napoli, dal Canada al Messico, da Milano a Crotone, a Tropea. C'era una specie di spirito di vacanza dissimulato, nobile però, che assumeva la forma della volontà di solidarietà con i più deboli, con i più poveri, e anche della trasformazione di sé, di liberazione da una struttura austera, rigida, autoritaria che si faceva coincidere con il modo di vita del nord. In questa voglia d'andare al sud, poi, io vedo anche una versione della secolare tradizione del viaggio di educazione, il grand tour, che portava i giovani inglesi di buona famiglia, -quelli che viaggiavano per diporto, gli altri, poveretti, erano deportati- fino ali' estremo sud, che allora erano le rovine della campagna romana, al massimo le rovine del Partenone o le piramidi, se uno era molto esotico. Comunque era un viaggio verso il sole. Lì si aveva esperienza di un'antichità perduta e, poi, di una vitalità animalesca ... (c'era la camera con vista dove arrivava una signorina, c'erano le canzoni, e l'odore, del vetturino, che permettevano alla signorina di abbandonare un po' la sua cultura repressiva e inibita, dopodiché tornava a diventare brava padrona di casa in una contea inglese ...) Io credo che una propaggine di questa concezione del viaggio verso il sud come viaggio di iniziazione al calore, all'espansività, fosse molto forte anche in questo movimento giovanile del 68 e anni successivi. una gran voglia di sole, esistenziale prima che politica Questo per dire che quel movimento di giovani fu innanzitutto e soprattutto mosso da un'istanza esistenziale -una gran voglia di sole- che poi trovò la sua forma ideologica e politica. E partire per il sud è una voglia che in certi casi rischia di non passare perché poi si va alla ricerca di un sud sempre più a sud. Per esempio in Germania, dove i movimenti politici sono finiti prima che in Italia - anche se poi, proprio per questo, hanno avuto strascichi terroristici più metodiciquesta specie di passione terzomondista per il sole è durata molto a lungo, passando in eredità al movimento verde, ecologista, pacifista. Ed ha prodotto effetti anche disastrosi. Per esempio I' antisionismo del movimento studentesco di sinistra tedesco, anch'esso trapassato nei movimenti che ne sono stati eredi, il filopalestinismo ideologico diventato a volte fìlogheddafismo, erano ancora, in qualche modo. il frutto di questa contrapposizione fra un modo di vita stereotipo, immaginario del sud e quello dei vecchi tedeschi, della generazione adulta, gretla. Quindi una vocazione innanzitutto esistenziale. Ma anche la sua connotazione politica fu molto forte. Vale l'esempio che hai appena fatto del tenomondismo ... Certo. La mia generazione, e quella del movimento studentesco successivo ha trovato nella opposizione nord-sud la leva e l'ispirazione decisiva del suo impegno politico e civile. Una vocazione unitaria in cui però l'asimmetria fra nord e sud restava assolutamente essenziale. Restava, cioè, quella geografia politica per cui il nord è ricco e il sud è povero, il nord è avaro e il sud è cordiale e generoso, il nord industriale sfrulta il sud agricolo o postagricolo e disoccupato. E questo avveniva, poi, senza che noi sapessimo bene di appartenere al nord del mondo. Il mondo ha cominciato ad essere descritto come un posto diviso fra nord e sud dopo gli anni della politica, sostanzialmente agli inizi degli anni '80, negli anni, cioè, della scoperta della fame, del debito crescente dei paesi del terzo mondo, del divario crescente fra primo e terzo e quarto mondo, eccetera eccetera, e della contemporanea caduta di quell'altra opposizione che era sembrata dominare il mondo, quella fra est e ovest. Avola, Cutro, Isola Capo Rizzuto, nomi lontani e misteriosi Noi eravamo cresciuti in un mondo che sembrava diviso in due parti da un muro che separava due regifoi politici e invece, come dicevano già allora certe teorie terzomondiste, l'est e l'ovest erano, anche se con grandi divari interni, molto solidali fra loro, rispetto alla differenza con il terzo e soprattutto con il quarto mondo, quello, cioè, privo di qualsiasi risorsa naturale. E come è avvenuto concretamente questo incontro fra nord e sud? In Italia, nel '68, i giovani studenti arrivarono in una situazione che era fermentala da lotte che avevano già, per loro conto, il tema dell'unificazione nord-sud. Per esempio la vera svolta nelle lotte operaie e sindacali nel 1968 fu segnata in Italia da una rivendicazione, che i sindacati dovettero fare propria, per la eliminazione delle disparità salariali e normative che esistevano fra nord e sud d'Italia. Esistevano, cioè, zone salariali differenti per cui i posti più arretrati e meno sviluppali erano anche quelli in cui, con la scusa dell'incentivazione e occupazione operaia, si davano salari più bassi agli operai. Quindi il sud, la questione meridionale, presentava sia un aspetto di soccorso a una popolazione debole che, al tempo stesso, di teoria della contraddizione fondante del capitalismo, che andava avanti sfruttando di più i più sfruttati eccetera eccetera. E per ciò stesso suscitava una grande emozione in giovani studenti, che so, di Torino, che erano ancora i figli dei dirigenti Fiat, di funzionari di stato, cioè figli di papà, e quindi avevano una motivazione superiore a chiunque altro ad essere generosi, a rompere con la propria famiglia, con il proprio ceto sociale, oltre che con le ingiustizie del mondo. C'era una specie di investimento esistenziale, personale in questi movimenti. Equest'emozione esplodeva alla notizia che ad Avola si era sparato contro i braccianti e se n'erano ammazzati due, o a Crotone, a Cutro o a Isola Capo Rizzuto. nomi di paesini sconosciuti che diventavano subito celebri, riempivano gli slogans, i manifesti. Abbonatevi a UNA CITTA' 1O numeri 30000 lire C. C. P. N.12405478 intestato a Coop. Una Città a r.l. Scriveteci il nostro indirizzo è P.za Dante 21, 47100 Forlì Telefono e fax: 0543/21422 Una città la si può trovare nelle librerie "Feltrinelli" e "Tempi moderni", a Bologna, e "Dedalus" e "Bettini", a Cesena.

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