Una città - anno III - n. 23 - giugno 1993

Bi state rapine, risse. La polizia è stata sempre chiamata, ma ora non più (il riferimento è agli scontri tra curdi e turchi nelle banche turche in Germania. n.d.r.). Ora va a lavorare con sentimenti di paura. Anche per me è così e se mio figlio torna a casa tardi ho paura. Non è vita questa. Fortunatamente nell'ambiente dove lavoro, la scuola materna, le cose vanno bene. I rapporti con le colleghe sono buoni, non sono razziste e non mi posso lamentare. Sehriban: Scusa se intervengo, ma non hai problemi perché hai semLa disperazionE: e la rabbia delle donne turche. Molte di lo.ro hanno figli nati _inGermani~· P.::dbe;~:~~!.~~ar~~~ 0 s~~!~:;~;~~~ che non sanno 11 turco e ora hanno paura se tardano a rientrare. Quella distanza negh bastanza cordiali. Ma dopo le mie occhi del vicino tedesco che prima non c'era Parlano donne turche di Mannheim. es~erienze,_ho molti_amici e_colleMolte donne turche si ritrovano 11t11i i giomi alla "Casa della cultura turca·· di Mannheim perseguire sia corsi di tedesco che corsi di alfabetiz:::,a;:,ioneper imparare a leggere e scrivere nella loro lingua madre. Pochi giomi dopo i fatti di Solingen 111,a nostra collaboratrice che vive in Germania. ha incontrato lì un gruppo di loro e ne ha raccolto le impressioni. Vi sentite ancora sicure a stare in Germania? E/if: Sono venuta in Germania ventitre anni fa. Adesso, da due o tre anni. la situazione è peggiorata. lo ho due bambini, cli sei e dieci anni; una è femmina. So le cose successe ai bambini e per loro ho paura: ho paura se verso le cinque. le sei. ciel pomeriggio non sono tornati o se sono andati a trovare qualcuno. Con i miei figli parlo di quello che succede, degli avvenimenti cli un anno fa... Anche lì sono morti dei bambini ... I bambini non hanno nessuna colpa. Quel lo che è succe so quest'anno è ancora peggio: sono morti cinque bambini. Ho molta paura. I problemi cresceranno. Sariban: Se in una casa cli cinque o sei piani abitano tutti turchi è male. Se fosse abitata eiametà tedeschi e metà turchi sarebbemeglio. Sesono tutti turchi il pericolo che bruci è grande. lo ho più paura in questo momento. Voglio che i miei figli alle I 6 siano a casa: prima un ritardo di mezz'ora non era un problema, ma se adesso tardano mi viene paura. Cosa pensate della Germania, dei tedeschi, adesso? Pensate di andarvene? Naciye: Fino a pochi anni fa pensavo di restare. Ma adesso non lo so più. Adesso ho paura. Zeynel: Prima pensavamo: abbiamo il lavoro, i bambini qua vanno a scuola. In Turchia non potrebbero neanche andare a scuola perché sanno poco il turco. Se tornassimo indietro avremmo molti più problemi, ma in Germania peggiora sempre più. Tutto brucia, ammazzano tutti. colpi in testa tutti i giorni. E una settimana dopo tutto è dimenticato. Saray: lo sono d'accordo con quello che ha eletto prima la mia amica. Vivo in Germania eia eclici anni e ho paura cli salire sull'autobus per andare al lavoro la mattina; ho paura quando i bambini tardano. Viviamo con una grande paura. Zeyner: Sono venuta in Germania nel 1966. Sono metà tedesca, fino a due anni fa non ho avuto nessun problema. Ho degli amici tedeschi; mia figlia, che studia all'Università, ha un'amica che durante le ferie è sempre venuta èon noi in Turchia. Anche mia figlia finora non aveva paura, ma adesso è tutto cambiato. Per esempio, fino a poco tempo fa i miei vicini di casa sono sempre stati gentili, ma adesso tolgono lo sguardo, a malapena si può dire buongiorno. Ho notato subito questo cambiamento. Sapevano che non è colpa nostra per i problemi che sono nati adesso. Forse ora pen ano che noi abbiamo la colpa. ma prima ci lasciano venire, poi arrivano i figli. ci danno il lavoro ... Adesso è troppo tardi. Ma come si po sono risolvere i poblemi con gli incendi? In questo momento non so proprio cosa pensare, se restare o tornare. Non lo so. Mio marito è venuto nel 1964 e dice che non può semplicemente squagliarsela. on possiamo lasciare tutto. Mia figlia non ha ancora finito i suoi studi e non possiamo andare via dall'oggi al domani. E poi mia figlia non sa bene il turco, anche per lei è difficile. lo e mia figlia ne parliamo tutti i giorni: le dico di moderarsi, di non dire niente. di non dare nell'occhio. Ma non glielo posso dire tutti i giorni, magari ha paura anche lei. E per lei il conflitto è ancora più grande, perché ha degli amici tedeschi, è nata qui e se va in Turchia è straniera anche là. Per lei è ancora più difficile. E sul lavoro ci sono problemi con ABBONATEVI A UNA CITTA' 1O numeri 30000 lire Conto Corrente Postale N. 12405478 intestato a Cooperativa Una Città a r.l. SCRIVETECI il nostro indirizzo è P.za Dante 21, 47100 Forlì Telefono e fax: 0543/21422 PONTI DI DONNE ATTRAVERSO I CONFINI Spazio Pubblico di Donne è una proposta di riflessione e iniziativa che si rivolge sia a chi già fa politica delle donne sia a chi appartiene al femminismo diffuso, che invita a investire forze e intelligenze attorno a progetti comuni di conoscenza e di intervento, quali "Ponti di donne attraverso i confini".Questo progetto prevede la creazione di Centri di informazione e accoglienza per donne vittime di violenze e stupri in 4 luoghi della ex Yugoslavia, per un aiuto finalizzato non al puro recupero, ma alla valorizzazione e al ristabilimento dell'autostima e dell'autodeterminazione di sé. L'iniziativa sorge sotto il segno dell'emergenza per stabilire reti di scambio durevoli in "luoghi difficili", ove non solo la libertà ma la stessa esistenza femminile è minacciata. Spazio Pubblico di Donne ha organizzato una raccolta di fondi per le più gravi urgenze. I contributi sono da versare sui seguenti conti correnti bancario e postale: Conto corrente bancario n.25069, inte~tato a Spazio Pubblico di Donne, pre\\O la Banca Popolare di Milano, Via Carbone<,i 11, Bologna: Conto corrente postale n.22583405, intestato a Spa,,:ioPubblico di Donne, Bologna. Il sostegno può essere garantito anche acquistando in varie sedi cartoline e manifesti a titolo "Crimini contro le donne. Lo stupro in Bosnia nei disegni di Amira, ragazza di Tuzia". Per informazioni: Centro di documentazionedelle donne, Bologna - tel. 051 / 233863 1oteca 1no 1anco • gh1tedesch1,credod1 poter dire che i colleghi tedeschi? Fra voi la situazione è cambiata? Zeyner: Finora non ci sono stati problemi, ma sento che stanno arrivando perché la situazione è già cambiata. Prima non mi sentivo "straniera", ora sì, lo sento. Lo sento dalle loro facce, sono seri, acidi. Prima ci salutavamo sorridendo, ora tengono di più le distanze. Anche con i vicini di casa sento il cambiamento. Prima ci trovavamo di più: ci invitavano e noi invitavamo loro. Ci facevamo dei regali. Mio figlio ha passato spesso la notte a casa degli amici tedeschi, mia figlia ha portato i suoi amici in Turchia ... Ma oggi? Lei vorrebbe tornarci con loro anche quest'anno, in fin dei conti sono cresciuti insieme. Come pensate che sia nata questa situazione? Zeyner: Non lo so. Forse i tedeschi non hanno più bisogno di noi ... Forse semplicemente non vogliono più così tanti stranieri. Noi questo non lo capiamo. Paghiamo i nostri contributi, paghiamo le tasse, spendiamo qua i soldi che guadagnamo. lo penso che se tutti gli stranieri andassero via la Germana sarebbe in ogni caso "kaputt". Le case sarebbero vuote. Mia figlia finirà i suoi studi fra un anno e mezzo, mio marito sarà pensionato e a noi si porrà la domanda: "dove?" Mio marito dice: "indietro'', ma mia figlia vuole restare qua ... Mia figlia qua da sola ... Non mc lo posso immaginare. Noi stranieri prima eravamo utili per i lavori che nessun tedesco voleva fare, per esempio il lavoro in miniera. lo lavoro da dodici anni alla "John Dccre" e là, per esempio, c'è un uomo che probabilmente ha spazzato la fabbrica prima di noi e poi è diventato un capo. Vorrei vivere qui come un essere umano, ma se i tedeschi non ci vogliono più, ci restituiscano i nostri contributi e cc ne torniamo a casa! Sehriban: Figurati cosa succederebbe '>C ripagassero i contributi a 1.800.000 turchi che -.ono in Gcrmania' Non funziona. Comunque non vogliamo aspettare fino all'età della pensione per riavere i nostri contributi ... Se non hanno più bisogno di noi poi possiamo andare. Altrimenti vogliamo vivere come esseri umani: paghiamo tasse, contributi, ci adattiamo dappertutto e dall'altra parte veniamo bruciati. Questp ci rende molto tristi e i tedeschi si devono vergognare. Mera/: Adesso abbiamo paura soprattutto per i nostri figli. Abbiamo continuamente la sensazione che fra poco succederà altro. Io ho quattro figli, uno lavora e due vanno a scuola. Se gli succede qualcosa, cosa si può fare?Quando sono morti anche piangere non serve più a niente. Bisogna fare qualcosa prima... Se andiamo via tutti, la Germania sarà vuota, e poi? Una donna del sindacato una volta mi ha detto: "Sa, i turchi hanno così tanti figli e noi dobbiamo pagare le tasse per loro" e io ho risposto: "Un attimo. Hanno magari sei figli, ma comprano anche il pane per loro, sei pantaloni, e tu compri solo un paio di pantaloni, un pane! Se alcuni hanno molti figli, lavorano anche per loro, non hanno in regalo niente". Sehriban: lo vivo da 13 anni in Germania e sono laureata in matematica e tedesco. In questo momento lavoro come insegnante. Come hanno già detto le altre, finora non ho avuto delle difficoltà. Anzi, posso dire che ho avuto rapporti molto bu'oni con i tedeschi, ma dopo tutto quello che è successo mi sono innervosita. Credo che si debba fare qualcosa di concreto. E visto che sono state colpite particolarmente le donne, dovremmo, noi donne turche insieme a donne tedesche e straniere, fare qualcosa contro tutto questo. Anch'io ho paura, ho due figi i e origi nariamcntc avevo progettato di restare per un periodo lungo e per questo motivo ho comprato una casa. La setLimana scorsa ero in casa e avevo continuamente paura per i miei figli che giocavano fuori, li volevo avere sempre sotto gli occhi ... Una mia vicina mi chiedeva perché tenevo d'occhio i miei figli e quando le ho risposto che ho paura dopo tutto quello che è successo, mi diceva di non generai izzare, che sono solo poche persone a fare questo. Può darsi, ma assalire dei bambini ... In prospettiva come vedete la situazione? Sehriba11: Al primo posto dovrebbero esserci degli sforzi per farci avere la doppia nazionalità. Se ottenessimo questo, i politici si occuperebbero di più di noi, perché hanno bisogno anche dei nostri voti. E se paghiamo contributi e tasse, perché non dovremmo votare? Questa è una possibilità di risolvere il conflitto. Ma anche con più manifestazioni culturali si può avere un risultato. Penso soprattutto amanifestazioni turche, perché i turchi sono stati colpiti di più. Mera/: Quando ho visto in televisione ciò che è successo, mi è venuta una paura terribile e particolarmente mi ha spaventato il fatto che sono stati colpiti bambini e donne, persone deboli. Sembra quasi che r abbiano fatto apposta ... E poi perché solo turchi? E' razzismo questo. E' inumano ... Di più non posso dire. Quando penso a come erano buoni i rapporti una volta! Mio padre mi racconta spesso di questo. E' insegnante e racconta che nel 1945, durante la guerra, aveva una razione di pane di 25 grammi: la metà veniva mandata agli studenti in Germania perché in Germania c'erano solo patate da mangiare. Quando io sono venuta qui avevo ventidue anni e il mio tempo più bello l'ho passato con i tedeschi; le mie energie le ho investite qui, i nostri figli sono nati qui, ma non voglio abbandonare la mia cultura. Anche i tedeschi che vanno al I' estero curano la loro cultura. Sono orgogliosa di essere turca. Perché no? Ma se lasciamo tutto così. se non facciamo niente, senon reagiamo ... J\nchc il governo, i politici dovrebbero fare qualcosa. Mio marito, per esempio, lavora per una banca e là spesso ci sono quando metti in dubbio quello che dicono e pensano, fanno vedere i denti, la loro vera umanità. Io ho questa immagine concreta dei tedeschi: sanno sempre di più, sanno sempre meglio e sanno fare tutto in maniera migliore. Molti spesso sono anche ingrati. Quando succede qualcosa, sono sempre i turchi ad averla combinata, oppura la famiglia turca che abita di sotto. Naturalmente ci sono anche persone migliori, ma sono eccezioni. E come si può reagire? Cosa possiamo fare noi, non solo i turchi, ma tutti gli stranieri? Mera/: Sì, tutti gli stranieri! Io penso che non sia solo un problema turco. Anche gli italiani un anno fa sono stati vittime di assalti ... Una settimana fa, sulla piazza del mercato, un naziskin ha urlato contro gli stranieri: "stranieri di merda, fuori". Un paio di italiani lo hanno avvicinato e poi alcuni turchi e anche qualche jugoslavo. Tutti insieme ... E a me piaceva. Mi piaceva, non voglio la violenza. Sehriban: Anch'io sono contraria alla violenza, ma... Quello che hanno fatto a Solingen, bloccare l'autostrada, eccetera, lo trovo niente male. Finalmente i turchi mostrano che non si lasciano fare tutto, che anche loro possono far vedere i denti! Mera/: Sono convinta che con la violenza non si arrivi da nessuna parte, ma ci si sente provocati: vogliono così. E poi ho la sensazione che mandino i minorenni perché non sono penalizzabili. Sehriban: Bisogna fare qualcosa. lo penso all'idea di fondare un'associazione di donne straniere e tedesche che insieme possano in qualche modo dare un contributo. Collaborare con altre associazioni straniere, far sì che i giornali e la televisione parlino di più. Si può fare molto già nelle scuole, bisogna cominciare di lì. Bisogna fare qualcosa, non stare zitti. Perché cose come quel le che sono successe aumenteranno, si ripeteranno. • UNA CITTA' 3

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