LA MILITANZA NELLA DROGA li Fronte della Gioventù, prima, fa droga poi: due cose cfte ftanno coinvolto un ragazzo, un po' sognatore, cfte cercava qualcosa in cui credere cfte non fosse l'appartamento a lido di Classe. lo intervista un suo amico, coetaneo, con alle spalle un trascorso di sinistra. Generazionalmente apparteniamo tutti ad un certo periodo, chi da una parte, chi da un'altra. Qual è stato il tuo percorso? Ci ho riflettuto spesso, ma è molto difficile, secondo me, arrivare alla verità per la quale tu dici: "io ho fatto questo per questo motivo". Ogni volta che ci ripenso trovo delle motivazioni diverse. Rispetto alle scelte poi, io mi sono messo in testa che abbiamo fatto delle cose diverse, ma le scelte erano simili: mi sono rivisto in persone che la pensavano in maniera completamente opposta alla mia, in apparenza però, perché in fondo una cosa ci accomunava: avere delle cose in cui credere. Fin dall'inizio, quando andai nel MSI, c'era la ricerca di qualcosa che non fossero le solite cose che si devono fare, la routine, andare a scuola, lavorare, diventare quello ... C'è bisogno anche di cose che ti interessino di più, ti coinvolgano, in cui ti identifichi di più, qualcosa a cui dedicarsi ... al liceo lo standard era di sinistra e allora ... Questa è la cosa che io ritengo il filo conduttore di tutto. Non certamente un discorso ideologico. Magari il vostro caso è diverso, voi forse siete maturati di più, tanto è vero che continuate a fare delle cose ... Io, le persone che frequentavo nel FdG non le vedo più e forse non abbiamo, a quei tempi, instaurato dei rapporti di vita veri, perché forse non c'erano degli ideali da condividere. E' stata comunque un'esperienza che mi ha preso e mi ha impegnato, che ha riempito le mie giornate, mi ha interessato per tanto tempo. Perché da quella parte? Una cosa che ha giocato molto, per il mio carattere, era I' atteggiamento che avevano allora quelli di sinistra che c'erano nelle scuole: fu la molla che fece scattare la mia reazione. A quell'età poi si è tutti un po' contestatori e quando andai al liceo, la cosa in quel momento da contestare era lo standard che era essere di sinistra. A me dava fastidio quando c'era lo sciopero per i trasporti che ti trovavi là con tutte le bandiere rosse ... Cosa c'entravano le bandiere rosse? Era una contestazione che condividevo ma non capivo perché bisognava politicizzarla ... Un'altra volta avevo comprato "Lo specchio", così per curiosità, non sapevo neanche bene che giornale fosse, e allora mi fermarono per strada dicendomi: "Fascista di merda! ". Fecero scattare la molla che mi portò ad iscrivermi al FdG. E dopo sono diventato un militante. Poi anche l'ambiente che frequentavo che era tutta gente che stava abbastanza bene economicamente, anche un po' stupidotti e montatelli, quindi mi riscontravo di più con quella realtà lì, piuttosto che in una ideologia di sinistra. Sinceramente questa divisione io l'ho sempre sentita imposta: non era il fascista che non voleva parlare col compagno, onestamente credo che nessuno possa dire che io avevo questo atteggiamento, però dal1'altra parte c'era questo modo di ragionare: quando uno era collocato in una certa maniera il discorso era finito. Avevo degli amici con cui stavo spesso, poi improvvisamente quelli prendevano una strada diversa dalla mia e da quel giorno non ci si poteva quasi neanche più salutare. Io entravo in classe e se c'era quella professoressa che era di sinistra, dovevo uscire ... Ame queste cose mi sono sempre sembrate stupide. Poi dopo si creava una sorta di tensione che saresti andato ingiro a dare delle martellate a qualcuno. La militanza adesso la ricordo in modo un po' goliardico, anche se all'inizio è stata molto coinvolgente: a scuola non andavi quasi più, si stava quasi tutto il giorno in sede, e anche alla sera: le riunioni, il volantinaggio, forse questo era I' aspetto più attraente. Era una vita di sede, anche se non c'erano dei rapporti fra di noi; ci si trovava lì e basta, ognuno poi andava a Via M. F. Bandini Buti, 15 4 7100 FORL/' Te/. 0543/780767 - Fax 0543/780065 Via Parini, 36 4 7023 CESENA lrancy Te/. 0547/611044 - Fax 0547/611144 P.zza Tre Martiri, 24 47037 RIMINI Te/. 0541153294 - Fax 0541154464 Il validosupportoallapromozione dellaVs.attività Produzione .;, Vendita ~ ~ Orologi da pareteeda tavolo, oggettisticdaascrivaniaa, rticolipromoziona'lai dhoc". Oggettisticparomozionale: penne,agende,articolidaufficio, calendarip, ortachiavi, pelletteriavaria,magliette, camicie tutedalavoro,valigettee, cc. 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Un motivo o un altro ha fatto sì che uno finisse da una parte e l'altro dall'altra, però in realtà quello che c'era di fondo era la stessa cosa in tutti e cioè un disagio generazionale, un disagio che ti spingeva ad aggrapparti a qualcosa, era un periodo in cui tutti mettevano in discussione tutto. Però credo che a volte sia stato anche il caso, la voglia di imitazione ... Vedersi da vicino, parlare, conoscersi, cambia le cose ... Sì, con certe persone non c'entra niente essere di destra o di sinistra, ci sono delle cose di fondo comuni. C'è questa voglia di capire un po' di più, di ragionare, un livello di sensibilità diverso. Un'altra cosa che ci accumunava era il fatto di farsi dei gran spinelli assieme, e questo secondo me identifica anche un periodo. Secondo te queste cose sono state trasversali, la droga è stata un modo di evadere ... Per me la droga è stata "un'altra droga", perché alla fine io l'ho messa allo stesso livello dell'attività politica, che era una forma di droga anche quella. Per me la droga è stata un riempitivo, qualcosa a cui ricorri perché magari in quel momento ti manca qualcos' altro. La droga è tutto quello che fai nell'arco della giornata, non è solo farsi una pera. Farsi una pera vuole dire una vita: alzarsi la mattina e avere qualcosa a cui pensare, andare in giro a cercare i soldi per farsi, per quindici ore al giorno hai qualcosa che ti muove continuamente anche se sei stanco morto, o stai male. Una forte ideologia politica o la droga sono comunque qualcosa che ti riempie profondamente I' esistenza. Quando non sei soddisfatto delle altre cose, cominci magari per caso, e poi ti accorgi che inconsciamente risponde a delle esigenze, anche se in maniera distorta, però coinvolgente, che è quello che poi cercano i ragazzi, qualcosa da raggiungere ... lo penso a mio babbo e lo vedo ancora come era. Un sognatore, uno che quando aveva I5-16 anni, forse anche prima, prendeva la bicicletta e veniva fino a Forlì dalla campagna per vedere gli aereoplani volare. Aveva quel sogno e poi è riuscito a diventare pilota, è riuscito a volare. Forse è una forma di infantilismo, però un sogno, avere qualcosa in cui credere, per me è importante nella vita. E questo a me è mancato e credo anche ai ragazzi della mia età. Sarà stato anche il periodo ... mia sorella che ha qualche anno più di me, ha vissuto in maniera diversa le cose che ho vissuto io, invece a quelli del mio periodo è mancato qualcosa, era il regno della superficialità, i rapporti di amicizia erano falsati dall'immagine di quello che si doveva rappresentare all'interno di un gruppo, non c'era mai una vera amicizia perché quando non ti scopri è difficile ... La droga viene dalla fine di questo periodo ... Il periodo del FdG, per caso o per altro non so, è finito quando sono arrivate le canne. all'ultimo comizio dffl MSI avevamo fumato ..• Ricordo l'ultimo comizio di Almirante a cui andai con un amico, avevamo fumato e ridemmo per tutto il tempo ... il fumo cambia un po' anche il tuo modo di pensare, e poi anche l'altra cosa ... La droga come una specie di militanza ... Nell'intervista a Di Santo, lui ne parla come una scelta di vita, in cui è insito lo stare male, oltre allo stare bene. Quello che dice lui per me è vero fino ad un certo punto perché rispetto allo star male è vero che lo sai, però finché non lo provi ... si pensa sempre di evitarlo ... Adesso poi la droga è più sputtanata, allora qualcuno pensava di riuscire a gestirla abbastanza bene, si tentava... Comunque finché non stai proprio male pensi sempre di riuscire a cavartela. Credo che nessuno abbia mai iniziato sapendo che dopo qualche mese sarebbe stato come un cane. Lo sai e non lo sai, non lo sai come esperienza quindi non ti tocca più di tanto. Comunque non è una scelta di vita, nel senso che non è una cosa razionale, però finisce per diventare una vita, più o meno appassionante, e ritengo che per qualcuno sia qualcosa di molto forte. Rispetto poi al discorso di La Cassa dei Risparmi di Forlì I 1011e0ca 1anco quello che dice che si fa perché la droga è buona mi sembra un discorso molto limitato, perché anche adesso la droga è buona, e allora perché non mi faccio più? Perché adesso non ho più neanche lo stimolo di pensarci, non mi interessa proprio più, come mai? E non è che adesso abbia poi tanto più carattere e forza di volontà di prima. E tuttora ci sono tante cose che faccio anche se mi fanno male alla salute ... In realtà non ho smesso di farmi per forza di volontà, ma perché evidentemente ho sostituito quella esigenza lì con qualcos'altro. E poi è anche una questione di maturità. Ci sono tante cose che ti vengono fatte brillare davanti e magari c'è quello che è stato educato a sapersi districare di fronte a questo mare di cose e c'è quello che per una serie di cose, perché è più sognatore, ci casca più facilmente. Ho conosciuto persone cresciute come ottime macchine, che non hanno mai avuto dei grossi stimoli che fossero di più che trovare l'appartamento a Lido di Classe, ecc., cioè tutto moderato, tutto tranquillo, tutto vissuto ali' insegna del regolare, dell'ordinato, beati loro! I sognatori sono l'esatto opposto. Io sono stato sempre sognatore, magari infantile, bambino, ho sempre cercato delle cose che mi prendessero e mi stimolassero ... Dico "bambino" perché in fondo tutte queste cose sono anche una forma di gioco. E il gioco è una componente importante nella vita di una persona. Allora all'inizio la droga ha questo aspetto? Di per sé no, ma se tu sei una persona così, è più facile che questa cosa prenda te piuttosto che un altro. Adesso il tipico tossicodipendente è il ragazzino che ha iniziato a 12 anni, che abita nei casermoni dove il 70% sono meridionali, in situazioni dove non ci sono aspettative ... In questo caso i fattori sono più che altro sociali. E fra l'altro, purtroppo, per loro sarà durissima perché non avranno nessun punto di riferimento "di prima", la crescita sarà stata solo nella droga ... Ma tornando a me, la mia non è stata una scelta di emarginazione, ma forse per questa voglia di avere delle cose che mi coinvolgessero. Ma in un secondo tempo non è la droga a prendere possesso di tutta la tua vita? Sì, la droga prende possesso, riempie, però alla fine diventa una cosa che non si regge più, ti costringe a delle cose che non ti va bene di fare. lo me ne sono andato perché ero arrivato ad una situazione tale di sofferenza, per me e per la mia famiglia, che non potevo più andare avanti. Arrivi ad un punto che ti rendi conto che non sei tu che vuoi smettere, perché non hai la forza per farlo, però sei più o meno costretto perché non puoi andare avanti. E' la situazione che ti costringe a smettere, perché se uno aspetta di deciderlo lui ... almeno nel mio caso. Ma credo che capiti così al 90%. Deve scattare qualcosa che ti costringe a smettere. A me ad esempio faceva paura andare in galera, soprattutto per i miei, poveretti; pensare a mio padre che sarebbe dovuto venire a trovarmi a Natale con il pacchettino ... fu ralJIJioso tanto gli dispiaceva: "le gamlJe" Sono stato via cinque anni, non facevo niente, stavo benissimo e ho praticamente smesso, anche se poi, una volta tornato al solito tran tran mi sono fatto altre volte. Poi l'ultima volta sono stato male, ho collassato e mi sono fatto cinque mesi di ospedale. E' successo che un pomeriggio ho comprato della roba, e quando sono tornato a casa ho visto che era moltissima, ho pensato che mi avessero fatto un bidone, che fosse uno schifo, però, siccome nella mentalità del tossico non esiste di buttarla via, ho pensato che, al peggio, non mi avrebbe fatto niente e me la sono sparata tutta. Mi sono svegliato dopo quattro giorni ali' ospedale. Ho saputo poi che mi aveva trovato la mia ragazza la mattina dopo perché, passando, non rispondevo e si vedeva storie la luce ancora accesa dalla finestra. Il medico è venuto a dirmi che necessitava un intervento radicale e quando gli ho chiesto cosa intendeva, è stato quasi rabbioso, tanto gli dispiaceva: "dobbiamo tagliarti tutte e due le gambe ali' altezza del ginocchio". E ricordo di avergli risposto: "ma come? E mia figlia?". Poi per un caso dovevano aspettare per un motivo tecnico, hanno aspettato due giorni e per fortuna ad un certo punto hanno sentito che un barlume di circolazione stava tornando. Poi i reni non funzionavano più e ho dovuto fare la dialisi per un mese ... Insomma è stata dura. Sei un sopravvissuto ... Già. Per smettere sul serio ho dovuto passare anche questo. Questa è stata la cosa decisi va, poi sono passati gli anni. Secondo me deve passare del tempo. Le comunità e tutte quelle cose lì, per me si attribuiscono un sacco di meriti che non hanno. L'unico merito che hanno, semmai, è quello di riuscire a dare a delle persone la possibilità di vivere in un ambiente diverso per un certo periodo. Credo che la cosa più importante sia quella di uscire da quel giro vizioso e, per tornare al discorso di prima, quella di trovare delle altre cose che ritieni importanti. Il fatto di accorgerti che il lavoro non è quel mattone che ti impone la società ma che può essere anche una cosa che ti dà quel tanto di carica, oppure il fatto di incontrare delle persone con cui puoi avere dei rapporti veri. La mia mentalità una volta era legata a cose più superficiali e questa è una cosa che frega. Magari c'è una persona con la quale staresti anche bene però non risponde a certi canoni, estetici o sociali, oppure certe cose che la tua maschera ti impone nei confronti degli altri, e quindi rischi di giocarti delle possibilità di avere dei rapporti veri con persone in gamba. Ecco: la mia esperienza mi ha aiutato a fregarmene di tante cose su cui magari altri si fanno tanti problemi, anche se non dico certo che uno deve fare proprio quella esperienza lì per capire queste cose ... • UNA CITTA' ~ 3
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