Una città - anno II - n. 16 - ottobre 1992

I Via I ANNI 70: PASSAGGIOIN INDIA in viaggio sulle vie della droga. La storia a puntate di Giovanni Di Santo "Il primo buco non si scorda mai" fa pensare che poi venga il brutto; tu invece capovolgi il tutto: finché non si prova il dolore ... Per ritenere di aver fatto un'esperienza con l'eroina bisogna averla fatta abbastanza a lungo, non è sufficiente avere sniffato. L'esperienza della tossicomania va fatta fino al dolor~; ecco perché si parla dell'eroina come di un inferno, del dolore dell'astinenza. Il tossicomane prova piacere quando si toglie il dolore: la morfina e l'eroina sono state scoperte e usate dalla medicina per conseguire una vittoria sul dolore. E' per questo che chi poi usa l'eroina per il piacere raggiunge la conoscenza di questo viaggio quando si trova in una situazione di dolore, cioè in astinenza. Qualunque tossico ti può dire di aver provato il piacere maggiore, di "essersi fatto le più belle pere", dopo un'astinenza. Quando si è in astinenza ti senti completamente fuori dal mondo, il più escluso di tutti, stai male; l'unica cosa éhe ti interessa è "farti", e da quel ' momento vivi il passaggiÒ da un mondo ad un altro: prima odi tutti, dopo diventi narcisista, ti guardi allo specchio, ti fai la barba, ti lavi, incontri la gente e la sommergi di parole, • ami tutti. Chi c'è dentro sa che finché non sei arrivato a questo punto, non conosci profondamente l'eroina. Farsi uno schizzo o uno sniffo non significa niente. Sarebbe come se uno si dicesse marinaio per aver fatto una volta un giro in moscone. O aver navigato senza aver mai trovato il mare mosso. Tu sei stato il primo a Forlì a conoscere l'eroina, a quel tempo il mercato era soprattutto casalingo, l'eroina ce l'avevano quelli che tornavano dall'Oriente ... Certamente sono stato fra i primi. Probabilmente c'era già stato qualcuno al tempo di guerra. Negli anni '50 molta gente che aveva subìto ferite in guerra ed era stata abituata dai medici ad attenuare il dolore con la morfina, era di fatto diventata tossicomane. Ma quella era una condizione diversa dalla tossicomania degli anni '60 e '70, quando ci si avvicinava all'eroina pur stando benissimo, evidentemente soltanto per il bisogno di un'esperienza, di una conoscenza in più. la sensazione di essere un eroe nero La nostra allora era una posizione di ricerca, di una conoscenza, una posizione di sperimentazione, come del medico che vuole sperimentare su se stesso. La prima volta in assoluto mi sono fatto in India: arrivai in Afghanistan con un amico e cominciammo subito col mangiare l'oppio. Avevamo con noi anche delle pastiglie di morfina tritata da sniffare. Poi sentimmo dagli altri, che già si facevano in vena, che c'era il "flash", che era diverso e molto più bello; così cominciammo con le endovenose. Inogni caso, per dirla con Burroughs, che è un profondo conoscitore di queste storie: ovunque te la infili non cambia niente, produci lo stesso effetto. Uno può anche considerarsi meno tossico se la usa per via rettale, o la sniffa, o se la mangia, ma non cambia niente ... Eravamo a livelli decisamente sperimentali. Ai piccoli gruppi, per lo più sconosciuti. Non eravamo certo ai livelli di massa di oggi. Poi, come succede ai tossici, c'è stato il tentativo di coinvolgyre gli altri, di fare dei proseliti. A quei tempi noi eravamo come dei Messia della droga, dei propagandatori. Eravamo nel periodo "al ternati vo" ... Oggi io ho dei problemi a consigliare a uno di 20 anni se provare o no questo o un altro tipo di droga. Ma in ogni caso, la distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti è abbastanza fittizia e posta in modo sbagliato: oggi viviamo in una società di alcolisti e di alcolizzati in cui l'alcool può essere benissimo considerato una droga molto pesante, più pesante anche dell'eroina. Ho visto alcuni miei amici alcolizzati ridotti da fare pietà. La rivista "Re Nudo" allora usciva col sottotitolo "Re nudo: il potere nasce dall 'erba e dal fucile"... · Ogni cultura santifica la sua droga: nella nostra cultura il vino diventa sacro, fin dal momento in cui il prete dice Messa, eppure si tratta di alcool. Nei paesi musulmani l'uso dell'alcool viene condannato, persino con la pena di morte. In India, invece, gli Indù considerano la marjuana una pianta sacra a Shiva e i "sadù" (che sarebbero i nostri preti) la fumano normalmente. Nel buddismo l'oppio viene usato per ringraziare Buddha. Fra i Maya e gli Inca, la coca era la pianta sacra a Quetzacoatl, il serpente piumato. In ogni cultura c'è la santificazione di una pianta. Dobbiamo rivedere il nostro rapporto con le piante: evidentemente le piante che ci danno cibo e ossigeno sono vita per noi, ma il nostro rapporto con esse dovrebbe essere riveduto ... Come un mercante del Medioevo, tu portavi le spezie ... Credevo che portare qua quello che avevo conosciuto altrove fosse come portare un regalo agli amici, comunicare agli altri la mia esperienza ... Mi ricordo che quando tornai dal1' India ed ero molto intossicato, mi ritrovai a Bologna a coinvolgere molti dei miei amici, a farli parte di una esperienza che poi si è trasformata in una battaglia, con i suoi morti, i suoi feriti, i suoi reduci; una ba11agliache oggi io sono qui a racco111are, non senza una forte amarezza per chi non c'è più. In fondo si può vivere anche senza fumare, senza bere, senza droga, scopando poco, mangiando poco, ma si muore lo stesso ... Kal,ul, prima tappa verso il Vietnam In India ci sono andato tre volte per via terra e almeno altre 7-8 volte per via aerea. Gli anni '70 li ho trascorsi facendo viaggi laggiù e vi sono rimasto anche per lunghi periodi. Vi restavo un anno, un anno e mezzo. Se in India non ci rimani almeno 6 mesi è difficile entrare bene nella situazione. E' un paese immenso. Tullo è mescolato ma con maggiore tolleranza. Ci sono almeno 7000 divisioni dell'induismo, senza contare i musulmani, i buddisti e tutto il resto. Là, diversamente da qui, lagente è abituata a tollerarti, qualsiasi cosa si faccia o si rappresenti. Allora si capisce perché Goa fosse diventata la meta degli hyppies. Pensa che addirittura igiornalisti ci venivano a chiedere se eravamo un gruppo religioso cacciato dall'Europa,quasi che ci vedessero come dei quaccheri o mormoni costretti ad emigrare ... Quando sei partito per la prima volta? Nel marzo del 1973, da Trieste, con un amico e 100 mila lire in tasca. Attraversata la Jugoslavia in treno fino ad Istanbul, proseguimmo in autobus fino in Afghanistan, fino a Kabul. Qui ci fermammo a lungo. L'Afghanistan è veramente un paese affascinante, incredibile. Ci sono le steppe, sei sotto l'Himalaya e la stessa Kabul è a 1800 metri d'altezza. Una parte della città era tutta per noi, per i freakettoni. Alloggiati negli hotel a piano terra, potevamo avere tutto il fumo che volevamo, perché venduto liberamente nei negozi governativi. Solo più tardi, sotto imposizione dei governi occidentali, sono state fatte delle leggi contrarie. Ma per gli afghani è davvero inconcepibile una condanna per chi si fuma una canna o si fa uno spinello: è come se da noi si condannasse chi beve un bicchiere di vino ... Quando siete partiti il vostro obiettivo era già l'India? Veramente avevamo in mente un'avventura in Vietnam. Avevamo una mezza idea di arruolarci. Chi ha vissuto quei tempi può capire eiacosa eravamo spinti ... All'ambasciata cinese, però, ci dissero che era quasi impossibile arrivarci. Così ci siamo bullati sulle ricerche esistenziali, alla vita da freakcttoni. A scoprire il movimento hippy, in cui il figlio dei fiori non pensava al domani ma.viveva giorno per giorno, sperimentava tutte le droghe e si autodistruggeva abbastanza velocemente. Alla frontiera indiana venni arrestato con un chilo di fumo addosso e messo in carcere nella sezione riservata ai prigionieri di guerra (allora c'era la guerra con il Pakistan). Lì mi sono fatto due mesi, con le catene ai piedi e con l'epatite che nel frattempo mi ero preso. Anche senza cure, la malattia mi passò e fu una fortuna perché, come mi dissero alcuni indiani, così avevo sviluppato per sempre gli anticorpi. Infatti in tutti gli anni successivi che stetti in India, pur non curando l'igiene, non ho più avuto problemi di epatite. • • s1 emigrava a svernare a Goa In seguito sono andato per un certo periodo in Nepal. Poi a Goa e da qui sono ritornato in Italia, da dove comunque sono subito ripartito. Durante questo viaggio ho incontrato quella che poi sarebE11OPIA: DIARIODA UNA MISSIONE ArbaMinch, 2 agosto 1992 Duegiornifaè tornatafinalmente l'energia elettrica dopo tre settimanedi oscuramento.Le ragioni dei danni alla lineaelettricasono tuttoraoggettodi discussione:c'è chi parla di sabotaggioda parte degli uomini del Movimento Oromo, recentementeuscito dal Governodi Coalizionein polemica con la gestione delle ultime elezioni amministrativeda parte delpiù forteFrontedelTigrai;chi parlainvecepiùsemplicementedi manomissionedei pilonida parte dellapopolazioneper appropriarsi dei profilati in ferro che li compongonoe trasformarli nmaterialida costruzione.Comunque fosse, insiemealla correnteelettrica era saltato anche il sistema centraledi distribuzionedell"ac- • qua, costringendola popolazione a rifornirsi presso sorgenti localizzatea 6 o 7 chilometridal centro urbanoe trasformandole,con una insana promiscuità,in abbeveratoioper gli animali.in bagno pubblicoe infontedi rifornimento Br usi domestici Vive~ momentaneamenteall'interno della missionecattolica,sonostatosolo parzialmentecoinvoltoda questo pesante disagio: disponiamo infatti di mezzi di trasportosu cui caricarel'acqua dellesorgenti,di pompaidraulicae di capaci recipientiper immagazzinarnegrossi quantitativi,di filtriperdepurarla e di un paiodi generatoridi energiaelettricaperpotercontinuarea lavoraredurante il giorno e per illuminaregli edifici per alcune oredopo la calatadel sole. I missionari irlandesi che mi stanno ospitando,econcuidovròlavorare spalla a spallaper i prossimidue anni, sono inveceper me motivo di riflessione. Le manifestazionidi religiosità all'interno della missione sono ridotte all'essenziale nonostante essisianosacerdotiatuttiglieffelli. Primadei pastic'è un telegrafico ringraziamentoa cui noi partecipiamo appena fisicamenteassumendounatteggiamemodi rispettosocontegno,vistochecomunque siamopresentiattornoallatavola; rè::la messaalla doRcm a cui, inquantonon-credenti,nonpartecipiamo:c·è il radunoquotidiano di preghieradi tutti i lavoratori della missione(alcunedecine) a cuiugualmentenonpresenziamo, anchese questo ha !"obiettivodi rinnovareil sensodi comunitànel lavoro nel rispetto di ogni fede religiosa, visto che la pressoché totalità dei lavoratoriappartiene alla chiesa copta-ortodossa etiopica.Scopodi questimissionari non è infatti quello dell"allargamentodella comunità dellachiesacattolicaequindidella catechizzazionee della conversione, ma lavorarenel sociale e partecipare,attraversoillavoro,la formazione professionale e l'esempio,almiglioramentodelle condizioni di vita della gente. Nonostantela missioneabbiaormaicircavem·annidi vita,lachiesa è stata costruitasolo due anni fa. sollo la pressionedelle gerarchieeuropee.Finoaquelmomento lamessavenivaofficiatain una minuscolacappellasituataall"internodcli"abitazionedei sacerdoti. Il rito riguardavaquindi loroe CO la loro fedee non rappreseniava. se non in termini personali, lo scopodella loropresenzasul luogo. Questoaiuta a spiegaredunqueil perchénessunomaici abbia chiestola ragionedellamanifesta estraneitàalle pratiche religiose. SiamovolontarivenutiinAfricaa lavorare essendo pagati con un modestostipendioe siamodisponibilia farlo insiemea loro. Questa sembraesseresufficiente per ognuno, senza che nessuno. per questo, debba rivedere.stravolgere o, peggio. rinunciareal propriopatrimonioculturale. Ciò che pare ulteriormenteapprezzabileè che i missionari.più di noivolontari.cheabbiamocertamente un bagagliodi motivazioni ideali, religiosee di disponibilitàversoilprossimoinferiore al loro. sembranoavere lo stesso atteggiamentoancheversola popolazione locale: un enorme rispello verso la cultura. la tradizione, l'originalità di ognuno. ··Eppuresonopreti""m, i sovviene a volte nel pensiero. trovando probabilmente nella mia stessa be diventata per cinque anni la mia donna. Ci eravamo già conosciuti due anni prima in Italia. Ci eravamo anche fatti un acido insieme, ma poi ci eravamo persi di vista. Quando lei ha saputo che ero partito per l'India è venuta a cercarmi assieme ad un amico, un tipo con la Volkswagen. Da allora vivemmo insieme un bella storia, una storia finita tragicamente ... Poi tornasti in Italia ... Era bastato un anno per sentirmi totalmente diverso dacome ero prima. Mi sentivo un propagandatore di droghe come strumento liberatorio, come sinonimo di libertà. Quando i benpensanti, la borghesia, dicevano "non fate questo", noi sapevamo di essere nel giusto e lo facevamo, anche se sapevamo che gli oppiacei avrebbero finito col distruggerci. Avevo la sensazione che gli altri, soprattutto i giovani, mi vedesserocome un eroe nero... Un ragazzino, per sentirsi un uomo, una volta iniziava a fumare, adesso si fa una pera ... Una sensazione che ti piaceva ostentare ... Era una sensazione che accompagnava tutti noi: la nostra sembrava una vera e propria emigrazione dall'Occidente. Da una parte c'era la voglia di andare verso l'Oriente, incontro all'attrazione da secoli esercitata da quella parte del mondo sugli occidentali; dall'altra c'era la nostra posizione di ex sessantottini, fortemente critici nei confronti cli tutta la cultura occidentale. Una cultura a cui formazione l'ostacolo maggiore per un piùaccuratoesame.Ce11amenteil panoramadellechiesein generaleedellachiesacattolicain particolareè estremamentevariegato e complesso,ma la capacità di ricondursialle motivazionidi fondoe, in'ultimaanalisia, ll'unità. è qualcosache, anchedall"esempio se pure riduttivo che ho di fronte in questo momento, salta agliocchiedè perme.che ritengo di provenireda esperienzepolitiche e da motivazioniidealimolto distanti,ragionidinecessarqi uanto inutiliinterrogativi.Cosaavrebbe potuto dare, essere, diventare. creare, la ·•sinistra·(·eiacui vengo e con cui vorreiconlinuaread anelare).se avesse saputo praticare questa stessa capacità unitaria senzaperaltroinibiree soffocare l'originalitàdelle idee finoad arrivare, in alcuni disgraziati casi storici.al massacrofisicoo delle intelligenze?DiITiclierispondere. Ma il dubbioche qualcosadi più diqueldisastrocheoggici sitrova fra lemaniavrebbepotutoessere. è lecito. Ho comincialoa muovermi.nei ritagliclitempoo nelleoccasioni offertamidal mio lavoro.attorno volevamo sfuggire e a cui, come una forma di esistenzia1 ismo, contrapponevamo nuove esperienze. La sperimentazione della droga dunque, e anche l'autodistruzione ... Quell'alone e quello che c'era dietro oggi si è molto smitizzato. Ci si è resi conto che si ha a che fare con sostanze diverse come l'alcool, il tabacco, la marjuana, l'oppio, l'eroina, la cocaina; sostanze che ti portano allo sballo, ad una sensazione diversa della realLà.Oggi si può distinguere fra droghe che ti distruggono e droghe innocue come la marjuana. Comunque, oggi io mi trovo totalmente d'accordo con i discorsi anti-proibizionisti, in quanto sappiamo a cosa ci si conduce, a che situazioni si può arrivare ... Quando sei partito la seconda volta per l'India? Nel '74, un anno dopo. Poi tornai e ripartii una terza volta nel '75. Poi feci altri due viaggi, però in aereo. Insomma, fino al '76 sono stato sempre in viaggio tra l'Europa e là, e quando ero da quelle parti mi muovevo spesso fra I' Afghanistan, il Nepal e l'India, aGoa soprattutto, un bellissimo posto, una ex colonia portoghese in cui ci si trovava un po' tutti per svernare. Lì, in inverno, cioè nella stagione secca, ci sono 30 gradi all'ombra mentre d'estate ci sono imonsoni e si sta molto peggio. In quegli anni conobbi gente di tutte le razze e imparai bene alcune lingue ... Tu e la tua donna stavate alla '•cillà"'. La regione è di un·asprezza incantevole: alte momagne.larghialtipianiaperti. trattidi lussureggianteforestatropicale.i laghie gli animaliesotici che nondi rado si incontranoancheai bordidellepiste.Sonostato all"interno del ·'piccolo'· Parco Nazionaleil cui ingressosi trova alla periferia del centro abitato, nell'ambitodi una spedizionesanitaria organizzatadalla missione. Loscopoera portareassistenza ai Guge. una popolazionedi allevatorisemi-nomadisolodi recenteinstallatasai busivamentenel parco.ivisospintidaaltrepopolazioni con cui si sono trovati in conflittoperii possessodeipascoli. Un gruppo di un centinaio ci aspettavanosottoduegrandialberi al cemrodi un brulloaltipiano bruciato dal sole, nonostame la stagionepiovosae. chedolcemente degradava verso il lago Abaya. Appartengonoad una etnia tradizionalmenteostile alle altre presenze nella zona e la loro indole guerrieraera benevidentedal numero clianni presenti sul luogo. Tuttigli uominiostentavanoarmi automatiche o lance. così pure sempre insieme? Sì, anche se eravamo una coppia molto aperta. In quel periodo si viaggiavaasesso,droga e rock and roll. .. Una notte, a Goa, ho visto I 0.000 persone che scopavano in spiaggia nello stesso momento ... Ma fra me e lei di problemi di gelosia non ce ne sono mai stati, e proprio perché lasciavamo ali 'altro la libertà di fare ciò che voleva. La nostra storia finì ~i,,,:,~1 ~ '} ~ ' I ,, , quando fui arrestato in Turchia. 5 anni dopo lei stava con un altro, con un tedesco che si sposò ... Non l'hai più rivista? Sì, dopo molti anni. Ora siamo buoni amici e basta. Abbiamo anche fatto qualche tentativo di ritornare assieme, ma non è facile. Col passare del tempo non ci si conosce più; si vivono esperienze diverse; si è cambiati. Anche con l'amico con cui sono partito la prima volta non è finita bene. Accadde al ritorno dal primo viaggio. All'aeroporto trovo la mia donna tutta piangente, distrulla, in preda ad una paura tremenda. Mi dice che in hotel, dove stava ad aspellarmi, il mio amico le aveva rubato tutto, dalla morfina ai soldi, per scappare a Panarea, lasciandola a "rota·• e persa. Ma come? Io rischio la vita e l'ergastolo per portarti la roba, per fare un business con te e tu mi derubi la donna, mi dai una coltellata alla schiena? Per che cosa, poi? Se tornavo voleva dire che la roba sarebbe stata anche tua ... Non sapevo più che cazzo fare... lnfa11i sbroccai. Coinvolto negli arcome i ranger del parco che ci scortavanoe perfinoqualcunodel personalesanitario.Intornoa noi. tranquille. pascolavano zebre e vacche. Abbiamodistribuito per ore gallette e medicinali, prelevandocampionidi sangueper individuare il tipo di malaria più diffuso. Il problemadella sicurezzasulle strade sembra essere. anche qui, particolarmentesentito.Ladifferenzaconl'Europa.vistoloscarso numerodi veicolicircolantiè che. invecedi scontarsiconaltrimezzi di trasporto,c'è il rischiodi imbattersi in qualche tiro di arma da fuoco. In tre settimane ho visto due auto della Missione con la carrozzeriatrapassatadapallottole, mentre il --superiore··della Missioneè statofermatoe rapinato, a manoarmata.lungola strada principale.Tuttociò. nonostantei responsabiIi. searrestai . vengano passatiper le armi sul postodagli inflessibilmi ilitaridell"esercitodel Governodi transizione.Non per questasituazionecomunquei trasporti hanno subito un rallentamento.Lavita.per cosl dire.continua. Rodolfo Ca/eoui

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