• • • v1agg1ator1------------------------ un bianco cinquantenne che ballava in modo assolutamente ridicolo. Tutto sudato, panciuto, calvo si sporgeva facendo boccacce oscene verso una quindicenne aggraziatissima nel muoversi ad un metro di distanza. E ricordo che mi venne in mente la frase di Artaud "sta zitto sozzo macaco europeo che mai hai imparato ad alzare il piede". Ecco, la prima cosa che ho visto in Africa è stato il "sozzo macaco europeo". Oppure un supertecnico di azienda che per tutta la sera ci provò con una tredicenne, ed era uno che aveva due figlie di quell'età, e lamattina alle 4, appena alzati, di nuovo a parlare di quello, e di cosa ci farebbe e di come la metterebbe... una cosa repellente. Se lo incontri qua uno simile sono convinto che ti fa la figura del bonaccione, buon padre di famiglia ... E sicuramente lo è. Ed è una superiorità che non è mai in discussione, puoi fare tutto quello che ti pare, metterti dalla loro parte, bere il loro latte cagliato, andare ad abitare nella capanna, questa superiorità non sarà mai in discussione. Ed è una superiorità devastante. E demolisci una cultura, la ridicolizzi e per offrirgli poi che che cosa? La nostra? UN SALDATOREDALLAPELLE ~ERDE CON 200 MILIONI AL .MESEDI STIPENDIO••• Ci chiediamo su cosa si basa questa nostra superiorità? Sono domande drammatiche. lo ormai mi sono convinto che in Africa non bisognerebbe andarci mai, in nessun caso. Poi è chiaro, se uno di mestiere fa il pirata, continua a fare il pirata... B Renzo Gazzoni, per anni trasfertista in Africa e Rodolfo Galeotti, cooperatore per due anni in Mozambico ed ora in procinto di ripartire per l'Etiopia, parlano di Africa, donne africane e trasfertisti. Rodolfo. Al di là della prostituzione che esiste, che è molto diffusa, c'è anche una larga fascia di donne africane che sceglie di stare attorno al mondo dei bianchi, di cercare di vivere a fianco di un bianco. Non è solo un problema di soldi. O per lo meno è un problema di aspirazione ad una vita migliore. In Africa questa è una delle componenti permanenti del fascino dell'altro. Difficilmente in Africa ti innamori di un disgraziato. L'elevazione sociale è un valore. Anche la maggiore accettazione della differenza di età, dipende da questo, perché il più anziano ha più possibilità di garantire un'elevazione sociale, dà più garanzie di un ragazzino. Questo è vero non solo nei rapporti con i bianchi, ma anche nei rapporti fra di loro. Un uomo che si sposa per la quarta volta a 50 anni, si sposerà con una ragazzina. E la famiglia del la ragazzina sarà ben contenta di dare in sposa la figlia a una persona che abbia già una posizione sociale. C'è poi il "!obolo", che è il prezzo che il maschio paga alla famiglia della donna, una specie di dote alla rovescia. Ma è questo che voglio dire, che la facilità di "ingranare" nel terzo mondo è legata sicuramente ai problemi economici, ai soldi che i bianchi hanno, ma ha anche a che fare con il loro modo di vedere ilmondo. Renw. Mentre parlavi ho fatto un'operazione a mente. Ho equiparato lo stipendio di un trasfertista che va a lavorare in Africa, oggi di circa 4 milioni al mese, e lo stipendio di un africano là che è sulle 40000 lire al mese. Con un rapporto di uno a cento. Allora immaginiamoci che da noi ali' improvviso arrivi della gente con un colore della pelle diverso, che so, verde, gente che facesse l'idraulico, il saldatore, l'imbianchino e che guadagnasse cento volte lo stipendio di un idraulico di qua. Invece di due milioni al mese, 200 milioni al mese. Proviamo a immaginarcelo. Credo che anche da noi allora nascerebbero i fenomeni che succedono in Africa. Noi non ci rendiamo conto delle differenze di cui noi siamo un polo. Questa differenza ha un potere squilibrante formidabile, il fatto che un operaio bianco che, a volte e ne ho visti, fa anche peggio il lavoro di un nero, si porta a casa cento volte tanto, non solo mette in crisi i rapporti fra i sessi, ma tutta una cultura. Rodolfo. Una situazione che gli uomini soffrono moltissimo. In una società dove il potere del maschio non è ancora in discussione, è ancora il padrone perché là la rivoluzione , .. . . femminista non è arrivata ancora, dovere vedersela con un concorrente simile non è piacevole. Però insisto che non è solo un problema di soldi e squilibri ... Per esempio c'è il fatto, dopotutto non secondario, che dai bianchi le donne vengono trattate comunque meglio. Sono meno violenti, meno possessivi e meno gelosi. Le donne con cui ho parlato io mi hanno detto questo: che se hanno un maschio nero loro devono fare le donne, devono stare in casa, il maschio può anche tornare ubriaco, vuole scopare, e se loro non ne han tanta voglia perché puzza d'alcool, o per altro, sono botte. Adesso io non voglio generalizzare, però questi sono i discorsi che ho sentito io. Il maschio è il padrone assoluto. E la donna questo lo accetta anche, ma fra un padrone buono ed uno cattivo vedono una differenza ... Nella cultura del bianco la donna può ormai andare in giro anche da sola, può decidere, non è controllata ... E poi un altro fatto riguardo alla sessualità è questo: le ragazzine smettono di essere ragazzine molto presto. C'è una familiarità con il sesso che per noi è impensabile. Pensiamo al loro mondo tradizionale, non urbano o all'hinterland delle città. La famiglia vive in un unico locale. E questo vuol dire che i figli assistono ali' atto sessuale dei genitori. E se non assistono, comunque li sentono, vivono dall'interno la situazione, sanno cosa stanno ~~ ~-- 0KJl:L.yeem Erboristeria - Prodotti naturali - Shiatzu FABBRI Dr. Enrico Forlì - via Albicini, 30 (ang. via S. Anna, 2) Te!. 0543/35236 facendo i genitori e sanno che presto toccherà loro. E loro mi raccontavano che le ragazzine imparano dalle sorelle maggiori, che nelle notti della stagione delle piogge, con la capanna che trasuda il fumo del fuoco, giocano a insegnare il sesso alle sorelle minori, proprio fisicamente, con la sorella maggiore che fa il maschio. E in certi casi, quando non ci sono le sorelle maggiori, sarà la nonna a insegnare. Così passano il tempo, giocano, si divertono, si riscaldano, perché fa anche freddo, e si trasmettono delle conoscenze. La cosa che stravolge è quando il sesso verrà pensato per trame soldi. Renzo. Resta l'enorme violenza dell'impatto fra le culture. Quando tu prima parlavi dell'uomo nero che resta tagliato fuori dal confronto con l'uomo bianco, perché lui è maschilista, mi viene da chiedere se col bianco la donna si risparmi solo dei calci nel sedere oppure perda anche un suo ruolo. La donna nella famiglia africana, oltre a degli oneri ha anche degli onori che va a perdere. Onori che la donna europea non desidera neanche più, ma perché ne ha guadagnati altri. E cosa perde? Perde un ruolo nella famiglia basato sulla maternità che è un valore socialmente riconosciuto. Un valore in cui la donna trova anche soddisfazioni. Ora l'impatto con una cultura come la nostra va a mettere in crisi questo valore senza aver nulla con cui sostituirlo. La rivoluzione femminista può mettere incrisi il senso della maternità, ma in Africa non ha null'altro da proporre. Non è che una donna africana può entrare in carriera da qualche parte, scegliere il lavoro, ecc. Quando nel 78 andai per la prima volta in Mozambico, vedcreche il Frelimo(Frollledi liberazione mozambicano. Ndr), che per gente di sinistra allora era un mito, osteggiava nel modo più fermo ogni contatto fra donne nere e bianchi mi sconvolse. Era uno shock, dicevo "cosa vi mettete voi a fare i razzisti?" Ma poi ho capito. E non era per una questione di colore della pelle, ma per una questione di cultura. Di fronte ad uno scontro impari, che nell'immediato è senza soluzione, il cui esito può essere solo negativo, la scelta è quella di indietreggiare, di rifiutare il confronto. E ad inCO dietreggiare è proprio la classe colta, quella che ha chiaro la posta in gioco. Certo la ragazza che cerca di rifuggire una realtà invivibile, quella della periferia urbana, si mette alla corte del bianco. Ma questo succederebbe anche qua. Anzi succede. Vale il discorso di prima dell'imbianchino miliardario. Qua coi calciatori miliardari o con i cantanti non succede qualcosa di simile? Devono circondarsi di poliziotti privati per salvarsi dagli assalti delle ragazze. Rodolfo. La cosa può sembrare contraddi toria, ma in quegli anni il Frelimo, accanto alla campagna contro i jeans, contro le minigonne, ecc. fece anche una grande campagna contro il "!obolo". Perché il "!obolo" era la prova del1'inferiorità della donna. Ora, il "!obolo" era una tradizione estremamente radicata nella cultura ma anche nell'economia del Mozambico. Il "!obolo" permetteva una redistribuzione del reddito tra chi ha più e chi ha meno. E infatti l'unica consolazione che poteva avere una famiglia di fronte alla nascita di una femmina era la prospettiva del "!obolo". E quindi per assurdo il "!obolo" era l'espressione tangibile del valore della donna. Togliendo il "!obolo", hai tolto alla donna il suo valore tangibile senza dargli nulla in cambio. Per cui resta schiava dell'uomo senza poter beneficiare la propria famiglia e senza poter far valere il proprio prezzo. Perché poi una cosa vale di più se è stata pagata di più. Questo per dire che la situazione è molto complicata e non si possono risolvere i problemi con dei colpi di spugna ideologici. Ed anche noi nel giudicare dobbiamo andare piano. A proposito della maternità, effettivamente è impressionante vedere le madri africane. Loro prendono il bambino e se lo sbattono sulla schiena, se lo portano dietro dappertutto, e sicuramente il bambino avrà meno problemi psicologici che qua perché vivrà col contatto fisico con una persona. Oggi qual è la madre da noi che mantiene la possibilità di avere un contatto col figlio 24 ore su 24? E questo contatto fisiologico fa impressione. I bambini, finché non camminano, vivono addosso alla madre. Come i babbuini, preciso. La madre fa le faccende di casa, lavora i campi, va a prendere l'acqua sempre col bambino sulle spalle. Va a ballare con il bambino sulle spalle. E dopo i bambini li metti per terra e anche loro ballano. Ho visto dei matrimoni sulla spiaggia dove fanno un girotondo in cui però ogni canzone ha un suo passo e vedi questi bambini che trampalano sulle gambe, che non hanno ancora la padronanza degli arti, che tentano di cambiare il passo fra una canzone e l'altra. E' uno spettacolo che incanta. E dopo diciamo che ballano bene! Hanno ballato sulle spalle della madre fin dalla nascita! Gianni. E il bianco là? Questa specie di principe azzurro, di "miliardario" che fa l'imbianRodolfo. Quando dico che vado via di nuovo, tutti a dire "ah, il mal d'Africa". chino. Spesso anche un po' ignorante. Io, in Somalia, giravo con due neri eccezionali, va bene che erano del ministero, e ricordo però, non so per quale battuta di politica, che uno si voltò all'improvviso chiedendomi "non sarai mica del partito di Tortora?". Ci rimasi. E sono certo che il mio capo, trasfertista da 15 anni, molto competente sul lavoro, Tortora lo conosceva solo come quello di Portobello e basta. Il partito di Tortora, cioè il partito radicale, non sapeva neanche cosa fosse .... Ora questo miliardario anche un po' ignorante come si comporta giù? Rodolfo. Come l'americano a Napoli dopo la liberazione. Come vuoi che si comporti. A parte chi ha un atteggiamento culturale particolare, i più se ne vanno al sabato sera nei locali, vengono aspettati, lasciano sui tavoli 3-4 stipendi locali mensili, son convinti di aver fatto un gran colpo di vita, e in una sera hanno mantenuto 7 o 8 famiglie per un mese. Gianni. L'impre sione che ebbi io è che c'è come un allentamento dei freni inibitori nel bianco, che lì si permette dei comportamenti che qua mai si sognerebbe. La prima sera a Mogadiscio ci portarono nel locale dell'Oltregiuba. Ricorderò sempre la prima scena che vidi in mezzo alla sala: una specie di essere abominevole, Rodolfo. E' vero, verissimo. Una scena pochi giorni prima di partire. Un professore universitario in missione per il Ministero degli esteri. In maglietta e jeans che grondava sudore e si buttava addosso a una ragazzina di 15 anni .. Renw. Ma questo è normale. In Nigeria e altrove ho sempre sentito dire che nelle farms inglesi non era considerato scandalo farsi vedere anche in atteggiamenti intimi dai neri. Perché il fatto che ti vedesse il nero era come se ti vedesse il cane. Mi fa un po' ridere non perché non esiste, ma perché è molto meno romantico di quel la cosa un po' ottocentesca che si intende. Il fatto è che un bianco, un qualsiasi bianco, anche che faccia l'operaio, là si può permettere il massimo. Qualsiasi operaio può andare nei migliori locali del paese, può avere pressoché qualsiasi donna del paese, può avere la servitù e comandarla a bacchetta, il custode della villa, l'autista, una o due donne di servizio. Sul luogo di lavoro qualsiasi bianco comanda IO, 20 neri. Lasciare tutto questo per tornare qua, dove non sei affatto nei gradini alti della società, dove devi risparmiare, dove tomi ad essere un comandato sul lavoro, insomma dove devi ritornare in una "importanza normale" non è affatto facile. C'è gente che ha avuto crisi grosse, perche là si era sentita per la prima volta qualcuno e tornare a fare il signor nessuno non è così facile. E questo è un meccanismo che c'è anche per i 1 professore universitario di oggi. Già il fatto di essere in trasferta allenta sempre i freni, ma poi quando c'è i I senso, conscio o inconscio poco importa perché è comunque una certezza esistenziale, della tua superiorità, allora ... Perché lo sa anche il bianco che con la sua birra vive una famiglia per un mese. Non è che non lo sa. Questo è il mal d'Africa ... a cura di Gianni Saporetti Foto di Renzo Cazzoni ..---- "impressioni di viaggio" di Libero Casamuraf 1'A1fRO MONDO Dl11'AMORI C'è stato un tempo, ormai dissolto, in cui per un italiano un viaggio non era un viaggio se non includeva una qualche esperienza d'amore indigeno. E poiché, come pare, l'omicidio e il sesso sono il più forte tramite di relazione e penetrazione sociale e personale, non era affatto difficile darsi la maschera di una severa ricerca antropologica. In realtà era solo un consistente residuo di virilismo mediterraneo. Non posso dire di conoscere imodi esotici dell'amore. Quel che so è solo un'applicazione di tecniche e comportamenti nemmeno tanto originali. Chi a Bangkok abbia i giorni di vacanza contati, dovrà rinunciare alla ricerca di genuini fiori forastici per infognarsi nelle celebri massaggerie. Lì potrà contattare, per così dire, splendidi esemplari femminili di ogni colore. Ma in ogni caso, dal nero al giallo, il taglio dell'impresa sarà sempre di tipo occidentale: una moderna mercificazione del sesso, tenuto dietro vetro e numerato, misurato e compensato ad ore. Come in qualsiasi bordello. Il rituale del massaggio preliminare, che c'è proprio e viene eseguito con scrupolosa professionalità, lungi dall'essere una stimolante specialità di erotismo orientale, si riduce ad un abile espediente per demolirvi prima dell'uso. E non conviene indagare troppo sulla piccola tailandese che vi sta manipolando: potreste scoprire l'immensa tristezza di una spaventosa miseria materiale e l'intento di contribuire a conservare in vita una schiera di fratellini altrimenti destinati a spegnersi nell'insana putredine di canali marcescenti. In un'altra ''terra dei sogni", a Bali, qualsiasi taxista vi prospetterà la notturna magia di teneri virgulti, maschili o femminili, a seconda dei gusti e dell'orecchio. E potreste trovarvi, trepidanti più di paura che di passione, a maledire un ritardo d'orgasmo (normalmente auspicato) che rende impaziente la fanciulla e triplicato il costo dell'operazione. Perché anche qui il tempo è contato e il profumo del palmeto non cancella l'odore del danaro. Non c'è dubbio che "las mulatas" brasiliane, ballerine di fila nelle rutilanti riviste di Rio o di Bahìa, nascondano sotto i piumaggi di scena i più bei lombi dell'orbe. E vi sembrerà un miracolo trovarvele accanto senza che pretendano un soldo. Ma alla fine dello stordimento noterete un radicale diffalco nella vostra riserva di dollari, defluiti in bevande, pranzi, alberghi a sei stelle e più che sostanziosi regalucci. Fin qui cosa c'è di diverso da quanto potrebbe capitarvi a Roma, a Parigi e a Copenaghen? Ma non è detto che al1A' vana, aTana, a DakaroadAbijian non possiate vivere una bella storia pulita, in un'ardita mescidanza di utopie terzomondiste, primitivismi roussoniani ed ebrietudini carnali. Scoprirete allora (ma è poi vero?) che la donna di colore è più tenera, più sincera, più gelosa, più delicata ed insieme più disinibita della nostra. Soprattutto più indifferente agli scarti d'età. Di una cosa potete star certi: le vostre generose elargizioni non andranno ad esclusivo beneficio dell'amata, ma coinvolgeranno unesercito di parenti ed amici, prossimi e lontani: quella grande famiglia allargata, solidale e protettiva, su cui questi poveri mondi indifesi basano la loro onesta pretesa di umana sopravvivenza. Poco a poco vi sentirete rinchiusi in una rassicurante prigione d'affetti, in una amabi_lerete di complicità e confidenze, avvolti da un fraterno diffuso calore che vi fa anelli di una invisibile catena. Capirete infine che qui non potete veramente amare una persona senza entrare nel suo piccolo universo d'anime. Non è lezione dappoco, per chi si nutre di indiv~dualismi ed esclusivismi. Ma ognuno ha rlsuo mondo in cui battersi e dibattersi. La fuga è inevitabile. Rimarrà la memoria di un'intensa parentesi e forse un piccolo vero segno di vita. P~rente~i e segno: nient'altro. Ovviamente tutte queste cose non mi riguardano. Ed anche se mi riguardassero me ne sarei già scordato tanto il tempo è lontano. '
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