Una città - anno I - n. 8 - dicembre 1991

"' r ·. , ... ->>.~':;, .• _.:;;· ;;,:;...1:,4'.~)S~ «-·,.~ y ~~~ ~-/1:;:~:~ - '.~·-.f' ,.,;..:,:. ,.,._ .. ); --~ ;~;c,•:<··"'7~ ~~· ' ' & j/'' . ". case di immigrati I RAGAZZI DI COLLINA Poco meno di un anno fa ottennero l'uso della scuola di Collina. Sono un gruppo di Tunisini. divisi in 3 ··appartamenti", ognuno dei quali provvisto di cucinotto, di bagno e di un paio di camere. A suo tempo parteciparono alle trattati ve che condussero ali' assegnazione di questo •·condominio'·. Le apprensioni non erano poche, perchéquesti ragazzi, stretti dal bisogno di una casa e dal freddo di un inverno ormai alle porte, rischiavano di accettare una situazione che poteva facilmente evolversi in modo molto negativo. Pensavamo: in 15, tutti molto giovani, dover lavorare in fabbrica e poi seguire una casacosì grande e vecchia, tener pulito, far da mangiare. E poi la convivenza! E' così facile vivere in tanti sotto lo stesso tetto? Egli abitanti della zona? Non si faranno prendere dai soliti stereotipi sugli immigrati? O non succederà davvero qualcosa? Gli abbiamo detto di queste nostre paure proprio pochi giorni fa durante una festa di compleanno di due di loro. ''Anche noi le avevamo!", ci dicono ridendo. "Non sapevamo cosa poteva succedere, cosa voleva dire vivere tu lii insieme. I problemi ci sono stati, non credere! Le spese per il riscaldamento, la luce, l'acqua sono da dividere. Le scale in comune sono da pulire. C'è chi la vede in un modo e chi in un altro, però alla fine siamo ancora qui. Non ci credevamo nemmeno noi!". Econ Iagente? "Nessun problema. I primi tempi i carabinieri erano sempre qui. Spessoentravano anche in casa, facevano un giro in tutte le stanze. Ma noi non avevamo problemi. Fate pure il vostro lavoro, dicevamo, e gli offrivamo anche il caffè. Adesso semi ferma la polizia in qualche posto di blocco qui vicino mi dice: "ah, sei uno dei ragazzi di Collina? Vai pure". Si può proprio dire che siete contenti, allora, anche se una vecchia scuola non è il massimo ... "I primi due mesi in Italia, a Foggia, ho dormito all'aperto. Poi sono andato in Tunisia e poi sono tornato ancora! E ho dormito altri 3 mesi all'aperto, a Bologna ...". Come dire: adesso è un paradiso! Più o meno la pensano tu lii così. L'unico problema è che finché stanno qui non possono farsi una famiglia e quindi prima o poi dovranno trovare unacasanormale. E il lavoro? A Forlì non è mai stato un problema drammatico per gli immigrati. Con un po· di pazienza e un po' di adallamento il lavoro si trova. Questi di Collina. ad esempio, lavorano tulli. Come vi sentite ad essere quelli che portano via il lavoro agli italiani. come qualcuno dice in giro? "Nella fabbrica dove lavoro io cercano personale. Ogni tanto viene qualche ragazzo italiano, ci sta un giorno o una mattina e poi non si vede più ..." Rhida (?) è il più giovane, ed è uno dei festeggiati, compie 20 anni. Si ritiene molto fortunato perché ha dormito all'aperto solo 3 notti, poi r hanno assunto in campagna dove faceva un po' di tutto, dal guardare le bestie al lavorare la terra. Naturalmente lavorava in nero. "Però il padrone mi avrebbe assunto per sempre, era contento. Solo che io avevo una gran voglia di tornare a casa, avevo 17 anni e cosl ho lasciato tutto. Ma dopo qualche mese sono andato in Sicilia. Credevo di guadagnare di più, invece ... E allora ho telefonato al padrone di prima che mi ha ripreso subito. Ho lavorato lì a Benevento per 7 mesi. Quando è arrivato mio zio Addelkabar (è già mio zio, ma ha 23 anni) siamo andati a Bologna. Pensavamo di trovare casae lavoro tutti e due, invece è stata durissima, non si trovava niente. Allora siamo venuti a Forlì, dopo una selli mana abbiamo trovato lavoro e i I Comune ci hadato una casaper qualche setti mana. Quando è scaduto i I tempo sono venuti a dirci di andare via. Noi li abbiamo pregati, perché non sapevamo dove andare, abbiamo detto che avevamo il lavoro, che potevamo pagare, ma che non potevamo dormire per la strada. Sono stati buoni e ci hanno lasciati lì un altro po' finché non siamo venuti qui a Collina·•. Anche nel lavoro Rhida è fortunato. "Non ho mai avuto problemi. Solo durante la guerra del Golfo c'era un operaio che non mi lasciava stare, diceva sempre qualcosa. lo gli rispondevo che non ne avevo colpa, che io proprio non c'entravo, che mi dispiaceva ... ma lui non la smelleva mai. Poi c'era un altro che mi ha dello che si aspettava che io fossi cattivo ... invece dopo che mi ha conosciuto siamo diventati amici. io sto bene con tutti, poi lavoro, sono disponibile a fare tutti i lavori e il padrone adesso mi ha fatto caposquadra". "Anche nella mia fabbrica, quando hanno visto che lavoriamo anche più di loro, che non stiamo a guardare al quarto d'ora in più, ci rispellano e non ci sono problemi'". Aggiunge L... Cosa, cosa?Siete dunque dei gran lavoratori? "Senti noi siamo come tulli. Ci sono quelli che lavorano e ci sono quelli che non ne hanno voglia. Cosa direste voi italiani se noi dicessimo che siete tulli mafiosi?" Sucù (?) dà l'impressione di esseremolto preparato a questo tipo di polemica ... "No, io sto bene. non devo polemizzare con nessuno. Ci sono solo due coseche mi danno fastidio: lagenteche per lastrada si volta a guardarti, soprallutto gli anziani, masaràchenoi siamo la prima ondata di stranieri ... e la gente non s'è ancora abituata. E l'altra è la pulizia. Vedere quanti buttano per la strada tutto quello che usano: carta, lattine, pacchetti di sigarette". A parte questecose (maci viene proprio da ridere, pensando a quello che tanti dicono sulla pulizia degli immigrati ...) ci sono problemi seri? Ad esempio sapete quello che sta succedendo in Germania. C'è qualche segnale di tensione anche qui? "Guardate, nella mia fabbrica, dice Lazar, c'è un po' di crisi. Siamo 3 extracomunitari e 7 italiani e il padrone ci ha lasciato a casa una settimana per uno. Adesso ci lascerà a casa 3 alla volta per un mese..." E nessunos'è lamentato, nessuno ha detto di licenziare voi e di spedirvi a casa? "No, nessuno. Siamo tutti operai. tutti abbiamo bisogno di lavorare...". Avevamo una gran paura di sentir parlare di brutti segni anche in Italia. Per ora invece ci sono addirittura segnali positivi. almeno a Forlì. Non è certo il caso di "abbassare la guardia" nei confronti del razzismo, però è bene che si sappia in giro che ci sono modelli di comportamento diversi da quelli degli skinheads tedeschi ... La chiaccherata si ferma qui, perché è il momento di aprire i regali. Felpe, dischi, quaderni e penne per la scuola di italiano, profumi. La musica si alza, qualcuno accenna qualche danza. La presenzadi alcune amiche italiane è una piccola scossa elettrica per questi ragazzi abituati per tutta la settimana alla vita dell'emigrante: lavoro in fabbrica, lavoro a casa, e tanta nostalgia nell'attesa di una lettera. Poi gli auguri intorno ad una grande torta piena di candeline, un po' di calore umano che nell'ultimo anno non deve essere entrato spesso in questa casa. a cura di Massimo Tesei Bio110eca Gino 1anco dialogo con Milad Basir, un palestinese che vive a Farli NON roCCAVA A NOI PAGARE A seguito del/ 'i111ervisrai11serira 11elledue pagi11e sulla Palesrina p11bblicate nel 11. 7 di quesro gior11ale,Mi/ad ha 1°0/111d0isc/I/ere con me di a/cu11eaffenna~ioni che s11011ava111011p1o· come riabilira- ~io11edel sio11is1110. Ci siamo così i11co111rarei abbianw acceso il regisrrmore ... Milad. Vorrei capire cosa intendi quando affermi che nel giudizio sul sionismo la sini,tra è stata influen1.ata dalla divi,ione del mondo in blocchi e perchè dobbiamo tenere uniti il problema '"ebrei·· e il problema "Israele". Perchè se \'Ogliamo capire e 11011 fare della propaganda 11011possia1110sci11dere le due cose. Nel passar o ho sempre pensmo che la 11a.1cira cl' Israele e le persec11:io11i degli ebrei fossero due problemi disri111io, ggi im·ece credo che sia 111e1rrore ... L ·errore lo commettiamo se parliaino contemporaneamente di ebrei e di israeliani! Se parliamo di ebrei parliamo di religione, e allora dovremmo parlare di cristiani e di musulmani. Se invece parliamo di Israele gli ebrei non c· entrano. In falli io ho degli amici ebrei che lollano contro il sionismo. La nostra lotta è contro Israele e non contro gli ebrei ed è cominciata quando il sionismos·è rafforzato. Prima gli ebrei hanno sempre vissuto porta a porta con noi senza problemi. Però ci sono due cose chefa11110la differen~a: laprima è che gli ebrei, credo 1111icocasonellastoria, so110 stari perseguirari a11che q11a11do 11011erano praticanti. Esisrel'ano ebreifascisri, seguaci di M11ssolini, ed ebrei fedeli "suddiri redeschi ", ebreiateioche11011al'eva110 asso/111ame111ceo11sapevole~a di essere ebrei. Ma il loro desrino è sraro uguale a quello degli ebrei crede111ie prarica111i.E quindi 11011 so se si può dire che parlare di ebrei vuol dire parlare di religione e basta. La seconda è la co11vi11~io11eche se11~a /'o/oca11s10 Israele 1101s1arebbe 11ara. La vota- ~ione dell'ONU che ha sancito la nascila dello sraro d'Israele è staradi streua misura e preced111ada i11r1ighi e ricali i che ha1111p0orra10 all'11ltimo mome1110stari conrrari a votare a favore. Se11za l'emozione dov111aall'olocausto 11011si sarebbe mai raggiu11ta la maggiora11za necessaria. Tullo questo però non cancella la verità: e cioè che mentre in Europa succedeva tutto quello che è successo ai danni degli ebrei, in Palestina nessuno li perseguitava. Credo che gli unici che non hanno mai discriminato gli ebrei siano stati proprio gli arabi. tanto che ci sono stati ebrei che hanno raggiunto livelli d'alto rango nei vari regimi arabi d'allora. Nessuno al mondo può negare che gli ebrei sono stati perseguitati. però il debito deve pagarlo chi l'ha fatto. lo però penso che il sionismo rapprese111i fondamentalmenre l'aspirazione degli ebrei ad avere una patria. Definirlo fascista e rau.ista, come spesso si seme dire in giro, è un aueggiamenro spec11- /are a quello di Shamir che non vuole parlare con l'OLP perchè, dice /11i,è un 'organizzazione terrorista. Anche l'OLP, invece, esprime l'aspirazione palesrinese ad avere 111,a patria ... Un momento, c'è una bella differenza fra Olp e sionismo. L'Olp non ha mai detto che gli ebrei in quanto tali dovevano andarsene dalla Palestina. Gli ebrei nati Il hanno i nostri stessi diritti, sono dei palestinesi ebrei e uno stato palestinese li avrebbe trattati al pari dei palestinesi cristiani, mussulmani, atei. ecc. E' stato il sionismo adorganizzare l'immigrazione in Palestina di ebrei russi, polacchi, tedeschi,ecc.che con quella terra non c'entravano proprio niente. E infatti, mentre più di cento stati hanno riconosciuto l'Olp, l'assemblea dell'Onu ha condannato il sionismo come movimento razzi ta. Sì, ed è sraro 1111 errore che vi lw da1111eggia10ed ora, per fortuna. quella riwlu~ione verrà cancellaw. lo però continuo a dire che le responsabilità dell"Occidente e la nascita di Israele non ~onoseparabili. Nel 47 il voto dell'Onu ha solo uflicialit.Zato una realtà di ratto: tanti ebrei erano già arrivati lì ed erano anche organizzati e armati e questo grazie all'occidente. E anche nel 67, quando braele vin,e la guerra dei sei giorni l'occidente fece festa. Anche in Italia ci furono le manifestazioni con le bandiere d'Israele perché quella era una villoria dell"Occidente. Nel 67 è andata così. Del re;ro il 111011deora già dil•iso in due blocchi. Ma nel 47 la ;i111a~io11era diversa e ti ciro due falli poco 1101i. ma signijicaril'i. Il primo èquesro: gli Usa avel'(1110chiesro a Grecia e Turchia basi milirari i11f1111:io11e cmtiso,·ierica. Quesri due paesi prorestarono affermando che era imui/e che gli a111eri11cc1c1h1iiederessero delle basi se poi perme1te1•a,10 la nascila dello srcuo di Israele che si sarebbe riempilo di ebrei co1111111ir.1utsisi ed europei. Il seco11do è che al 'indomani del vorodel/ '01111 la prima mc111ifesta- ~io11eche avve1111ea Damasco assalì e delle alle fiamme la sede del Parriro com1111israsiria110. COI/ morri e feriti. /11som111av,oglio dire che allora Israele era ,-isro a11checome 11110 staro pore11:ia/me11tedi si11isrrae alleato della Russia. che i11Ja11ifu fra i primissimi a rico11oscerlo. E nel sionismo vi era 1111aforrissima ala marxista. Aspetta, c'è differenza fra progressismo e nazionalismo. Allora le massearabe erano nazionaliste e si sentivano tradite. Come succede oggi: Hamas non è un movimento progressista, però è nazionalista e lotta per il riconoscimento dei diritti palestinesi e hadirillo di farlo. D'accordo. ma 111non lo vedi proprio 1111 qualche dirillo per gli ebrei di avere un loro sraro? Certo questo oggi è indiscutibile. No oggi, io dico anche allora. Allora no, era impossibile, non si poteva neanche immaginare. Come per gli ebrei del '30 Israele era solo un sogno, così per noi era semplicemente una cosa impossibile. Perché non sono andati in uno degli stati che gli venivano offerti, Uganda, Argentina? Te lo dico io, perché l'Occidente e il sionismo hanno saputo giocare le loro carte e hanno imposto uno stato su una terra che non era la loro, uno stato che ancora oggi non ha confini stabiliti e non ha ancora una costituzione. E alla fine l'ONU, come ti ho già detto. l'ha ufficializzato. A proposiro dell'ONU, ti ricordi che abbiamo sempre rin/acciaro, io compreso, agli americani di voler risolvere subiro il problema del Kuwair mentre da decenni i palesri11esiaspeuano una soluzione? E che denunciavamo come propaganda le dichiarazioni del tipo: oggi il Kuwair domani la Palestina? Credo che adesso dovremmo ricrederci ... La guerra del Golfo e ancora di più il crollo della Russia hanno creato questo paradosso per cui gli interessi arabi e quelli americani sono più vicini e oggi in effelli riponiamo molte speranze nella conferenzadi pace. Anche sefino adora non c'è molto di concreto ... No, non si può dire che israeliani e palesti11esi seduti allo sresso tavolo non siano una cosa concreta! Guarda che di concreto. per adesso. ci sono gli insediamenti israeliani nei territori occupati ... Cerro, di problemi ce ne sono ancora e ci saran110ancora spinre di ogni tipo. Israele appare divisa, ma del resro anc!te i palestinesi, Hamas !ta i11de110 lo sciopero contro la conferenza, ma 1101r1apGAIA ~?01/hx,r-n,~l'kl'~~a. ~i?uJa ,.,;,, Cff..yJ;P,,-6d.'5' :Jr:/' «/r.§".y,.5'6,,;777 Sonoapertele iscrizionai corsidi Shiarsue Yoga pesenta t1111i palesri11esi, così come S!taro111101r1appresellla 1111ri gli israeliani. Gli insediamenti li ha fatti il governo. non un movimento come Hamas. Lo stesso governo che va a Madrid. Del resto. io credo che mentre si fa la conferenza la lotta continua. Ognuno cerca di trarre più vantaggi che può. Shamir ha definito Assad di Siria il peggior tiranno in circolazione, il delegato siriano ha portato la foto segnaletica di quando Shamir era un terrorista dello Stern ... però sono ancora lì e si incontreranno di nuovo. Per noi palestinesi la conferenza ha già segnato un primo successo perché è stato un riconoscimento ufficiale della nostra esistenza come popolo e non più come profughi. Questo compona. implicitamente, il riconoscimento dei diritti che spettano ad ogni popolo. Uno dei quali è la pos ibilità di scegliersi i propri rappresentanti. E tutto il mondo oggi sa che l'Olp è il rappresentante dei paleMinesi. Tullo ciò è un merito dei palestinesi. perché si è arrivati a questo grazie alla saggezza. alla pazienza. alle lotte e ai sacrifici di tutto il popolo. Oltre a ciò c'è certamente anche l'interessedegli americani. Per loro braele è sempre stata come un'impresa. Adesso che hanno il Kuwait, che la Russia non fa più paura, che è possibile un legame con il mondo arabo. l'impresa Israele non dà più molti profilli ... Ma nonostante questo bisogna essere cauti, perché più di cento paesi hanno già riconosciuto l'Olp, ma lo stato della Palestina ancora non c'è. E sai perché? Perché basta che i 5 paesi in possesso del diritto di veto non siano d'accordo fra di loro e l'Onu non conta più nulla! Sta al/e1110però, perc!té lo sraro palesri11ese 11011c'è ancora 11011 solo per il so/ilo compio/lo, ma anche perché nel '47 gli arabi 11011 accellaro110 la risolu:io11e dell'Onu e/te lo isriwiva. Gli arabi 1101a1cceuaro110 il principio "due popoli due stari·• perché gli sembrava di subire 1111'i11gi11stdae perc!té credevano di vincere la guerra e liquidare il problema. Invece la guerra la persero ... Guarda però che se fossero nati i due stati. la guerra ci sarebbestata lo stessoperché i sionisti vogliono la ·'grande Israele" dal Nilo al1•Eufrate, tanto è vero che Israele ancora oggi non ha fissato i suoi confini. E mi sembra importante capire come mai un movimento come quello sionista, che nasce in partedi sinistra, che riceve impeto da una tragedia come l'olocausto, diventa poi uno stato oppressivo e per certi aspelli fascista. Perché questa paura che lo spinge sempre più su posizioni sbagliate e inaccellabili? Non sol/ova/111iamo quella e/te ru sresso hai chiamaro paura. Nel '48 liii/i gli esercir i arabi a11accaro110losraro di Israele e i quarrie- ,.; ebrei di Gerusalemme furono assediati per 1111 mese e souoposti a bombardamento. Non era110 passali 11emme110tre a1111di alla fine dei lager nazisti. E a capo della Resistenza palestinese c'era quel gra11Muftì ospite di Hirler a Berli110dal '41 al '45! Lo ripeto. Era un saldo che non toccava noi pagare. Quando Mussolini parlava dal balcone la piazzaerapiena di italiani non di arabi. Hitler è andato al potere con i voti dei tedeschi, non con i nostri. I danni fatti da loro non dobbiamo pagarli noi! E' per questo che noi nel 47 vedevamo solo una grande ingiustizia, una grande violenza contro di noi. Non potevamo stare a pensare a quello che avevano subito gli ebrei per la semplice ragione che altri erano i responsabili. S11 questo siamo d'accordo. Cli ebrei e/te emigravano in Pa/esri11aera110europei perseguirati da altri europei. Ma allora io non possoesserecondannato perché nel '48 ho reagito alla nascita di Israele. Anche se sono stati commessi degli errori dobbiamo sforzarci e guardare l'oggi e il domani. E l'oggi dice che siamo noi senza uno stato e senza diritti e il domani dice che ''due popoli due stati" è possibile. Che il dialogo è possibile purché da pari a pari. Perchè è giunto il momento di una paceduratura per tutti i popoli del Medio Oriente. Forse ognuno è rimasro della sua idea. Però parlante è srato utile. Per me forse èpitìfacile: 11011 sono pa/esrinese, 110nho so/ferro l'occupazione israeliana, posso anche vedere le ragioni dell'altro, del ruo nemico. Per te forse è impossibile. Ma avevamo illlitolmo 11e/numero scorso la "regio11edelle due ragioni". E di questo restocmcora convinto. a cura di Massimo Tesei Giovedì 12e venerdì 13dicembre una delegazione composta da 3 studenti palestinesi e 3 israeliani visiterà Forlì. Il 12 saranno ospiti del Liceo Scientifico col quale una scuola palestinese ed una israeliana stanno per/ ezionando un gemellaggio a tre. Il 13 saranno ricevuti dal sùrdaco. E poi alle ore 21, in Via Valverde 15, saranno ospiti del nostro giornale per un INCONTRO PUBBLICO. Hanno collaboralo: UNA ClffA' Rosanna Ambrogeni, Giorgio Bacchin, Robeno Balzani. Paolo Bcnozzi. Palrizia Beni. Robeno Borroni. Barbara Bovelacci. Andrea Brigliadori. Franco Camporesi. Massimo Canali. Libero Casamura1a, Laura Cerini. Faus10 Fabbri. Graziano Fabro. Michele Fiumi. Rodolfo Galeoni, Liana Gavelli, Marco Lega, Silvana Masselli, Franco Melandri, Giovanni Orlali, Carlo Polelti. Linda Prati, Andrea Raggi, Vero Ravaioli. Rocco Ronchi. Sergio Sala. Gianni Saporcni. Fabio Strada, Massimo Tcsei. Lilli Villa1ora. Ivan Zanini. Foto di Faus10 Fabbri. Progeuo grafico: "Casa Walden" Fotolili DTP: SCRIBA Lorenzo Gazzoni & C. s.n.c. 47100 Forlì - Via Mariani, 6 Tel. e Fax 0543/53661 UNA CITTA' 5

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