RUSSIA timperialisti del '68, mi sembra che davvero il cerchio si sia chiuso. Ed ora le tre considerazioni, su quelli che considero altrettanti peccati originali del comunismo, i tarli che l'hanno condotto al suo esito attuale: Qual è allora il senso della sinistra oggi, si chiede giustamente Massimo nell'ultimo numero di questo giornale. Molte cose sono già state dette e scritte sulla rivoluzione russadi questo agosto: difficile che un ulteriore commento adistanza di tempo e di migliaia di chilometri sfugga al duplice rischio della ripetitività e del ripiegamento memorial-intimistico. Correrò entrambi questi rischi, affidandomi a tre ricordi personali e a tre considerazioni di ordine generale suggeritimi da qualche recente emeno recente lettura. Per comodità, i ricordi sono ordinati cronologicamente: I) il primo, più che un ricordo è una rivisitazione del '68 giovanile, studentesco, antiautoritario dal '69 "politico" dei gruppi extraparlamentari; oggi mi sento di aggiungere che fu un grave errore imprigionare l'anima del '68 entro gli schemi dell'ortodossia comunista quando invece i contenuti del movimento erano obiettivamente affini alla riflessione di quel li che per sinteticità sono stati chiamati gli "ex-comunisti": Arthur Koestler, George Orwell, Ignazio Silone e altri. Diventammo così gli ultimi epigoni del marxismo-leninismo (e alcuni addirittura dello stalinismo) quando già da trent'anni era stato descritto "dal di dentro il dio che è fallito" (per usare le parole di un saggio di Adriano Sofri apparso nel 1988). E il germe di quel fallimento si trasmise anche ali' esperienza che aveva coinvolto una parte consistente e bella di un'intera generazione. 2) nel 1982 partecipai per l'ultima volta, come iscritto al PCI, ad un congresso di sezione: e rilanciai la proposta (formulata in quei giorni su "Repubblica" da un migliorista ante litteram come Guido Carandini) del cambiamento del nome del partito. U funzionario presente, dirigente e diligente, replicò che il PCI non era disponibile adoperazioni di maquil lage: da allora sono passati nove (o novanta?) anni, io non mi sono più iscritto ad alcun partito, quel funzionario ha cambiato lavoro, da otto mesi il PCI si chiama PDS e Carandini continua a scrivere su "Repubblica". 3) una delle ultime sere dell'agosto di quest'anno l'ho passata ad un festival del1' Unità di una vicina zona di campagna: gli obiettivi, lo confesso, erano un piatto di tagliatelle ed un po' di fresco. Gorbaciov si era appena dimesso da Segretario Generale del PCUS e aveva firmato i decreti di sospensione dell'attività del partito: mentre ancora stiamo cercando un parcheggio, l'orchestrina di liscio attacca Bandiera Rossa e le note e le strofe acquistano un sapore addirittura più ironico che malinconico. L'atmosfera del festival è quella di sempre: il PCI e il PCUS non ci sono più ma gli argomenti di conversazione ai tavoli sono altri e la preoccupazione principale (anche la nostra) è quella di trovare un posto a sedere. a) l'idea che la violenza sia levatrice della storia, quando invece olo nella tolleranza, nel rispetto della libertà, della verità, del valore rappresentato dalla persona umana le aspirazioni di pace e progresso dell'umanità possono cominciare a trovare soluzione; Una prima risposta l'ho trovata in un saggio di Paolo Flores d' Arcais intitolato per l'appunto "il concetto di sinistra", che così si conclude: "Avendo identilicato marxismo e sinistra, e avendo riconosciuto l'insostenibilità del marxismo, si può tener ferma I' identilicazione e abbandonare la sinistra. Oppure si può scegliere di restare a sinistra senza metalisiche e senza cedere alle rassicuranti razionalizzazioni del conservatorismo. Vivendo fino in fondo le ragioni di quel weberiano disincanto che vieta di scambiare valori e fatti. Albert Camus riassumeva con due termini il proprio impegno asinistra: solitaire, solidaire, responsabilità e fratellanza. Una sinistra che è ethos, ancor prima chepolitica". Non malecome base di un vero "nuovo inizio" della sinistra: soprattutto sesi pensachequestecose sono state scritte nel 1982. b) la concezione della politica come primato assoluto, quando invece le ragioni della politica possono affermarsi solo a partire dalla coscienza del suo limite; Il comunismo - ci diciamo - da noi era morto da un pezzo. Poi rivedo per caso dopo anni una conoscente, una matura donna dei campi; e dopo i doverosi scambi di notizie personali le chiedo della Russia: mi risponde che adesso ci sono rimasti solo Cina, Cuba, Corea, Vietnam, Quando realizzo che era uno slo~a~ dei cortei anc) l'illusione prometeica (estremo lascito della rivoluzione francese) di poter sottomettere la storia, di creare l'uomo nuovo, di andare incontro a sorti ineluttabilmente magnifiche e progressive: invece di tener conto della connaturata ambiguità dell'uomo e di assumere come realistica regola di condotta quello che HansJonaschiama "sano scetticismo". Giorgio Calderoni Nel libro appena uscito di Marcello Flores, "L'immagine dell'URSS", si possono leggere, tra le moltissime e di moltissimi di cui il libro è intessuto, due citazioni specialmente illuminanti. La prima, di EdmundWilson, il critico letterario statunitense, dice così: "è un grande inconveniente per la Russia essere il primo paese socialista. Gli oppositori del socialismo possono sempre attribuire al socialismo qualsiasi cosa essi trovino criticabile in Russia. I sostenitori del socialismo tradiscono se stessi nel difendere cose che per loro sono in realtà repellenti e che non devono affatto essere difese". La seconda, dell'ingegnere francese Jacques Berger, uomo di sinistra che era stato in URSS per lavoro ed aveva maturato la convinzione che tra socialismo e stalinismo non esisteva alcun rapporto, afferma che l'illusione che fosse in atto la costruzione del socialismo in Unione Sovietica "costituisce un mito. ma un mito in senso soreliano, vale a dire un'idea-forza il cui ruolo è perfettamente reale e che non si può trattare come una pura esemplice contro-verità. Ogni colpo che gli sarà inferto non potrà lasciare il proletariato che un po' più diviso e un po' meno combattivo". Siamo nel 1935-36, ma nelle osservazioni di Wilson e Berger sono messe a nudo le radici di comportamenti che abbiano conosciuto ancora molti anni dopo e anche, forse, le radici di disagi psicologici tutt'ora presenti, persino in qualcuno da cui non ce li aspetteremmo, di fronte all'exitus di Pcus e URSS. In verità, il peso della storia russa prerivoluzionaria ha stravolto il comunismo sovietico. La forma-partito leniniana, l'ideologia e la prassi del "socialismo in un paese solo", l'autocratismo da Stalin a Breznev, hanno i loro incunaboli nella storia russa. Il partito leniniano ha il suo precedente storico nell'organizzazione centralista e autoritaria - speculare alla organizzazione dello stato zarista - del populismo di sinistra in Russia negli anni settanta del secolo scorso; la costruzione del socialismo in un paese solo ha i suoi lontani antecedenti nelle correnti slavofile ottocentesche; l'autocratismo era il nodo specifico del governare nella Russia zarista. Un tale accumulo di elementi provenienti dal passato nazionale era, presso i bolscevichi, interno ad una idea della storia costruita coi materiali maggiormente caduchi elaborati dal marxismo e dallo stesso Marx, i materiali di una unilineare filosofia della storia dogmatizzati dalla Seconda Internazionale, che costituirono successivamente l'ossatura del marxismo-leninismo. Comunque, una storia comunista sovietica, nel senso - che è poi l'unico reale - di una storia di comunisti (in lotta con gli altri, poi in lotta fra loro) non è probabilmente reperibile oltre il primo decennio dopo l'Ottobre. Il resto, è tutt'altro che silenzio, ma è altro. Con la sua terribilità, orrori, grandezze, miseria, declino, implosione finale. Altro, in cui cercare anche, naturalmente, lo sviluppo di germi indicazioni indirizzi del primo decennio, ma che a quel primo decennio non è però riducibile-riconduci bi le come a un'origine che tutto già contenesse.La pretesa di condannare "l'origine" (la Rivoluzione d'Ottobre, il comunismo) in nome della "fine" (il totalitarismo in URSS, la sua caduta) identificandoli è, dunque, appunto una pretesa: idealistica e metafisica. Occorre anche rilevare che la liquidazione esultante e deprecatoria della storia dell'Unione Sovietica oggi imperversante sui mass media, è inse'nsata perchè non rende ragione della realtà stessa del mondo in cui viviamo. La sconfitta del nazifascismo e la fine del colonialismo, eventi in conseguenza dei quali il mondo ha assunto la sua figura attuale, non sono pensabili se si prescinde dall'URSS. Per quanto concerne il futuro, mi sembra di vedere che la pesanteur della storia russa grava ora, dal Caucaso al Baltico, sugli awersari del "comunismo". Non so se sapranno liberarsene. Non ho dimenticato il golpe. Solo credo che, a conti fatti, il golpe appare ridursi a mero acceleratore di un processo, un episodio finale con_protagonisti che fanno pensare più a Romolo Augustolo che a chiunque altro. Alfredo Rosetti elettrauto REFORMHAUS • marz10 malpezzi piazza dellalibertà forlì OTTIC¾ISION CENTRO APPLICAZIONE LENTI A CONTATI'O ESCLUSIVISTA LENTI A CONTATTO ACUVUE - USA E GETTA 47100 Forlì - C.so Mazzini, 144 - Tel. 0543/20033 ERBORISTERIA Dall'Agata Dr. Lorenzo Marco Villa Dr. Fitoderivati - Fitocosmesi Alimenti per sportivi Via G. Gaudenzi - Tel. 21863 - 47100 FORLI' Lorenzo Cazzoni & C. s.n.c. 47100 Forlì - Via Mariani, 6 Tel. e Fax 0543/53661 ,. Digitalizzazione reti,mappe e cartegeografiche ,. Topografia ,. Fotogrammetriaaereae terrestre -------------diatribe BAKUNIN O HERZEN? Damolto tempo, per noi abitanti dell'Europa occidentale, la Russiaed i suoi abitanti rappresentano un qualcosa di strano. Paeseimmenso, asiatico ed europeo, laRussia è stata,nell 'immaginario degli europei, sia il paese in cui pareva realizzarsi un sogno rivoluzionario basato su una nuova forma di democrazia- i soviet- ed una nuova umanità più umana,sia il luogo da cui sarebberopotuti arrivare orde di cosacchi pronti adabbeverarei loro cavalli nelle fontane di San Pietro ed in cui viveva il silenzioso ed inquietante "mugik", strenuamente legato alla Chiesa Ortodossa ed ai suoi sfarzi, attaccato alla "obscina" (l'assemblea dei capifamiglia del villaggio contadino), ma refrattario a qualsiasi forma di democrazia moderna. Una visione contradditoria della Russia e dei suoi abitanti che ha spinto spesso gli europei ad amare o odiare i russi in modo irrazionale, basandosi più sui preconcetti e sulle sensazioni razionalmente conseguente, la voglia di vinaccia ben in vista, tutto ci fa sembrare Gorbaciov un europeo, "uno di noi", di cui sembra assurdo non potersi lidare. All'opposto, la massa di capelli bianchi con un ciuffo ribelle che spessocontribuisce a rendergli la fronte ancorapiù bassa,gli occhi "a fessura" tipici degli asiatici, il viso rubizzo, la parlata irruenta e non sempre conseguenziale, il gesticolare teatrale rendono, ai nostri occhi europei, Eltsin troppo "russo" per poter simpatizzare con lui "col cuore", equestononostante i suoi indubbi meriti di leader antigolpista. Ma sequeste percezioni dei due uomini dimostrano solo che nel nostro subconscio europeo ancora forte é l'etno-eurocentrismo, é altrettanto vero che non è la prima volta che in Russiadue uomini, il cui aspetto richiama le differenzechenotiamo fraGorbaciov ed Eltsin, si trovano a polemizzaresu questioni basilari delle/ nelle trasformazioni sociali. Nella secondametà del secolo scorsoci fu unadiatriba fra due grandi rivoluzionari russi, Aleksandr Herzen e Michail Bakunin. Unapolemica che,pur svolta fra due amici che tali restarono per sempre, segnò "di pelle" che non sul ragionamento e su giudizi meditati. Anche ora, dopo i drammatici fatti di agosto, questa contradditorietà nel percepire i russi si può cogliere nel diverso modo con cui ci rapportiamo agli uomini protagonisti di quegli av- l venimenti Così, al di là delle profondamente non solo una loro idee e dei loro atteggia- interagenerazionedi rivoluziomenti concreti, Gorbaciov nari, ma anche il modo di rapsembra a molti più credibile, portarsi di questi con le trasfordegnodi fiducia,ragionevoledi mazioni sociali. Ambedue nati Ehsin, sanguigno, barricadero, nei primi anni dell'ottocento da certo capo popolo, ma, come è famiglie della piccola nobiltà, del resto nella tradizione russa, an1bedueincarcerati dall'autoproprio per questo potenziai- crazia zarista (per brevi periodi mente pericoloso e autoritario. Herzen, per lunghi anni BakuCerto non ininfluente in questa nin), entrambi legatissimi alla diversa percezione dei due uo- patriarussaeallatradizionedella mini é il loro diversissimo "obscina", per tutta la vita amaspetto. La fronte resaamplis- bedue lottarono contro ogni opsima dalla calvizie, gli occhi pressionein nome della libertà. rotondi, l'eloquio tranquillo e Per il gigantesco, irruento, russissimo nei tratti e nel carattere Bakunin " la voluttà di distruggere è nello stesso tempo una voluttà creatrice", per cui il problema costantementeali' ordine del giorno era la distruzione dei sistemi sociali esistenti; cosa sostituire ad essi sarebbe dovuto sorgere naturalmente "dal movimento edalla vita popolare". Per quanto personalmente ribelle e propugnatore della più ampia libertà individuale, tuttavia Bakunin -che in gioventù, e non ancoraanarchico, aveva consigliato al fratello di usareanche il knut (il bastone padronale) per imporre giusti costumi ai suoi contadini- non temeva di teorizzare una "dittatura collettiva", invisibile, del- !' organizzazione ri voi uzionaria. Tale dittatura avrebbe dovuto, pur senza mezzi coercitivi e poteri ufficiai i e legittimati, "aiutare il popolo ad autodeterminarsi" per la "più completa realizzazione della libertà popolare". Dall'altra parte, per il mezzo tedesco, riflessivo, cosmopolita Herzen la questione era assai diversa: "le masse... restano indifferenti alla libertà individuale, alla libertà di parola; lemasse amano l'autorità. Per uguaglianza intendono uguaglianza di oppressione". Ed inoltre "Progresso nel futuro? ... uno scopoinlinitamente lontanonon è uno scopo, è soltanto un inganno", "ogni generazione ha in sé il proprio fine; ...bisogna conciliare la vita con la logica come meglio si può, perchénon c'é un libretto già pronto". "Per noi c'è soltanto una voce, un potere: il potere della ragione e dell'intelligenza" ed è alla luce di queste considerazioni che merita di essere perseguita la libertà personale, per ciò che essa è in sé, non perché la maggioranza desideri la libertà. E, per Herzen, "soltanto le persone civili possono desiderare la libertà, perchéquesto desiderio è un portato della civiltà". In altre parole, allora ed oggi, in gioco in ogni trasformazione sociale, nella stessavita sociale quotidiana, sono sempre almeno due questioni fondamentali. Le finalità, che possono essere intese come obbiettivi sempre relativi e transitori o come scopi teleologicamente determinati e millenaristicamente "finali", devono sempre fare i conti con la libertà degli individui. Libertà che può essere vista come partedi uno '·scopo" più grande e vasto, a cui può essereall'occasionesacrificata, ocome fatto che trova in séstessoil suo fine e che, pertanto, non può essere posto in subordine anient'altro. Sono questioni che, in vario modo, sempre si ripropongono e che, nella drammatica situazione della Russiacontemporanea, impongono scelte radicali anche a Gorbaciov ed Eltsin. Essi devono scegliere se andare, come sembrano volere le masserusse,versouna"Grande Russia" basataprincipalmente sui "caratteri" del suo popolo o cercare di realizzare per la prima volta nella storia russa una società "aperta", in cui possa tranquillamentevi vereanchechi è "fuori dal branco". Franco Melandri leffera--------------- Cari amici, hodasottoporviuncasocheamio parerenon devepassareinosservato, pur nel generaleclima di ritorno al passatocheci starisucchiando più o meno lentamente (secondome, molto in fretta). Il ConsiglioComunaledelComunedi Forlì.di cui sonodipendente, haapprovatoall'unanimità la deliberan° 88 del 17 maggio 1991, diffusa solo ora non tra i dipendenti,maesclusivamentetra funzionari edirigenti (enoncomunicataai sindacati)con la quale si stabilisceil regolamento rganico generaledel personale.Credoche per elaborare tale documento il ConsiglioComunalesisiaispirato ai codici borbonici: infatti, cito testualmentealcuni casi di riduzioneo sospensionedello stipendio e di destituzione(cioè licenziamento): la riduzione dello stipendio è inflitta, tra altri casi, anche per comportamento non conforme al decoro delle Junzio11i. La sospensionedellaqualifica, equindi dello stipendio.è inflitta in vari casi tracui la denigrazione de/l'amministrazione e dei superiori (quindi potrei esseresospesaper questa lettera!) e infine la destituzione dal servizio è prevista.fra l"altro, per alfi i quali rivelino mancanza di senso dell'onore e del senso morale (conviventi. omosessuali. adulteri e libertini stianoin campana...). per alfi che siano in grave comras10 con i doveri di fede/- là del dipe11de111e, e per ecci tamemo al I' i11s11bordi11azio11e. Non male. che ne dite? Gli anni '80 nonsonopassati nvano: i ·90 sarannopeggio... Tristissimi saluti da PaolaValli. ABBONATEVI A UNA ClffA' 11 Una ciHà" è in tuHe le edicole all'inizio di ogni mese. Volete sostenerci in questo tentativo di fare un giornale, libero, indipendente, un giornale '1 delle più voci"? Abbonamento: a 1O numeri: 20000 lire. Sostenitore: 50000 lire. Siete interessati alle aHività della cooperativa 11 una ciHà"? 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