Una città - anno I - n. 4 - giugno 1991

storie------------------------------ MANI INQUIETE CITTA I SENZA ECO intervista a Carmen Silvestroni Acosa stai lavorando adesso? Lavoro su committenza. un lavoro che per anni ho rifiutato e che mi sta creando dubbi. perplessità, insicurezze. lo non ho delle certezze, non ho niente cli sicuro se non una sola cosa: che sono un· artigiana. Sto facendo questo lavoro per i cimiteri, una tomba asarcofago con una figura. Mi è stato chiesto qualcosa che esprimesse serenitìi. Ho fatto una ventina o più cli bozzetti tendendo sempre, questo è un mio vizio. a raggomitolare queste figure ...epiù cheserenaveniva fuori una persona contorta. Il disagio per le committenze ... Mi creano più perplessità che disagio, mi accorgo con un ceno compiacimento cli essere abile. Ma io voglio esseresolo abile. Questo è un clifettb che ho. Uno non nasce abily, lo diventa. Questo gioco sulla comunicazione che prende il mondo intero, i canali auraverso i quali tu inserisci il tuo prodollo, a chi arriva ... Lavorare per la commillenza, significa rimanere chiusi in un ambito locale, neanche regionale. Il rischio si corre. In questo momento penso che ci sia un dubbio nell'aria, non solo per me. Quello come di tirare i remi in barcae vederea che punto siamo arrivati. Dal momento in cui, dall'alto dei miei 52 anni non sono riuscita a sbroccare niente più in là della regione, cioè non succede niente intorno e non succedc niente neanche a nessuno dei forlivesi se non in casi isolati.Vivo questorapportocol fare in maniera particolare.Se dovessi smeuerc di lavorare mi sparerei. L'altro giorno, avevounditogonfio.sonoandata al pronto soccorso; la paura che mi vengano a mancare le mani ... i bambini del deserto modellare e a disegnare nei muri. Mi ritengo la prima gral'- fitista. Se mi davano un muro. di 4 o 5 metri, dietro casa. ci disegnavo sopra. Era la mia carta. Sono ciel '39, avevo 5 o 6 anni, non avevamo l'abbondanza cli roba che hanno i bambini adesso.avevamo solo più fortuna pcrchè ci potevamo sporcare cli più. lo ho un gioccattolo cli un bambino giordano. del deserto. I bambini ciel deserto pigliano quelle schegge rossicce cli sasso,che scheggiano con un altro sasso, le allineano sulla sabbia, fanno i cammei lini. Loro giocano col materiale che hanno e raccontano le coseche hannoauorno. Adesso racco111erannoanche la guerra... I bambini raccontano quello che gli succede, tulii i bambini passano auraverso questa strada. lo vedo nei miei I9 nipoti, raccontano cosa vedono al la TV . La televisione é un pò inquinante, gli dà un omogeneizzato di fantasia. Io volevo suonare, da piccola. Solo che non era concepito. Erano tre le cose che volevo fare e non mi hanno fallo fare: suonare la cornclla, andare nei boy-scout, ma costava troppo la divisa, comprarmi i pantaloni da tennis. Tre desideri irrealizzati. Veramente il mondo è così diverso, poi 9 fratelli, che è una cosa grossa...Quindi ti arrangi a fare le cose che hai auorno. Dopo interviene quasi una forma di narcisismo. Ti accorgi che gli altri riconoscono che tu esisti auraversoquello che fai, e allora lo coltivi, e dopo, superarlo è unastoria un pò più dura. Un difetto, ad un ceno punto, se ti accontenti sempre solo di questo. Una formadi espressione è una cosa però che va al di là dell'artigiano. Espressione va bene finché sci un bambino. Quando sci adulto dcvi allargare questa cosa altrimenti diventano dei virCome nasce questa attitudi- tuosismi. Tu ti esprimi equello ne alla manualità, la capaci- che vuoi dire va bene se gli tà di accostarsi a qualsiasi altri capiscono. Non dico tulli, materiale? 3 su I00. Non w se siano gli Posso ipotizzare delle cose altrianoncapirloomcno.forsc facendo unaspeciedi autoana- sono io che qualcosa non ho lisi. Da piccola ero una bambi- capito, che non ho incanalato na quasi dislessica, avevo dif- le energie nel modo giu~to. E' ficoltà di parola, ero un pò la come produrre della musica, pecora nera in casa, il rapporto fare del cinema. La comunicacon la creta era un supporto zinne non è ~olo nel momento molto facile, nel ~ensoche mi in cui tu pensi di comunicare, è toglieva qualsiasi difficoltà ad anche quando gli altri ti riesprimermi ed era un mezzo spondono. Un eco ci vuole in di comunicazione. La creta quello che fai o diventa una l'avevo sollo i piedi pcrchè mio forma di onanismo, una roba babbo era un agricoltore. Non troppo solitaria. Ci vuole una è fl ·irst)~ ho CO nincia~a;::t~p si· ~rnio in qu- ,~ ) animali socievoli. Pensavoa volteal Medio Evo, un mondo con cavalieri di ventura emonasteri. Ma anche nei monasteri, questi personaggi riunitisi in nome di una fede, avevano delle persone con cui potersi confrontare eacui comunicare le proprie idee. Per questo diventa importante per me stare nelle associazioni al di là delle difficoltà, screzi, discussioni. Tullo sommato vivo meno una situazione di solitudine adesso di quando avevo 20 anni. Allora. finita l'Accademia mi sono trovata proprio sola. A vent'anni ero innamorata e neancheme ne accorgevo. là non ho paura di nessuno Parliamo dei viaggi che hai fatto. Il viaggio in bicicletta negli spazi aperti, o il viaggio lungo nei paesi arabi od orientali è una dimensione così diversa dal mondo raccolto dello studio dove lavori. E' una cosa di cui mi stupisco anch·io. Nei viaggi mi interessa la gente. Mi interessaanche la pittura. la scultura, l'architcllura, ma quel che mi rimane dentro è soprallullo la gente. Uno dei miei sogni sarebbe andare in Albania perchè penso di trovarci dei luoghi che somigliano alla mia infanzia. E' un pò come ritrovare la nostra storia. le nostre radici. La cosa, dunque, che continua a stupirmi è che cambio come caraucrc. Qui a Forlì sono abbastanzaun orso. lìi non ho più pauradi nessuno.Qui ho paura della gente. C'è un modo cli rapportarmi fra mc e queste persone che non ha bisogno della conoscenza delle lingue. Qui c'è una cultura della città diversa. C'è diffidenza; lagente ha paura di essere imbrogliata da te perchè siamo in un mondo di imbroglioni. Non è che nei paesi arabi siano più onesti. però è un'altra maniera di rapportar~i. C'è anche quc~ta disponibilitii di tempo. Se chiedi un'informa1.ionc, la gente ~i ferma e li chiede di che cosahai bi~ogno.Noi corriamo corriamo per andare a prendere dei tranquillanti operandare al bar. Perchè hai viaggialo soprattutto nei paesi arabi'? I paesi arabi mi riacciono perchè mi piace la loro cultura. La Grecia è bella come nazione n'éc:>'\\Omigliano troppo agli italiani. Negli indiani non ho trovato questo famoso pacifismo, ho trovato molta aggrcssività. Gli arabi non sono così aggressivi e tanto meno lo sono gli africani man mano che ti sposti verso 1· Africa nera. E' genteche ancoraha il senso del vivere. li tempo ha ancora un valore per la vita non per i capitali. La parte peggiore ciel mondo mussulmano forse si nasconde proprio ncll'at1cggiamen10 verso la parte femminile che è una cosa che mi tocca anche abbastanzada vicino. Il mondo delle donne è abbastanza represso nel mondo mussulmano. C'è stato un periodo in cui hai seguito da vicino, anche nel lavoro, le problematiche femministe. Che cosa rimane di questo? Era un momento molto calcio perii discorso femminista. Non è che sia cambiato qualche cosa. lo non sono cambiata, a volte mi sento un UFO, mi sembra di essere una diversa ma non sono così perchè nel 74- 75 c'erano questi movimenti femministi. lo avevoscopertoche loro dicevano le cose che pensavo io. magari un po' più arrabbiate. Io non ero arrabbiata perchè era così. Non ho mai avutodiffìcoltàcon mio babbo, le ho avute con mia mamma. Il mondo era così: te stai in casache sei unadonna, te spazza che sei una donna. Una mia aspirazione era di fare lo spazzino. perchè lo spazzino era un lavoro da uomo, perchè era pagato. Il lavoro da donna, in casa. non era pagato. In India i lavandai sono 1u11iuomini e sono pagati. Nasce tulio da queste cose, da queste differenze. Che poi, dico, fra mee un'altra donna ci sonodifferenze molte volte più forti che fra me e un amico uomo. Non siamo mai tulli uguali. Poi la sensibilità femminile non è una cara11cris1ica solo del le donne. Esisteun tipo di sensibilità femminile che cene donne non hanno. Esiste un modo di apparire femminile, unmodo di conoscere. lo ho una nipotina che mi copia un po', capelli corti ecc. Una volta mi hanno chiesto: "è un maschio o una femmina?", ho risrosto: •'i cani si annusano, annusa". Pcrchè una si deve mettere le souanc e i capelli lunghi per essere riconosciuta... siamo in un mondo in cui senon ti vesti da donna non sei una donna. senon hai i capelli lunghi, se non sci scema, non sci una donna. il gattino e la famiglia Cosa vuol dire "essere un UFO"? Essereun ur-o vuol dire che io a vcnt ·anni pensavo di fare quello che sto facendo adesso a 50 anni. Non ho mai fallo una sforzo per c~scrc quello che sono. Semmai ho fallo sforzi per apparire dentro la norma. Credo che c'entri molto l'ambiente in cui vivi: vivi in una casadove ci ~onomolti fratelli, gli amici. gli operai del babbo, il babbo che lavora la terra, dove hai dcgl i spazi in un certo modo e dove unapersona si crea un suo mondo. lo mi ero inventata un'idea di famiglia guardando un ga110che avevamo in casa: brullo. un po' rognoso e senzacoda, che filava dietro alla nostragallina che se la faceva con un altro, faceva i ga11ini e li mcueva lìi e lui voleva così benea questagalla che quando lei andava a mangiare badava i piccoli anche se non erano i suoi figli. lo a IO anni su questo avevo fallo una teoria: non mi sposerò mai, farò un figlio, voglio che i miei amici possano essere il padre cli mio figlio. Per questo sentirsi "fuori della norma" non si avverte però disagio, ma una tranquilla rivendicazione di sé stessi. Dopo uno si abitua. Gli anni non passanoimpunemente. lo ho avuto difficoltà grosse a 16- I 7 anni. Sono stati gli anni più brulli e difficili. Ma già allora era un mondo diverso, il '68 non è passato invano sulla testadi nessunodi noi. E' stato un periodo che ha influito sul costume. lo vesto in questo modo da quando avevo 17-18 anni cd è il mondo che mi sta venendo incontro, con presunzione lo dico. Tuui gli amici di quando avevo 20 anni si sono sposati e ho spesoun pozzo di soldi in regali. Adesso rivorrò indietro lullo perchè si stanno separando 1ut1i. Che ruolo hai sempre assegnato all'amicizia? E' la cosa più importante. Ma non fatemi conoscere della gente nuova perché non ho voglia di questa fatica. L'amicizia è anche un mio problema. Quando avrò la casella e non dovrò più dipendere da nessuno, e sarà la prima volta in vita mia. devo stare allenta amestessa.perchèsono capacedi ospitare tulli. Seuno mi dice che ha bisogno non sto a pensare che potrebbe dirmi una bugia. Devo fare uno sforzo per meuermi sul chi va là. L · idea di avere la casavuota e uno che dorme in mezzo alla strada per me è inconcepibile. non risponde nessuno La mancanza di un adeguato riconoscimento esterno, come uno vorrebbe, alla propria opera, quanto pesa? A volte non conta niente. ma ogni tanto mi pesaperchè. per esempio, io ho due stanzepiene di sculture. Se avessi riconosci mento avrei paura lo stesso. Però, Forlì è una ciuà senza eco, dove tu eme11iun suono e non ti risponde nessuno, sei sempre solo. Fare delle cose e sentire che c'è qualcuno che entra in sintonia con te è importante. Il problemadel riconoscimento mi tocca di più per quel che riguarda la scuola, l'Accademia di Belle Ani di Bologna.dove insegno. Diventa importante perchè diventa selettivo. Se non sci dentro alle cose non ti danno peso. E' un pò come l'abbigliamento: sevai via truccata e con la pelliccia ... ceco a me mancaquella pelliccia ascuola e a volte mi pesa. Essere dentro alle cose cosa significa? Essere nel posto giusto al momento giusto, conoscere le persone giuste, saper dire le cose giuste. Non dovrei esserepiù mc stessa. Mi accorgo durante le mostre: non ho niente da dire. La sordità di questa città da cosa dipende secondo le? Ho pensato molto a questo. Dipende molto dalle radici. dalla storia di Forlì. I lo degli studenti che vengono da Ferrara. Ferrara è una cittù che ha alle spalle una grossa cultura, anche più recente che ha recuperato attraverso le proprie radici. Forlì non ha una storia. Mi sono inventata un'ipotesi: le donne forlivesi sono le azdore, sono quelle che portavano da bere ai soldati, e i romagnoli sono gli ex legionari romani e sono rimasti tali; individualisti, solitari, nelle loro caselle di campagna. Mentre nel meridione trovi le case con più di una famiglia assieme, qui le case sono sempre solitarie. Il romagnolo è uno che lavora molto, che vive una solitudine. C'è attenzione della città verso le cose che vengono espresse in campo artistico? In linea di massima non c'è. Insegnando ali' Accademia incontro molti ragazzi di Forlì. Sono due o tre anni che c'è una specie di mortorio. Non riusciamo ad agganciare questi giovani avivere in maniera più auivae intensacon l'arte. Dieci o quauordici anni fa c'è stato invece un periodo in cui sono esplosi questi ragazzi, in maniera piu11os10seria. Dai tuoi lavori, sculture, figure femminili, traspare spesso dell'inquietudine. Come si origina e cambia nel tempo questo sentimento'? Cambia aspello. A volte mi sembra di stare strella dentro a una scatola; il mondo ti sta s1re110allorno. Tu lavori e lavori a vuoto; non sai dove meuere le tue sculture, non sai a che cosa servono. E' un pò il problema di tutti: il senso del vivere. Il mio è un bel gioco finchè non prendi coscienza che rimane a livello di gioco troppo spesso.Non può continuare così. . ' . p1u coraggio Per liberarlo da queste frustrazioni che cosa dovrebbe diventare, che cosa ti aspetteresti? Questa è una domanda pesante. Perchè io non vorrei mai diventare un Andy Wharol certamente, neanche un De Chirico, ma i canali che ti danno la possibilità di fare entrare le cose tue nei filoni giusti non mi andrebbero beneperchè. tra l'altro, sarebbero tròppo vincolanti per me. E po; il più delle volte non sono contenta di me. Perchè ho fallo molte cose, ma non ho fatto ancora una cosa secondo me giusta.Saperfaredel lecosenon significa aver fauo delle cose buone. So di essereun'artigianaabile, però non ho scremato abbastanza le cose inutili, le scorie. Ci sono dei compiacimenti. lo somentre lo faccio. ma poi mi tornano agalla e non me li perdono. Un giorno mia mamma mi ha fatto una domanda; mi ha chiesto che cosa avrei voluto fare nella mia vita che non ho fallo. Allora io ho detto che andava bene tulio, l'unica cosa che mi rimprovero è di non aver avuto abbastanzacoraggio. Quello che ho fatto lo dovevo fare con più coraggio. Non è che sia poi così contenta cli quello che faccio; lo si vede dal fatto che percorro una strada, mi pento, ne percorro un'altra. Ho cominciato a lavorare a IO, 11 anni. ma non ho ancora fatto del le cose veramente buone. per mc. C'è un filo che percorre i tuoi lavori, dai graffiti sul muro ad oggi'? Probabilmente quello che sta dentro più ad una logica del sociale che dell'estetica. Questo mio rapportarmi con gli altri ... I miei primi soggeui quando ero bambina, erano i negri. Era una cosa che nasceva dal periodo della guerra. Non è importante il singolo fatto, è importante il mio modo di rapportarmi col fare. A parte la mia preparazioneculturale, che per certi versi è limitala, non ho fauo filosofia, estetica, non leggo abbastanza, però mi interessadi più la "storia sociale dell'arte" di Hauser che !'"Estetica" di Argan. Anche semi affascina. Sull'insegnamento. Qual'è il rapporto coi ragazzi? Si potrebbe considerarlo per fasce. Ogni 4-5 anni avverti un cambiamento. In questo momento c'è da parte loro una grande richiesta di padronanza tecnica. Fino a 3-4 anni fa mi divertivo a definire gli studenti "figli di Polifemo". Perchè li vedevo disegnaremolto bene,ma poi non sapevanopiù riportare il disegno in tridimensionalità. Perchè sono figli della macchina fotografica, della cinepresa, 1u11auna prospelliva filtrata da un obbiellivo. Adesso, in questo periodo hanno sempre questo problema, e in più c'è anche il bisogno di esasperarele loro espressioni, caricarle di eccessi, col fumetto per esempio, ed hanno dei grossi problemi tecnici. Loro riconoscono in me questa manualità che gli occorre e riempiono l'aula. Mi sono definita una "zia di ruolo". lo cerco di trasferire agli studenti tutto quello che so. Il trauma della malattia avuta 5 anni fa che effetto ha avuto nel tuo atteggiamento verso le cose, la gente ... L'anno in cui sonostataoperata per emorragia cerebrale è stato micidiale. Erocauiva, carogna, ho litigato con tuui quelli che mi stavano vicino. ero come una tartaruga rovesciata. A vevo perso le difese. Ero diventala più fragile e insicura. Fino al tempo dell'emorragia ero una perfeua cristiana, avevo una grande fiducia nel l'aldilà. Questaesperienzami haportalo a toccare con mano che si può morire da un momento all'altro. Ogni momento è buono. Per cui pensavo: voglio oggi quello che potrebbe arrivarmi domani. Non si ha più pazienza. Tutti possiamo morire. io possomorire, io pretendo quello che mi spella di diriuo. Ora questa impazienza mi è passata,sono tornata quasi come prima. Ogni giorno è un giorno da reinventare e da vivere. Come consideri la tua attività artistica, un qualcosa del tempo libero o un lavoro vero? E' un lavoro vero. che mi piace molto e mi diverte molto. Non faccio mai nessun progello perchèogni giorno io sonoqui, anche la domenica. Se non ci sono è perchè è successoqualcosa improvvisamente. Non mi piace fare progelli, il mio progetto è stare qui. A cura di L. Casamurata e F. Fabbri.

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