intervista ad Augusto De Molo NON SONO DELUSI parte adiscutere. La differenza è questa: noi fummo messi in movimento, in moto. 1-:' veramente tutta una cultura, un modo di vedere la cultura che è finito; al suo posto c·e l'emergen1a dei problemi. ma nessuna solu1:ione globale. che non sia di natura religio-.a. f-orsc I· ltal ia è tornata quella che era. un pac-.c cattolico tradi1ionalista. dopo aver fauo un suo percorso che non l'ha portata molto avanti. E adesso che si trova dall'altra parte? Sono ancora un cane sciolto. e penso di rimanerlo tutta la vita. Chi nasce cane sciolto, resta cane ,ciolto. E' vero anche il contrario? E' difficile che uno diventi un cane sciolto. cl sensoche beneo male ha I' abitudine ad ancorarsi ad un salvagente. Puòdarsi che il canile si <,ciolga.per cui poi ogni cane mente il cane '>ciolto '>i mene con altri cani '>ciolti, farebbe ridere, al ma\simo abbaiano in'>icmc, poi ognuno torna per conto '>uo. non vi fidate NON SONO NEANCHE ILLUSI E' la posizione di uno che avrebbe sognato di essere in una classe in cui tutti gli saltavano addosso ... Ti <,altano adclo'>so lo '>lesso, però c'è que'>to. Il cane '>Ciolto deve '>tareun pas<,odavanti agli altri, deve fare ciò che gli altri faranno dopo. A vcvo propo'>IO di fare un filmato, ma ho visto che i ragazzi non ·'beccano". Un giorno a '>Cuoia, dovevo interrogare. uno di questi improvvisamente mi dice: "quel discorso che ci aveva fatto ..." lo ho '·beccato", sinceramente, per un quarto d·ora, entusiasta, sono tornato su quel progetto di video, poi ho pensato: ·'un momento, qui ti stai rovinando con le tue mani, dopo si perde 1·ora." Ho detto: ·'No. fermi, interroghiamo.'· Allora tutti giuSlificati. Gli ho bruciato legiustificazioni.'· o tu non puoi ...•· Ma come? lo ti offro di lavorare con la cinepresa, e col mixer. con quattro piste e tu lo fai solo per evitare l'ora. Ma io ti interrogo! lo, a cliciollo anni, per fare un lavoro del genere sarei uscito di casa senza scarpe. L'idea che potessi riprendere con la cinepresa. mettere una musica sotto un filmato .... sarei diventato mallo. Questi ragazzi probabilmente queste cose le hanno già. Hanno la televi ione che te le dà più belle. La caralleristica è questa passività. Quelli che erano i nostri desideri non sono più i loro. quella che era la nostra creatività non è più la loro. Certo, io sono adesso in condizione di fare quello che avrei voluto fare a 18anni. Ma tulio questo. adesso,non lo vogliono più. Mi piacerebbe sapere cosa vogliono, però per pura curiosità, perchè non saprei se poi sarei in grado di guidarli. in un interesse che non è più il mio. Forse l'insegnante dovrebbe fare questo. Però bisogna stare allenti perchè tendono a darti le cose che pensano gradevoli per te. Fondamentalmente devi demistificare. lo sono ormai diventato un demistificatore ... Non vi fidate. io non mi fido di voi. voi non fidatevi di me. Un insegnante di lettere ci parla dei giovani del 91 Giovani degli anni 70 e giovani degli anni 90. Che differenza? Nella sostanza, rispetto agli anni '70 chiaramente c'è un abisso, un abisso a diversi livelli. Prima di tutto manca l'interes e che nasce dall'ambiente. Negli anni ·70 e la metà degli anni '80, l"ambiente stesso, per quanto sia una provincia dell'impero, è un ambiente problematico, portato ad analizzare con chiavi di analisi se vogliamo ideologiche, con gli schieramenti, delle soluzioni possibili. Adesso questo non èpiù. Diceva, appunto, De Felice in un'intervista una cosa che ho trovato molto giusta: adesso i ragazzi hanno un interesse che non supera le 24 ore. non riescono a proiettarsi oltre le 24 ore. hanno una vita scandita dalla giornata, carallerizzata dalla mancanza di programmazione; maquesto per mc è lo stesso discorso: una volta c'era: analisi, critica, programmazione. via d'uscita, a livello politico, anche rozzo. Il discorso per cui il personale è politico era passato. Adesso, vicever a, il politico è personale, in sostanzaogni individuo è una specie di repubblica che si autogestisce, arriva al massimo alla famiglia e se esce dalla famiglia trova strutture organizzative confessionali, la parrocchia, o movimenti ecclesiali, paraconfessionali, come CL. E' tulio l'ambiente che si è destoricizzato, depoi iticizzato. E' diventato un ambiente che mira a risolvere il quotidiano. l'ultimo pensiero forte Lei dice che non ci sono gli stimoli dell'ambiente. E quando questi stimoli vengono dall'esterno. Per esempio la guerra è uno stimolo ... Sì, ma non è uno stimolo interpretativo. In sostanza è tulio un insiemecheèandatoincrisi: la psicoanalisi, se non qui in Italia, era uno strumento interpretativo della realtà. il marxismo era un sistema interpretativo della realtà. Adesso non UNA CITTA' Hanno collaboraro a quesro numero: Rosanna Ambroge//i, Giorgio Bacchi11, Paolo Berro:.::_i, Parri:.ia Bel/i, Roberro Borroni, Barbara Bovelacci. Andrea Brigliadori, Libero Casamurara. Fmwo Fabbri, Roberro Fahhri. Cra:.iano Fabro, Ermes Fu:.:.i.Roherro Cabrielli. Lia11aCave/li, Silvana Masse/li, More11aMo11ti. Ciova11ni Orlati, Carlo Pole11i. Cio,·a1111a Polllli. Vero Rcll'aioli. Cia1111Si aporetti. Massimo Tesei Proge//o grajìco: CASA WALDEN - Forlì c'è più. Noi adesso abbiamo un'ideologia della tecnicità a tutti i livelli. Però ci sono altri problemi che non è possibile che siano scomparsi, sono i problemi delle esigenze esistenziali, della solitudine... dove s'incanalano? Si incanalano verso il pensiero religioso, è una cosa abbastanza evidente. ·'Il privato è politico·· che cosa voleva dire') Che il politico risolveva il privato, che solamente risolvendo nel suo insieme le problematiche della società, quindi attraverso la rivoluzione (usiamo questo termine. non lo usa più nessuno) si sarebbero risolti i problemi dell'individuo. Questo era il sogno, il mito. Ora questo sogno. purtroppo o per fortun<1rion lo so, non c'è più. Cosa resta. resta il problema esi tenziale, affrontato in termini di quotidianità: oggi facciamo questo, domani facciamo quello. L'alternativa. l'ultimo pensiero forte rimasto, è il pensiero religioso. Ed è il motivo per cui la pane probabilmente più sensibile dei ragazzi, si orienta spesso in quella direzione. Perchè i ragazzi hanno bisogno di assoluto. Ecco infatti che la complessità è andata in crisi. Perchè l'immaginario offriva un'analisi complessa di fenomeni complessi, attraverso un linguaggio complesso. i ragazzi invece vogliono la soluzione semplice di problemi complessi con un linguaggio semplice. Tutto qui: sono adolescenti. essun adolescente accetta l'analisi complessa del reale, le sfaccellaturc, questo è un pen iero adulto, senile in qualche modo. Il ragazzo ha dei problemi urgenti; la società. l'ambiente non glieli risolve più. perchè non glieli spiega più, non dice più: guarda che se tu sei emarginato è pcrchè nella distribuzione nazionale o locale del lavoro tu non sei ancora utile. pcrchè questo è il discorso marxiano, o, tra un po', marziano. Da una parte c'è una risposta globale, che è quella rei igiosa. dall'altra c'è il vivere quotidiano. In mezzo non ci sta niente? Per lo meno dal punto di vista di un insegnante che questi problemi se li pone ... il sogno del salto Sì. e' è i I sogno del ~alto. Bi sogna tenere conto che la gente è stanca. e·è stata la piena del collcllivo, la piena del pubblico, la piena delle rivoluzioni, del cambiamento. La gente è molto delusa. I giovani non sono neanche delusi. non sono neanche illusi. Sono persone che aspellano cli uscire eia questa triste vicenda che è la scuola, che è tornata a e~scrc quello che era una volta: una parentesi, noiosa forse, ma in cui non si mette più niente di vitale dentro. Le generazioni ciel ·68 dentro la scuola ci mettevano tutto un pensiero desiderante, tulio un fare, sbagliato finchè si vuole. ma che era ingenuo, era carne, era sangue. Però non è vero che i ragazzi siano completamente amorfi. Hanno un loro mondo. solo che la mia generazione fatica ad individuare che mondo sia. Però hanno un mondo, come ogni generazione, e lo tengono segreto, appartiene ad unadimensione che adesso è privata, mentre la mia generazione era più ·'collelliva·'. Cera una scoperta collettiva di cose, poi c'era un farecollettivo. Adesso i ragazzi non fanno più nulla insieme, se non in piccoli gruppi. Sembra che non scoprano più nulla, in realtà scoprono qualche altra cosa, che però fa parte cli una dimensione culturale che sfugge all'insegnante. per motivi generazionali prima di tutto, ma anche perchè non risponde ai suoi gusti. Per curiosità io possoancheleggereunodi quei fumetti della violenza, posso anche leggere che cosa è Dangerons ancl Dragons. però sinceramente io non mi ci me11ereipiù a giocare, probabilmente. I ragazzi hanno un loro mondo, che èscarsamente penetrabile. Tutto sommato noi veniamo a scuola e li vediamo mascherati eiascolari. ci danno quello che ritengono di dover dare, tu gli dai un tema e loro ti fanno quel tema lì. cercano di difendersi. E' sparito l'anticonformismo. Almeno in una definizione tradizionale. Non si vuole più cambiare la scuola pcrchè la scuola ti risolva anche i tuoi problemi. Adesso c'è qualcuno che chicclcrcbbc l'educazione sessualeo che vuo- «Il Salotto di Forlì» Forlì - VioleRoma2, 65 - tel.780684 Dalregistadi «ATTIMOFUGGENTE» PETEWREIR unnuovoentusiasmanfitlem GREENCARD unmatrimoniodi convenienza GERARDEPARDI ·EAUNDIEMACDOWELL CO le qualche cosa, ma lo chiede con una specie di vagito tri'>lc. Non ci sono gruppi che piantano grane, scioperi. sit-in per qualcosa. C'è un gioco delle parti. Non c'è un rapporto, anche conflittuale, con l'insegnante? Per quanto riguarda la mia esperienza no. di nessun tipo. Allora l'insegnante è solo quello che fornisce nozioni? Sì e no. E' colui che da informazioni. Però, attenzione, non sono mai neutre. Gli studenti ,ono stati, per così dire, vaccinati. e non sono più "ingenui" nella maggioran1:aelci casi. In sostanza loro sanno che la tua è comunque un'opinione. sanno che i libri cli testo sono comunque opinioni, la nozione non c'è più o sembra non esserci pili. Questo sembrerebbe positivo però. Gli contrappongono la loro opinione. o. Li mettono in contrapposizione l'uno con l'altro. Se ci :c,ono due o tre insegnanti, ognuno cli materie simili, ognuno dei quali ha una sua maniera cli vedere le cose, gli studenti le fanno giocare fra cli loro. Sono le idee degli insegnanti ad essere in gioco. non quel le degli studenti. Ognuno, cli suo, ci mette un· apparente obbedienza supina. on essendoci più nell'ambiente, effettivamente, una tensione ed una dominanza, e in qualche modo una contrapposizione. che diventa però contrapposizione reale, che di vcnta soluzione di problemi. per i ragazzi Tizio vale Caio. Caio vale Sempronio. Allora loro lasciano agire le opinioni. L'idea che su uno stesso argomento si possono dire diverse cose a partire da diversi punti di vista, per loro è irrilevante. noi fummo • • messi 1n movimento Checosaèservitoil '68ad un insegnate come lei? Che cosa lo differenzia da un altro? Questo è un po· clifficile. La tolleranza è qualcosa cli nuovo. Bisogna vedere come hai fatto il '68. lo l'ho fatto dacane sciolto. Correvo. come tutti i cani sciolti. Quindi l'ho visto un po· eia dentro e un po' da fuori. Però la cosa importante. per la mia esperienza, è stata, prima di tutto. l'apertura culturale. C'è stato un momento in cui. per una serie cli motivi anche pregressi, lo studente italiano, anchedi provincia. ha saputo che esistevano, o erano esistiti una serie cli fenomeni in Europa. attraverso l'editoria. Ci siamo trovati proiettati in una cultura europea. in una cultura mondiale addirittura. Questo anche perchè cominciava la ci vilt~t cielconsenso. la civiltit dell'immagine. ciel villaggio globale del povero Mc Luhan: la gcncra1:ione ciel '68 è una genera,ionc che ~i è aperta. Si è aperta, ha sofferto, ha preso le botte e si è d1iu,a. egli anni ·so era un·infra1:ionc leggere il Borghese, i babbi lo mtscondcvano perchè c'erano certe fotografie; negli anni '60 l'infrazione è diventato leggere Mc Luhan. la Scuola di Francoforte, Freud, Jung, Reich. Ci fu il teatro, una generazione che anelò a teatro. Ricordo che a Bologna venivano i Gufi. quasi solo per noi. eravamo nel loggione e loro dicevano "siamo tornati per voi", era un rapporto familiare. Credo sia stata un· esperienza collettiva notevole. Cera questa grande effervescenza, anche culturale. si voleva sapere. si discuteva. lo non so seadesso i ragazzi cli 17-18-20 anni si riuniscano ancora da qualche va per conto suo. però quasi fatalmente incontrerà altri quattro cani che la pensano come lui, formeranno insieme tanti minigruppi come esistevano nel ·68, come reazione a catena. litigavano una mattina e la sera uno formava un altro gruppo, poi rilitigavano e si rispaccavano. poi passavano dalla linea nera alla linea ro - sa. La reazione a catena è tipica. però al la baseci deve essere il senso della solidarietà di gruppo per fare qualcosa. allora il gruppo sta su. Difficil- a cura di G. Bacchin e F. Fabbri lettera-------------------- VIVERE PIENAMENTE Per persone colpite eia handicap. il titolo cli questa testimonianza può sembrare assurdo. o una forma di difesa. dovuta ad una mancata accettazione di mc stessa. ma non è assolutamente così I La strada che ho percor o è stata. è e sarà segnata da infiniti ostacoli che a volte tolgono il respiro. Il mio handicap è fisico. è un rinc:-so incondizionato. il quale mi limita ancor pili (infatti non sopporto botti. oppure in certe situazioni ma fa perdere il controllo. Per esempio se non ho "mantegni" a cui aggrapparmi o comunque qualcuno a cui fare riferimento, non riesco nemmeno a stare in bagno eiasola ccc ..). rende ancora più pesante la mia situazione. La mancata ed11ca::.io11e sul nostro problema (fisico o psichico). rende maggiormente complesso il ritmo reale della nostra crescita individuale. già faticosamente raggiungibile. Tale condizione sociale assieme alla azione politica. mi ha sino apochissimi anni fa. inclouoa basare la mia esistenza sull'ollica "assistenzialistica ... e quasi inconsapevolmente perdevo di vista le mie concrete cd indiscutibili capacità. delegando lo svolgimento evolutivo della mia persona ad altri. Ma poi la realtà non mi ha risparmiato, costringendomi a prendere coscienza che soltanto io ho il dovere di risolvere le mie avversità e non certamente il diritto di costringere gli altri con un comportamento vittimistico. a colmare i "vuoti" che si possono riempire solo con la fiducia in sestessi. Tale consapevolezza. mi ha permesso di capire che è possibile trovare disponibilità da parte di qualcuno. a qualsiasi livello operi. lnsomma 1 La mia opinione è che nonostante i nostri limiti . possiamo superare come llltti le difficoltà, avendo però i I coraggio cli affrontarle. magari non mostrandoci restii dinan7i ad ogni minimo aiuto che ci viene offerto. Morena Mo111i ~{@:@~DEONII Nei locali ex EDEN ClNE-TEATRO TIFFANY Forlì - viale della Libertà 2 - tel. 33369 Non esiste un miracolo semplice RISVEGLI basatosu di unastoriavera Robert De Niro Robin Williams diretto da Benny Marshall Da giovedì 28 marzo WALTDISNEYPRESENTA ZIO PAPERONE ALLA RICERCA DELLA LAMPADA PERDUTA Forlì - via Medaglie d'oro 28 per informazioni tel. 400419 - 33369
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