Terza Generazione - anno II - n. 12 - settembre 1954

d · pi111ti1ali'ta', d,; n,,;,.,uta at- (J'randt senso di scrupolosità, i ,, "", b . l tenzione alle pzcco e cose. . Sappianzo benissinzo che questo f eno~neno deriva. dal.la crisi stessa dello Stato, dalla mancanza di un fine unitario, dalla carenza di educazione civile che viene conze conse– guenza da queste prenzesse. Abbiamo più v?lte detto che. il senso dello Stato è il c~ntro della 1noralztà, vale a dire [a spina dorsale per la quale i p~ccoli at.ti ~i e~ucazio~1e, di attenzione e di scrupolosa preczszone nei piccoli doveri ven– gono organizzati e coordinati. Là dove lo Stato sta niorendo una specie di paralisi senibra colpire la società: ci ritrovianio ~i fronte all~ spe~: tacolo terrificante descritto da Tolsto7, da Dosto7evski7, da Turgheniev, in quei saggi sulla s~cie~à,ru~sa. che ~ono i loro ronianzi. Assistiamo lì ad una vivacita di discussione e di pensiero, ad una ansia di inipegni niorali profondi a cui non corrisponde nessuna possibilità di azione perchè ,nanca lo Stato che a queste azioni dia un senso. I conta– dini riniangono lontani e irragiungibili, e i sogni a poco a poco inacidiscono e gli uo1nini si corrompono finchè il terrorisnio e il nichilismo appaiono le uniche soluzioni a chi non voglia lasciarsi seppellire. La paralisi sta prendendo anche noi, che vicino alle grandi speranze non riuscianio spesso a coordinare i pic– coli atti. Ce ne accorgic11no quando dopo aver parlato con qualcuno e dopo averci egli comunicato che le cose che abbianio insieme detto sono per lui iniportanti come la vita, sappiamo che niaternaticamente passeranno sei niesi prima che egli si decida a scriverci o a farei sapere sue notizie, preso dalla noia di un paese o dalle occupa– zioni, che disprezza, di una città di provincia. Solo l'inipegno religioso porta alcuni a essere coereriti alle grandi speranze sul piano dei piccoli doveri. Ma una nioralità religiosa non sostituisce la moralità civile. Spe– cie quando essa stessa è spesso niessa da parte per essere sostituita dall'attivismo frenetico, dal fare ad ogni costo, dal fare qualsiasi cosa che non siano i piccoli doveri liberi ed autonomi, inventati da sè. L'attivismo, l'ordine coniandato, la macchina di cui non si conosce il funzionarn.ento e di cui si fa parte, sem– brano essere, assieme al nichilismo, l'unica alternativa alla carenza di moralità civile, di senso dello Stato. E quegli stessi che sono incapaci di imbucare una lettera per l'in~ teresse più grande della loro vita, diventano dei bravi esecutori di ordini, che in fondo al cuore disprt!zzano. Per– chè dove finisce la moralità civile, ivi finisce l'autonomia civile e la libertà. Abbianio più volte predicato che nonostante questo ogni nostro paese, ogni comunità, ogni società può diven– tare il nostro Stato, La nostra società civile che cresce dal basso su cui centrare il senso della nostra moralità e su cui agganciare le nostre speranze. Ma sappiamo che que~ sto può apparire predicatorio e sarà ~alido solo p~r . ~l~uni~ 1nentre per altri varrà solo l'esempio delle possibil1ta di azione. Ma anche all'interno di questi liniiti qualcosa si può fare ed è stato fatto: sentianio di dire questo in buona coscienza ad un anno dalla nostra nascita, dopo un anno di lavoro. T'erza Generazione ha avuto in questo anno mille ab– bonati, è in vendita in 300 librerie, e data la nostra niode~l,a organizzazione e le complicazioni del 1nercato librario in Italia, non sapremmo specificare la media delle copie ven– dute se non approssimativaniente (circa 500 al mese). Sono posizioni minime, seppur forti se confrontate ad altre ri– viste di cultura del nostro paese. Sono posizioni che è stato difficile raggiungere e che sarà difficile anche 1nantenere ed accrescere: e questo non perchè la nostra rivista sia pas– sata inosservata, o non perchè non abbia smosso o turbato le coscienze, che anzi sono stati molti quelli che ci hanno detto di essere stati profondamente toccati. li.1.a la legge della paralisi colpisce anche noi e noi la dobbianio in qual– che maniera accettare. E se anche un giorno essa ci costringesse a far ces– sare la nostra voce, accetteremo di buon grado le neces– sità dei tempi e i sacrifici che ci saranno imposti, restando fedeli al nostro ideale di moralità civile: vale a dire che non spediremo mai le pagine dove abbianio trascritto le nostre idee e il nostro sforzo come se fosse 1nateriale di propaganda, a persone che non ce le abbiano richieste e che non hanno da parte loro compiuto una niinima parte del loro dovere, il piccolo dovere della loro nioralità civile. B. C. Nell'articolo che precede viene discusso quanto sia importante per una nv1sta essere diffusa e conosciuta. Della situazione della diffusione è necessario informare i lettori, sia perchè termina con questo numero un anno di lavoro, sia perchè sono molto numerosi gli abbonamenti (gli annuali dal 1° numero) che ora vengono a scadere. Gli abbonamenti, lo si è già detto, sono sul migliaio, distribuì tl all'incirca così: 30% nel Lazio, 11 % nella Lombardia, 10% nel Piemonte, 8% nell'Emilia, 6% nel Veneto: queste le zone di maggiore diffusione; zone con scarsa diffusione sono, nell'Italia meri– dionale, la Lucania 0,67 0 , la Calabria 1 ,4% e Campania 1 ,8%. Nelle altre regioni l'andamento è secondo la media, da notare però che nelle Marche, nel Piemonte, nelle Puglie, nel Trentino, nella Liguria e nell'Umbria il numero di abbonati è superiore ai centri di provincia piuttosto che nelle grandi città. Questo il quadro sommario della situazione abbonati; rimane il problema della distribuzione della rivista nelle librerie, che ora s1 aggira su una vendita di circa 500 copie su 300 librerie. E' per noi questo il problema più difficile perchè è ancora molto scarso il numero di amici che sj. interessa presso le ri\endite di far esporre T.G. nelle vetrine e che faccia propaganda adeguata. Agli abbonati abbiamo pensato di spedire del materiale di informazione e una scheda d'inchiesta a servizio del nostro ufficio djff usione. . Sopo a disposizione le copi~ rilegate dell'intera annata (compreso il n. 1, che è esaurito) a L. 2.000. A partire dal gennaio 1955 11 pr~~zo. d'~bbonamento sarà d1 L. 1.-500, l'annuo, L. 8oo il semestrale. Per coloro che si abboneranno entro il 31 dicembre 1954, le cond1z1on1 d1 abbonamento restano d1 L. 1 .ooo, per l'annuale, e di L. 6oo, per il semestrale. Ogni numero arretrato (escluso il n. 1) costa jl doppio. Avvertiamo inoltre, che il nuovo conto corrente postale intestato a Terza Generazione, Roma, Viale Trastevere 138, porta ;.1 numero 1 /19595. A questo indirizzo funzjona il nostro Ufficio Diffusione. BibliotecaGino Bianco

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