Terza Generazione - anno II - n. 12 - settembre 1954

turalmente ed i tituzionalmente non gli c01npetono, ma essere necessario « farsi im– prenditori di se stessi » con investimenti di « capitale un1ano >> ad ogni livello, stu– diandone il n1odo e le p_iù piccole occasio– ni quotidiane: a , antaggio dell'individuo, della società e della funzione statale. Con cl udendo, con queste affermazjoni non si intende difendere una posizione neo-li- beralistica, perchè rimane ancora tutto da fare il discorso sulla funzione economica dello Stato. E quindi non si intende difen– dere in chiave nuova istanze ed interessi di ti po capitalistico, poichè l'imprenditorialità - come tale - non appartiene in esclusiva a questa sfera di interessi, ma sarà anzi quel– l'aspetto del! 'attività umana la cui giusta ripresa dovrà portare al superamento dello odierno insolubile dilemma privato-pubblico. Le poche considerazioni di cui sopra vo– gliono però sottolineare una questione di altrettale e forse maggiore importanza vita– le per la soluzione della crisi economica, in una situazione in cui sembra non vi sia più da difendere la legittimità e l'importanza della funzione cçonomica dello Stato. ErroRE SoBRERo Il • mov1n1ento civile dei cattolici italiani tra Giuseppe ·Toniolo e Alcide De Gasperi Quale è 1·l significato della figura e dell' ope'ra di Al– cide De Gaspen· nella storia del movirnento civile dei cat– tolici italiani? Così pensiamo si porrà il problema quando, cessato 1'l claniore delle affrettate ed opposte valutazioni, si comincerà a considerare il significato storico dell'opera di De Gasperi. Che essa rientri a buon diritto nella storia del movi– mento politico dei cattolici, e non come un filone etero– dosso e parziale nia conie elen1ento del filone centrale, del– la linea propria ed ortodossa di quel moviniento, non può essere seriamente contestato. Autorevolm,ente l'Osservatore Romano scriveva di lui, il giorno dopo la sua rriorte, che << i cattolici -italiani riconoscono ad Alcide De Gasperi l'uni– tà invocata ed attuata non soltanto nella attività politica, ma tra questa e la fede e la dottrina da cui discende, cui si ispira, di cui si vivifica ». Pure molte volte di lui fu scritto che egli era un '' li– berale ": e questa persuasione, ampianiente diffusa, fu un elenzento non irrilt'uante s1·a del convergere verso la D.C. di voti non cattolici, sia delle larghe possibilità di coopera– zione politica e parlanientare con forze di ideologia laici– sta che furono o fJ erte alla sua azione politica: e, correlati- vaniente, una delle arnz-i più usate per conibatterlo fu quella di presentarlo conie un liberale, preoccupato di as– sicurare a degli istituti cadenti il supporto dell'unità dei cattolici, la forza della disciplina ecclesiastica. Poichè la piena ortodossia di De Gasperi non fu mai contestata da nessuno, e soprattutto non fu 1nai constesta– ta dall'Autorità Ecclesiastica, è lecito doniandarsi qua– le 5ia il senso reale di un'opinione così diffusa da non potersi definire seniplice,nente infondata; in al– tn ternzini bisogna doniandarsi che cosa si vuol vera- 1nente dire, quando in1proprian1ente, si dice che De• Gasperi era un "liberale ". Per poter rispondere a questa donian– da, che conzporta l'individuazione di quello che di proprio ed originale De Gasperi portò nel movimento ci:v·iledei cat– tolici, dobbianio situarlo nel quadro storico che fu il suo, cioè quello, come si diceva, del movimento civile dei catto- ibliotecaGino Bianco lici italiani: solo così, giusta la nostra ipotesi iniz1'ale, è possibile comprendere il reale significato della problema– tica e delle tesi di Alcide De Gasperi e superare quindi, cogliendone la verità, una f onnulazione e·quivoca del con– tributo decisivo dato da De Gasperi al niovilnento ci.vile dei cattolici italiani. I. All'origine del n1ovùnento civile dei cattolici italiani sta l'opera di Giuseppe Toniolo; nonostante' il vigore teo– rico e l'infiuenza storica di quest'opera, i suoi termini sono pressochè ignoti alla cultura conte,nporanea, sia cattolica che laicista, ed in genere stra'volti. Il Toniolo conduceva una critica sostanziale delle 1'dee e degli istituti della civiltà borghese con un vigore ed una radicalità comparabile a quella dei sociah'sti: a suo avviso, era sostanzial,nente l'ordinan1ento ,norale dell'attività eco– noniica il punto sostanzia/niente errato della civiltà bor– ghese che poneva diretta,nente in causa la sostanza delle sue tesi ideali e delle sue realizzazioni pratiche (l'indivi– dualis1no). I liniiti degli ordi11a1nenti statuali erano una conseguenza di questo d1'sordine sostanziale e non la causa. La conseguenza che veniva da questo era che l'attività principale dei cattolici 11011 era l'attività politica, 1,za l'at– tività « soc,iale n, cioè l'attività econonzica secondo i principi del/' « econoniia sociale». U1ut tale conseguenza sul piano dell'{llZione si adattava alle condizioni della Chiesa in Italia sotto il pontificato di Leone XIII: da un lato essa non solo consentiva 111a ùz qualche niodo giustificava, dal punto di vista della stt'ssa azione civile dei cattolici, il « non e"'pedit »: dall'altro of– friva una via per dare alla Chiesa llna sicura garanzia di esistenza e di libertà nella società civile dopo la caduta delle monarchie confessionali. Ma tuttavia la posizione del Tonio– lo aveva una sua debolezza intrinseca nel fatto di essere una grande intuizione, nza non potersi ancora concretare in pro-

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