Terza Generazione - anno II - n. 12 - settembre 1954

non hanno avuto ancora l'indenizzo, e lo Stato, e che anche loro debbono cercare di condurre con jl massimo profitto. Si sono convinti forse che conviene essere a fianco del Governo, che a segnare il pas– so con il più forte c'è sempre qualcosa da guadagnare, che ad avere amici quelli del– l'E.R.A.S. si possono avere molti più ap– poggi, che è svantaggioso far parte di or– ganismi malvisti dai più forti, anche se questi organismi fossero l'estrinsecazione di una propria esigenza. Ed organismi a cui è pericoloso appartenere sono anche la CISL o la cc Coltivatorj diretti » ! Qni converrà fermarsj ad osservare la si– tuazione politica, individuando l'orienta– mento popolare attraverso i risultati delle successive elezioni politiche e prendendo dj mira le sorti dei partiti di punta, data l'in– consistenza dei partiti minorj. I risultati delle amministrative, anche se possono essere interessanti per la presen– za alle seconde di ben quattrocento elettori, assenti alle prime elezjoni e con il raddop– piarsi dei voti di opposizione, mentre ri– mangono costanti quelli di maggioranza, possono troppo poco essere significativj di una posizione ideologica, quanto piuttosto di rivalità personali. Qui le sorti dei partitj più forti sono state stranamente alterne. Sembra che ad ogni affermazione debba seguirne una di– sfatta. 8 8ibl1otecaGino Bianco ELEZIONI amministra tive 7.4.46 politiche 2.6.46 regionali 2o.4.47 politiche 18.4.48 regionali 3.6.51 amministrative 2 5.5.51, politiche 7.6.53 Popolazione votanti z.818 I.'.2.13 2.818 1.300 2.82.5 r.435 z.827 1 ·533 2.857 1.488 2.950 1.6o7 3.0oz 1.618 Non so dare altra interpretazione a que– sto andamento a balzi, se non quella rac– colta dalla viva voce di parecchi degli at– tori di base, contadjni o piccoli proprieta– ri, e che voglio riferire perché molto pro– babilmente attendibile, in quanto vista dal di dentro, e in ogni modo, se non altro, si– gnificativ~ di uno stato d'anjmo attuale. Nel '46 esisteva già lo scontento e l'esa– sperazione per la disoccupazione e la man– canza di terra, ma esisteva anche il timore per i « nota bili », esponenti dell'ordine co– sti tu.ito, e il timore molto più concreto per i rappresentanti della mafia. Nel 1946 e in maniera molto più massiccia nel '48, pa– re si sia arrivati infatti ai sequestri di be– stiame a scopo jntimidatorio, con la pro– messa cioè di rilascio a condizione che il D.C. sinistre gruppi minori 873 34° 669 4o5 1.26 356 757 322 881 398 2 54 593 661 334 880 7 2 7 720 538 paese avesse votato D.C., e con la minaccia di maggiori definitivi sequestri, se il paese si fosse dimostrato rosso. Gli strati popo– lari in genere e contadini in specie votaro– no per la D.C. o si astennero dalle urne. Ma la farne di terra vince ogni timore e i voti sembrano concentrarsi sulle sinistre, che raccolgono più del doppio dei voti de– mocristiani, più della metà dei voti validi. E' il momento della speranza e della lotta, i contadini chiedono la terra e lottano per averla, non sono affatto comunisti, ma si raggruppano intorno alla Cooperativa che è guidata da un comunista e intorno al– l'unitaria Camera del Lavoro, dove preval– gono elementi di sinistra. Ma la terra occupata è di troppo inferiore ai bisogni e oltre a questo non c'è affatto lavoro per gli operai, ci sono quasi 200 di– soccupati in paese, è farne e disperazione : alla fine di un inverno dei più neri, in cui la mafia ha minacciato vendetta, l'Eca di– stribuisce un enorme quantità di sussidi in denaro e in natura e il paese tenta di aver miglior sorte affidandosi al partito al go– verno. Il 18 aprile la situazione è completamente invertita e la D.C. è ormai anche per il fu– turo in netta prevalenza. Anche se le si– nistre hanno ancora nel '51 una certa for– za, sono in declino, perdono gli uomini più attivi, di cui qualcuno passa nelle schiere governative, qualcun altro, impiegato sta– tale, viene trasferito e nel '53 molti dei vo– ti rossi passano alla D.C. E' una evoluzione che si sarebbe certo potuta verificare per un rafforzamento della D.C., per adesione spontanea, cosciente, e si sarebbe potuto allora parlare di vittoria democristiana o di successo di una politica sociale; ma avrei dovuto trovare nel paese una certa vitalità del partito e degli orga– nismi ad esso collegati, una certa parte– cipazione popolare alle mete e alle ideolo– gie ed invece tutto ciò è assente e J'adesio– ne non è neanche adesione al partito, ma solo al governo, di cui si ammira la poten– za senza limiti.

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