Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

Anno II - Luglio-Agosto 1954 10-11 Mensile di ricerca e di iniziativa * Claudio Leonardi L'uomo, Ja moralità e lo Stato Ludovico Incisa La vocazione naziona– le e il problema italia– no Italo Martinazzi La radice proprietaria dell'epoca moderna e le tesi de « Lo Spetta– tore Italiano » Gianni Baget 11 rinnovamento ita– liano comincia dai contadini del Sud P.U. Scotellaro e i suoi con– tadini di fronte alla cultura meridionalista Rocco Scotellaro Racconti, dichiarazio- ni e scritti di Michele Mulieri Piero Ugolini Pergine: un'antica ri– chiesta di Stato Aimone Balbo Disponibilità A. P. I giovani cattolici e il linguaggio marxista C.L. La Resistenza nella tradizione culturale europea Renzo Caligara A proposito di una ini– ziativa del Servizio Sociale Internazionale G.B. La svolta di Mendès– France Cristoforo Masucci L' .Nmerica e la sua missione Gaetano Tropia Vicolo S. Giuseppe di Arimatea, Palermo Dante Ferraris I giovani del mio pae– se Angelo M. Narducci Mille e mille giovani come me, nel Sud * DIRETTORE Bartolo Ciccardini EDITORI Baldo Scassellati e Ettore Sobrero Biblioteca Gino Bianco Nel N. 4 della nostra rivista (gennaio 54) scrivevamo nella nota « Ap– punti per una linea di studio sul compito della generazione » ( di Baldo Scassella ti) : « Quale funzione può svolgere un'Italia politicamente neutralizzata, stato nazionale fallito nei termini e secondo i princìpi di potenza che han– no retto le relazioni fra gli stati moderni e contemporanei? E in quale prospettiva dobbianio niuoverci noi per trovare la nostra strada, come ge– nerazione, in modo da sviluppar_e la storia nazionale italiana nel suo nesso organico con lo sviluppo delle altre nazioni? Riusciremo ad arrestare la formazione di zone che si deprimono per disgregazione umana e sociale e a colmare lo spazio dei secoli in modo pie– no nelle zone rimaste a epoche antiche e premoderne di civiltà, così da ntettere in circolazione i valori conservati nel « mondo a civiltà contadi– na»? E ad essere perciò i pionieri di una forma e di un metodo di sviluppo proporzionato, diretto e armonico, che, oltre all'Italia sia capace di servire ai paesi arrestati e sottosviluppati? (Questi stessi concetti di aree depresse e sottosviluppate vanno riesaminati, perchè elaborati da una cultura fon– data sull'ideologia del « progresso »). Sono queste le nostre odierne intuizioni, quelle in base alle quali an– diamo nei paesi e giriamo l'Italia per capire, per imparare, per riuscire a cogliere i caratteri delle diverse civiltà e a riconoscerne le zone. Ci sembra infatti probabile che il fine del nostro compito è da cercarsi nell'ambito « dello sviluppo proporzionato, diretto e armonico » a partire dalle « zone a civiltà contadina ». Sono questioni non solo aperte e urgenti i?t un paese come l'Italia, ma tali da esercitare quella funzione sollecitatrice all'esplicarsi delle vocazioni di ogni tipo, da cui appunto abbiamo visto si riconosce un vero compito storico. L'attività di ricerca teorica, l'azione di sviluppo, l'imprenditorialità, la politica, e l'amministrazione, tutte sono chiamate a fare la loro parte e tutte hanno in proposito da rinnovare metodi e sistemi. Non può neppure pensarsi d'intraprendere una simile azione se essa non ha suo f ondaniento un atteggia1nento che sollecita la definizione teorica dell'uomo come valore e il comportamento pratico di ciascuno a considerare in tal modo gli altri, e ad aprire così la via a tipi nuovi di imprenditorialità basati sull'invenzio– ne umana continua e strutturale in forma di lavoro sociale. Per noi queste frasi già significano una speranza, capace di ispirare un'azione». Su questo numero esponiamo le prime meditazioni e risultati che lungo la linea allora preannunciata siamo venuti realizzando, perchè al– tri, che sen.tano questi problemi cotue legati alla propria vita, possano usufruirne. 1 ,

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