Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

centrale del comune da un torrente, che non può essere attraversato coi carri nè in magra nè in piena se non risalendo con un · lungo giro a monte o cercando un guado molto lontano a valle. Non si era mai po– tuto costruire un ponte adatto, capace di resistere all'irruenza del torrente in piena. E' uno dei tanti piccoli e importanti pro– blemi dimenticati di cui è piena l'Italia. Gli abitanti di Pirgo avevano visto lavo- rare i volontari del Servizio civile. Forse quelli avrebbero finalmente potuto costrui– re il loro ponte. Però il S.C.I. che certa– mente avrebbe risposto alla loro richiesta, non è « il governo » anonimo e impersona– le e non sempre disinteressato nei loro con– fronti : si doveva trattare con degli uomini che si conoscevano e si stimavano. Uniti dalla comune necessità e dal comune pro– posito, gli abitanti di Pirgo hanno fatto spontaneamente un passo di più. Si sono quotati, ciascuno secondo le proprie possi– bilità, per un certo numero di giorni lavo– rativi gratuiti, per la concessione gratuita di carri e animali da tiro e per altre contri– buzioni. Ognuno ha scritto e firmato il pro– prio impegno su un foglietto, e quest'in- Yerno i volontari del Servizio civile hanno ricevuto, da questi uomini dimenticati, non senza sorpresa, un appello diverso da tutti quelli che posson aver ricevuto gli enti statali e parastatali per lo sviluppo del Me– ridione. Quest'estate il S.C.I. darà inizio a un'opera che sarà un segno e un modello di realizzazione ci vile, che con mezzi mate– riali ben più imponenti, lo Stato non rie– sce a ottenere, a tutt'oggi. Dopo un campo di lavoro di epoca e di ambiente tutti diversi, è chiara l'assenza di risultato educativo concreto, se si parla della « malinconia dei volontari, che la– sciando dietro le spalle il coraggio senza calcolo, l'amicizia, rientrano nel mondo dei vecchi uomini » (7). A meno che, come ci pare che possa essere per al– cuni, non si sia votati per « la novità scon– certante » da introdurre « in un mondo do– ve tutto è vecchio, anche a fantasia >> (8). per testimoniare un valore che non si può riconoscere praticamente, nelle attuali con– dizioni della società, se non a prezzo del sacrificio e dell'insuccesso secondo il metro corrente. La tensione interna che esiste evi– dentemente nel Movimento, probabilmente La svolta di Mendès-F rance L'avvento del governo Mendès-France ha costituito il fatto nuovo della politica fran– cese e mondiale di questi mesi; questo cer– tamente non sarebbe potuto accadere se lo outsider radicale non avesse saputo coglie– re il frutto di una situazione ormai matu– ra, di cui egli aveva avuto il merito di pre– vedere l'inevitabile sbocco. La caratteristica dell'azione di Mendès– France è di fissare la sua politica prin1a in riferimento ai termini reali ed incontrover– tibili in cui i problemi si pongono innanzi al paese e di determinarla solo successiva– ment~ e subordinatamente in confronto del– l'orientamento dei partiti e della tattica parlamentare. Indubbiamente questa è una corretta un– postazione di un'autentica politica di go– verno: essa ha in sè l'affermazione di una razionalità propria dell'arte di governo co– me tale legata al continuo giusto rapporto tra i problemi che si intendono affrontare e mezzi, che si è disposti ad usare alla con– tinua coerenza e proprietà dell'azione pub– blica. In questo senso, esiste nell'affermazione di una razionalità propria dell'arte di go– verno un elemento di superamento del de– mocraticismo del governare come semplice , mediazione tattica tra i partiti, il cui va- BibliotecaGino Bianco lore, per lo sviluppo della società e della politica, ci apparte determinante. E' consolante il fatto che questa lezio– ne ci venga dalla patria stessa del democra– ticismo, dopo che H pieno sviluppo dei par– titi determinatosi con la IV repubblica, ave– va portato il sistema politico ad una rigo– rosa coerenza con l'ideale democraticisti– co, rivelandone il limite che il più fluido ordinamento della III repubblica aveva po– tuto velare. Mendès-France ha compreso, con tutta la coscienza riù viva e moderna della Francia contemporanea, la contraddizione tra un pieno sviluppo civile e politico del– la Francia ed il vecchio sistema coloniale, ormai in aperta contraddizione _con la co– scienza morale e civile francese e con quel– la dei popoli soggetti. L'ipoteca della destra classica sulla IV repubblica rivelava proprio su questo punto tutto il suo peso; mentre il senso britan– nico della realtà conduceva alla fine dello lmpero indiano ed all'indipendenza della India, del Pakistan, della Birmania e di Ceylon, mentre la ferma posizione dell'an– ticolonialista America concedeva libertà ed indipendenza politica alle Filippine e co– stringeva l'Olanda a fare lo stesso in In– donesia, la Francia, la Francia dei partiti è falsata, quando è intesa come il solito contrasto tra i cc giovani » e i cc vecchi ». Forse il vero contrasto è tra due distinte vocazioni, che devono attuarsi in due com– piti distinti. Nel contrasto naturalistico del nuovo con il vecchio, non c'è garanzia di sviluppo, quale potrebbe essere la crescita organica che mette nei suoi giusti limiti la funzione più cara ai vecchi e la affianca ad una scoperta, mantenuta nei suoi limi– ti reali di validità, che non sono quelli di un assolutizzato cc nuovo ». R. C. (1) Vedi Statuto della Branca italiana, art. 5. (2} Statuto della Branca italiana, art. 2. (3) A. DANAN, L'armée des hommes sans hai ne, p. 67. (4) PIF.RRE CERESOLE, Vivre sa verité, 1953. (5) Vedi A. DANAN, op. cit. (6) Vedi A. DANAN, op. cit. (7) Vedi A. DANAN, op. vit., pag. 89 (8) A. DANAN, op. cit., p. 91. democratici e della Resistenza, camuffava la sua volontà di conservazione integra del vecchio sistema con la fondazione dell'Unio– ne Francese, semplice sovrastruttura costi– tuzionale su di un insieme di immutati rap– porti politici. Lo sviluppo del Gollismo e l'aumento del peso politico ~ella destra condusse i partiti di centro, in specie il de– mocristiano, responsabile della politica este– ra, a lottare con i partiti di destra, assumen– do proprio sul terreno della politica colo- · niale la difesa senza riserve dell'eredità del- la destra politica francese. L'errore del partito democristiano fu quel– lo di ritenere di poter fare una politica estera progressiva in Europa, mantenendo senza riserve il colonialisn10 in Africa ed in Asia. Esso si rendeva cosl non soltanto cor– responsabile della situazione di rivolta in Africa settentrionale (aggravata con la pro– mozione palese della disgregazione del Ma– rocco attraverso la contrappo izione di Ber– beri ad Arabi e con atti extracostituziona– li come la deposizione del Sultano del l\tla– rocco e la sua relegazione in Corsica): si rendeva corresponsabile di una doloros.1 guerra in Indocina condotta con mezzi di repressioni che hanno suscitato un senso di orrore nella coscienza dei francesi di ogni convinzione (si ricordino le impressionanti 41

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