Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

La divisione si estese e una guerra mon– diale la accentuò. Ma ci sembra che abbia ancora una ragione d'essere profonda l'os– servazione di quel vecchio contadino tede– sco che si lamentava con un viaggiatore che percorreva la valle dei Atf ocheni nel 1908 perchè la scuola, una volta italiana era ora tedesca: se voglio del sale, diceva, devo prenderlo a Trento e chiederlo in italia– no, se non so più l'italiano non comprerò più sale. E queste osservazioni sono valide per molte azioni di "difesa nazionale" in– traprese dalle due parti. A qualunque cosa si creda e a qualsiasi nazionalità si appar– tenga, questi argomenti sono validi per tutti. Il segreto della rinascita trentina è nella scoperta delle ragioni più prof onde per cui la regione è nata; nata dal contatto tra Nord e Sud r come tramite tra essi la re– gione Trentina può trovare solo in questo motivo sufficiente per la sua esistenza. Solo se italiani e tedeschi capiranno di non essere capitati vicini per caso ma per ragioni storiche precise, anche l'azione politica ed e– conomica della Regione potrà svilupparsi con una visione sempre più ampia dei problemi che ha di fronte. I rapporti tra italiani e tedeschi oggi, tranne alcune verbosità, non sembrano trop– po aspri e paiono destinati, anche se si sen– te una diffusa freddezza, a una sistemazio– ne: ma non è il quieto vivere che può rimet– tere in movimento un popolo. Nè si tratta della costruzione di un « asse » regionale Trento-Innsbruk o di una snazionalizzazio– ne reciproca: si tratta solo di mettere la nazionalità al suo posto, come espressione di una comune origine e di comuni compiti storici da svolgere. E dove convivono na– zionalità diverse si tratta di credere alla funzione degli scambi di cultura e di ci– viltà che la storia ci mostra. E' una coscienza che deve nascere: essa è in germe e tanto più prenderà forma, tan– to più sarà facilitata anche l'azione econo– mica e politica del governo regionale. Oggi è possibile fare uno Stato che per vivere, al contrario del passato, ha necessi– tà di S'l 1 iluppare la vita delle valli e non di comprimerla. A questa fortunata circostan– za storica, se ne aggiunge un'altra: che la nostra generazione e la nostra epoca non credono molto a ciò che viene presentato in forma mistica pronto per l'uso, ma credono 1nolto di più a ciò che nasce dalle cose, cioè dalla storia. - Piero Ugolini (Le fotografie sono di hf atteo Leonardt). ( 1 )· A Tenna tra i laghi di Caldenazzo e di Levico, si trova davanti alla chiesa il tronco di una colonnina miliare, una delle tante che dovevano essere piantate lungo la strada Altinum-Tridentum. (2) F. C us1N « Per la storia del castel- QibliotecaGino Bianco lo medioevale » In: Riv. Stor. Italiana, 31- XII - 1939, pag. 503. (3) A. CETTO: Levico e Castel Selva nel– la storia del Principato di Trento, Trento pag. 2 5, 1953· (4) A. CErro: op. cit., pag. 36 e segg. (5) F. Cus1N: I primi due secoli del principato Vescovile di Trento, Urbino, 1938, pp. 23-24. (6) C. BATTISTI: Studi di storia linguisti– ca e nazionale del Trentino - Firenze, 1922. (7) T. GAR: Un episodio del medioevo trentino, Trento 1856, pp. 15. (8) Primo convegno internazionale di di– ritto agrario. Testi e documenti per la sto– ria del diritto agrario in Italia. Secoli VIII– XVIII, Milano, 1954, pag. s. (9) Primo convegno int. di diritto agrario ecc., pag. 18. (10) T. GAR, op. cit., pag. 46. (11) Kanopi significa originariamente « minatore » nel dialetto valsuganotto c'è un verbo kanopàr cc dissodare », << che sembra indicare almeno in determinati casi (Per– gine, Rancegno) un passaggio dall'arte mi– neraria al dissodamento del suolo da parte dei tedeschi » (CARLOBATTISTI, op. cit. pa– gine 199). (1 I bis) I tedeschi immigrati per i lavori minerari ebbero presto i nome di Mocheni e tale nome è rimasto agli attuali abitanti del– la Valle del Fersina : il nome deriva da cc mochen » corruzione dialettale del tedesco cc machen »: lavorare, quindi significa la– voratori. (12) A. BARAGIOLA, La delle colonie tedesche Trento 1908, pag. 107. cc casa villereccia » veneto-tridentine, (13) A. CETTO- op. cit. pag. 49. (14) Cfr. F. Cus1N, I rapporti tra i ca– stelli del Trentino e le città della pianura nell'età della formazione del Comune, in cc Archivio Veneto », V Serie, vol. XXVI, 1940. (15) F. Cus1N - I rappç,rti ecc. pag. 93 (16) CARLOBATTISTIop. cit. pag. 152 (17) F. SENECA, Problemi econ01nici e de– mografici del Trentino nei sec. XIII-XIV. In cc Studi e ricerche storiche sulla regione trentina », Padova 1953, pag. 18. (19) F. SENECA: Problemi econo1nici e de– mografici ecc. pag. 25 (20) A. CErro op. cit. pag. 75 (21) F. SENEC.\, op. cit. pag. 32. La libra era composta di 240 denari e rispondeva alla decima parte della « marca denario– rum ». Per il potere d'acquisto nelle varie epoche vedi i dati riportati del Seneca a pagina 16. (22) La lotta del vino è stata spesso colo– rita come fatto nazionale: in realtà era Trento contro 11 contado, nel quale la zona tedesca era forse la più danneggiata. Il contrasto restò però economico: non solo le valli trentine tra cui la Val Sugana aveva– no gli stessi interessi dei tedeschi contro Trento, ma l'accordo del 1638 sta a dimo– strare la natura economica di tutta la que– stione. Per la questione del vino vedi: G. ALBERTI, Sull'antico commercio del vino trentino, Tridentum, anno IV, fase. I-II- 111-IV. (23) T. GAR - op. cit. pag. 47 (24) A. STELLA, L'industria mineraria del Principato Vescovile di Trento nei secoli XVI e XVII. In: cc Studi e ricerche storiche sulla regione rrentina. Padova 1953, pagi– na 52. (25) Nel 1405 Kyeser aveva disegnato la noria a secchi. J. Mariano descriveva nel 1438 la noria a dischi e più tardi la pom pa a stantuffi. A questi ritrovati altri ne seguirono per tutto il secolo XVI e XVII fi– no alla prima applicazione delle mine (1627) e più tardi della miccia (1687). (26) Dalle nuove scoperte tecniche si po– trebbe dedurre l'esistenza di una certa esu– beranza di mano d'opera e una conseguen– te disoccupazione, ma bisogna esci ud ere questo fatto sia perchè ci troviamo in un periodo di continue scoperte di nuove mi– niere, e di estensione di quelle già in eser– cizio, sia perchè in un primo tempo si ten– tò di risolvere i nuovi problemi tecnici dello scavo in profondità con la concentra– zione di mano d'opera: ad esempio catene di operai adibiti esclusivamente alla edu– zione dell'acqua. Probabilmente la disoccu– pazione compare estesamente solo nel se– colo XVII. (27) F. SENECA,op. cit. p. 48 (28) Un esame molto particolare sulle vi– cende delle miniere si trova nello studio di A. Stella, già citato. (29) F. SENECA,op. cit. pag. 46. (30) A. STELLA,op. cit. pag. 54 (31) DI SARDAGNA, La guerra rustica nel Trentino, R. Dep. di St. patr. per le Vene– zie, Venezia, 1889, p. 28. (32 DI SARDAGNA, op. cit. pag. 25. (33) F. S. LEICHT, Operai artigiani agri– coltori in Italia dal secolo VI al XVI. Mila– no, 1946. pag. x (34) A. CETTo, of. cit. pag. 279. (35) CARLOVIERl, La produzione bozzoli nel Trentino, In cc Studi Trentini » anno V. [I bimestre, 1924, pag. 123. (36) F. DE' TECINI - Dissertazione intorno alle popolazioni tedesche del Tirolo meri– dionale e dello Stato veneto. Trento 186o, p. 41-42. (37) CESARE BATTISTI, Il Trentino, Nova– ra, 1919. (38) L. G. NANGERONI, Valsugana e al– topiani trentini. In: Lo spopolamento ·mon– tano in Italia - ITI - Le Alpi Trentine vol. 11 Prov. di Trento, Roma 1935, pag. 316. (39) cc L'aumento di Pergine e Susà è fittizio: per la prima è dovuto all'aumento di ricoverati nell'ospedale psichiatrico, per la seconda all'aggregazione di San Cristo– foro. Per Roncogno l'aumento è reale ». L. G. Nangeroni - op. cit. pag. 346.

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