Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

di fatto nelle mani del Vescovo. La pre– senza delle miniere e di un centro indu– striale determinarono altri aspetti partico– lari: la proprietà di esse era nel 1189 ve– scovile, e tale situazione durò fino al 1449 quando, almeno ufficialmente, si passò al– l'amrninistrazione comune. Così anche le mi,ziere, che in un primo te1npo furono soggette solo al Vescovo, passarono ad una specie di cogestione nominalmente nel 1499, di fatto nel 153r. A tutto ciò si può ag– giungere il fatto che il vescovo di Feltre, da cui Pergine dipendeva ecclesiastica1nen– te, possedeva, proprio a cominciare da Per– gi11e, molti terreni e aveva quindi nella zo– na profondi interessi economici. china pericolosa. Già nel secolo precedente Pergine con 501 foci dava 2004 « libre » (21) per le collette vescovili. Un capitolo interessante di questa evolu– zione nei rapporti tra città e campagna è costituito dalla lotta secolare che si svolRe nel Trentino per il corn1nercio dei vini. Trento aveva un antico privilegio di espor– tare vini e di impedirne l'importazione nel suo distretto: essendÒ uno dei principali centri di consunio, ciò danneggiava sia il Tirolo sia le valli Trentine: la lotta durò a lungo con alterne vicende, e mostra il rapporto tra la città e il contado. Da– vanti a un solo concorrente si ri- In questo intreccio di interessi e di po- r-– teri i rustici e i laboratores ebbero 1nodo di sviluppare validamente istituzioni e con– suetudini: era la stessa importanza econo– mica del luogo e la sua posizione di confine tra due bacini a permettere tutto ciò. Tutta la vita sociale ed economica del perginese subì così l'influenza dell'azione statale solo in un secondo niomento. Economia e popolazione dal seco– lo XIV al XT 7 1. La produzione agricola della Val Sugana comprendeva ai primi del sec. XIII molte voci: Pergine fagava l'affitto in segala, vi– no, galline, miglio, fave, castagne e dana– ro (18). L'esame generale delle rendite ve– scovili, della organizzazione amministrati– va, della varietà di colture fa pensare a < 1 buone condizioni economiche generali » per tutte le regioni del Trentino; ad esse farà ostacolo la crescente imposizione fisca– le e di carichi di altro genere, rispetto ai quali forse si ebbe qualche tentativo di regolazione generale verso il 1250. Ma co– munque sia, nella t;econda 1netà del sec. XIII il peso fiscale si è fatto sentire per la sua parte accanto al depauperaniento di energie dovute all'inurbamento progressivo. Nel 1300 si conoscono da una pergamena, le entrate vescovili della guasta/dia di Le– vico, a cui rispondono « quasi interamen– te » quelle di Pergine: miglio, fave, « sili– go », sorgo, vino, spalle di maiale, for– maggi (19). Non compare nè a Levico nè a Pergine il frumento: fino al sec. XVI esso resta coltura d'eccezione tanto vero che è riservato al Vescovo con alcune specie di selvaggina e di commestibili prelibati (20). Per Pergine il fatto può essere in re– lazione con le cattive condizioni della pia– nura impaludata o soggetta alle inonda– zioni e con la maggior convenienza a col– tivare altre erbacee nelle colline. Al principio del '400, stretti dalla neces– sità, i vescovi estesero l'uso delle collette straordinarie: ormai si marciava su una trovò l'unità: il vino del sud. Infatti nel 1638 Claudia de' Aledici, contessa di Ti– rolo, accordò ai Roveretani il diritto di fa– re passare i vini attraverso la Val Lagarina: bastò perchè Trento si alleasse con la pro– vincia e prima di tutto con i tirolesi, con– tro questa minaccia (22). Ad ogni modo la viticultura, come risul– ta dal pagamento degli affitti, era molto più estesa nel XIV e XV fìecolo che doJJo: i Ve– neziani importarono il gelso clze dalla Laga– rina si diffuse poi nelle altre valli facendo concorrenza alla vite. Quanto al gelso la sua vera storia comincia più tardi. Si verifica insonz ma un notevole svilup– po delle colture e degli allevamenti: ce– reali, vino, animali e loro prodotti; per contro un aumento progressivo delle esazio– ni fiscali ordinarie e straordinarie. E' la ma– nifestazione economica della contraddizio– ne storica in cui è sviluppato il nostro paese. Uguale importanza rivestono le vicen– de minerarie della valle del Fersina. Per• duta la tradizione romana degli scavi in galleria e sospeso lo sfruttamento dei gia- 1 Perginc, a 500 m. sul liYcllo del n1arc cimenti argentiferi del monte Calisio, biso– gna attendere l'XI e il XII secolo per ritrova. re l'arte niineraria abbastanza estesa. Le miniere sono a cielo aperto, l'attrezzatura rudimentale: piccone, tina per l'acqua, cor– ba per il minerale. Tedeschi sono i mina– tori, tedesca è la nuova tradizione mine– raria perchè la Germania è il paese dove si sono scoperte le nuove miniere e il mo– do di sfruttarle. Con una attrezzatura così primitiva fu possibile lo sfruttamento per niezzo delle anteilsgenossenschaf ts. I mina– tori erano dunque proprietari dei 1nezzi di produzione: lo dimostra la proibizione con– tenuta nel regolamento del 1208 di dare in pegno gli attrezzi per lo scavo (23). Ala una attrezzatura tecnica come questa era evz– denteniente sufficiente alla estrazione del ,ninerale dagli strati superficiali. Sfruttati questi, nuovi procedi men ti e nuove organiz– zazioni produttive si rendevano necessari per lo scavo più in profondità. Queste ragioni tecnologiche contribuiscono forse a spiegare l'interruzione che si verificò nell'attività. mineraria del Principato dopo il XII e il XIII secolo, anche se alcune miniere si esau– rirono veran1ente. D'altra parte nel bacino del Fersina non si può parlare di una vera interruzione perchè anche nel sec. XIV e nella prima metà del successivo le n-iiniere erano in attività, se ne scoprirono di nuove e ?ergine nel 1350 ebbe u.na fonderia per opera della conlpagnia Kuttenberg che nel 1330 aveva avuto in concessione le miniere di Montevaccino. (24). Vera interruzione vi fu per il resto del Principato, mentre Per– gine, per la sua particolare ricchezza, subì forse solo una flessione. Ma ciò che conta è che anche qui, prima che altrove, la vec– chia forma di società scomparve; la com– pagnia Kuttenberg pare una società per

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