Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954
Sugana. '!via essa costituì un vero tramite di civiltà quando al passaggio di truppe si sostituì la penetrazione religiosa dalla pia– nura veneta: cominciarono allora i rapporti religiosi e civili col patriarca di Aquileia e poi con la diocesi di Feltre. La Val Su– gana fu così compresa fino al fiecolo XVI/l nella diocesi di Feltre, e Pergine stessa, che segna il confine tra i bacini della Brenta e del Fersina, dipese eoclesiasticamentè da Feltre. La colonizzazione romana costituì i pri– mi « vici », nuclei di fu ture com,unità: rna allo sviluppo di esse contribuì in 1nodo de– terminante la successiva formazione dei ca– stelli. - Due tipi di castello si delinearono e forse si successero nel tempo: la Volksburg in– doeuropea del nord con funzioni di difesa, cinta muraria intorno a abitazioni di rustici e valligiani che vi dimoravano nei nionienti di pericolo e vi esercitavano diritti consorti– li, e la herrenburg mediterranea, diniora si– gnorile imperniata su una torre. E' certo che anche dove i castelli ebbero origine signorile, non esisterono 1nai come sola abitazione del signore, nia quasi se1n– pre esisteva insie1ne una « castellantia >> che rendeva possibile l1esistenza della curtis e della stia economia (2). l\la vi furono luoghi e tempi dove i diritti consortili dei rustici erano l'unica espressione di dominio su un castello: questa origine rurale-difensiva ha, secondo il Getto, il castello di Selva presso Levico (3). La stessa origine potrebbe avere Castel Pergine, che pare costruito nel pe– riodo longobardo su un antico forte romano proprio dove si trovava nei tempi preistoriri un " castelliere ". Alle invasioni longobarde, oltre a qu~lle ungariche, r:salgono i princ:– pali castelli fondati dai rustici per la loro difesa. I castelli consortili avranno un peso de– cisivo nella storia del principato trentino. perchè su essi e non sui castelli signorili si i1nporrà a un certo punto l'autorità vesco– vile. Ma prima che questa sia salda, la sto– ria regionale si enuclea per diversi secoli in altri rapporti: il Trentino si trasforma in– tanto da regione di rifugir, in una regione di transito. L'Italia e la Germania, il '/\tle– rliterra~eo e l'Europa Centrale, la Chiesa e l'Impero assumono lineamenti sempre più precisi come forze storiche: conte1nporanea– mente il Trentino diventa una zona di pas– saggio e di contatto. Si può pensare che a questo punto comin– ci la storia trentina, che si esprime nella continua ricerca di un equilibrio tra ondate che arrivano da varie direzioni. Vita agricola e mineraria nel me– dioevo: cattolicità medioevale. Punto particolarniente sensibile per que– sti rapporti fu Pergine e il suo territorio: BibliotecaGino Bianco al con/ ine tra il bacino dell'Adige e quella Jella Brenta, vicina a un bacino minernrio che doveva delernanare la formrzzione di un'isola etnica tedesca e lo stabilimento di rapporti cospicui con Trento e col Nord, la sua storia è storia di contai ti e di pas– saggi, tipicamente trentina. Quando i Longobardi invasero la valle e vi stabilirono rapporti molto stretti con le popolazioni, la zona di Pergine apparve un importante centro di vita: immigrazioni e fusioni~ istituzioni e consuetudini si svi– lupparono con l'apporto longobardo. Se ne trova traccia non solo nei ritrovamenti ar– cheologici, 1na anche nell'ordinamento della guizza (dal longobardo wizza pascolo comunale) e nella custodia dei castelli af– fidata a gastalrli e decani (4): è vero che, come av1 1 erte il Cusin (5), non bisogna cre– dere a una 11etta prevalenza longobarda nel territorio uentino, 1na ciò non togli<' che si sia verificato quel primo rapporto tra romani e longobardi che ebbe tanta /Jarle nella formazione chile delle nostre campagne. Tra il IX e il XII secolo le ondate colo– nizzatrici dei tedeschi che si insediarono sulle alture ancora scarsa men te popolate dettero un atro contributo alla formazione di una unità: l'altopiano di Pznè fu colo– nizzato. Tra il IX e il X secolo si verificò così un processo di rivalorizzazione della terra dove fone il 1'1onastero benedettino rii S. A/aria in Valdo (H 1 ald, era sorto vicino a una selva di tigli e di carpini) non ebbe piccola parte, posto com'è tra la zona un tenzpo paludosa che si estendeva a sud di Pergine, fino a S. Cristoforo e il tratto del Fersina che uscito dalla stretta valle dei l\1ocheni allagava periodicamente la conca. Così attraverso le epoche si trovano stratificati e co1nmisti nella zona gli ele nienti etnici gallo-latini, longobardi, tede– i;chi. Certo che alla prima nietà del niedioevo risale « un nuovo progresso della bonifi– cazione della valle » segnato appunto da no– mi derivati da piante come Vignola, Fale– sina (e< felceto ») Caneza (« canneto ») Ro– veda (« querceto >>) (6). Come si rileva dal– la zona in cui i nomi dei « masi » sono tedeschi le nuove ondate colonizzatrici si stabilirono nelle zone più alte che erano 1neno abitate e che corrispondevano alla zona mineraria: i nuovi nuclei si sparse– ro dalla riva sinistra del Fersina alla Pa– narotta e a Vignola, rafforzando i villag– gi rurali che erano già abitati: fioriron<> così le gastaldie esterne della comunità di Pergine. Il comune rurale è l'espressione di que– sta realtà nata da elementi eterogenei che si fondono tra loro in un intreccio di rap– porti. Nel 1050 gli abitanti della Valle del Fersina formavano un solo comune diviso in gastaldie cc ciascuna delle quali aveva i suoi Sindaci o Rettori. Come autorità de– legata del Vescovo riconoscevano un Pode– stà o Giudice, eletto da loro fin dai tempi più antichi» (7). A quest'ultimo era affidata la aniministrazione giudiziaria civile e pe– nale e l'esazione dei diritti regali. Fin dal– la prùna costituzione del feudo che pare ri salire ai Franchi, e con la successiva esten– sione del sistema feudale per opera dei feudatari laici e dei Vescovi di Trento, il comune rurale esercita una azione decisa in tutela dei diritti comunitari. Non solo i villaggi e i masi più elevati della comunità restarono più liberi, ma su tutto il terri– torio esisterono senipre fondi comunali di uso co1nune, pascoli e boschi; le « vicinie » Nella f olografia: La pianura alluvionale vista da Castel Perginc
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