Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

quedotto Pugliese dicendo: - Solo l' Ac– quedotto Pugliese con i suoi precedenti di negligenza per non aver risposto a un'altra mia raccomandata mi può provvedere un:1 galera. Il mio suolo non si passa e nean– che si sopravola, se prima non viene un contratto stabilito. Il contratto non si è fatto mai. Tutto trascurato. Essendo le elezioni politiche, un avvocato mio paesano, pezzo grosso dell'Ac– quedotto Pugliese, della Democrazia Cri– stiana, facendo il mercante fallito presen– tandosi in candidatura, e facendomi, per avere il voto, delle promissioni invano e non di sua competenza, unito all'ingegnere capo dell'Acquedotto Pugliese si presentò al Ristoro dell'Anno Santo, per chiarire, il 26 maggio 1953, sentendo il mio parere del– la richiesta di acqua nel posto e le mie e– spressioni di necessità e di mal vivere in questo posto. Dissero che senz'altro mi con– cedevano l'acqua e mi hanno dati i mani– festi della propaganda de\l'avvocato, che è stato svanito co1ne deputato. Il 9 agosto, dopo le elezioni, venne di nuovo l'avvocato. Pioveva, non volle nean– che scendere dalla sua fervida macchina concessa dall'Acquedotto, mi invitò a collo– quio in macchina facendomi le illusioni di un posto da custode per la suddetta cricca dell'Acquedotto. Io mi opponevo di età avanzata, tra pochi mesi raggiunti 50 anni, ed essendo grande invalido riéonosci uto, e proponevo, con l'insistenza di mia moglie, la sistemazione di mio figlio già sistemato nei pressi di Torino. Lui domandava l'età di mio figlio ma data l'età giovane quasi si ritirava la promissione. Il sogno della notte per me è consiglio. l\tli rinnovai che fa promissione era una frottola del suo agire di mercante fallito in vari colori. Cosl è stato. l\,1i mandarono i carabinieri a rimettere a posto i paletti e per autorizzare tutti i lavori. Quando i ca– rabinieri sono arrivati io scappavo dalla mia casa gridando di lasciare tutto in ab– bandono. I carabinieri dicevano: - Que– sto non è pasta nostra -. Si guardavano tra loro e ridevano. Al'avvocato e all'on. Ambrico ho dato un tema, questo: « La Burocrazia è un fio– re: Italiani, non lasciamo maturare questo seme che è velenoso. Avvelena il campo d'Italia ». E loro non mi hanno dato nes– suna risposta. Essendo miei paesani, io seri vo sempre a loro; loro dovevano proclama– re i I mio tema nelle adunate del Consiglio Provinciale e nelle adunate del Parlamen– to. Ambrico, prendendo il mio pensiero, ha svolto il tema e non si è presentato all'ap– pello, chè non si è me so più in candida– tura. Per l'avvocato ho fatto la raccolta del– le firme per fare la villa dei garofani: « Sentite italiani: chi vuole il garofano dell'avvocato? Lui mi darà l'acqua e io faccio la villa del garofano a non1c dcll'av- BibliotecaGino Bianco vocato. Italiani sottoscrivete per la bella [talia ». La spiegazione è questa: il ga– rofano dopo ventiquattro ore diventa mo– scio e perde tutto il suo odore. Così l'av– vocato. Dopo la questione dell'Acquedotto, c'è la questione del mutuo richiesto di due mi– lioni con garanzia sulla proprietà e mag– giormente sulla pensione che ho. La ri– chiesta era per meglio attrezzare il mio ter– reno e il Ristoro. Risposta negativa: « Non è possibile aderire alla richiesta, perchè, per tassativa disposizione di legge, le ren– dite di infortunio devono essere pagate in rate posticipate ». Sempre la legge a favo– re di quel che dicono i mercanti falliti nelle piazze per il credito e per il mutuo al la– voro, e sempre la legge tassativa e negativa. La mia rendita e il colossale capitale è il mio coraggio di resistere in questo posto facendo il vigile dirigente informatore, chè per indicare le strade certe volte mi alzo la notte. Volevo mettere in vendita sigari e siga– rette e tabacco in questo posto, ma il Mo– nopolio di Bari, è stato negativo, dicendo: « ... Vengono prese in considerazione soltan– to le domande per istituzione di nuova ri– vendita pervenute durante il mese di gen– naio ed il mese di luglio. Pertanto la vostra domanda non può essere presa in esame ». Allora io ho scritto che compro il tabac– co dai tabacchini regolari, salto il premio ùel s% e lo vendo liberamente. Così ho pensato ma non ho fatto per non sotto– mettermi alle penalità e contro la legge. Lo stesso è avvenuto per la vendita del– la benzina e della nafta. Tenevo i fusti non sulla strada rotabile ma sul terreno attac– cato alla rotabile che è dell'ANAS (Azien– da Autonoma Statale della Strada). Que– sta triscia di terreno è confinante con la mia proprietà. Io ho fatto una impalcatura di legno piantata nel mio terreno e appog– giata a quella striscia per metterci sopra il fusto e la piccola pompa di distribuzione. Quelli dell'ANAS mi hanno costretto di al– lontanarmi e non mi hanno autorizzato a istallare il distributore della ESSO perchè l'ANAS « non aveva riscontrato la località rispondente ai requisiti dovuti dalle nor– me in vigore ». Poi per ottenere i I permes– so l'ANAS voleva la cauzione di 30.000 li- ' . re. Allora ho dimostrato con le fotografie il posto, il carrello per trasportare il fusto e l 'impakatura, e ho mandato tutte le fo– tografie che spiegano le mie ragioni al pre– fetto con questo n1otto: « Figli di patria e vivi italiani se m1 volete ben guardare anche senza degli occhiali questo è il posto da osservare che mi potete sollevare. Basta rubare. ' Sarebbe ora di marciare sulla via dell'onore. Per me sarà meglio di 1en. Questo spera Michele Mulieri !'avventuriere ». Le fotografie e la poesia, portate da me in Prefettura, sono raccolte in un quadro che tengo esposto per farlo vedere a tutti, con il bollo rosso tondo dell'Archivio della Prefettura di Matera. Con le fotografie e con la parola << basta rubare » voglio dire che faccio tutta questa giostra di traspor– tare i fusti, e che, se pagavo 30.000 lire al– l' AN AS, potevo stare con i fusti sul terreno vicino alla strada. Ecco piegata la mia dicitura e l'iscrizio– ne di questo posto che sono figlio del tri– colore pieno di dolori. In questo campo di Piani Sottani ho lavo– rato per produrre. L'aratura di buona vo– lontà me l'hanno aiutata con un mulo e con l'aratro quelli che mi danno le soggezioni, gente amica e contadini chè in questo po– sto chi appoggia il proprio materiale, chi lascia roba e io la custodisco. Tutti i lavori li facciamo noi familiarmente. Ho semina– to 50 chilogrammi di grano ed ho fatto un campo meraviglioso in tutti gli aspetti per chi ci poggiava gli occhi. Non ho po– tuto distinguere tutto il quantitativo del prodotto perchè ho aggiunto il prodotto del campo all'altro quantitativo di grano spigolato da noi fan1igliari nei campi vi– cini. Più della metà ho fatto maggese se– minando ceci, granturco., pomodori e mel– loni, e una mia affezione e una novità del posto, ho seminato i girasoli, che hanno dato molto aspetto meraviglioso a questi luoghi che non conoscono questa produzio– ne. Il girasole se lo mangiano le galline, ma in certi posti si vende per semi di olio. cosl si sente dire. Ma io ne ho distribuito a facoltativa richiesta dei contadini eh: lo mangiano come lo mangio pure io. Poi ho fatto lo scasso per piantar~ tre are di alberi e viti nel Campo Storico, e< - sl tutte le persone e occasioni in contr::irio che ho avuto posso immatricolarle su un albero. Ho fatto una fila di infami, una fi– la di ladri, una fila di barbari, tutti che mansionano la bella Italia. Quel fico è la persona che n1i ha fatto male, essendo in posto elevato. L'Ufficiale Giudiziario l'ho matricolato nella fila dei depravati. Ancora non ho targato nessuno proprio sulla cor– teccia perchè gli alberi non sono ancor.1 in vigore e non è tempo maturo. ono quat– tro alberi e diciotti viti per ogni fila e le file ono sei: 198 tra alberi e viti. Se ce ne vogliono di più, Dio e il mio coraggio prov– vede. l\1rcHELE l\ 1 ULIERI (Da Contadini del Sud di Ro co Scotellaro, Ed. Laterza, Bari 1954. 23

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