Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

problemi dello sviluppo umano che consente al contadino nieridionale la piena autenticità della vita e quindi un atteggiamento morale, inequivoco e completo: il che costi– tuisce appunto 1.·1 necessario supporto per la propria con– servazione degli abiti morali e conoscitivi della grande tradizione. Ora è appunto sui contadini meridionali che gli abiti pratici della società settentrionale hanno inciso, con il mas– simo delle loro insufficienze e delle loro arbitrarietà. E per questo, necessariamente, appunto per la loro situazione legata totalmente senza riserve alla realtà, essi non possono che patire realmente e totalmente la parzialità delle azioni di cui sono oggetto e quindi l'irrazionalità dell'ordine vi– gente. Essi sono stati oggetto di provvidenze statali ed in modo crescente, la democrazia ha concentrato una massa iniponente di spesa pubblica nel mezzogiorno. Eppure que– ste provvidenze sono apparse come arbitrarie, senza reale riferimento alla vita del contadino, capaci sì di fare dei passi per venirgli incontro, nia incapaci poi di dare una chiara sistemazione e soluzione ai problemi stessi che si volevano risolvere: e questo per 1notivi il più delle volte del tutto incomprensibili e arbitrari, legati all'irrazionalità della struttura amministrativa (a parte i casi di corruzione o di malavoglia): quindi generalmente a motivi validissi– mi per il funzionario o il politico o l'intellettuale che li decideva nell'ambito della sua competenza o della sua pro– fessione: ma che diventavano irrazionalità clamorosa vista dt1ll'interno dell'esperien~a totale della comu1tità o del singolo oggetto di tanti scoordinati interventi. I contadini meridionali, liberati dalla democrazia e dal– l'intervento statale, dalla rassegnazione o dall'abdicazione, si trovano oggi posto dinnanzi l'assurdo problema per cui, pur chi vuol far loro del bene, in ultima analisi, non lo può per la irrazionalità stessa del sistema di cui dispone. Una tale situazione storica non ha altra via di sviluppo dinanzi, che quella che i contadini meridionali affrontino il problema del loro ordinarsi per superare lo stato di di– sgregazione loro e di tutta la società meridionale. Ma questo in sostanza significa che dalla zona di uma– nità italiana che ha conservato gli abiti teoretici ed etici della grande tradizione parta una nuova giusta domanda ed una giusta offerta a quella zona che ne ha invece con– servato gli abiti pratici ed i cui uomini hanno quindi la vocazione a dar vita ad una giusta ed umana organizza– zione economica e politica, conforme agli abiti teoretici ed etici della grande tradizione. Una tale domanda non può quindi non trovare omo– genee a sè le migliori e più proprie energie e capacità pra– tiche del settentrione, quelle che oggi più soffrono dei li- miti e degli errori dell'organizzazione economica e politica moderna perchè si sentono potenzialmente capaci di una organizzazione migliore, effettivamente legata all'ordine umano: e non può quindi non riaprire attorno al proble– ma incontrovertibile dell'ordinamento civile organico del mezzogiorno, il giusto processo di selezione umana e civi– le, delle stesse capacità pratiche del settentrione. Questo significa aprire alla stessa umanità italiana mo– derna la caf acità di _azioni nuove, che valgano a strappar– ~ dalla stasi sostanziale appena velata dal disordinato agi- . lioteca.GinoBianco tarsi delle operazioni e quindi a liberare le sue energie più vive e desiderose di nuova civiltà dal dilemma reazione-ri– voluzione in cui si sentono oggi incluse; significa legare le più vive capacità pratiche del settentrione al problema di un ordinamento civile in cui la giustizia non sia mai sacrificata alla facilità immediata del risultato e la con– traddizione tra ideale e possibile continuamente risolta dal– la capacità inventiva e creativa dell'uomo; significa fon– dare conie sintesi supera-nte dei termini tradizionali e di quelli moderni, un comportamento pratico totalmente in– cluso nella legge morale, in cui quindi l'uomo non sia mai sacrificato al dato esteriore ma continuamente fatto capace dall'integrazione degli altri a liberare se stesso e gli altri dalla schiavitù del dato attraverso nuove azioni che in– cludano il dato e lo convertano da anti-umano in umano, e sappiano così continuamente fare del passato una forza positiva per il futuro. Se l'abito etico della grande tradizione greca e cristiana che i contadini del Sud hanno conservato a prezzo della " nviseria ", deve lasciare la sua umiliazione e la sua po– vertà per tradursi in un' ordinamento civile, in una orga– nizzazione economica e politica omogenea alla tradizione, non può essere che dando vita insienie all'umanità italiana moderna ad un comportamento pratico del tutto nuovo, in cui la contraddizione tra spirito ed opere, tra ideale e possibile, tra uomo ed organizzazione sia eff ettivaniente superata e l'errore protestantico che sta alla radice del mondo moderno finalmente trasceso. E nella realtà nata da questo comportamento la nazio– ne italiana non può non trovare la verità della sua voca– zione, il significato di questo nella civiltà europea e nella storia universale e ad un tempo l'un1·ca realizzazione pos– sibile della sua unità nazionale: non quella fondata sulla organizzazione e sulla potenza a qualunque costo, di cui essa è stata manifestamente incapace, ma quella fondata sull'unità della verità e sull'integrità della giustizia. Questo è a nostro avviso il processo storico positivo che è in corso in Italia, pur nella realtà della crisi e della con– traddizione dell'ordinamento civile" dell'organizzazione economica e politica vigente e anzi in conseguenza della reazione che tale radicale ed ormai veramente universale esperienza genera nell'umanità italiana. Ed in ogni caso il problema che la storia di domani vedrà risolto è in sostanza questo: o la grande tradizione è viva nell'umanità italiana e la fa capace di superare con nuove azioni ad essa autenticaniente omogenee i liniiti dell'attuale ordinamento civile, la fa capace di generare ancora idee e valori per tutta l'umanità, od il nostro Paese non ha altra via che quella di una decadenza, organizzata da una dittatura sostenuta da tutte quelle forze per cui 1.· vigente ordinamento ha raggiunto il limite della insoppor– tabilità materiale. Questo significa che i grandi valori della tradizione e della nazione si difendo no sopratutto con nuovi inipegni, con nuove azioni che, ampie conie tutta la nazione, valide· in ogni punto d'Italia, hanno come epicentro urnano e storico il " risveglio " dei contad1.'ni del Sud. GIANNI BAGET

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