Terza Generazione - anno II - n. 10-11 - luglio-agosto 1954

dino, cvme Stato, conie amministrazione centrale, come « altra Italia ». Eppure la società meridionale non è una creazione « settentrionale », essa ha avuto secoli di esistenza aut..o– noma e di significato proprio, secoli in cui la sua forza ed il suo significato non venivano dal potere di Ronia e dalla potenza del Nord, ma appunto dalla sua capacità come società a inquadrare i contadini, a svolgere per ri– spetto ad essi una reale funzione di ordinamento. Il mezzogiorno costituisce in sè una società prof onda– mente civile: l'insediamento degli uomini, ben lungi dal– l'essere sparso e legato alle sole esigenze " naturali " della pastorizia e della coltivazione, è invece profondamente ac– centrato attorno alle sedi della vita religiosa e civile; la società meridionale, per conquista propria e non per be– neficio altrui, non conosce insediamenti che non siano insediamenti totali, con tutti j servizi culturali e civili, ritenuti elemento stesso del vivere umano. Il criterio che conduce ad un tale tipo di 1.'nsediamento è quello appunto del condurre una convivenza il più com– pleta possibile, garantita delle condizioni necessarie al vi– vere umano totale, esteriore ed interiore dell'uomo e non un crfterio di organizzazione economica. Non a caso l'in•· tervento "riformatore " settentrionale moderno, disposto a tutto sacrificare alle esigenze della razionalità economica, ha considerato i borghi meridionali come il suo principale ne1nico, come un puro irrazionale ed ha preteso intro– durre l'insediamento sparso all'insediamento accentrato. Ora, appunto qualunque siano le critiche che si voglia– no rivolgere alla f or1na di insediamento tipica del mez– zogiorno, bisogna riconoscere che essa nasce da una pro– f onda valutazione della vita " in civitate· ''; della vita fon- . data sulla diuturna comunicazione di giudizi, sul continuo scambio di valori sulla continua esplicitazione ed espres– sione delle tensioni, dei desideri, delle contraddizioni inte– riori. La conv1:venza è, nella"civiltà meridionale, sentita co– me valida di per sè, come avente radice nella stessa na- BibliotecaGino Bianco tura dell'uomo e non vista in semplice funzione di deter– minate utilità esteriori. E da questo viene, a nostro avviso, la caratteristica pro– fonda della civiltà meridionale, che la fa così diversa e così potenzialmente integrante della civiltà industriale: quella di essere cioè una civiltà dell'espressione, una civil– tà in cui il mondo interiore tende a non gravare sul sin- golo come un p eso ma a fondersi nella vita di tutti, arric– chendo la vi.ta esteriore dei patrimoni più veri degli uo– m1n1. Il suo valore sta appunto nell'essere affrancata da que– sta barriera tra desiderio e parola, tra tensione ed espres– sione, che costituisce invece il grave peso dell'umanità mo– derna. Si comprende come la civiltà figlia della rivoluzione protestante che ha cristallizzato la contraddizione tra mon– do interiore e mondo esteriore ed ha visto nell'accettazio– ne attiva e vigile di questa contraddizione il supremo va– lore umano, sia rimasta tanto affascinata e urtata ad un tempo da questo mondo meridionale oppresso dalla '' mi– seria " eppur prof ondaniente ed umanamente vivo. Ora tutto ciò ci porta ad escludere quello che invece pare una interpretazione comune (non solo del Levi) della civiltà meridionale: cioè che essa sia un prodotto autoc– tono dei contadini, senza storia, senza alcun rapporto con la tradiz~one culturale meridionale: una sorta di mitica filosofia primitiva della vita, Il senso stesso del valore delle istituzioni, civili, reli– giose e culturali che ha determinato la struttura dell'inse– diamento meridionale: il senso del valore primario del rapporto umano e civile su quello economi·co e naturale, caratteristico della civiltà meridionale, porta ancora una volta a respingere la tesi di una civiltà meridionale " pa– gana ", " terrigena, naturale " e ci 1·ndica invece l'esisten– za di un rapporto profondo tra le espressioni, poetiche e razionali, dei contadini e la cultura greca e cristiana che hanno avuto ampia cittadinanza nel niezzogiorno. 11

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