Terza Generazione - anno II - n. 9 - giugno 1954

Spoltlu• <) Sa.le.r no Il Molise sotto i Longobardi con zone costiere bizantine: dai longobardi si originerà la feudalità. perdita della fisionomia etnica e sociale, la rottura delrordine in seno allo stesso ambiente naturale sono fenomeni sicura– mente passivi: in un mondo come quello antico fondato essenzialmente su una eco– nomia per il consumo dei tesori accumulati in Roma, come altrove, non potevano non avere di questi prezzi. Esiste infatti un certo parallelismo tra l'allentarsi dei rapporti tra il Molise e Ro– ma in seguito alla crisi del mondo che es– sa in concreto ha rappresentato e l'ascesa ad un vero significato sociale del sistema che ha al centro la pastorizia. Le varie fi. gure del mondo pastorale sono nate dal mondo del latifondo, in cui hanno rappre– sentato una parte molto cospicua. ma chia– ramente esse acquistano una fisionomia pro– pria che aspira ad una sua strutturazione, quando le terre dall'allentarsi dei rapporti ociali tendono a diventare res nullius, e le rendite non si pagano più o cominciano a consumarsi sul posto, quando le tasse di– Yentano di difficile riscossione o sono utiliz– zate dagli esattori a loro fine privato, quan- do si fa strada la necessità di provvedere ciascuno alla difesa di sè e delle cose pro– prie. Allora la figura del pastore non legato ad un luogo, il cui consumo vitale è assi– curato dal gregge, i cui mezzi e la cui or– ganizzazione di lavoro valgono anche co– me strumenti di difesa e di offesa, acquista risalto: i genitori gli affidano i figli da al– levare, i lontani governanti vengono a patti con una legislazione che volendo contenere le prepotenze lo favorisce con speciali privi– legi. Le strade romane sono in decadenza e insicure ed i pastori creano una loro rete propria che almeno per legge il fisco si impegna a mantenere. Il sistema della transumanza Bastano le indicazioni che si possono trar– re da questi accenni sommari a rendere le– g1tt1mo l'uso del termine « sistema » per indicare i modi di vita e di rapporti che nascono o entra no in relazione diretta con il regime produttivo pastorale? Se conside– riamo il problema nel tempo, nell'insieme, C4.stcl ✓, J.,,r,-• . I · · • 0 "- 11 • !.Cr te. "-"'~ _,~ SE1,a • 1 • C,l,,.,A7,&AS.s'o )tPf\1. t f •pi,t4,n,a, Ca, ~ . ,,,:;çr4 ,4.,~, • • • Il \I olise e le regioni circostanti nella divisione amministrativa del Regno di Napoli. ibliotecaGino Bianco del periodo di 15 secoli che è giusto ab– bracciare, noi pensiamo la risposta debba essere affermativa. Il mondo cresciuto nello spazio geogra– fico interessato alla transumanza assume infatti in conseguenza di essa una sua strutturazione completa che non ha solo proprie vie di comunicazione (come abbia– mo visto e che, per il Molise, restano fino al 1800 quasi le sole), ma norme giuridiche e tecniche, costumi e riti, che regolano la vita interna e i rapporti con le altre realtà economiche e sociali subordinate o distinte. Le gerarchie pastorali si f eudalizzeranno con il feudalesimo e questo ne trarrà largo profitto e si adotterà al punto che proprio la fine della pastorizia segnerà il declino decisivo della sua sopravvivenza tenace. Si tratta beninteso di un sistema ancora a base essenzialmente naturale, dove l'uomo si adatta non più alle esigenze di colture vegetali (come nell'agricoltura antica spe– cie nelle zone di periferia) ma a quelle de– gli animali. Di qui un costante tradizionali– smo con scarso dinamismo nel tempo mal– grado la sua caratteristica mobilità nello sp~zio. La subordinazione alla natura at– traverso l'animale è apertamente accettata, ciò proprio nel momento in cui il sistema ponendosi non come di puro consumo apre la via ad un progresso ben più reale di quello tentato dal sistema agricolo antico nelle zone di periferia, quale che fosse il regime fondiario sperimentato. In realtà di questo progresso esiste un motivo anche sul piano ideale: tra l'uomo ~ l'animale possono esistere (anche se non sempre esistono) con la pastorizia transu– mante rapporti di integrazione reciproca, ben diversi dai rapporti di unilaterale sfrut– tamento consueti nell'agricoltura antica. Cosl l'animale che trasforma e produce a servizio dell'uomo crea la condizione di una dimensione produttiva costantemente eccedente il consumo e che può quindi es– sere scambiata a vario titolo e con vari tipi di produttori. Lana, formaggi, carni permettono ai pastori di entrare in rappor– ti con i contadini, i commercianti di lana e gli artigiani che la lavorano. Non a caso l'apogeo del sistema si rag– giunge contemporaneamente al fiorire del gran commercio della lana e delle arti (che ha ad Aquila il suo centro in rapporto con Firenze, ecc); cosl come si deve riconoscere che la transumanza nei primi secoli della sua affermazione sociale deve aver dato una sollecitazione all'agricoltura delle zone in– cluse nel suo spazio geografico interegiona– le, cosl da collaborare a una certa sua ri– presa. Infatti il sistema in sè non è autarchico e autosufficiente: tende cioè ad includere altro da sè e contemporaneamente ad esse- · re incluso; ha al suo interno aree di com– pensazione e di equilibrio e al suo esterno aree di scambio. Cosi come tutto il siste-

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