Terza Generazione - anno II - n. 8 - maggio 1954

dran1maticità della ]oro condizione. ~e dunque l'autocoscienza degli intellet– tna 1 i non si fonda sul ruolo sociale nco– no~ciuto che essi oggi svolgono, si deve a ire che la loro pretesa è un'irrealtà tran– sitoria ed effimera, destinata a dissolversi, oprure che è un'istanza umana fondamen– t.tlc che non trova posto nell'attuale as– setto sociale? Ancora una volta, chi sono gli intellet– tuali? 3. La fondamentale affermazione che sta alla base dell'autocoscienza degli in– tellc:ttuali e che sola può giustificarli coi.te gruppo autonomo e come funzione sociale indipendente è questa: e iste la verità co– me valore assoluto, necessario ed univer a le, non riconducibile a nessun interesse pé1rt1colare e nemmeno al coacervo più va– sto ed imn1ane di interessi particolari; e - s:, st pone invece come metro assoluto a cui gli interessi e le az1on1 umane deh– b0no salire. La verità può essere accolta solo con un ~tto di autonoma partecipazione: per que– sto ogni forma di assen o per imposizione, è un attentato alla verità: la libertà per– sc,nak è sacra alla verità e come tale ha un valore assoluto. Gli « intellettuali » sono 1 custodi del– la verità: i garanti che essa venga con– tinuamente scoperta e che si accre ca quin– di la conoscenza umana attraverso la pc1necipazione di ogni uomo alla com– pn.nsione: i garanti che nessuno interesse ia posposto in nome della vita alla verità pc:rchè questa falsa prepo izione è gene– r~1trice soltanto di morte; i garanti della lili<:rtà perchè la libertà è la condizione dc>1ì'unione tra umanità e verità. Gli intellettuali costituiscono dunque una gerarchia ed una funzione in una so– cietà che riconosca la verità come valore umano supremo. Gli intellettuali non sono sacerdoti; la religione ed il sacerdozio testimoniano la di1.;cesa di Dio tra gli uon1ini, mentre il pr~)(esso di partecipazione alla Verità f<>n– d.:i il processo di sviluppo ascensi01rn le della natura umana verso Dio. Le due gerarchie non ono confondi bi I i ~enza mortali pericoli per l'umanità. Gli intellettuali non sono capi poli– tici· la pienezza della loro funzio11e com– porta la pienezza dell'azione person~ le c1 i tutti e quindi anche dell'operazione col– lettiva: ma gli intellettuali non sono reg– gitori di ,Stato, nè strumento di regno. Auche la confusione di tali gerarchie è carica di pericoli mortali per l'umanità. La funzione dell'intellettuale è nata. ovunque gli uomini sono giunti alla com prc..nsione del valore unh·ersale ed assoluto dt'Jla verità. La civi1tà contemporanea ha en·ditato dalla Grecia l'idea della verità assoluta e la figura dell'intellettuale. I.a figura di Socrate rappresenta ad un tempo un progresso decisivo nella compren- 1bliotecaGino Bianco 10nt del valore assoluto e trascendente della verità, ed il supremo ricono cimento e compimento dei doYeri umani dell'« in– tenettuale » di fronte alla collusione degli int<:ressi particolari dei politici e dei sa– cerdoti contro la predicazone della , erità. Tale tradizione resta uno dei fon:lamenti ddla vita e delle virtù umane del nostro tempo. Basta guardare la \'ita e leggere !t'" opere di Simone ,veil per compr.end.err come l'idea della , ita nella verità e p-r la Yerità possa animare profondamente. ancora degli uomini tra di noi. 4. - Abbiamo dunque compreso che la f1gu1 a dell'intellettuale non c1 viene dal pt e &ente as etto ociale, ma dalla nostra Tradizione torica. Ad es o, nel pre ente a~f-etto sociale, non corrisponde alcun ruo– lo o funzione propria. A nostro a,, i o Je ragioni di tale gra, e anomalia, , anno cer– cate in una concezione empiri tica del pro– ce o conoscitivo che ha preval o in Europa dalla crisi dell'ari toteli n1O medioevale che è stata poi teorizzata dall'empiri mo clas– sico. e fonte e elusi ,·a della conoscenza è 1a ensazione e quindi la nozione del dato, na– turale torico e reriore, allora la funzion-~ de1l'intellettuale è quella di e ere un repertorio di dati, del re to facilmen– te e largamente supplibile dall'e pe– rienza in tutti i ensi. E o s1 riduce a tecnico e si pone in funzione chiaramente subordinat'l per rispetto a chi il dato sto– rie.o pone, per rispetto al u pratico » ed al pratico più macroscopico, il politico. 1 può vedere chiaramente come la frat– t111 a dell ·umanità in « capi » e « n1asse '> , ia una con eguenza di tale gra, e errore e della conseguente cn 1 della funzione m~gi teriale degli intellettuali. Infatti poi– che è falso che rautentico e liberante pro– Cel>so conoscitivo dell'uomo 1 riduca ad uw.t sen1plice percezione di dati esteriori n:a è invece la creazione di una propria e organica vi ione del tutto secondo principi universali non riducibile al dato sperimen– Wto, la semplice percezione di notizie non è Yalsa a rendere creati, an1ente conosciti, i e cioè liberi gli uomini e li ha lasciati in balia dell'agitar i incon1posto del disordi– ne. Gli intellettuali privati dello svolgi– n1ento di una reale funzione storica e qtlindi di una reale e propria responsabi– lit:i umana, si sono trovati a tratti dallo svolgimento storico e quindi ir(esponsabili cli esso: in una posizione cioè da un lato incapace di so tanziale progresso cono– sn t1vo perchè non sollecitato dal fluire delle istanze di Yerità degli uomini, e dal– l'altro, in quanto appunto astratta, velleita– ria cd obiettivamente anarchica e disgrega– tric.c. Essi si sono in sostanza limitati ad intervenire storica111ente come gruppo, solo in difesa delle proprie libertà, che sepa– r'ltL' dalle loro funzioni, di, enta,·ano il loro privilegio. Di qui gli ammonimenti ed i richiami a cui tutti coloro impegnati a « fare sul serio » la storia, dalla Chiesa a1 politici, li hanno sottoposti: e di qui pure la ,e catti,a co5cienza » che gli intellettuali h,ir..no ,erso i politici e che ha determinato pare e eh ie (( trahi son s des clercs >,. :) - Il problema tlell inserimento sto– rH. o degli uom1n1 che hanno , ocaz10ne intellettuale non si de, e dunque necessa– riamente pagare, con1e oggi avYiene, con la liquidazione di questa loro vocazione. I pclitici hanno ragione quando dicono che in politica tutti i cittadini sono eguali e che l'essere intellettuale non conferisce al– c. t,na particolare pretesa alla direzione dello Stato; ma hanno torto quando negano che gli intellettuali non abbiano come tali a s, c,lgere una funzione di direzione storica. l:11 tempo che fu un grande prorluttore di intellettuali parlò di « educazione del gcuere umano ». Ci piace di usare in enso in~dito questo termine per indicare una ech.:cazione che non è dell'indiYiduo come fdle, ma dell'indi,·iduo 1n quanto parte iell'intera umanità: in cui ½~lindi non si considerano in primo luogo le deficienze particolari del ingolo n1a le tensioni eh•~ egli esprime e che hanno enso per tutto un momento storico dell'umanità: ché ono cioè, necessariamente, richiesta di nuo– Ya con1prensione, cioè di nuova partecipazÌ'>– ne umana alla Yerità. E continuan1entc q1 ~c.te richie te na cono ad ogni generazio– ne, in ogni condizione umana. Le potenze continue che la \'ita genera non diventano atte compiuto, umanità piegata, se non -~e1,gono comprese nella luce della Verità urnver ale, se non si ricomprende per ri– spetto ad esse la storia pa sata e non si indicano le mete per la futura. Al di otto della società dei « notabili », <lt-I;'accademia dei politici, dei « colti », dei « dirigenti », e i te un'immensa quan– titJ. di uomini, che non si compie nella vj ca e non compie storia in modo creativo, libero e pacifico perchè privata della po i– bilità di un autentico proces o, di com– prcr,sione e di autoco cienza che le può , enire solo dagli intellettuali. lai coloro eh·~ hanno tale vocazione hanno a, uto in– nanzi me e più matura e più in attesa. olo a contatto con le istanze di Yerità elle nascono dagli « uomini comuni >>, vi– <;t~ come uomini privati della \'erità e non c0m <' masse vogliose soltanto di benessere o desiderosi di informazioni utili, gli in– telJettuali potranno 1rnz1are un autentico tr::i-cendimento dei termini attuali della lnro comprensione, ritrovando ad un tempo la loro Yera funzione di direzione storica. U proces o che sta dinnanzi a quei paesi che hanno massimamente conservato l'auto– co.,cienza degli intellettuali come l'Italia è <lifficile ma decisiYo: perchè o tale auto– coscienza, dimensione fondamentale del su– peramento, riesce a trovare il suo terreno e la sua \'Ìa, o un'epoca tragica, dura, piatt'l e oppres ha ci si prospetta con1e nostro fi;turo G. B.

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