Terza Generazione - anno II - n. 8 - maggio 1954
monio imperiale, pascoli e latifondi, era particolarmente cospicuo nel Sud. Si chi ude, a così la lunga gestazione di un nuo, o equilibrio storico sociale nel l\le7zogiorno: i suoi caratteri resteranno fermi per ecoli come problemi che es o lasciava irrisolti. PIERO u GOLI I ( 1) - TE, 'EY FRA K, Storia economica di Roma, Firenze, 1923, pp. 57-58. (2) - Il fatto che Catone stesso investisse in pascoli le sue sostanze sta ad indicare che le dirnensioni, la descrizione e l'orga– nizzazione del suo podere in Sabina non fossero l'esempio di una realtà diffusa. Era piuttosto, in rapporto alla sua concezione politica, l'esempio di una organizzazione economica agricola che secondo lui costi– tuii:a un modo solutivo della crisi: in certo senso un modello " sperimentale " come si direbbe oggi. (3) - M1cALI, L'Italia avanti il dominio dei romani, Torino, 1852, vol. I, p. 240. (4) - Cfr. le opere citate da FERNANDO BRAcDEL, Civiltà e imperi nel mediterraneo nell'età di Filippo Il, vol. I, p. 53; e J. BRUHNES, La Geographie humaine de la France. (s) - Una società che permetteva movi- menti: in essa non compare l'autorità as– soluta del capo famiglia come a Roma. Il romano, futuro padrone di schiavi, è già padrone della sua famiglia; i Sanniti in– vece ad esempio, hanno una legislazione che vieta ai padroni cli disporre di imperio le nozze delle fighe e dà alle nozze un si– gnificato civile: i giovani più valorosi han– no il privilegio in una cerinzonia annale, di scegliersi la ,noglie tra le fanciulle di– sponibili. J\lolti autori interpretano queste usanze come un accorgimento sapiente, ma essa testirnonia in tutti i modi una civiltà poco differenziata, dove il valore e non la condizione di classe conta, una società ne– mica dell'accentramento dei poteri e priva di notevoli diversità di condizione e di ricchezza, come già si è visto a suo tempo. (7) - Non vogliarno far risalire la crisi solo all'esaurimento del suolo; lo spopola– mento e la politica romana saranno altre cause fondamentali (escludianzo, invece, e vedremo perchè, la tesi della concorrenza del grano della Sicilia e dell'Africa). Come vedremo più oltre, consideriamo anche co– me cause della crisi tra le altre, l'anda– mento dell'economia a schiavi, l'economia di consumo e i prezzi della lana. Questi fatti costituiscono a nostro parere, tante cause di crisi per l'agricoltura italica, che si tra- smetterà incancrenita all'agricoltura del– l'Impero. Ma non è nostra intenzione esclu sivizzarle e farle passare per cause della fine della Repubblica o dell'Impero come spesso si è fatto. Del resto per non cadere in questo erro– re, anche se non contassero altre conside– derazioni, la complessità del primo -proble– ma basterebbe a farci rirnandare il secondo. (8) - A. OLIVA, La politica granaria di Ron1a antica dal 265 a. C. al 410 d. C., Piacenza. 1930. (9) - Secondo l'Oliva il Frank, forse ispi– randosi alle teorie di Liebig, non tiene conto della naturale reintegrazione di ele– menti fertilizzanti nel suolo che avviene anche grazie ai -processi biologici. Se il Frank credesse alle teorie di Liebig e sot– tovalutasse i processi biologici non sappia– mo, rna ciò non interessa. Più che l'ispira– zione o la teoria generale a cui si rifaceva interessa capire se nei luoghi e nell'epoca di cui tratta fosse possibile parlare di esauri– mento del suolo. (10) - OLIVA, op. cit., p. 120. ( 1 1) - C'era un ufficio apposito sotto la direzione di un " curator cloacaruni ": i prodotti dell'espurgo potevano realizzare fi– no a cinquecento talenti (di N1ccoLI, Saggio storico e bibliografico sull'agricoltura ita– liana dalle origini al 1900, Torino, 1902, p. 271). (12) - Ma a quell'epoca sulla loro diffu– sione ha agito in modo decisivo l'estendersi del coloniato (N1ccoL1, op. cit., p. 326). (13) - A. OuvA, op. cit., 161. ( 14) - RosTowzEv, Storia economica e so– ciale dell'Impero romano, p. 430. ( 15) - Il Salvioli riporta infatti una no– tizia di Cassiodoro secondo cui il Nord ri– forniva di grano la corte e l'esercito. De– positi di grano esistevano a Treviso, Trento, Tortona e Pavia. Il Sud da:va invece alla sua epoca solo olio e maiali. ( 16) - MoMMSEN, L'impero di Roma, vo– lurne III, p. 284. Spesso si contesta l'esau– rimento del suolo in Sicilia adducendo il fatto che oggi la resa unitaria del suolo siciliano è simile a quella che vi trovarono i Romani, circa 10 q. ad ha. Ma il para– gone non vale perchè qualche progresso, benchè del tutto insufficiente, dal 1870 ad oggi, è stato fatto. Considerando le rese ad ettaro riportate dal Correnti e dal Maestri per l'epoca immediatamente anteriore al– l'unità si vedono bene le diniensioni del fenomeno: essi fanno una resa in grano di pochissimi quintali per ha. (Cfr. N. G1usT1, Caratteristiche ambientali italiane, 1815- 194-2, /NERA, 1943, p. 34). (17) - G. SALVIOLI, Sulla distribuzione della proprietà fondiaria in Italia ai tempi del– l'Impero, 1n « Arch. Giur. Serafini », LXIl-1899. (18) - RosTowzEv, op. cit., 233. (19) - A. GRENIER, La transhumance des troupeaux en ltalie, in « J\f élanges d'arclz. et d'hist », XXV, 1905. ~ · t,: ·bi' z e i lavori per il prosciugamento del Fucino da bassorilù:vi dell'epoca imperiale.
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