Terza Generazione - anno II - n. 8 - maggio 1954
In questa condizione si trova appunto l'America, unica na– zione costituitasi conie tale nell'età contemporanea. Questo spiega il paradosso americano, per cui cultura ed istituzioni giuridiche, economiche e politiche europee assu ,nono in America, una vitalità sorprendente, mentre nel vecchio continente sonQ. in stato di esaurimento e di asfissia. Si ha cioè in A 1nerìca una vitalità umana tale che istituzioni in via di esaurimento di per sè, per rispetto alla storia europea che l'ha generate, possono sopravvivere e funzionare ancora negli Stati Uniti. Si intende così quello strano aspetto dell'America mo– derna, per cui l'America sembra in arretrato per rispetto all'Europa, 1·n quanto retta da ideologie ed istituzioni che l'Europa ha abbandonato da decenni e da mezzo secolo. Alcuni esempi: la Costituzione Americana rappresenta una fase della struttura costituzionale europea di centoses– sant' anni fa, la fase garantistica o della separazione dei poteri, anteriori quindi al regime parlamentare che è nato appunto per superare istituzionalmente gli inconvenienti di tale ordinamento. L'America non ha superato istituzio– nalmente il Karantismo: ha però una vitalità ed una forza di azione tale da pa[!arne tranquillamente il prezzo cioè la crisi di stabilt"tà e di autorità statale. Lo schema classico del re{!ime capitalistico e della sua crisi (cioè la paralisi stessa della forza, su cui è fondato, l'iniziativa privata) non ree;F;enegli Stati Uniti. Gli Stati Uniti manten{!ono un'economia in continua espansione, mentre la cultura europea e sovietica, non riuscendo a de– terniinare un qualche schema istituzionale dell'economia statunitense ne preannunciano periodicamente il collasso. L'atteggiamento e i moventi di azione dell'uomo ame– ricano sono diversi da quelli dell'uomo europeo: il suo senso di ciò che è possibile ed impossibile all'uomo è di– verso: diverso il suo atteggiamento dinanzi ai limiti co– çmici e storici. Questa la chiave di volta del paradosso americano, di questa umanità che non ha trovata la sua civiltà e le sue istituzioni. Mentre l'Europa ed il mondo non americano, civiltà compiute, vivono nella le1;e;e delle loro istituzioni, l'America no: vive nella sua vitalità umana, battendo con le forze del suo essere la debolezza e l'in– sufficienza delle sue istituzioni. cole della storia umana: l'umanità potrà sì, secondo l'illu– sione americana, svilupparsi infinitamente sul piano del dominio del cosmo, soggiogare gli atomi e gli astri ma senza andar oltre la Costituzione di J eff erson e la scuola di Manchester. Questa illusione rivela appunto il limite di cui abb1·a11io precedentemente discorso e la grave ipoteca che esso sta ponendo sullo sviluppo storico della nazione americana, nel senso di renderle improponibile il problema della fon– dazione di una nuova civiltà umana, perchè tale civiltà appunto esiste ed è quella americana. Proprio in conseguenza dell'ideologia americana, l'A me– rica non può non considerare inferiori le altre nazioni avendo del resto a sostegno di tale considerazione il fatto che i problemi materiali che la nuova umanità americana si pone e risolve sono ben superiori a quelle dinanzi a cui altre civiltà e nazioni sono cadute o in cui tutt'ora si tra- vagliano . .L'americano è indotto a considerare come frutto di mal- vagità e di ignoranza, di reazionarismo feudale, di pregiu– dizio i limiti storici, per rispetto all'America, delle altre nazioni e valutare solo in termini di folklore le " qualità spirituali" che ad esse egli riconosce. In ultima analisi l',, ideologia americana " impedisce a!çli americani la comu– nicazione coi valori degli altri popoli ed in ultima analisi la comprensione stessa del nuovo autentico valore umano che l'America rappresenta. Il risultato di tale atteggia1nento è quello di rendere im– possibile un autentico rapporto mondiale dell'America, una sua sostanziale integrazione con le altre nazioni e di sta– bilire quindi, dinanzi al gigante americano, un isolazio– nismo, ben più forte, profondo e sottile di quello politico spezzato da Roosevelt e dal partito democratico. In ultima analisi le alleanze politiche sono risultate pro– fondamente insoddisfacenti per gli Stati Uniti, perchè non hanno creato quel!' autentico sostanziale rapporto di frater– nità, che l'America, che aveva dato sangue e denaro per la libertà e la prosperità delle nazioni europee, aveva pur diritto di attendersi. Una tale situazione è evidentemente insostenibile per un'America ormai maturata a responsabilità mondiale, non sostenibile in una legge di pura spontaneità. E' dunque inevitabile che inizi un processo di autocoscienza dell' A me– rica, uno sforzo di comprensione integrale del proprio es- · sere e dei compiti storici che ne conseguono. Il partito democratico che aveva giocato sul rapporto America-Europa la sua fortuna politica, è risultato scon– fitto: ed al partito repubblicano è toccato di amministrare le · alleanze dell'America sulla base del '' reciproco torna– conto ", senza quell'affiato ideale di unità mondiale che aveva caratterizzato la politica deniocratica. Ma il limite delle alleanze americane non risale a Mr. Acheson ed alla politica del "contai1im 1 ent ": esso ha radici molto più gravi che toccano tutto l'atteggiamento e la po– sizione storica della nazione americana e investono la pre– sente forma della sua autocosc1·enza di nazione, data dal– l' ,, ideologia amen·cana ", dal mito dell'America "città del sole". Ora questo processo di autocosc,ienza si sta svolgendo, per quel che ne appare alla superficie, proprio nella dire– zione di fare delle istituzioni americane, il fondamento del valore umano e storico e, dell'America, la spiegazione della sua umana vitalità. Il processo di autocoscienza della na– zione americana si svolge cioè solo in termini politici. Ciò la induce nella pericolosa illusione di costituire in qualche niodo i~ p~~t~ terminal~ ~d il fr'!"tto più maturo di un pro– cesso_di civilta che tutti i popoli debbono percorrere sicchè la via della salvezza del mondo starebbe nell'abbracciare le ist1·tuzioni americane e nell'imitarle fedelmente. L'illusione americana consiste proprio dunque, nell' attri– buire all'insieme delle sue istituzioni, alla sua civiltà un va– lore utopistico di "città del sole" in terra, di colonna d'Er- ~ibliotecaGino Bianco E' pro-brio questo limite che condanna la polt'tica a1ne, ricana all'inefficacia e che costituisce una delle condiz1·oni prime del successo della pol1.tica sovietica. Indubbiamente le difficoltà crescenti e la crisi struttu– rale del sistema delle alleanze rappresenta la più grave delusione ed il più profondo insuccesso che l'America ab– bia patito da quando si è costituita come nazione autono1na. Per la prima volta una grande impresa americana, 1·n cui l'America si è profusa, non ha avuto come risultato un
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