Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

bliotecaGino Bianco tività delle altre associazioni giovanili esi– stenti. Il « Circolo Studentesco Progressista », ad esempio, nato per l'iniziativa di un professore italo-americano e con l'appog– gio sia pure indiretto del Partito Comuni– sta, affrontava, nelle relazioni settimanali tenute dai suoi iscritti, argomenti analo– ghi: la storia del cinema, la dichiarazio– ne dei diritti dell'uomo, Giordano Bruno. Tutto ciò mentre nella liberale UGL (Unio– ne Goliardica per la Libertà, divenuta poi Unione Goliardica l'Aquila) si parlava di storia, di filosofia, e di arti figurative. Ancora nel 1953 ( anno in cui si chiude questo secondo periodo che potremmo chia– mare di « chiarimento ») il « Circolo gio– vani amici della musica » organizza confe– renze ricalcando vecchi temi: lo sport nel– la civiltà contemporanea, l'angoscia nell'e– sistenzialismo e nella psicanalisi, l' evolu– zionismo, la teoria del diritto nell'URSS, la crisi del mondo contemporaneo. Con il 1953 sembra che tutto finisca: la incapacità di rinnovare la tematica cultu– rale non permette di trovare i continuato– ri; l'aumento dello scetticismo tra i più giovani ( tra gli studenti medi ad esempio) accresce le difficoltà, mentre le speranze che i più anziani ( i nati tra il 1926 e il 1930: quelli che avevano mandato avanti tutte le iniziative negli anni tra il dopo– guerra e il 1953) avevano riposto negli uomini maturi e nei partiti, cominciano a cadere, determinando un periodo di sban– damento. E' appunto alla fine del 1953 che ini– zia la nuova serie di « Provincia No stra »; una rivista giovanile di cultura e politica, pensata e scritta da tre giovani - Angelo Narducci, Luciano Fabiani, e Silvano Fioc– co - che denuncia lo stato di disorienta– mento e di attesa nel quale sembrano an– cor oggi trovarsi i giovani aquilani. « Ci siamo ritrovati dopo il 7 giugno 1953 - scrive Narducci nella sua rivista - e ognu– no aveva combattuto lealmente per la par– te in cui militava: ma adesso sapevamo tutti - democristiani e comunisti, liberali e socialdemocratici - che dopo il 2 giu– gno 1946 avevamo sbagliato tutto, che nul– la poteva essere risolto attraverso gli sche– mi offertici dagli uomini maturi, che tut– to era da rifare ex-novo, dalle impostazio– ni ai metodi, che tutto questo lavoro è da compiersi mentre la situazione interna di ogni paese e quella internazionale evoca– no il ricordo di giorni paurosi e la guer– ra grava su tutti con una presenza allu– cinante che le dichiarazioni « ufficiali » de– gli uomini maturi non riescono a dissi– pare >>. Siamo così al momento in cui l'esperien– za dei giovani è alla ricerca di nuove for– me d'investimento, quando ormai si è pre– sa coscienza della vastità e dell'urgenz.t dei rompiti che si hanno di fronte. (< Forse

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