Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954
• parte della cittadinanza ignorava l'esisten– za del Circolo del Cinema, che pure svol– geva la sua attività in uno dei quattro lo– cali cinematografici e istenti ». In compless0 il livello culturale medio della città non è molto alto: « un po' tutti - mi dice un giovane di Aquila -.- i at– teggiano ad intellettuali, ma tutti ri ento– no delle caratteristiche della cultura d'ac– catto, piena di pregiudizi, formalista e re– trograda. Ultimo esempio: la processione del Venerdì Santo, fatta con la regia e su disegni del Pittore Remo Brindis~, con spi– rito moderno : le reazioni degli intellet– tuali vanno da « che schifo >> a << ridicolo », senza la minima preoccupazione di appro– fondire la questione. Altri, invece, favore– voli, si arrestano alla esclamazione esor– tativa, più esteriore e formalistira. Ci tro– viamo - continua il mio interlocutore - 1n un ambiente di piccola borghesia: an– che i pochi operai esistenti hanno una mentalità piccolo-borghese... Un migliora– mento della situazione non può venire dal– la élite cittadina, facilmente identificabile per il periodico avvicendamento dei suoi componenti nelle presidenze degli enti. So– no tutte « brave persone » di formazione liberaleggiante (quasi tutti ex fascisti), qua– lunquisti, caratterizzati dall'apatia e dalla mancanza di iniziativa ... » (2). Cosa fanno i giovani? Qualche anno fa ad Aquila i giovani era– no abbastanza atti i: oltre al Circolo del Cinema e alle organizzazioni di partito esi– stevano tre o quattro associazioni, diverse dalle tradizionali, fondate e rette da gio– vani. La prima ad iniziare l'attività fu l'ASU– (Associazione Studenti Universitari), costi– tuita nel 1944 da alcuni reduci .dalla pri– gionia. I fondatori (si viveva nel clima delle « speranze » post-belliche) credevano che il compito principale per i giovani fos– se quello di educarrsi al « metodo demo– cratico », parlando, discutendo, e prenden- (2) - La sfiducia verso la vecchia classe dirigente si traduce politicamente in un au– mento di voti per i partiti di sinistra: il 1 giugno su 15.000 voti di giovani, 8900 ,ono andati al PCI e al PSI. do pos1z1one sulle grosse questioni della politica al tempo del referendum istitu– zionale, ad esempio, l'associazione si di– chiarò repubblicana). Nel 1948, con l'in– gresso delle << nuove leve », ebbe inizio !'at– ti ità culturale. Le consersazioni si svolge– vano di solito sui seguenti argomenti: anar– chia e anarchismo, la personalità (con esperiinenti di ipnotismo), la storia dell'u– manità dalle piramidi ad Einstein, la sto– ~ia della bomba atomica, la rivoluzione francese, l'influenza del petrolio nelle vi– cende storiche degli ultimi tempi, dittatura e democrazia, ecc... Basta scorrare i temi trattati per accorgersi come i tempi fossero cambiati: dalle preoccupazioni per l' edu– cazione democratica si passa alla discussio– ne di alcuni grossi problemi del mondo in cui si vive. C'è una specie di ansia - dopo essere venuti a contatto con una realtà molto più vasta di quella alla quale si era abituati .- di chiarire tutti gli aspetti dell'età contemporanea. E' il momento in cui un'aria cosmopolitica sembra invade– re la provincia italiana. E che in Aquila questo non fosse un fatto episodico, limitato ai giovani di un gruppo, si può verificare esaminando le at- Nelle illustraz.: Pannello attribuito a Sebastiano di Cola da Cosentino del XV sec. nel museo di Aquila. Portici nella parte nuova della città u 10 eca \.:J u I l.,;U
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