Terza Generazione - anno II - n. 6-7 - marzo-aprile 1954

fonti della ricchezza e la crescita della ·it– tà. Oggi, dopo un i1npo, C'rinwnto gene– rale- della regione e un aun1ento considere– vole delle ncces1-ità <l •glj abitanti, il pro– blenrn è enonne1uent' più con1plirato: l'ur– genza cli trovare nuovi tipi di integrazione, niagari con le regioni , frine, e nuove for– n1e di attività alla disoccupazione degli uo1nini, non la eia più 1nargine per espe– ri1uent i. Quelln di ri-,coprire la storia della città quindi non è una quc tione a. tratta, , a– ga1uente culturale e dilazionahile nel tc1npo, 111a la condizione per in1po tare in 111odo c-,atto e non Hlu orio anche i pro– blen1i cli natura econoinica 6 sociale. \l– tri111cnti i ri chia di andare a, anti a ca- o, n1cttendo in piedi delle in1pre e che poi 1 ri,elano completamente sradicate dalla città. Ad Aquila r'è già il ca o della e< J.\,larroni )), una orietà genovese che ha co truito uno . tabilin1ento per la pro– duzione di tubi elettronici , icino alla , la• zione; a 200 n1etri cioè dalle porte di una ciuà che ha conosciuto, durante tutto 1 corso della , ua storia, soltanto piccole in– du. tric a carattere artigianale. Sexnhra che i dirigenti della « Marroni » non siano troppo contenti dei la, oratori a-..,sunti sul posto ( 191 su 308): le donne (cc ne 5ono 120 e il 30 qo è forn1ato da studentesse e da diploinate) non sanno cosa significhi un 'ind u tria 1noderna e gli uon1ini non rie- cono ad a . 1wfar. i alla di dplina di f ab– brica. I « fattori produttivi >> non riescono cioè a trovare (appunto per il distacco e i- tente tra il tipo di fabbrica e il luogo nel qual~ è venuta a cadere) la migliore combinazione: questo anche se l'impianto dello stabilimento è con iderato il più mo– derno d'Europa e costituisce continuo ri- I chiamo di personalità lcrni<'h • cd indu– striali. « contribuendo co5i - <'Ome ha scritto in una lettera il Direttore generale della " l\tlar<'oni " - alla valorizzazione turiMica della zona» (sic!) (I). Le attività culturali Per quel che ri ~uarda le attiYità cultu– rali, Aquila gode, in tull i gli Abruzzi e nel lontano Molise, di una buona sta1npa: una città di tante ini;1,iath e m·l passato - pen. ano gli abruzzesi - non può non svol– ~erc anche oggi una funzione-guida. Gra– ~,;ic alla sua storia, Aquila ha <·osì una spe– cie di « pri111ato spiritual<• >) sugli Abruzzi. E la ragione di fondo di una tale consi– derazione non la nella o.-seruazione di quel che oggi gli a<Juilani fanno (altrimenti il <'a111panil isn10 hasterchbe a falsare il giu– dizio), nia nel fatto che gli abruzzesi han– no sempre presente quel che gli aquilani ~ono stati capaci di fare. Aquila cioè è considerata culturahnentc più atth·a cli Pe– scara per l'identico 1noti, o per cui 1n U1nbria, Perugia è culturalmente più alti– va di Terni ed in To cana, Pisa cultural– mente più attiva di Grosseto. A quc. la 111aggiore re. ponsahili tà storica non corri~ponde oggi ad Aquila un uguale f er, ore di opere. I due oli organismi ve– ramente atti, i e che attirano su di loro l'attenzione della città e della regione so– no la « Società per i con<'erti » e l'Univer- ità degli studi di recente ricostituzione. La « Società per i concerti >> svolge un'at– ti \ ità continua con la partecipazione di or• chestrc ed esecutori fa1nosi. Per questo tal– , olta anche la buona società pescarese ri– sale in autoinobilc la Valle dell' A terno: (I) Il cors1vo è nuo. fabbrica della « J\,J arcani ». la huona ?11us1ca - - dicono a Pescara può a::;coltare soltanto ad Aquila. . 81 Per la riapertura dell'Università (l'anti– ca era stata chiusa nel 1937) si sono dati da f nre tutti i « notabili » della città. An– cora non sono riusciti ad ottenere tutto: ci sono soltanto dei corsi liberi del primo biennio di niatemalica e del prin10 bien– nio del 1nagi tcro: una specie di prolun• ~a111cnto dei corsi estivi <'he già da tempo l'Università di Roma teneva ad Aquila: gli i, rritti sono circa 70 ( gli universitari aqai]ani assonuuano a diverse centinaia): dopo a, er f.re •1uentato le lezioni nella lo– ro città sono c·o trelli a sostenere gli esa– mi in un 'altra sede unhcrsitaria. Tra le attività culturali di un certo ri– lie,o si può ricordare anche il Circolo del Cinc1na. Fondato nel 1919 ha svolto fino al 1952 un'attività piuttosto intensa ron proiezioni, cl ibatliti, e con fcrenze. Organiz– zato :-.opratullo da giovani, è riuscito ad a,,cre n!:!l 1952 ben 160 is<' iui: oucsto an– che e- -- co1ne ra('contano - l'affluenza alle proiezioni diminuiva quando si passa– va dai capolavori <·on1n1erciali a quelli d'arte. Scarsa anche la partcdpazione ai dibattiti, i quali peraltro si 1nantenevano quasi seinprc su un tono arcade1nico: si parlava ininterrotta1nentc cli « avanguar– dia >>, « carrellata », « interpretazione », << regrn », << fonualismo e contenutismo », « estetica idealista », senza arriYare mai ad un discorso intercs ante. Il tentativo di ap– pronf odire la cultura dne1natografica, con la co111pilazione di chede infonnative e con la diff usionc della stan1pa specializza– ta, ebbe esito nf"gativo. ccL 'a1ubientc è ste– rile - mi dice Fabiani - qualunque ini– ziativa urta contro l'ind ifierenti:--n10 e spesso l'ostilità della città. Basta conside– rare che dopo tre anni di attività, gran

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