Terza Generazione - anno II - n. 5 - febbraio 1954

anno li • Fe.bbraio 1954 5 Mensile di ricerca e d'iniziativa * Baldo Scassellati Italia disoccupata Mazzini, Gioberti, Balbo, Crispi, Carducci, Oriani, Corradini, Giolitti, D'Annunzio, Gramsci Agostino Paci, Ettore Danielli, Claudio Triscoli Valerio Veglio, Renzo Caligara Gianfranco Romanello Colloquio con la co– scienza nazionale Uomini a Civitella Cesi Come garantire 1mz1a– tive valide fuori delle parti? Autobiografia di un giovane neofascista Il fascismo esame di coscienza delle generazioni Costanzo Casucci Ludovico Incisa Leòpoldo Elia Valori umani de 11 'antifascismo La rivolta dell'ordine Il -peso della scelta classista Cristoforo Masucci Fascismo, società e nazione italiana Luciano Fabiani Gli orfani di tutte le tradizioni * n I R ET T o a E Bartolo Ciccardini E n 1 T o a I Baldo Scasse/lati e Ettore Sobrero BibliotecaGino Bianco Già fino dalla «Presentazione)) ci eravamo proposti, nel momento stesso in cui denunciavamo l'assenza dei 1naestri per la gioventù, il compito dt. ri– cercare i rapporti tra la nostra generazione e l'eredità che ci ha tramandato il passato. E dicemm_o, a chiarire che non nutrivamo irrespon-sabili avanguar– dismi, che non potevamo rifiutare nulla della storia d'Italia. Dicemmo anche che il nostro compito era di dar voce al,le domande dei giovani perchè maestri vecch·i e nuovi potessero rispondere e si'. tornasse così, per iniziativa dei giovani, ad un 1:ncontro tra generazioni'. che prendesse ·il posto d1: tanto disperato silenzio tra padri e figli. <( Ed è su questo terreno, cultura/,e e pratico, intorno aUa soluzione di questi problemi da formularsi in domande precise, impostate dai giovani, che oggi in Europa e soprattutto in Italia può avveni·re l'incontro tra i giovani e i meno giovani, tra allievi oggi senza maestri e maestri rimasti senza al,lievi_. Ma per questo spetta ai giovan1· il compito di un primo discorso, il dovere di atti di coraggìo responsabili». Ed abbiamo affrontato il problema del fascismo con la coscienza « di porre il problema dei nostri rapporti con quelli prima di nari», con la tradizione. In questo numero, assieme alla discussione sul fascismo) abbt.amo tentato di allargare lo sguardo su questo « non rifiuto della storia d'Italia» che ci pone ormai dei doveri in riferimento cdl'avvenire nostro e del nostro paese: è una risposta indiretta a quant,,' ci accusano di astrattismo e d1:estremismo. Che le generazioni e, il rapporto fra di esse non siano un dato an'(Jgrafico ma siano tappe del m-aturarsi e dell'inserù·si di nuova umanità nella situa– zione esistente, caratterizzate dal t1:podi problemi aperti, e di espen·enze vis– sute, non è scoperta nostra: è cosa così ovvia che non v'è chi non ne convenga. Tutti i giovani delta nostra età, ad esempio, al di là delle differenze di classe, di educazione, di· famiglia ideologica hanno vissuto la caduta del fa– scismo, la guerra perduta e il ritorno democratico e tutti hanno il problema aperto della funzione degli _italiani nel mondo ne/ prossimo futuro. E tutti portano nei gruppi,· particolari· di cui fanno parte il rifiesso di queste esperienze e di questi p-roblemi, intorno ai· quali stanno assumendo responsa– bilità di uomini. Questo appare così ovvio che stupisce come possano sorgere accuse di astrat– tismo e di estremismo a chi, come noi, si è proposro di rendere cosciente quello che altrimenti sarebbe sviluppo meccanico, di accelerare quello che nella si– tuazione italiana, avviene stancamente, difficoltosamente e saltuariamente, vale a dire l'inserimento responsabile de1,·giovani'. nella vita nazionale. E nel lavorare attorno a questo numero ci siamo resi conto tfi quanto pro– f onda sia la mancanza di speranze e come diventi di giorno 1-♦n giorno più necessario il proposito di ridare speranze ai giovani ( e attraverso essi a tuttt). Ma è questo un discorso che va maturando e che presto dovremo affrontare.

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