Terza Generazione - anno II - n. 5 - febbraio 1954

'Cli itali penati Ora la generazione che sta per isparire dal combattuto e trionfato campo del Ri– sorgimento, la generazione che fece l'Unità, te, o sacro segno di gloria, o bandiera di Mazzini, di GaribaltJi., di Vittorio Ema– nuele, te commette alla generazione che l'unità deve compiere, che deve coronare di idee e di forza la patria risorta. O giovani, contemplaste mai con la vi– sione dell'anima questa bandiera, quando ella dal Campidoglio riguarda i colli e il piano fatale onde Roma discese e lancios– si alla vittoria e all'incivilimento del mon– do? O quando dalle antenne di San Marco spazia su 'l mare che fu nostro e par che spii nell'oriente i segni della commercian– te e guer1·eggiante Venezia? O quando dal Palazzo de' Priori saluta i clivi a cui Dante · saliva poetando, da cui Michelangelo scen– deva creando, su cui Galileo sanct la con– quista dei cieli? Se una favilla vi resti an– cora nel sangue dei vostri padri del Qua– rantotto e del Sessanta, non vi pare che su i monumenti della gloria vetusta que– sto vessillo della patria esulti più bello e diffonda più lieto i colot·i della sua gio– ventù? Si direbbe che gli spiriti antichi raccoltigli intorno lo empiano ed inani– mino dei loro sospiri, rallegrando ne' suoi La nazione proletaria Il nazionalismo è un tentativo per spo– stare il problema della vita nazionale dal– la politica interna alla politica esterna. Il nazionalismo afferma questa se,-ie di verità: 1) Le condizioni di vita di una na– zione sono coordinate alle condizioni di vita delle altre nazioni. 2) Pe1· alcune nazioni questa coordi– nazione è subordinazione, è dipendenza, tf,ipendenza economica e morale, anche se non esista la dipendenza politica. 3) L'Italia è appunto una di quelle nazioni che dipendono economicamente e mot·almente dalle altre, sebbene da cin- Biblioteca Gino Bianco colori e ritemprando i nuovi sensi di vita e di speranza l'austerità della morte e la maestà delle memorie. O giovani, l'Italia non può e non vuole l'impero di Roma, sa bene l'età della violenza non è finita pe' validi: oh quale orgoglio umano ose– rebbe mirare tant' alto? Ma nè anche ha da essere la nazione cortigiana del rinasci– mento, alla mercè di tutti: quale viltà com– porterebbe, di dar sollazzo delle noJ,tre ciance agli stranieri per ricambio di batti– ture e di stragi? Se l'Italia avesse a durar tuttavia come un museo o un conserva– torio di musica o una villeggiatura per l'Europa oziosa, o al più aspirasse a dive– nire un mercato dove i fortunati vendes– sero dieci ciò che hanno arraffato per tre; oh per Dio non importava far le cinque La terza Italia giornate e ripigliare a baionetta in canna sette volte la vetta di San Martino, e me– glio era non turbare la sacra quiete delle ruine di Roma con la tromba di Gari– baldi su 'l Gianicolo o con la cannonata del re a Porta Pia. L'Italia è risorta nel mondo per sè e per il mondo: ella, per vivere, deve avere idee e forze sue, deve esplicare un officio suo civile ed umano, un'espansione morale e politica. Tornate, o giovani, alla scienza e alla coscienza de' padri, e riponetevi in cuore quello che fu il sentimento, il voto., il proposito di quei vecchi grandi che han fatto la patria: l'Italia avanti tutto! L'Italia sopra tutto! G1osuÈ CARDUCCI dal Discorso sul tricolore (7 geo. 1897). Il patriottismo moderno sarà ... più spirituale dell'antico: non si tratta più di le– gare gli altri popoli, ma di superarli in una Grandezza, che non si misura a territori con una forza che le armi non bastano a esprimere. Se per la Russia può essere un vantaggio di non avere un passato, perchè ciò garantisce anche meglio l'avvenire della sua originalità, per l'Italia esser già stata due volte universale e l'aver saputo risor– gere è arra di gloria e responsabilità nuova di impero. Una terza Italia senza un significato ideale nel mondo sarebbe il più assurdo miracolo della storia moderna, una risurrezione senza vita, una .riapparizione o fan– tasma, che passano soltanto. Troppo poco. da « La rivolta ideale ». I quant' anni sia cessata la sua dipendenza politica. 4) Questa dipendenza dell'Italia è ol– tremodo grave. 5) Ed ultima, l'Italia deve riscattarsi da questa dipendenza economica e morale come già si riscattò da quella politica perchè può e ne ha l'obbligo. Per giusta analogia, per amore d'effica– cia verbale e di chiarezza; per mostrare quanto il nazionalismo risponda allo spi– rito del nostro tempo, io chiamo proletarie quelle nazioni, le qt,ali, come l'Italia, sono in stato di dipendenza. Così il proletariato, ALFREDO 0RIANI secondo il socialismo, era ed è ancora in istato di dipendenza dalla classe borghese. E continuando, per analogia, aggiungo che il nazionalismo vuole essere per tutta la nazione ciò che il socialismo fu per il solo proletariato. Che cosa per il prole– tariato fu il socialismo? Un tentativo di redenzione, in parte, e nei limiti del pos– sibile, riuscito. E che cosa per la nazione vuole essere il nazionalismo? Un tentativo di redenzione, e Dio voglia che riesca in pieno. ENRICO CORRADINI da « Le nazioni proletarie e il naziona– lismo». (Discorso del genna:o 1911).

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