Terza Generazione - anno II - n. 4 - gennaio 1954
« In Italia c'è un gatto che vive in un bicchiere Ma non è la cosa più strana che si possa vedere. Nel Governo ci han messo un socialista Per tener vivo il principio liberista». « CRONACHE SOCIALI 1> ci dà l'esempio di un altro tipo di illustrazione non reali– stico. Essa si era proposta di descrivere in una posizione distaccata e disincantata i proble– mi della comunità nazionale e internaziona– le di questo dopoguerra, cercando di appro– fondire gli strumenti di conoscenza tecnica e di estrarne dei motivi di ideologia politica. In essa confluì il bagaglio culturale del gio– vane antifascismo cattolico alla ricerca di nuove linee ideologiche, scrupolosamente at– tento alla documentazione, saturo di impe– gni morali interiori propri della più recente cultura cattolica francese. Il linguaggio fo– tografico di « Cronache Sociali 1> non si preoccupava quindi di cercare un immedia– to contatto con la realtà, ma piuttosto di co– gliere l'occasione dalle illustrazioni, come pretesto per rendere più acuti e mordenti i suoi discorsi tecnici, ideologici e morali. Sorge così in Italia un tipo di illustrazione che ha avuto un certo successo: in cui la raf– figurazione è sempre un elemento occasio– nale che serve a chiarire o semplificare il di– scorso della didascalia. Le fotografie parlanti di « Cronache Socia– li 1> erano di due tipi: in un caso la foto– g11afia era del tutto astratta e irreale e la sua comunicatività era• affidata all'intelligen– te trasposizione degli elementi della foto– grafia, per analogia per esemplificaziol).e o per contrasto, nei ~oncetti di un breve di– scorso generale. In un secondo tipo di foto si prendeva l'occasione dalla illustrazione di fatti di attualità, di uomini politici, di Vi– cende da commentare, per mettere in evi– denza, attraverso i particolari della foto aspetti particolari del problema trattato. Il linguaggio fotografico di « Cronache So– ciali 1> fu dunque il più astratto, il più legato a un continuo gioco di assonanze che ha tro– vato moltissimi imitatori ma nessun conti- nuatore. " « Prendere o non prendere? L'on. Nenni s•uda freddo. La crisi del socialismo itallano è in questa alternativa fra molte cose ad ognuna delle quali si applica il dubbio: prenderi o non prençlere? Prendere la classe operaia, t.Ome oggi si trova, soggiogata dalla organizzazione bolsce1:ica e mollare la tradizione democratica socialista, oppure lasciare che il i-ascello bolscevico 1:ada al suo destino con il suo carico di na1:iganti e prendere i resti della classe operaia social"sta, tentanèo una lotta socialista e democratica I Assumere la seconda scelta sembra che sia più difficile che trowre una gi·usti{iwzione dottrinale alla prima (v. intert'ento di Basso a Firenze) ». BibliotecaGino Bianco « Siamo tutti spaventati e in trepidante attesa. Rovesciata da una rivoluzione mondiale che in Italia è culminata nella Resistenza, i piedi le– f!_ati da una Costituzione che più mostra le site lacune e più si palesa come tln·opera ispirata dalla Provvidenza, rimasta in equilibrio sopra la pt1n!a di un dito, che per di più appOJ!J!iasopra il dispositivo elettrico dell' orolof!_io della storia, la classe padronale aJ!raria italiana sta perdendo ~li ultimi cinque minuti a dire di no a noi che dal basso andiamo f!_ridando: "Scenda, si)!nore, intanto che è in tempo. Lei non vede l' orolo)!io, ma le assicuriamo che mancano solo cinque mi– nuti. Se il salto lo fà ora, alla peg)!iO sarà )!ttaribile in venti f!_iorni, ma se resiste cadrà fulminato" ». << Noi non faremmo la guerra a nessuno )>. 9
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