Terza Generazione - anno II - n. 4 - gennaio 1954

• La realtà corne documento di storia \ e i suoi continuatori, Pitrè e i folkloristi, e i narratori da Verga a Carlo Levi, per ci– tare solo alcuni tra i maggiori, esigono una matura attenzione. D'altra parte però, non possiamo nascon– dere il senso di insoddisfazione che abbia– mo sempre provato di fronte all'inchiesta statistica, o all'inchiesta affidata agli « esper– ti J), anche se controllata indirettamente o direttamente da un giudizio politico (come .nel caso de1le recenti inchieste parlamen– tari). E ancora un eguale senso proviamo di fronte ai tentativi di giungere all'esame di una comunità attraverso la generaliz– zazione di dati rilevati attraverso gli in– terrogatori o i questionari, secondo la tec– nica sociologica e psicologica di origine an– glo-sassone, o di giungere ai comportamenti fisiologici di gruppo, attraverso i casi quasi sempre patologici (come è nell'abitudine degli assistenti sociali). Ancora ci è sempre parso eccessivo lo spreco di mezzi e di energie per ricavare io un paese o in una città migliaia di dati nel tentativo di raggiungere una compie: tezza materiale statistica (come è nell' am– bizione di sociologi e di econometri) senza aver posto sufficientemente in rilievo il problema storico della genetica dei fatti rilevati, ciò che avrebbe potuto permettere di tentare una gerarchia tra i dati stessi della rilevazione (non vanno esenti da que– sta critica la quasi totalità delle inchieste svolte in questo dopoguerra soprattutto per le zone meridionali). Questo limite, di gran lunga per noi il più grave, è il motivo che impedisce di individuare in un dato ambiente sociale e umano il punto giusto su cui svolgere un intervento di qualsiasi tipo (economico, culturale, assistenziale ecc.). Di un inter– vento che non cerchi di supplire, e quindi di sviluppare forzosamente l'ambiente, ma di rimuovere la causa centrale che blocca lo sviluppo storico autonomo dell'ambiente stesso. E' questo il punto da cui siamo partiti. L'esserci posti sulla strada di integrare la rilevazione dei dati sociali con l'analisi sto– rica, ci ha permesso subito di scoprire an– cora una serie di lacune culturali di fondo comuni ai metodi tradizionali di tutte le scuole, almeno al grado in cui noi li co– nosciamo: nessuna tiene conto e tenta di rilevare i dati, che escono da quelli degli attuali rapporti sociali oggi visibili e de– terminati ma in qualche modo ne sono il Biblioteca Gino Bianco presupposto diretto o indiretto, omogeneo o anomalo. I dati cioè dei rapporti umani intercorrenti o non intercorrenti tra i mem– bri della comunità, e ancora del patrimo– nio di idee della comunità, nella loro lo– gica coerenza o incoerenza di visione del mondo (e ciò oltre la rilevazione psicolo– gica o folkloristica). Entrambi questi tipi di dati (che sono tra l'altro quelli che permettono di deter– minare. l'esistenza o meno di una comu– nità) ci sollecitano a tentare non solo del– le rilevazioni, ma anche più appronfondite interpretazioni storiche. Ciò pone proble– mi assai complessi perchè, se sul piano della rilevazione economico-sociale o tec– nica, abbiamo potuto facilmente sfruttare con uno spirito nuovo gli strumenti che la tradizione ci offriva, su questi nuovi terreni dovremo fare gli « esploratori ». Tuttavia, anche in questo caso, il nostro atteggiarci alla realtà presente come a un documento storico e al passato storico co– me a un momento di vita, la nostra ten– sione alla comprensione dei fatti umani, Abbiamo voluto illustrare i diver– si interventi sulle inchieste e le ini– ziative promosse nello spirito di Terza Generazione con una rasse– gna su alcuni modi di avvicinarsi al– la realtà di questo dopoguerra at– traverso una forma nuovissima: quella della fotografia con o senza didascalia. Questa forma di illustra– re la realtà esisteva già col nascere della stampa, col nascere della te– cnica fotografica, nella tradizione degli inviati speciaU, caratteristica degU organi di opinione moderni. Ma solamente negU ultimi tempi la illustrazione fotografica di· un avve– nimento si è trasformata da sempli– ce documento fotografico (nelle for– me più tradizionali di gruppo, di te– stimonianza fotografica o di illustra– zione scientifica) a vero e proprio occhio nella realtà, che ne metta volutamente in evidenza certi aspetti piuttosto che altri. Vale a dire che solo negli ultimi tempi si è forma– ta la tradizione di un linguaggio fo– tografico. Su questo fatto ha avuto molta influenza la nascita degU stu- potrà di molto facilitarci, fornendoci ipo– tesi che permettano di riportare il centro dei fatti rilevati al momento storico in cui la comunità o il gruppo umano in esame ha avuto il suo massimo sviluppo, o quanto meno il suo pieno dinamismo. Non c'è dubbio che su questo terreno l'inchiesta, nelle nostre mani, ha il desi– derio e la necessità di diventare un fatto di interesse culturale, uno strumento di sollecitazione al rinnovamento culturale nel campo non solo delle discipline appli– cate o della ricerca storica ma anche nel campo delle scienze sociali e umane e persino della filosofia. E di un rinnova– mento legato alla « pratica » a forme di intervento via via più complesse, che do– vranno essere da un certo momento qua– litativamente diverse da quelle originarie giovanili. Ed è per questo che vorremmo che molti giovani si mettessero sulla strada dell'inchiesta. BALDO ScASSELLATI di sul cinematografo e il formarsi di una scuola documentaristica. Una maniera diversa di usare l'il– lustrazione fotografica fu introdotta in Italia da Longanesi che cominciò a usare la fotografia come commen– to ai testi scritti. D' altt·a parte il per– fezionarsi della tecnica crea un nuo– vo tipo di giornale, il rotocalco, che dà maggiore rilievo, nella descrizio– ne degli avvenimenti, al linguaggio fotografico che non al resoconto scritto. Dopo l'Omnibus di Longanesi, la illustrazione fotografica segue un'altra strada. Tralasciaudo gli a– dattamenti tecnici alla normale tra– dizione di giornali illtistrati, noi vo– gliamo considerare cinque esempi di illustrazione fotografica di questo dopoguerra che hanno un particola– re valore culturale o di costt1me e che stanno a testimoniare cinque di– verse maniere di accostarsi alla real– tà attraverso l'immagine. Essi sono Il Politecnico, Cronache Sociali, Il Mondo, Oggi e Vie Nuove. • 5

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